Se non hai fame hai già mangiato fuori
di
AngelsDarks
genere
tradimenti
Marco un tipo tranquillo e bravo ragazzo, aveva vissuto per anni un matrimonio fatto di silenzi e rifiuti.
Sua moglie Elisa sembrava aver perso ogni interesse per Lui e di conseguenza non avevano più intimità.
Ogni suo tentativo di avvicinarsi veniva respinto con una scusa, mal di testa, ecc.
La stanchezza, i figli, il lavoro, impegni o preoccupazioni varie.
Marco aveva imparato a non insistere, ma dentro di sé si sentiva trascurato e svuotato.
Non immaginava, però, che Elisa nascondesse un segreto.
Già da diverso tempo aveva intrecciato una relazione clandestina con Luca, anche lui sposato e migliore amico di Marco.
Uns relazione durata ben cinque lunghi anni, fatta di incontri segreti, messaggi cancellati in fretta e complicità rubata.
Un legame proibito che paradossalmente aveva spento in Elisa ogni desiderio verso il marito.
La relazione con Luca si interruppe bruscamente, poiché scoperto da sua moglie dovette scegliere tra famiglia o un futuro incerto con l'amante.
Elisa si ritrovò improvvisamente sola.
Il vuoto lasciato da quell’amore proibito la investì come un’onda. Per la prima volta dopo tanto anni, iniziò a guardare Marco con occhi diversi.
Forse per senso di colpa, forse per rabbia repressa, forse per bisogno di riscoprirsi donna, Elisa si accorse di provare una fame insaziabile di sesso e desiderio.
E così senza alcun motivo specifico lei cambiò atteggiamenti verso suo marito Marco.
La donna che per anni aveva rifiutato ogni approccio o contatto fisico, cominciò a cercarlo con impeto.
Le sue mani si facevano audaci, la sua voglia incontenibile.
Marco, dapprima spiazzato, si lasciò travolgere da quella metamorfosi.
La moglie che ricordava fredda e distante era diventata una furia capace di sorprenderlo notte dopo notte con passione e giochini nuovi.
Ma dietro a quella passione riaccesa restava un’ombra. Marco si chiedeva se quel fuoco fosse amore per lui o il tentativo di cancellare il ricordo di un altro.
Elisa, dal canto suo non diceva nulla, nella sua mente aveva cancellato il passato chiudendo un occhio sulla valanga di dolore che aveva causato al marito in tutti quegli anni.
Viveva solo il suo presente con intensità.
Come se volesse esorcizzare cinque anni di bugie.
Il loro matrimonio sembrava rinascere, ma sotto la superficie ribollivano domande senza risposta.
Era davvero un nuovo inizio o solo un modo di seppellire un passato troppo scomodo?
Per anni Marco aveva cercato il corpo di sua moglie, trovando soltanto rifiuti e scuse.
Elisa lo evitava spesso con fastidio, mentre i loro rapporti intimi si erano ridotti a un ricordo sbiadito.
Marco si era convinto che fosse la stanchezza o la routine ad aver spento la fiamma, senza sapere che dietro quella freddezza c’era un segreto troppo doloroso da accettare.
Da cinque anni sua moglie divideva il letto, i sospiri e i gemiti con Luca.
Con lui Elisa si era lasciata andare, scoprendo lati di sé che a Marco negava. Ma quando quell’amore clandestino finì, qualcosa in lei esplose.
Non più amante, non più segreti.
Solo un vuoto enorme, e una fame di essere presa e desiderata che non poteva più ignorare.
Fu allora che Marco iniziò a notare il cambiamento.
Elisa lo guardava diversamente, lo sfiorava con le mani quando passava accanto, lasciava cadere lo sguardo sulle sue labbra come se non le avesse mai baciate prima.
La prima notte che fecero sesso fu travolgente.
lo spogliò con furia, mordendogli la pelle, baciandolo ovunque, cavalcandolo come se volesse recuperare anni perduti.
Marco rimase senza fiato. La donna che per anni si era negata ora era una belva tra le lenzuola.
Lo provocava con parole sussurrate, si offriva senza pudore, cercava posizioni nuove, chiedeva ancora e ancora.
Le sue unghie gli graffiavano la schiena, il suo respiro era caldo e ansioso, e i gemiti che gli esplodevano nelle orecchie lo facevano impazzire.
Notte dopo notte, Elisa sembrava non essere mai sazia, ogni volta era più audace e sorprendente.
Lo svegliava di colpo nel cuore della notte, lo trascinava contro il muro, lo prendeva in cucina, sul divano, ovunque la voglia la assalisse.
Marco era confuso, ma anche rapito da quella nuova passione: la moglie che per anni gli aveva negato tutto ora sembrava vivere solo per il suo piacere e per il loro sesso.
E mentre il loro letto si trasformava in un campo di battaglia sensuale, dentro Marco restava un dubbio: quella furia era amore per lui… o il modo di Elisa di cancellare, tra gemiti e orgasmi, il fantasma di un altro uomo?
