Che bel toro mio cognato!

di
genere
tradimenti

Mi chiamo Arianna, 27 anni, single, sono una bella ragazza, alta m. 1,70, capelli lunghi e biondi, occhi azzurri, una bella bocca ampia e labbra carnose. Il seno è di una 4ª misura ed ho un bel culo che fa da cornice a cosce lunghe e affusolate. Ha una sorella di due anni più grande di me, sposata con Piero, un bell’uomo sulla trentina. Nell’insieme, sono una bella coppia, anche se a me sembra che mia sorella sia, nei confronti di suo marito, alquanto severa: a volte lo tratta in maniera piuttosto dura. La scorsa estate abbiamo deciso, assieme ai miei genitori, di affittare una villa in una nota località balneare. In periodi alterni, ci siamo recati in quel posto per godere di un po’ di sole e relax. Io lavoro nel mondo della moda e, ormai da quasi un anno, non vedevo né familiari, né tantomeno Piero. Quando son giunta alla villa, lui era da solo con i miei genitori, perché mia sorella era dovuta rientrare in città per un problema di lavoro. Il primo giorno, io e Piero siamo stati in spiaggia a parlare per moltissimo tempo e, spesso, mi dilettavo a sfiorarmi la passera, cercando di non farlo notare. Era da un mese che non scopavo ed era già un bel disastro per me; la mancanza di un maschio si faceva sentire. Sono sempre stata un po’ molto puttanella e, nel mio ambiente, di cazzi se ne possono trovare tanti e di tutte le misure, ma io ero stata troppo assorbita dal lavoro e perciò non mi ero messa alla ricerca di chi potesse farmi fare una bella scopata, per cui, adesso, la voglia la faceva da padrona. Non mi era per niente sfiorata l’idea di poter far sesso con Piero, perché mio cognato. Indossavo un costume nero a due pezzi, mentre lui aveva uno slip di quelli aderenti, che mi ha subito dato l'impressione che fosse munito di un bel pacco al di sotto di quell’esile indumento. Decidemmo di andar a fare un giro seguendo il bagnasciuga e, man mano che andavamo avanti, ci rendemmo conto che la spiaggia era sempre più deserta, ma, nello stesso tempo, i pochi bagnanti che c'erano, erano sempre più disinvolti, in atteggiamenti alquanto osé, qualche ragazza, ad esempio, prendeva il sole senza il pezzo di sopra del costume. Lui continuava a lanciarmi delle occhiate molto maliziose, io lo notavo e gli sorridevo. La nostra spiaggia era ormai lontana e faceva un caldo terribile, quando arrivammo alla recinzione di una villa, chiaramente disabitata, dove vi erano molti cartelli che ne vietavano l’accesso. Lui rimase per un po’ ad osservare, cercando la maniera di entrarci. Mi disse che voleva entrare ad ogni costo, voleva vedere quel posto, così bello e riservato. Mi guardai intorno e cercai di dissuaderlo dal violare la recinzione, anche se molto malandata.
«No dai, Piero, ho troppa paura, ci potrebbero essere dei sistemi di sicurezza o cani da guardia e potrebbe esser molto pericoloso. Andiamocene.»
Poi vedemmo una piccola stradina in un campo di grano, che, di sicuro, avrebbe portato dalla parte opposta del grande muro. Gli dissi ancora che avevo paura, ma lui mi rispose che c'era lui a difendermi da ogni pericolo.
«Piero, ho davvero paura! Tienimi per mano!»
Lui mi strinse di più la mano. La mia era molto sudata e il contatto con la sua pelle mi fece sentire ancor più il desidero di sentire quella mano sul mio corpo. Adesso mi ero resa conto, che lo volevo come maschio.
