Week end in spiaggia
di
Serenity
genere
etero
Il weekend al mare era iniziato con leggerezza. Un gruppo di amici, risate, borse piene di cibo, la sabbia calda sotto i piedi e il vento salmastro che portava l’odore delle onde. Per tutti era una fuga dalla routine, un’occasione per divertirsi e rilassarsi. Per Gabriele e Viola, invece, era molto di più: un’occasione silenziosa di vivere la loro attrazione crescente, senza che nessuno se ne accorgesse. Durante la giornata, tutto sembrava normale. Giochi con il pallone, tuffi improvvisati, corse lungo la riva. Ma tra loro due, ogni sguardo aveva un peso, ogni contatto era carico di un’energia che gli altri non potevano immaginare. Viola sentiva il braccio di Gabriele sfiorarle la schiena quando passava dietro di lei, e un brivido le percorreva la pelle. Lui, d’altra parte, notava ogni sorriso, ogni movimento lento delle sue mani mentre si passava i capelli dietro l’orecchio, ogni volta che lo cercava con lo sguardo, senza volerlo ammettere.
Al tramonto, quando il cielo si tinse di rosa e arancio, qualcuno propose di accendere un falò. Gli amici si misero a raccogliere legna e a ridere, mentre la luce calava lentamente. Viola e Gabriele si sedettero vicini, le ginocchia che si sfioravano senza che nessuno lo notasse. Il calore del fuoco illuminava i loro volti, e il bagliore tremolante sembrava mettere a nudo quella tensione che da ore cresceva silenziosamente. La musica proveniva da una cassa appoggiata sulla sabbia, e qualcuno iniziò a ballare ridendo. Viola si avvicinò a Gabriele, il suo profumo delicato si mescolava all’aria salmastra. Le loro mani si sfiorarono, per poi intrecciarsi per un istante troppo breve, come se fosse un gesto casuale. Ma quel contatto bastò per far accelerare il cuore a entrambi.
Più tardi, quando alcuni amici decisero di fare una passeggiata lungo la riva, Viola e Gabriele rimasero indietro. Si scambiarono uno sguardo complice, e senza bisogno di parole si alzarono e si allontanarono tra le dune. Il rumore del mare copriva i loro passi, e la luna piena illuminava la sabbia, creando ombre morbide tutt’intorno. Arrivati vicino alla tenda, si fermarono un istante. Viola lo guardò negli occhi, il respiro leggermente più veloce. Gabriele le passò una mano sulla guancia, sfiorando la pelle calda con delicatezza, e poi la attirò a sé. Le labbra si incontrarono in un bacio lento, che presto si fece più intenso. Viola sentì le mani di lui scivolare lungo la sua schiena, disegnando linee di fuoco sulla pelle. Lei, con un brivido, passò le dita tra i suoi capelli, tirandolo a sé con più forza. Si spostarono dentro la tenda, chiudendo la cerniera alle loro spalle. Lontano dal mondo, lontano dagli occhi degli altri, rimasero soli, circondati dal rumore del mare e dal silenzio della notte. I baci diventarono più affamati, i respiri più veloci. Gabriele le sfiorava le braccia, le spalle, i fianchi, come se volesse imparare a memoria ogni curva del suo corpo. Viola gli accarezzava il petto, sentendo il calore crescere sotto le dita, e il cuore che batteva sempre più forte. Ogni gesto era un crescendo di desiderio. Viola tremava ad ogni carezza, e Gabriele sorrideva tra un bacio e l’altro, rapito dalla sua risposta. Le loro mani esploravano con più audacia, i corpi si cercavano con urgenza ma anche con dolcezza, come se si stessero scoprendo per la prima volta. Non c’era fretta, solo la voglia di assaporare ogni istante, ogni brivido. Le mani di Gabriele scivolarono lungo le cosce di Viola, sempre più in basso, fino a raggiungere il punto più intimo del suo corpo. Quando lo vide, per un attimo alzò lo sguardo verso di lei, catturando il suo respiro affannato e i suoi occhi lucidi di desiderio, poi tornò a posare le labbra lì, sul suo segreto più caldo e pulsante. La sua bocca iniziò a muoversi con una dolce ferocia, assaporandola, giocando con la lingua in cerchi lenti e poi più rapidi, mentre il suo respiro caldo la faceva tremare.