Marco si lasciava travolgere da quella metamorfosi, senza farsi troppe domande. Elisa era rinata, e lui godeva di quel corpo che sembrava non stancarsi mai di cercarlo. Ogni notte era un vortice di sudore, gemiti e orgasmi.
La vedeva diversa, più spregiudicata, più esperta, più affamata di piacere.
Eppure, un tarlo iniziava a scavargli dentro.
Come poteva una donna che per anni si era mostrata gelida trasformarsi di colpo in una furia del desiderio? Dove aveva imparato quelle carezze così sicure, quelle posizioni ardite, quelle parole sporche che gli sussurrava all’orecchio?
Una sera, mentre lei era sotto la doccia, Marco prese in mano il suo telefono. Non lo faceva mai, ma il sospetto era troppo forte. Scorrendo le vecchie chat trovò una cartella nascosta: conversazioni cancellate, foto intime, messaggi segreti. Elisa non era stata sempre fredda per noia o stanchezza… lo era stata perché il suo calore lo aveva dato a un altro.
Un nome compariva più volte: Luca.
Il suo migliore amico.
Il suo compagno di serate, di risate, di confidenze.
Marco sentì un colpo allo stomaco, la gola secca, le mani tremanti. Le immagini parlavano da sole.
Elisa in lingerie, parole ardenti, promesse sussurrate, e poi i ricordi degli incontri. Cinque anni di tradimento. Cinque anni in cui lui, che cieco aveva creduto alle sue scuse.
Quando Elisa uscì dalla doccia, lo trovò seduto sul letto con il telefono in mano. Lei impallidì.
Non servivano spiegazioni: bastava lo sguardo furioso e ferito di Marco.
Il silenzio durò pochi secondi, poi esplose in un confronto violento. Marco la incalzava con domande, lei cercava parole che non bastavano mai.
Ammetteva, confessava, piangeva, poi si difendeva: “Con te non ci riuscivo più, non mi sentivo desiderata, avevo bisogno di sentirmi viva…”
Marco era diviso tra rabbia e attrazione, tra disgusto e voglia di possederla. E fu proprio quella notte, paradossalmente, che il sesso tra loro raggiunse un’intensità mai provata: un misto di furia, rancore e desiderio che li fece consumare fino all’alba.
Ma mentre il corpo di Elisa si stringeva al suo, Marco sapeva che niente sarebbe più stato come prima. Aveva finalmente la moglie ardente che aveva sempre sognato… ma al prezzo della verità più dolorosa.
Per giorni, Marco rimase in bilico tra due estremi: la voglia di cacciare Elisa via dalla sua vita e il desiderio bruciante che lo legava ancora al suo corpo. Ogni volta che la guardava, vedeva l’immagine di lei tra le braccia di Luca, ma nello stesso tempo non riusciva a smettere di desiderarla.
Elisa, dal canto suo, aveva cambiato atteggiamento: non più fredda, non più distante. Lo cercava continuamente, si concedeva senza limiti, lo implorava di non lasciarla. “Ora voglio solo te… ora sono tua, tutta tua”, gli sussurrava mentre si lasciava possedere in modo disperato, come se solo attraverso il sesso potesse riparare la ferita che gli aveva inflitto.
Marco iniziò a usare quella situazione a suo vantaggio. Ogni volta che facevano l’amore, la spingeva oltre: voleva sentirla gemere più forte, vederla umiliarsi nel piacere, provarle che ora era lui a comandare. Elisa accettava tutto, anzi sembrava cercarlo: era pronta a lasciarsi dominare, a farsi prendere ovunque, a offrirsi senza pudore. La colpa la spingeva ad arrendersi a ogni sua richiesta.
Ma sotto quel vortice di sesso e passione, il veleno restava. Marco non riusciva a cancellare dalla mente l’immagine del tradimento. Nei momenti di rabbia le sussurrava all’orecchio:
“Così lo facevi con lui? Ti faceva gridare come adesso? O con me godi di più?”
E lei, con gli occhi lucidi e il respiro spezzato, gemeva:
“Con te… solo con te… adesso solo tu.”
Per Marco quella risposta era una lama a doppio taglio: lo eccitava e lo feriva allo stesso tempo. La verità era che il tradimento li aveva distrutti e resi inseparabili insieme.
Ogni notte diventava un campo di battaglia tra rabbia e desiderio, tra vendetta e bisogno. Elisa si lasciava travolgere senza opporre resistenza, mentre Marco cercava in quelle notti infinite una risposta alla domanda che lo consumava:
era ancora amore… o soltanto ossessione?
Da quella notte la loro vita cambiò radicalmente. Marco non riusciva a smettere di pensarci: ogni carezza, ogni bacio, ogni volta che affondava dentro di lei, lo faceva con una sola idea in testa — cancellare Luca dalla sua memoria e marchiarla come sua in ogni modo possibile.
