Senza respiro

di
genere
etero

La stanza era immersa in un silenzio carico. La notte sembrava trattenere il respiro, mentre la luna filtrava dalla finestra illuminando a tratti i loro corpi. Lei non dormiva: il suo sguardo correva su di lui, disteso accanto, il petto che si sollevava e abbassava con lentezza, la pelle calda, l’odore maschile che la faceva già fremere.

Un desiderio irrefrenabile le bruciava dentro. Non poteva resistere. Si avvicinò piano, sfiorandogli il collo con la lingua, lenta, provocatoria. Lui mugugnò nel sonno, ma non si svegliò subito. Lei sorrise, continuando a scendere con la bocca, lasciando piccoli morsi sul petto. La sua mano trovò il lenzuolo, lo spinse via, e lì sotto sentì il suo sesso già duro, pulsante.

Lo prese con delicatezza, stringendolo, accarezzandolo. Lui aprì gli occhi di colpo. Si trovò davanti il suo sguardo acceso, la sua bocca che già lo avvolgeva.

«Non riuscivi a dormire?» mormorò, la voce roca.

Lei non rispose. Lo succhiava piano, poi con forza, la lingua che tracciava ogni centimetro, fino a inghiottirlo profondamente. La saliva colava, le guance tese, i suoi occhi che lo fissavano dal basso. Lui gemeva, le dita tra i capelli, guidandole i movimenti.

«Brava… così… prendilo tutto.»

Le sue parole sporche la eccitavano ancora di più. Lei aumentò il ritmo, più veloce, più profondo, fino a fargli perdere il controllo. Ma improvvisamente lui la fermò, la tirò su per i capelli.

«Adesso basta. Sei mia.»

Con un gesto brusco la spinse sul letto, aprendole le cosce. Le passò due dita tra le labbra bagnate, le penetrò con forza. Lei gemette, inarcandosi, incapace di trattenersi.

«Guarda come sei pronta… bagnata solo per me.»

Senza darle tregua, la prese con un affondo deciso. Lei gridò, sorpresa dalla violenza del gesto, ma subito gli strinse i fianchi con le gambe, trascinandolo ancora più dentro. Le spinte erano forti, profonde, il letto che scricchiolava sotto il loro ritmo furioso.

Ogni colpo la faceva urlare, le unghie graffiavano la sua schiena. Lui la possedeva con forza, la baciava con rabbia, la stringeva senza pietà. Poi la girò di colpo, la fece inginocchiare e la penetrò da dietro, afferrandole i fianchi. Le spinte erano rapide, violente, il rumore dei loro corpi che si scontravano riempiva la stanza.

«Così ti piace, vero?» ringhiò, tirandole i capelli.

«Sì… più forte!» gemette lei, la voce rotta.

Obbedì senza esitazione, colpi secchi, sempre più veloci. Lei gemeva, sudata, tremante, il piacere che cresceva fino a farle urlare. Veniva stringendolo dentro, convulsa, mentre lui continuava a spingerla, implacabile.

La prese in braccio, la sollevò senza uscire da lei, e la spinse contro il muro. Le gambe attorno alla sua vita, il suo corpo che la penetrava con forza, spingendo sempre più forte. Lei gridava, con il respiro spezzato, la schiena che batteva contro il muro a ogni colpo.

Poi la gettò di nuovo sul letto, la fece cavalcarlo. Le mani sui suoi fianchi la guidavano, la facevano muovere su e giù con violenza. Lei gemeva, lo prendeva tutto, fino in fondo, ansimando. Si piegò in avanti, le labbra sulle sue, la lingua che lo baciava mentre cavalcava più veloce.

«Non fermarti… vieni per me» le sussurrò all’orecchio.

Lei lo prese con foga, fino a tremare, fino a urlare di piacere. Venne di nuovo, fortissimo, mentre lui esplodeva dentro di lei, stringendola al suo corpo, con un gemito rauco che le fece vibrare l’anima.

Rimasero così, sudati, esausti, le labbra che si cercavano ancora, le mani che si stringevano come a non volersi mai lasciare.

Eppure, nei loro occhi brillava ancora il desiderio. Non era finita. Era solo l’inizio.
scritto il
2025-08-23
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