Cercai di trattenermi, ma decisi di seguirlo. Effettivamente arrivammo dalla parte opposta, senza alcun rischio e ci trovammo difronte una piccola caletta, molto riservata e tranquillissima, ma soprattutto deserta! L’acqua era calma e profonda. C’era un silenzio molto piacevole, tanto che ci fermammo a prender il sole lì. Una volta che mi son resa conto che il posto era tranquillo, ho deciso di provocarlo. Andai avanti, sculettando al meglio di me, perché ero consapevole che lui mi stava guardando. Ci sedemmo su dei gradini di pietra, dove, per qualche attimo, nessuno aprì bocca. Poi decisi che era giunta l’ora di stuzzicarlo un po’.
«Che ne dici se prendessimo il sole nudi? Il posto mi sembra molto tranquillo.»
Mi è sembrato un po’ dubbioso, si è guardato intorno e poi ha abbassato il costume, mettendo a nudo quello che avevo già immaginato: un bel cazzo, non troppo lungo, ma bello grosso! Nello stesso momento, io mi slacciai il reggiseno e poi mi sfilai le mutandine. Lui mi ha sorriso ed io, da vera porca, mi son sdraiata, divaricando le cosce, e, ad occhi chiusi, mi sistemai a farmi accarezzare dal sole. Era chiaro che mi stava guardando proprio lì, in mezzo alle gambe. I nostri corpi, per il forte calore, erano molto sudati. Ho aperto gli occhi ed ho visto che Piero mi guardava, a partire dal mio tatuaggio all’altezza del seno, fino alla passera, che era chiaramente bagnata. Lo guardai anch'io: aveva il pene eretto. Lui mi ha fissato e poi mi ha fatto un complimento.
«Sei più bella e audace di tua sorella! Lei non farebbe mai una cosa del genere. Mi fai impazzire!»
Io l’ho fissato e poi, con aria da troia navigata ho continuato a provocarlo, aprendo e chiudendo le cosce.
«Davvero son più troia di mia sorella? È questo che volevi dire? Mi sembrava che a te piacessero le donne tranquille e morigerate! Non le puttanelle come me!»
Lui mi ha guardato con occhi carichi di desiderio.
«Mi sarebbe piaciuto che tua sorella fosse un po’ più disinvolta e libera, oltre un po’ troia, ma non c’è verso di farglielo capire. È tutta casa e lavoro! Vedi, adesso, è andata in città per il lavoro!»
Lo guardo e mi fa un po’ tenerezza. Mi avvicino e gli prendo il cazzo in mano, mi congratulo con lui per le sue dimensioni.
«Questa è un’arma impropria! Bisogna saperla maneggiare con cura!»
Ma ormai la mia carica erotica era al massimo, stavo quasi per esplodere. Mi sono spostata verso di lui, ho aperto di più le cosce e ho messo una mano dietro la nuca di Piero, indirizzando la sua faccia contro la mia passera.
«Leccami, ti prego. Son troppo arrapata! Ho, voglia di cazzo, ma anche di sentirmi lambire da una lingua.»
Senza farselo ripetere, mi ha infilato la lingua dentro e la sua saliva si è mischiata con i miei umori; ha preso a leccarli come un assetato. Ho spinto il bacino in avanti per sentir meglio l’effetto della sua lingua; mi piaceva da impazzire; era questo il mio uomo ideale, se non fosse stato il marito di mia sorella. Le sue mani si spinsero fino alle mie natiche, palpandomele dolcemente. La sua lingua contro il mio clitoride, mi faceva emettere dei gemiti di piacere e con le mani gli tenevo stretti i capelli, spingendo ancor più la testa verso di me.
«Dai… dai, che mi fai venire! Dai, che … vengo! Vengo!»
Ho avuto un orgasmo sconvolgente! Ero così carica che credo di averlo affogato, con tutto il nettare che gli ho scaricato in bocca. Lui ha leccato e pulito ogni singola goccia, poi l’ho lasciato libero ed ho fatto qualche passo indietro; avevo il fiatone, ci guardammo negli occhi; Piero si pulì le labbra con il polso, poi si alzò.
Gli sorrisi, ero rimasta incantata dal lavoro della sua lingua.