Elisa non resisteva, anzi. Sembrava quasi aver bisogno di quella furia. Non bastavano più i rapporti normali, lui la prendeva ovunque.
In cucina, in macchina, persino nel bagno di un ristorante, spinto da un misto di rabbia e desiderio che lo rendeva instancabile, e lei lo seguiva con gli occhi pieni di lacrime e di piacere, come se la punizione fosse anche l’unica redenzione che poteva offrirgli.
Marco la provocava con parole taglienti mentre la possedeva:
“Così lo facevi con lui? Ti piaceva? Dimmi il suo nome mentre godi, forza… o non riesci perché adesso c’è solo il mio cazzo che ti riempie?”
Elisa gemendo scuoteva la testa, graffiandogli la schiena con disperazione:
“No, basta… ci sei solo tu… solo tu!”
E più lei si piegava alla sua volontà, più Marco alzava l’asticella. Le ordinava di mostrarsi nuda davanti allo specchio mentre la possedeva da dietro e farla gridare fino a perdere la voce.
Voleva sentire implorare il suo piacere come se fosse una condanna.
Ogni volta che lei cedeva, lui sentiva un piacere feroce, ma mai abbastanza per cancellare il veleno del tradimento.
Lui voleva che ogni orgasmo fosse una cicatrice.
Lei voleva che ogni cicatrice fosse un perdono.
Col passare delle settimane, il sesso divenne un’ossessione quotidiana. Non era più amore, non era più solo desiderio, ma era un bisogno tossico, che li legava con catene invisibili.
Marco non sapeva più se voleva punirla o salvarla.
Elisa non sapeva più se si stava liberando o condannando da sola.
E mentre il loro letto bruciava di notti furiose, fuori dal lenzuolo restava un silenzio pesante:
Due anime intrappolate in un gioco di potere, colpa e piacere che rischiava di divorarli entrambi.
Marco aveva trasformato la camera da letto in un’arena. Non cercava più solo piacere, voleva dominare Elisa. Marchiarla, piegarla fino al limite.
Ogni rapporto era una sfida, un rito di possesso.
Una notte, con le luci basse e il corpo di Elisa già sudato e stremato sotto di lui, Marco le afferrò il viso con forza.
- Chiudi gli occhi, Immagina Luca. Immaginalo qui. E poi dimmi, dimmi se ti scopava così.
Elisa spalancò gli occhi, il respiro spezzato.
- No… non voglio....
Ma lui insistette, spingendola con violenza controllata, il ritmo incessante che la faceva gemere suo malgrado.
-Dimmi la verità, Elisa.
Lo prendevi così da lui? Ti piaceva quando ti teneva come sto facendo io?
Le lacrime le scesero sulle guance, ma il suo corpo la tradiva, tremando di piacere sotto le spinte.
- Non era così… non mi faceva gridare così… tu mi spezzi, tu mi consumi…
Marco ghignò, eccitato dalla sua resa.
-Allora gridalo.... Gridalo che con lui non sei mai venuta così.
E lei, rotta, si lasciò andare, urlando parole che mescolavano dolore e godimento.
- Con te! Solo con te! Lui non mi ha mai presa così, mai, mai!
Quella confessione diventò benzina sul fuoco. Da quel momento Marco introdusse nella loro ossessione un nuovo gioco perverso, evocare il fantasma dell'amante mentre la possedeva.
La costringeva a confrontare ogni carezza, ogni orgasmo, ogni posizione con ciò che aveva fatto con Luca.
A volte la umiliava, obbligandola a raccontare come si lasciava toccare da lui, per poi sovrastarla con più forza ancora.
Elisa piangeva e godeva allo stesso tempo, schiacciata da un desiderio che era diventato punizione, e da una colpa che trovava espiazione solo sotto il corpo di suo marito.
Ogni volta che Marco la prendeva, sentiva dentro di sé una vittoria amara.
Non stava solo facendo l’amore, stava cancellando l’altro uomo dal suo corpo. Ma più lo faceva, più Luca tornava nei loro giochi, come un fantasma quasi fisico che osservava e alimentava la spirale perversa.
La camera da letto era ormai un triangolo: Marco, Elisa… e il ricordo vivo del suo amante
Marco non si aspettava più di vederlo. Credeva che Luca fosse sparito, che la loro relazione fosse finita per sempre.
Invece, una sera, tornando a casa prima del solito, lo trovò sulla soglia. Elisa, sorpresa, non fece in tempo a inventare una scusa: Luca era lì, in piedi, in carne e ossa, con lo stesso sguardo che un tempo si scambiavano in segreto.
Il sangue di Marco ribollì. Avrebbe potuto colpirlo, cacciarlo via, urlare.
Invece, in quell’istante, un pensiero malato lo colse all'improvviso, usare quell’uomo suo rivale come strumento di vendetta.
- Vuoi lei, Luca?
Disse Marco con voce roca mentre spingeva Elisa contro il muro.