Viola gemette piano, stringendo le dita tra i capelli di lui, quasi implorando che non smettesse. Gabriele aggiunse lentamente un dito, penetrandola con delicatezza, sentendo i muscoli contrarsi attorno a lui. Ma non bastava. Il suo corpo ne voleva di più. Così aggiunse il secondo, e poi il terzo, muovendosi con una passione crescente, seguendo il ritmo dei gemiti che si facevano sempre più intensi. Viola, ormai fuori controllo, lo incitava con la voce rotta, chiedendogli più profondità, più forza, e Gabriele rispose, entrando con decisione, facendola tremare sotto di sé. Il piacere cresceva, e in un sussurro spezzato, Viola lo chiamò a sé, guidandolo sopra di lei. Desiderava assaporare la sua asta. Gabriele obbedì, lasciandosi andare tra le sue braccia, mentre lei, con una naturale maestria, iniziò a prendersi cura di lui con la bocca, lenta all’inizio, poi più intensa, con movimenti che gli facevano perdere il controllo. Giocava con la lingua, con le labbra, con le mani, accarezzandolo in ogni punto sensibile, regalandogli ondate di piacere sempre più forti che lei non esitò a berlo tutto. Lui, nel frattempo, non smetteva di accarezzarla, continuava a scivolare con le dita dentro di lei, esplorandola, conoscendo ogni suo respiro, ogni vibrazione del suo corpo. Il ritmo tra loro era perfetto, un crescendo che li portava entrambi sull’orlo, finché Viola si lasciò travolgere, gemendo forte e stringendosi a lui, scossa da un orgasmo potente e liberatorio.
Le loro labbra si cercavano con urgenza, i corpi si muovevano l’uno contro l’altro, stretti in un abbraccio che parlava più di mille parole. Ogni respiro era un richiamo, ogni sussurro un invito a lasciarsi andare. Gabriele la strinse forte a sé, sentendo il calore del suo corpo farsi tutt’uno con il suo, e Viola si abbandonò completamente, facendosi penetrare, fidandosi di lui, godendo di ogni contatto, ogni sfioramento. Il mondo fuori della tenda non esisteva più: c’erano solo loro, il battito dei loro cuori, il calore dei corpi e una passione che cresceva sempre di più. I loro movimenti erano lenti, profondi e insieme intensi, come un dialogo muto fatto di pelle, respiro e desiderio. Ogni tocco, ogni carezza, li univa sempre di più, in un crescendo di emozione e sensualità, fino a sentire l’apice di quell’intimità condivisa, sospesi in un attimo che sembrava eterno.
Il rumore dei loro amici che tornavano rendeva tutto più intenso. Ogni sospiro di Viola sembrava amplificato, ogni suo battito contro il petto di Gabriele diventava un richiamo irresistibile. Si muovevano insieme, stretti, respirando all’unisono, lasciandosi trasportare da quell’onda che li stava travolgendo. La pelle contro pelle diventava una lingua silenziosa, fatta di promesse, di desideri, di emozioni che non serviva dire ad alta voce. Quando alla fine rimasero stesi, ancora abbracciati, i respiri caldi che si mescolavano, la luna filtrava appena dalla tela della tenda. Non servivano parole. Bastava la complicità dei loro sguardi, la dolcezza delle dita intrecciate, il calore dei corpi vicini. Quella notte, segreta e rubata, era solo loro, e nessuno al mondo avrebbe mai potuto portar loro via quel ricordo.
Il mattino dopo, gli amici ridevano e preparavano la colazione. Viola e Gabriele si scambiarono un sorriso furtivo. Solo loro sapevano cosa avevano vissuto poche ore prima. E quell’intesa segreta, quel legame fatto di pelle e desiderio, li avrebbe accompagnati ben oltre quel weekend.
Al tramonto, quando il cielo si tinse di rosa e arancio, qualcuno propose di accendere un falò. Gli amici si misero a raccogliere legna e a ridere, mentre la luce calava lentamente. Viola e Gabriele si sedettero vicini, le ginocchia che si sfioravano senza che nessuno lo notasse. Il calore del fuoco illuminava i loro volti, e il bagliore tremolante sembrava mettere a nudo quella tensione che da ore cresceva silenziosamente. La musica proveniva da una cassa appoggiata sulla sabbia, e qualcuno iniziò a ballare ridendo. Viola si avvicinò a Gabriele, il suo profumo delicato si mescolava all’aria salmastra. Le loro mani si sfiorarono, per poi intrecciarsi per un istante troppo breve, come se fosse un gesto casuale. Ma quel contatto bastò per far accelerare il cuore a entrambi.