«Sei davvero bravo! Non capita spesso di trovare uno che la sappia leccare così bene! Posso dire che mia sorella è proprio fortunata!»
Lui mi guarda un po’ deluso.
«A tua sorella non piace molto, se uno la lecca. Raramente se lo lascia fare, specie se è tornata dal lavoro.»
Lo guardo e, per un attimo, avverto come una sensazione strana su questa sua affermazione, ma ho voglia di cazzo e non mi ci soffermo più di tanto. Mi ero avvicinata, perché adesso toccava a me dimostragli la mia bravura. Mi son inginocchiata e lui, da vero maschio, mi ha afferrato per i capelli e mi ha posizionato il cazzo dinanzi agli occhi.
«Adesso fammi sentire se sei davvero un'esperta succhiacazzi!»
Gli ho sorriso ironica.
«Adesso ti faccio sentire come va succhiato un bel cazzone come questo!»
Lui mi ha schiaffeggiato con il suo arnese duro, poi l’ho preso con una mano e l’ho portato alla bocca. Ho iniziato a leccarlo lungo tutta l’asta, ci voleva un bel po’ per giungere alla cima. Lentamente e pazientemente, l’ho percorso tutto e ne ho assaporato la consistenza. Una volta in cima, l'ho baciato e poi ho aperto la bocca e l’ho fatto scivolare dentro, stando attenta a non fargli male con i denti. Ho serrato l’anello del glande con le labbra. Il movimento della bocca seguiva il movimento della mano, durante la masturbazione.
Lui mi ha guardato, con occhi meravigliati.
«Sei davvero brava! Continua, che ti riempio la bocca di crema!»
Al vederlo felice per quello che gli stavo facendo, mi faceva impazzire. Durante la fellatio ho sentito le pulsazioni del suo glande, che mi anticipava che presto avrebbe sborrato, quindi mi son preparata riuscendo a non venir sorpresa dall'ondata di sperma che, a breve, ne sarebbe seguita.
«Arianna, sborro! Accidenti: mi hai succhiato l’anima!»
Mi scarica in bocca delle bordate di crema un po’ acidula, ma buonissima. La ingoio e proseguo a succhiarlo, in quanto è rimasto di marmo. Sento la mia lumachina andar in fiamme e allora gli intimo di mettermelo dentro.
«Voglio il tuo cazzo dentro, adesso! Dai, scopami! Dammelo tutto!»
Quindi l’ho preso per mano e l’ho portato verso il faro, dove era ancor più sicuro che nessuno ci avrebbe visti.
Arrivammo dietro al faro, mi misi di spalle. Subito Piero, tenendomi per una coscia, mi penetrò con una sola spinta, infilandomelo tutto dentro, fin in fondo.
Io stavo con le cosce quanto più aperte possibile, proprio per permettergli di penetrare a fondo.
«Sì, spingimelo tutto dentro! Lo sento! Mi slarghi tutta! Dai, scopami!»
Lui mi teneva per i seni, io ero un po’ piegata e lo incitavo a scoparmi, sempre più forte.
«Scopami, non fermarti. Voglio la tua sborra.»
Era scatenato!
«Sì, troia, ti sfondo tutta! Lo senti come ti arriva in fondo? Lo senti, vacca?»
Ha preso a pomparmi con molta foga ed io godevo nel sentirmi apostrofare con quegli epiteti. Ho avuto due orgasmi che mi hanno sconvolto. Godevo, urlavo e lui sembrava sempre più scatenato. Dopo un altro orgasmo, si fermò per un attimo e poi decise di cambiare buco. Ho sentito la punta del suo cazzo che cercava la mia rosetta posteriore e, lentamente, entrarvi dentro.
«Adesso, troia, ti sfondo anche questo buco! Tieni! Senti come te lo apro?» Per me era da impazzire: adoro il cazzo in culo!