- Vuoi vedere cosa significa davvero scoparla? Guardami mentre lo faccio. Guarda come gode con me, non con te.”
Elisa sgranò gli occhi, divisa tra paura e eccitazione. Marco la sollevò di peso, le strappò via i vestiti e la prese lì, davanti a Luca, con una furia che la fece urlare dal dolore e dal piacere.
Ma Luca non restò fermo a lungo.
La rabbia, la gelosia e il desiderio lo spinsero in avanti. In un attimo fu addosso a Elisa insieme a Marco, le mani che la esploravano, la bocca che cercava la sua pelle.
Marco lo lasciò fare, eccitato dall’idea malata di dividerla e di vederla lottare tra due uomini che la possedevano.
Elisa gemeva, intrappolata tra le loro forze opposte, mentre la stanza si trasformava in un teatro di dominio e ossessione.
Il marito e l’amante, nemici e complici allo stesso tempo, la usavano come campo di battaglia, spingendola oltre ogni limite.
Per Marco era un trionfo perverso farla godere davanti a colui che gliel’aveva rubata.
Per Luca era una rivincita, un ritorno nel corpo di quella donna che non aveva mai smesso di desiderare.
Per Elisa, invece, era un abisso, il piacere più violento e proibito che avesse mai provato, e la consapevolezza che da lì non ci sarebbe stato ritorno.
Elisa tremava tra Marco e Luca, il corpo teso e ansioso, divisa tra due uomini che la desideravano con tutta la forza che avevano.
Marco la teneva stretta, le mani esploravano ogni curva, gli occhi pieni di rabbia e eccitazione.
Luca si avvicinava con sicurezza, sfiorandola, lasciando che ogni carezza scatenasse brividi lungo la sua pelle.
La stanza era un campo di energia pura, i respiri si mescolavano, i corpi si spingevano l’uno contro l’altro, ogni gesto era una sfida, una prova di potere. Marco la dominava con possessività, imponendo i suoi desideri e osservando la sua reazione, mentre Luca rispondeva con fermezza, facendola oscillare tra la paura e il piacere.
Elisa gemeva, cercando entrambi, mentre i due uomini si sfidavano con sguardi e tocchi, chi l’avrebbe fatta tremare di più, chi l’avrebbe piegata alla propria volontà? Ogni tocco, ogni sospirò era una battaglia e un dono allo stesso tempo.
Lei sentiva il loro dominio e la loro eccitazione, e questo la faceva arrovellare tra il senso di colpa e il piacere intenso.
Marco sussurrava parole dure e provocanti all’orecchio, Luca rispondeva con carezze ferme e audaci.
Lei si sentiva come sospesa tra due fuochi, incapace di resistere, completamente immersa nella tensione e nella passione che li legava. Non c’era amore semplice, non c’era scelta, solo il gioco perverso della loro attrazione, dove il desiderio e il potere si mescolavano in un vortice travolgente.
Ogni gesto e sguardo dicevano più di mille parole: era una danza di possesso, gelosia e piacere, dove Elisa diventava il centro, il catalizzatore di un’energia oscura e irresistibile.
Ogni movimento intensificava il bisogno, la loro ossessione reciproca, fino a farli sprofondare tutti e tre in un vortice di desiderio che sembrava non avere fine.
I giorni e le notti tra Marco, Elisa e Luca continuarono come un turbine.
Desiderio, gelosia, possesso, e la sensazione che nulla potesse fermarli.
Ogni incontro era più audace del precedente, un gioco pericoloso di dominazione e abbandono, dove il piacere si mescolava a rabbia e ossessione.
Poi, una sera, tutto cambiò. Marco era pronto a entrare nella camera, con la sua consueta furia, quando trovò Elisa… sola. La stanza era immersa in una luce soffusa, i vestiti piegati ordinatamente sul letto, ma sul comodino c’era un biglietto scritto a mano, con una calligrafia che Marco conosceva troppo bene.
Non cercarmi. Non sono più tua… e non sono più sua. Questa volta è solo mia scelta.
Marco sentì il cuore fermarsi. Le sue mani tremavano, il sangue ribolliva, e per un attimo il desiderio e la rabbia che lo avevano consumato per settimane si sciolsero in uno shock gelido.
Non c’era Luca, non c’era rivalsa. Elisa aveva deciso di sparire, portando con sé la loro ossessione e lasciando dietro solo il ricordo del piacere, del tormento e della furia condivisa.
Marco rimase immobile, fissando quel foglio. La stanza sembrava più grande, vuota, e per la prima volta in mesi sentì il peso del silenzio. L’eco dei loro gemiti, delle loro lotte e della loro passione tossica era ormai solo un ricordo lontano, e lui capì che, in quel triangolo pericoloso, nessuna vittoria reale era mai esistita, avevano perso tutti e tre.
Non c'era ne un vero unico colpevole ne un' unica vera vittima.