Più tardi, quando alcuni amici decisero di fare una passeggiata lungo la riva, Viola e Gabriele rimasero indietro. Si scambiarono uno sguardo complice, e senza bisogno di parole si alzarono e si allontanarono tra le dune. Il rumore del mare copriva i loro passi, e la luna piena illuminava la sabbia, creando ombre morbide tutt’intorno. Arrivati vicino alla tenda, si fermarono un istante. Viola lo guardò negli occhi, il respiro leggermente più veloce. Gabriele le passò una mano sulla guancia, sfiorando la pelle calda con delicatezza, e poi la attirò a sé. Le labbra si incontrarono in un bacio lento, che presto si fece più intenso. Viola sentì le mani di lui scivolare lungo la sua schiena, disegnando linee di fuoco sulla pelle. Lei, con un brivido, passò le dita tra i suoi capelli, tirandolo a sé con più forza. Si spostarono dentro la tenda, chiudendo la cerniera alle loro spalle. Lontano dal mondo, lontano dagli occhi degli altri, rimasero soli, circondati dal rumore del mare e dal silenzio della notte. I baci diventarono più affamati, i respiri più veloci. Gabriele le sfiorava le braccia, le spalle, i fianchi, come se volesse imparare a memoria ogni curva del suo corpo. Viola gli accarezzava il petto, sentendo il calore crescere sotto le dita, e il cuore che batteva sempre più forte. Ogni gesto era un crescendo di desiderio. Viola tremava ad ogni carezza, e Gabriele sorrideva tra un bacio e l’altro, rapito dalla sua risposta. Le loro mani esploravano con più audacia, i corpi si cercavano con urgenza ma anche con dolcezza, come se si stessero scoprendo per la prima volta. Non c’era fretta, solo la voglia di assaporare ogni istante, ogni brivido. Le mani di Gabriele scivolarono lungo le cosce di Viola, sempre più in basso, fino a raggiungere il punto più intimo del suo corpo. Quando lo vide, per un attimo alzò lo sguardo verso di lei, catturando il suo respiro affannato e i suoi occhi lucidi di desiderio, poi tornò a posare le labbra lì, sul suo segreto più caldo e pulsante. La sua bocca iniziò a muoversi con una dolce ferocia, assaporandola, giocando con la lingua in cerchi lenti e poi più rapidi, mentre il suo respiro caldo la faceva tremare.
Viola gemette piano, stringendo le dita tra i capelli di lui, quasi implorando che non smettesse. Gabriele aggiunse lentamente un dito, penetrandola con delicatezza, sentendo i muscoli contrarsi attorno a lui. Ma non bastava. Il suo corpo ne voleva di più. Così aggiunse il secondo, e poi il terzo, muovendosi con una passione crescente, seguendo il ritmo dei gemiti che si facevano sempre più intensi. Viola, ormai fuori controllo, lo incitava con la voce rotta, chiedendogli più profondità, più forza, e Gabriele rispose, entrando con decisione, facendola tremare sotto di sé. Il piacere cresceva, e in un sussurro spezzato, Viola lo chiamò a sé, guidandolo sopra di lei. Desiderava assaporare la sua asta. Gabriele obbedì, lasciandosi andare tra le sue braccia, mentre lei, con una naturale maestria, iniziò a prendersi cura di lui con la bocca, lenta all’inizio, poi più intensa, con movimenti che gli facevano perdere il controllo. Giocava con la lingua, con le labbra, con le mani, accarezzandolo in ogni punto sensibile, regalandogli ondate di piacere sempre più forti che lei non esitò a berlo tutto. Lui, nel frattempo, non smetteva di accarezzarla, continuava a scivolare con le dita dentro di lei, esplorandola, conoscendo ogni suo respiro, ogni vibrazione del suo corpo. Il ritmo tra loro era perfetto, un crescendo che li portava entrambi sull’orlo, finché Viola si lasciò travolgere, gemendo forte e stringendosi a lui, scossa da un orgasmo potente e liberatorio.
Le loro labbra si cercavano con urgenza, i corpi si muovevano l’uno contro l’altro, stretti in un abbraccio che parlava più di mille parole. Ogni respiro era un richiamo, ogni sussurro un invito a lasciarsi andare. Gabriele la strinse forte a sé, sentendo il calore del suo corpo farsi tutt’uno con il suo, e Viola si abbandonò completamente, facendosi penetrare, fidandosi di lui, godendo di ogni contatto, ogni sfioramento. Il mondo fuori della tenda non esisteva più: c’erano solo loro, il battito dei loro cuori, il calore dei corpi e una passione che cresceva sempre di più. I loro movimenti erano lenti, profondi e insieme intensi, come un dialogo muto fatto di pelle, respiro e desiderio. Ogni tocco, ogni carezza, li univa sempre di più, in un crescendo di emozione e sensualità, fino a sentire l’apice di quell’intimità condivisa, sospesi in un attimo che sembrava eterno.
Il rumore dei loro amici che tornavano rendeva tutto più intenso. Ogni sospiro di Viola sembrava amplificato, ogni suo battito contro il petto di Gabriele diventava un richiamo irresistibile. Si muovevano insieme, stretti, respirando all’unisono, lasciandosi trasportare da quell’onda che li stava travolgendo. La pelle contro pelle diventava una lingua silenziosa, fatta di promesse, di desideri, di emozioni che non serviva dire ad alta voce. Quando alla fine rimasero stesi, ancora abbracciati, i respiri caldi che si mescolavano, la luna filtrava appena dalla tela della tenda. Non servivano parole. Bastava la complicità dei loro sguardi, la dolcezza delle dita intrecciate, il calore dei corpi vicini. Quella notte, segreta e rubata, era solo loro, e nessuno al mondo avrebbe mai potuto portar loro via quel ricordo.
Il mattino dopo, gli amici ridevano e preparavano la colazione. Viola e Gabriele si scambiarono un sorriso furtivo. Solo loro sapevano cosa avevano vissuto poche ore prima. E quell’intesa segreta, quel legame fatto di pelle e desiderio, li avrebbe accompagnati ben oltre quel weekend.
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