Un giorno nel parco, incontro

di
genere
sentimentali



Celeste passeggiava nel vivace parco cittadino, scrutando con lo sguardo l’orizzonte vibrante. Il sole al tramonto dipingeva il cielo con calde sfumature di rosa e arancione, mentre le risate dei bambini danzavano nell’aria. Era una giovane donna dal sorriso gentile, i capelli scuri legati in una coda di cavallo che ondeggiava leggermente ad ogni suo movimento. I jeans le fasciavano i fianchi e la maglietta oversize nascondeva le curve che aveva imparato ad abbracciare. Camminava con decisione, gli occhi alla ricerca di qualcosa, o forse di qualcuno.
Fu allora che lo notò. Un ragazzo di 18 anni, con un sorriso timido e uno sguardo gentile, in piedi accanto a un carretto di gelati. I loro sguardi si incontrarono, e lui distolse lo sguardo per un breve istante, prima di ricambiare. Aveva un certo fascino, una tranquilla sicurezza che non esigeva attenzione, ma anzi la invitava. I capelli color sabbia erano leggermente arruffati, come se avesse appena giocato a palla prima di avvicinarsi a lei. Fece un passo avanti, stringendo in mano un cono di gelato alla fragola che gli gocciolava leggermente sulla mano.
Camminarono a passo lento, i loro passi sincronizzati con il ritmo della conversazione. Il parco brulicava di vita intorno a loro, una sinfonia di chiacchiere lontane e l’occasionale abbaio di un cane. La freschezza del gelato sulla lingua contrastava con il calore dell’aria serale. Parlarono del loro amore condiviso per l’arte, dei loro libri preferiti e dei sogni per il futuro. Adam parlò della sua passione per la fotografia, di come desiderasse catturare momenti di bellezza per mostrare il mondo in modo diverso alle persone. Celeste ascoltava attentamente, con gli occhi illuminati dalla curiosità, mentre lui raccontava del suo desiderio di scrivere un romanzo capace di toccare i cuori e cambiare le vite.
"Vieni, ti mostrerò la mostra di fotografia all’aperto che hanno allestito nel parco," propose lui. Più avanti, tra gli alberi, si vedevano varie immagini che catturavano angoli della città, scene di vita vissuta e paesaggi. "Queste immagini sono fantastiche," aggiunse con entusiasmo.
Adam annuì, condividendo l’entusiasmo, e si avvicinarono alla prima esposizione. Le fotografie, vivide e dettagliate, catturavano momenti unici nel tempo, congelando il battito pulsante della città in una serie di scatti. Celeste sentì un nodo al cuore mentre osservava una foto di un’anziana coppia che si teneva per mano su una panchina, con il tramonto che diffondeva un caldo bagliore sui loro volti. Si girò verso Adam, gli occhi pieni di curiosità.
"Qual è la tua preferita?" chiese.
Adam indicò una foto di una giovane donna di spalle, nuda. La sua mano sinistra copriva il seno destro, con le dita leggermente divaricate, rivelando l’areola di un capezzolo. La gamba destra era sollevata, coprendo il basso ventre e mettendo in evidenza un ventre piatto e snello. Una cascata di capelli rossi cadeva sulle spalle, oscurando parzialmente il volto, mentre la luce li illuminava e li colpiva con intensità, creando giochi di ombre e riflessi caldi sulla pelle. La posizione della donna, il gioco di luci e ombre e il dettaglio della sua postura rendevano l’immagine intensa e carica di emozione.
"Questo è il mio preferito," disse con orgoglio.
Celeste si avvicinò lentamente alla foto indicata da Adam, il suo sguardo si soffermò sull’immagine di quella giovane donna di spalle. La figura era nuda, ma con una naturalezza che sembrava sfidare ogni convenzione. La mano sinistra della donna copriva delicatamente il seno destro, le dita leggermente divaricate, rivelando l’areola, mentre la gamba destra era sollevata, appena nascosta sotto il ventre piatto e levigato. Una cascata di capelli rossi cadeva sulle spalle e oscurava parzialmente il viso, ma la luce li colpiva con calore quasi palpabile, accentuando le linee morbide della schiena e dei fianchi.
Celeste sentì un brivido correre lungo la schiena, come se l’immagine fosse penetrata sotto la pelle, rivelando qualcosa di crudo e vulnerabile. Era un’immagine forte, intensa, che parlava di libertà e di emozioni sincere, senza filtri. La scena le suscitava un misto di stupore e una strana attrazione—una bellezza senza artifici, un’umanità nuda e autentica.