Con un ultimo sospiro, Marco piegò il biglietto e lo lasciò cadere sul letto. La loro ossessione era finita, ma il segno che avevano lasciato l’uno sull’altra sarebbe rimasto indelebile.
Sua moglie Elisa sembrava aver perso ogni interesse per Lui e di conseguenza non avevano più intimità.
Ogni suo tentativo di avvicinarsi veniva respinto con una scusa, mal di testa, ecc.
La stanchezza, i figli, il lavoro, impegni o preoccupazioni varie.
Marco aveva imparato a non insistere, ma dentro di sé si sentiva trascurato e svuotato.
Non immaginava, però, che Elisa nascondesse un segreto.
Già da diverso tempo aveva intrecciato una relazione clandestina con Luca, anche lui sposato e migliore amico di Marco.
Uns relazione durata ben cinque lunghi anni, fatta di incontri segreti, messaggi cancellati in fretta e complicità rubata.
Un legame proibito che paradossalmente aveva spento in Elisa ogni desiderio verso il marito.
La relazione con Luca si interruppe bruscamente, poiché scoperto da sua moglie dovette scegliere tra famiglia o un futuro incerto con l'amante.
Elisa si ritrovò improvvisamente sola.
Il vuoto lasciato da quell’amore proibito la investì come un’onda. Per la prima volta dopo tanto anni, iniziò a guardare Marco con occhi diversi.
Forse per senso di colpa, forse per rabbia repressa, forse per bisogno di riscoprirsi donna, Elisa si accorse di provare una fame insaziabile di sesso e desiderio.
E così senza alcun motivo specifico lei cambiò atteggiamenti verso suo marito Marco.
La donna che per anni aveva rifiutato ogni approccio o contatto fisico, cominciò a cercarlo con impeto.
Le sue mani si facevano audaci, la sua voglia incontenibile.
Marco, dapprima spiazzato, si lasciò travolgere da quella metamorfosi.
La moglie che ricordava fredda e distante era diventata una furia capace di sorprenderlo notte dopo notte con passione e giochini nuovi.
Ma dietro a quella passione riaccesa restava un’ombra. Marco si chiedeva se quel fuoco fosse amore per lui o il tentativo di cancellare il ricordo di un altro.
Elisa, dal canto suo non diceva nulla, nella sua mente aveva cancellato il passato chiudendo un occhio sulla valanga di dolore che aveva causato al marito in tutti quegli anni.
Viveva solo il suo presente con intensità.
Come se volesse esorcizzare cinque anni di bugie.
Il loro matrimonio sembrava rinascere, ma sotto la superficie ribollivano domande senza risposta.
Era davvero un nuovo inizio o solo un modo di seppellire un passato troppo scomodo?
Per anni Marco aveva cercato il corpo di sua moglie, trovando soltanto rifiuti e scuse.
Elisa lo evitava spesso con fastidio, mentre i loro rapporti intimi si erano ridotti a un ricordo sbiadito.
Marco si era convinto che fosse la stanchezza o la routine ad aver spento la fiamma, senza sapere che dietro quella freddezza c’era un segreto troppo doloroso da accettare.
Da cinque anni sua moglie divideva il letto, i sospiri e i gemiti con Luca.
Con lui Elisa si era lasciata andare, scoprendo lati di sé che a Marco negava. Ma quando quell’amore clandestino finì, qualcosa in lei esplose.
Non più amante, non più segreti.
Solo un vuoto enorme, e una fame di essere presa e desiderata che non poteva più ignorare.
Fu allora che Marco iniziò a notare il cambiamento.
Elisa lo guardava diversamente, lo sfiorava con le mani quando passava accanto, lasciava cadere lo sguardo sulle sue labbra come se non le avesse mai baciate prima.
La prima notte che fecero sesso fu travolgente.
lo spogliò con furia, mordendogli la pelle, baciandolo ovunque, cavalcandolo come se volesse recuperare anni perduti.
Marco rimase senza fiato. La donna che per anni si era negata ora era una belva tra le lenzuola.
Lo provocava con parole sussurrate, si offriva senza pudore, cercava posizioni nuove, chiedeva ancora e ancora.
Le sue unghie gli graffiavano la schiena, il suo respiro era caldo e ansioso, e i gemiti che gli esplodevano nelle orecchie lo facevano impazzire.
Notte dopo notte, Elisa sembrava non essere mai sazia, ogni volta era più audace e sorprendente.
Lo svegliava di colpo nel cuore della notte, lo trascinava contro il muro, lo prendeva in cucina, sul divano, ovunque la voglia la assalisse.
Marco era confuso, ma anche rapito da quella nuova passione: la moglie che per anni gli aveva negato tutto ora sembrava vivere solo per il suo piacere e per il loro sesso.
E mentre il loro letto si trasformava in un campo di battaglia sensuale, dentro Marco restava un dubbio: quella furia era amore per lui… o il modo di Elisa di cancellare, tra gemiti e orgasmi, il fantasma di un altro uomo?