«Sì, porco, sfondamelo tutto! Mi fa impazzire il cazzo che mi si intrufola tutto dentro! Dai, più in profondità! Spaccamelo!»
Non avevo il culo vergine già da diverso tempo, ma, questa volta, provai un po’ di dolore, per il fatto che non era stato penetrato da tempo, senza contare che il cazzo di mio cognato era super! Ma lui è stato bravissimo. A differenza di davanti, dietro è entrato con delicatezza ed io ho sentito che il mio buchetto si dilatava man mano che penetrava, finché non è riuscito ad accogliere all’interno quell’arnese caldo e durissimo. Le ginocchia mi tremavano dall’eccitazione. Percepivo chiaramente di avere il culo pieno; mi era entrato tutto. Ma il lavoro non era certo finito, infatti, adesso, Piero stava iniziando a pomparmi in maniera sempre più forte, per chiavarmi alla grande. Non ero mai stata penetrata nel culo con troppi riguardi; tutti gli altri uomini, cui avevo concesso il mio culetto, non mi avevano dato neanche modo di gustarmi la dilatazione. Piero invece era controllato, deciso. Iniziò a muoversi piano, facendolo uscire quasi del tutto, per poi nuovamente spingermelo dentro.
«Hai un culo fantastico! Me lo voglio gustare proprio per bene! Quella stronza di tua sorella non me lo concede! Ti scopo il culo a lungo e voglio sentirti godere.»
Ansimai di piacere nel sentirmi scopare con calma, senza fretta, ed ebbi modo di assaporare la penetrazione come meglio non si poteva.
«Mi piace! Sei durissimo! Scopami piano, che me lo voglio gustare anch’io! Dai, chiavami!»
Mi son piega a novanta gradi, per permettergli di penetrarmi meglio. Mi ha pompato bene ed a lungo. Ho avuto due orgasmi molto intensi. Le ginocchia non mi hanno retto e lui mi ha sorretto più di una volta. Alla fine ho sentito il suo pene irrigidirsi ancor di più, pulsare ed uscire dal culo; mi ha fatto inginocchiare.
«Succhiamelo, voglio sborrarti in gola! Mi fa impazzire questa cosa! La sogno da anni di trovare una che si prende la sborra in bocca!»
Ho spalancato la bocca ed ho atteso il primo schizzo, che mi ha colpito il palato, poi l’ho lasciato uscire dalle labbra e gli altri schizzi mi hanno colpito la faccia. Lui ha delirato.
«Oddio che troia! Ti piace anche in faccia! Fantastica! Meravigliosa! Tieni! Tieni, prendila tutta!»
L’ho continuato a masturbare, per spremere anche l’ultima goccia, poi mi sono alzata e, tenendo il suo pene nella mano, mi son avvicinata alle sue labbra per baciarlo. Lui mi ha guardato sconvolto.
«Ma… davvero? Mi vuoi davvero baciare? Accidenti che porca meravigliosa!»
Mi ha afferrato la testa con le mani e mi ha baciato infilando la lingua nella mia bocca, impastando la crema che vi aveva depositato e mi ha leccato la faccia contento. Abbiamo limonato ancora per un po', poi mi ha abbracciato.
«Non voglio condizionare la tua vita, ma promettimi che lo rifaremo! Dimmelo, ti prego!»
Gli ho sorriso e, senza promettergli niente, ce ne siamo tornati a casa. Due mesi dopo, un mercoledì che ero libera e avevo un appuntamento con lui in un motel, abbiamo fatto una interessantissima scoperta. Mentre eravamo nel parcheggio, abbiamo visto mia sorella con il suo capo, che entravano nel motel. Piero non ha detto nulla. Ha scattato due foto e poi ce ne siamo andati.
La sera, appena lei è tornata, lui le ha messo una mano sotto il vestito e l’ha trovata piena. Quando lei ha provato a negare, le ha mostrato le foto.
Hanno divorziato e adesso il bel ex cognato, me lo scopo io, in tutta tranquillità!
scritto il
2025-08-27
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