Il Regalo Segreto

di
genere
etero

Il mattino dopo, lei si svegliò con un sorriso sulle labbra. Il ricordo della notte precedente le faceva vibrare ancora le gambe. Si girò sul fianco, accarezzando il cuscino, ma lui non era lì. Sentì dei rumori provenire dal salotto, e poco dopo la porta si aprì.

Lui entrò, con quello sguardo furbo e complice che lei conosceva bene. In mano aveva una scatola elegante, nera, avvolta da un fiocco rosso. La posò sul letto, proprio accanto a lei.

«Cos’è?» chiese, con gli occhi che brillavano di curiosità.

«Un pensiero per te» rispose, mordendosi un labbro.

Lei sciolse il nastro, con le mani che tremavano un po’. Aprì la scatola e il respiro le si fermò in gola. All’interno c’era un dildo lucido, dalle forme decise, pesante al tatto. Un regalo esplicito, sfacciato, ma che la fece arrossire fino alle orecchie e bagnare nello stesso istante.

Lo guardò con sorpresa e desiderio. «Sei pazzo…» mormorò, ma il sorriso tradiva la sua eccitazione.

Lui si avvicinò, le prese il mento e la baciò forte. Poi sussurrò: «Voglio vederti usarlo. Voglio vederti godere davanti a me».

Il cuore di lei accelerò. Si morse il labbro, ma l’idea la incendiava. Si sdraiò sul letto, con le lenzuola che le scivolavano via dal corpo nudo. Lui si mise seduto ai piedi del letto, lo sguardo fisso su di lei.

Con lentezza, la punta del dildo si avvicinò alle sue labbra intime. Bastò sfiorarsi per farle emettere un gemito strozzato. Lo fece scivolare appena dentro, il corpo che reagiva con un brivido incontrollabile.

«Brava…» mormorò lui, mentre la guardava muoversi, gli occhi pieni di lussuria.

Lei affondò più a fondo, il respiro che diventava ansioso, i gemiti sempre più forti. Ogni spinta la faceva vibrare, i fianchi che si muovevano da soli. Lui intanto si toccava, duro, eccitato dal solo spettacolo.

«Guardami» ordinò con voce roca.

Lei sollevò gli occhi verso di lui, continuando a muovere il dildo dentro di sé, più forte, più veloce.

Lui la osservava, eccitato come non mai, ma all’improvviso si chinò su di lei e le bloccò la mano. «No…» mormorò con un ghigno. «Voglio essere io a guidarti.»

Le strappò il dildo dalle dita tremanti e lo impugnò con decisione. Poi lo spinse dentro di lei con forza, senza esitazioni. Lei spalancò la bocca in un gemito strozzato, sorpresa dall’intensità.

Ogni spinta era lenta ma profonda, calcolata per farla urlare. Lui lo muoveva a ritmo, a volte affondando senza pietà, a volte girandolo dentro di lei per farla impazzire. «Guarda quanto ti piace…» le sussurrava, mentre con l’altra mano la teneva ferma sul letto, immobilizzata sotto di lui.

Lei si contorceva, le gambe che tremavano, il respiro spezzato. «Ti prego…» ansimò, senza nemmeno sapere cosa stesse chiedendo.

Lui sorrise, continuando a spingerlo dentro e fuori, più forte, più veloce, fino a farle perdere ogni controllo. Quando sentì il suo corpo esplodere in un orgasmo furioso, lo estrasse di colpo e lo buttò via.

«Adesso tocca a me» ringhiò, penetrandola subito dopo, prendendo il suo posto con violenza e foga, colpo dopo colpo, ancora più duro di prima, come se volesse marchiarla, farle capire che nessun oggetto avrebbe mai potuto sostituirlo.

Lei urlò, le mani aggrappate alle lenzuola, mentre lui affondava senza pietà. L’orgasmo la travolse di nuovo, ancora più forte, insieme al suo, in un intreccio di corpi sudati e scossi dal piacere.

Quando crollarono, esausti, lui le baciò la fronte e mormorò: «Adesso sai che con me, i tuoi limiti non esistono».
scritto il
2025-08-24
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