Marco si lasciava travolgere da quella metamorfosi, senza farsi troppe domande. Elisa era rinata, e lui godeva di quel corpo che sembrava non stancarsi mai di cercarlo. Ogni notte era un vortice di sudore, gemiti e orgasmi.
La vedeva diversa, più spregiudicata, più esperta, più affamata di piacere.
Eppure, un tarlo iniziava a scavargli dentro.
Come poteva una donna che per anni si era mostrata gelida trasformarsi di colpo in una furia del desiderio? Dove aveva imparato quelle carezze così sicure, quelle posizioni ardite, quelle parole sporche che gli sussurrava all’orecchio?
Una sera, mentre lei era sotto la doccia, Marco prese in mano il suo telefono. Non lo faceva mai, ma il sospetto era troppo forte. Scorrendo le vecchie chat trovò una cartella nascosta: conversazioni cancellate, foto intime, messaggi segreti. Elisa non era stata sempre fredda per noia o stanchezza… lo era stata perché il suo calore lo aveva dato a un altro.
Un nome compariva più volte: Luca.
Il suo migliore amico.
Il suo compagno di serate, di risate, di confidenze.
Marco sentì un colpo allo stomaco, la gola secca, le mani tremanti. Le immagini parlavano da sole.
Elisa in lingerie, parole ardenti, promesse sussurrate, e poi i ricordi degli incontri. Cinque anni di tradimento. Cinque anni in cui lui, che cieco aveva creduto alle sue scuse.
Quando Elisa uscì dalla doccia, lo trovò seduto sul letto con il telefono in mano. Lei impallidì.
Non servivano spiegazioni: bastava lo sguardo furioso e ferito di Marco.
Il silenzio durò pochi secondi, poi esplose in un confronto violento. Marco la incalzava con domande, lei cercava parole che non bastavano mai.
Ammetteva, confessava, piangeva, poi si difendeva: “Con te non ci riuscivo più, non mi sentivo desiderata, avevo bisogno di sentirmi viva…”
Marco era diviso tra rabbia e attrazione, tra disgusto e voglia di possederla. E fu proprio quella notte, paradossalmente, che il sesso tra loro raggiunse un’intensità mai provata: un misto di furia, rancore e desiderio che li fece consumare fino all’alba.
Ma mentre il corpo di Elisa si stringeva al suo, Marco sapeva che niente sarebbe più stato come prima. Aveva finalmente la moglie ardente che aveva sempre sognato… ma al prezzo della verità più dolorosa.
Per giorni, Marco rimase in bilico tra due estremi: la voglia di cacciare Elisa via dalla sua vita e il desiderio bruciante che lo legava ancora al suo corpo. Ogni volta che la guardava, vedeva l’immagine di lei tra le braccia di Luca, ma nello stesso tempo non riusciva a smettere di desiderarla.
Elisa, dal canto suo, aveva cambiato atteggiamento: non più fredda, non più distante. Lo cercava continuamente, si concedeva senza limiti, lo implorava di non lasciarla. “Ora voglio solo te… ora sono tua, tutta tua”, gli sussurrava mentre si lasciava possedere in modo disperato, come se solo attraverso il sesso potesse riparare la ferita che gli aveva inflitto.
Marco iniziò a usare quella situazione a suo vantaggio. Ogni volta che facevano l’amore, la spingeva oltre: voleva sentirla gemere più forte, vederla umiliarsi nel piacere, provarle che ora era lui a comandare. Elisa accettava tutto, anzi sembrava cercarlo: era pronta a lasciarsi dominare, a farsi prendere ovunque, a offrirsi senza pudore. La colpa la spingeva ad arrendersi a ogni sua richiesta.
Ma sotto quel vortice di sesso e passione, il veleno restava. Marco non riusciva a cancellare dalla mente l’immagine del tradimento. Nei momenti di rabbia le sussurrava all’orecchio:
“Così lo facevi con lui? Ti faceva gridare come adesso? O con me godi di più?”
E lei, con gli occhi lucidi e il respiro spezzato, gemeva:
“Con te… solo con te… adesso solo tu.”
Per Marco quella risposta era una lama a doppio taglio: lo eccitava e lo feriva allo stesso tempo. La verità era che il tradimento li aveva distrutti e resi inseparabili insieme.
Ogni notte diventava un campo di battaglia tra rabbia e desiderio, tra vendetta e bisogno. Elisa si lasciava travolgere senza opporre resistenza, mentre Marco cercava in quelle notti infinite una risposta alla domanda che lo consumava:
era ancora amore… o soltanto ossessione?
Da quella notte la loro vita cambiò radicalmente. Marco non riusciva a smettere di pensarci: ogni carezza, ogni bacio, ogni volta che affondava dentro di lei, lo faceva con una sola idea in testa — cancellare Luca dalla sua memoria e marchiarla come sua in ogni modo possibile.
Elisa non resisteva, anzi. Sembrava quasi aver bisogno di quella furia. Non bastavano più i rapporti normali, lui la prendeva ovunque.
In cucina, in macchina, persino nel bagno di un ristorante, spinto da un misto di rabbia e desiderio che lo rendeva instancabile, e lei lo seguiva con gli occhi pieni di lacrime e di piacere, come se la punizione fosse anche l’unica redenzione che poteva offrirgli.
Marco la provocava con parole taglienti mentre la possedeva:
“Così lo facevi con lui? Ti piaceva? Dimmi il suo nome mentre godi, forza… o non riesci perché adesso c’è solo il mio cazzo che ti riempie?”
Elisa gemendo scuoteva la testa, graffiandogli la schiena con disperazione:
“No, basta… ci sei solo tu… solo tu!”
E più lei si piegava alla sua volontà, più Marco alzava l’asticella. Le ordinava di mostrarsi nuda davanti allo specchio mentre la possedeva da dietro e farla gridare fino a perdere la voce.
Voleva sentire implorare il suo piacere come se fosse una condanna.
Ogni volta che lei cedeva, lui sentiva un piacere feroce, ma mai abbastanza per cancellare il veleno del tradimento.
Lui voleva che ogni orgasmo fosse una cicatrice.
Lei voleva che ogni cicatrice fosse un perdono.
Col passare delle settimane, il sesso divenne un’ossessione quotidiana. Non era più amore, non era più solo desiderio, ma era un bisogno tossico, che li legava con catene invisibili.
Marco non sapeva più se voleva punirla o salvarla.
Elisa non sapeva più se si stava liberando o condannando da sola.
E mentre il loro letto bruciava di notti furiose, fuori dal lenzuolo restava un silenzio pesante:
Due anime intrappolate in un gioco di potere, colpa e piacere che rischiava di divorarli entrambi.
Marco aveva trasformato la camera da letto in un’arena. Non cercava più solo piacere, voleva dominare Elisa. Marchiarla, piegarla fino al limite.
Ogni rapporto era una sfida, un rito di possesso.
Una notte, con le luci basse e il corpo di Elisa già sudato e stremato sotto di lui, Marco le afferrò il viso con forza.
- Chiudi gli occhi, Immagina Luca. Immaginalo qui. E poi dimmi, dimmi se ti scopava così.
Elisa spalancò gli occhi, il respiro spezzato.
- No… non voglio....
Ma lui insistette, spingendola con violenza controllata, il ritmo incessante che la faceva gemere suo malgrado.
-Dimmi la verità, Elisa.
Lo prendevi così da lui? Ti piaceva quando ti teneva come sto facendo io?
Le lacrime le scesero sulle guance, ma il suo corpo la tradiva, tremando di piacere sotto le spinte.
- Non era così… non mi faceva gridare così… tu mi spezzi, tu mi consumi…
Marco ghignò, eccitato dalla sua resa.
-Allora gridalo.... Gridalo che con lui non sei mai venuta così.
E lei, rotta, si lasciò andare, urlando parole che mescolavano dolore e godimento.
- Con te! Solo con te! Lui non mi ha mai presa così, mai, mai!
Quella confessione diventò benzina sul fuoco. Da quel momento Marco introdusse nella loro ossessione un nuovo gioco perverso, evocare il fantasma dell'amante mentre la possedeva.
La costringeva a confrontare ogni carezza, ogni orgasmo, ogni posizione con ciò che aveva fatto con Luca.
A volte la umiliava, obbligandola a raccontare come si lasciava toccare da lui, per poi sovrastarla con più forza ancora.
Elisa piangeva e godeva allo stesso tempo, schiacciata da un desiderio che era diventato punizione, e da una colpa che trovava espiazione solo sotto il corpo di suo marito.
Ogni volta che Marco la prendeva, sentiva dentro di sé una vittoria amara.
Non stava solo facendo l’amore, stava cancellando l’altro uomo dal suo corpo. Ma più lo faceva, più Luca tornava nei loro giochi, come un fantasma quasi fisico che osservava e alimentava la spirale perversa.
La camera da letto era ormai un triangolo: Marco, Elisa… e il ricordo vivo del suo amante
Marco non si aspettava più di vederlo. Credeva che Luca fosse sparito, che la loro relazione fosse finita per sempre.
Invece, una sera, tornando a casa prima del solito, lo trovò sulla soglia. Elisa, sorpresa, non fece in tempo a inventare una scusa: Luca era lì, in piedi, in carne e ossa, con lo stesso sguardo che un tempo si scambiavano in segreto.
Il sangue di Marco ribollì. Avrebbe potuto colpirlo, cacciarlo via, urlare.
Invece, in quell’istante, un pensiero malato lo colse all'improvviso, usare quell’uomo suo rivale come strumento di vendetta.
- Vuoi lei, Luca?
Disse Marco con voce roca mentre spingeva Elisa contro il muro.
- Vuoi vedere cosa significa davvero scoparla? Guardami mentre lo faccio. Guarda come gode con me, non con te.”
Elisa sgranò gli occhi, divisa tra paura e eccitazione. Marco la sollevò di peso, le strappò via i vestiti e la prese lì, davanti a Luca, con una furia che la fece urlare dal dolore e dal piacere.
Ma Luca non restò fermo a lungo.
La rabbia, la gelosia e il desiderio lo spinsero in avanti. In un attimo fu addosso a Elisa insieme a Marco, le mani che la esploravano, la bocca che cercava la sua pelle.
Marco lo lasciò fare, eccitato dall’idea malata di dividerla e di vederla lottare tra due uomini che la possedevano.
Elisa gemeva, intrappolata tra le loro forze opposte, mentre la stanza si trasformava in un teatro di dominio e ossessione.
Il marito e l’amante, nemici e complici allo stesso tempo, la usavano come campo di battaglia, spingendola oltre ogni limite.
Per Marco era un trionfo perverso farla godere davanti a colui che gliel’aveva rubata.
Per Luca era una rivincita, un ritorno nel corpo di quella donna che non aveva mai smesso di desiderare.
Per Elisa, invece, era un abisso, il piacere più violento e proibito che avesse mai provato, e la consapevolezza che da lì non ci sarebbe stato ritorno.
Elisa tremava tra Marco e Luca, il corpo teso e ansioso, divisa tra due uomini che la desideravano con tutta la forza che avevano.
Marco la teneva stretta, le mani esploravano ogni curva, gli occhi pieni di rabbia e eccitazione.
Luca si avvicinava con sicurezza, sfiorandola, lasciando che ogni carezza scatenasse brividi lungo la sua pelle.
La stanza era un campo di energia pura, i respiri si mescolavano, i corpi si spingevano l’uno contro l’altro, ogni gesto era una sfida, una prova di potere. Marco la dominava con possessività, imponendo i suoi desideri e osservando la sua reazione, mentre Luca rispondeva con fermezza, facendola oscillare tra la paura e il piacere.
Elisa gemeva, cercando entrambi, mentre i due uomini si sfidavano con sguardi e tocchi, chi l’avrebbe fatta tremare di più, chi l’avrebbe piegata alla propria volontà? Ogni tocco, ogni sospirò era una battaglia e un dono allo stesso tempo.
Lei sentiva il loro dominio e la loro eccitazione, e questo la faceva arrovellare tra il senso di colpa e il piacere intenso.
Marco sussurrava parole dure e provocanti all’orecchio, Luca rispondeva con carezze ferme e audaci.
Lei si sentiva come sospesa tra due fuochi, incapace di resistere, completamente immersa nella tensione e nella passione che li legava. Non c’era amore semplice, non c’era scelta, solo il gioco perverso della loro attrazione, dove il desiderio e il potere si mescolavano in un vortice travolgente.
Ogni gesto e sguardo dicevano più di mille parole: era una danza di possesso, gelosia e piacere, dove Elisa diventava il centro, il catalizzatore di un’energia oscura e irresistibile.
Ogni movimento intensificava il bisogno, la loro ossessione reciproca, fino a farli sprofondare tutti e tre in un vortice di desiderio che sembrava non avere fine.
I giorni e le notti tra Marco, Elisa e Luca continuarono come un turbine.
Desiderio, gelosia, possesso, e la sensazione che nulla potesse fermarli.
Ogni incontro era più audace del precedente, un gioco pericoloso di dominazione e abbandono, dove il piacere si mescolava a rabbia e ossessione.
Poi, una sera, tutto cambiò. Marco era pronto a entrare nella camera, con la sua consueta furia, quando trovò Elisa… sola. La stanza era immersa in una luce soffusa, i vestiti piegati ordinatamente sul letto, ma sul comodino c’era un biglietto scritto a mano, con una calligrafia che Marco conosceva troppo bene.
Non cercarmi. Non sono più tua… e non sono più sua. Questa volta è solo mia scelta.
Marco sentì il cuore fermarsi. Le sue mani tremavano, il sangue ribolliva, e per un attimo il desiderio e la rabbia che lo avevano consumato per settimane si sciolsero in uno shock gelido.
Non c’era Luca, non c’era rivalsa. Elisa aveva deciso di sparire, portando con sé la loro ossessione e lasciando dietro solo il ricordo del piacere, del tormento e della furia condivisa.
Marco rimase immobile, fissando quel foglio. La stanza sembrava più grande, vuota, e per la prima volta in mesi sentì il peso del silenzio. L’eco dei loro gemiti, delle loro lotte e della loro passione tossica era ormai solo un ricordo lontano, e lui capì che, in quel triangolo pericoloso, nessuna vittoria reale era mai esistita, avevano perso tutti e tre.
Non c'era ne un vero unico colpevole ne un' unica vera vittima.
Con un ultimo sospiro, Marco piegò il biglietto e lo lasciò cadere sul letto. La loro ossessione era finita, ma il segno che avevano lasciato l’uno sull’altra sarebbe rimasto indelebile.
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