Adam la osservava con un sorriso quasi divertito, come se quella sua reazione fosse prevedibile. Celeste si girò verso di lui, gli occhi ancora un po’ sgranati, e con un filo di voce disse:
"Questo… è davvero intenso."
"Mi fa piacere che ti piaccia. Leggi la firma dell’autore sul retro della tela," disse lui.
Lei girò l’immagine e vide la firma: **"Adam W."**
"È anche il tuo nome?" chiese.
"No, sono io," sorrise lui.
"Sei serio?" esclama lei, gli occhi spalancati.
"È il mio primo nudo artistico. Di solito faccio paesaggi, come quella torre avvolta da viticci rossi che vedi sulla destra, o le onde che si infrangono sugli scogli," spiega, facendo un gesto ampio con la mano. "Questo è stato un esperimento..."
"Oh, wow, è fantastico," dice lei. "E chi è la modella?"
"Un’amica. Aveva appena subito una perdita importante e voleva che cercassi di catturare la sua essenza di dolore, senza essere invadente," spiega lui con tono dolce. "Direi che ci sono riuscito."
Lei sorride, affascinata. "Decisamente."
Si gira verso di lui, gli occhi pieni di curiosità.
"E tu non hai fatto altre foto come quella?"
Lui si ferma un attimo, con un sorriso timido sulle labbra.
"Solo questa. Le altre sono paesaggi, tramonti e qualche scena fiorita."
Lei lo fissa con un sorriso malizioso.
"Peccato… Lo faresti con me?"
Lui osservava il corpo minuto di lei avvolto in un giubbotto verde oliva, le gambe strette in un paio di jeans.
"Saresti disposta a posare senza veli per me?" chiese, stupito.
"Se riesci a creare una foto come quella, sì," rispose lei con un sorriso deciso.
"Allora dovrò impegnarmi," disse lui, sorridendo.
Continuarono a vagare tra le opere di quell’insolito museo artistico a cielo aperto. Dopo un po’, Celeste si fermò accanto a lui e, con un gesto deciso, gli disse:
"Scusa..."
"Per cosa?" chiese lui, curioso.
Lei si alzò sulle punte, si avvicinò lentamente, e senza esitazione lo baciò. Adam rimase sorpreso, gli occhi spalancati, mentre i suoi sensi si risvegliavano davanti a quel gesto inaspettato.
"Per questo," sussurrò lei arrossendo, il volto che si colorava di un rosa tenue.
Adam la guardò, gli occhi pieni di intensità. Poi, con un movimento dolce ma deciso, si sporse verso di lei, e la baciò sulle labbra con un gesto carico di emozione. La sua bocca trovò la sua con delicatezza, ma anche con una fermezza che sembrava volerle comunicare qualcosa di più profondo.
Il bacio durò un attimo, ma sembrò congelare il tempo, avvolgendoli in un’atmosfera di intimità e stupore. Dopo un istante, Adam si staccò dolcemente, lasciandola con lo sguardo tremante e il cuore che batteva forte.
"Direi che è molto meglio," mormorò lui, con un sorriso timido e sincero, mentre lei arrossiva ancora, ricambiando il suo sguardo con un sorriso incerto ma felice.
Celeste si fermò un attimo, il cuore ancora in tumulto, mentre lo guardava con occhi pieni di emozione. *Come può uno sguardo così intenso farmi sentire così vulnerabile e allo stesso tempo così viva?* pensò, sorridendo tra sé. *Adam ha questa capacità di farmi dimenticare tutto il resto, di farmi sentire speciale anche senza parole.* La sua mente si riempì di immagini di quel bacio, di come le sue labbra si fossero mosse con delicatezza ma con fermezza, lasciandola senza fiato. *Forse, in qualche modo, lui vede in me qualcosa che nessuno ha mai capito...*
Nel frattempo, Adam si sentiva improvvisamente sopraffatto da un senso di meraviglia. *Celeste ha un’energia che non riesco a spiegare,* rifletté, osservando il suo volto arrossato e il sorriso timido. *C’è una luce in lei, qualcosa di vero e puro, che mi fa desiderare di conoscerla ancora di più, di scoprire ogni sfumatura della sua anima.* Sentiva il calore del suo sguardo e la dolcezza di quel gesto spontaneo. *Sei diversa da tutte le altre, Celeste.* pensò, avvicinandosi di nuovo, anche solo per un istante, per custodire quel ricordo nel suo cuore.

Celeste si fece avanti, il cuore che batteva all’impazzata, e con un filo di voce, si fermò davanti ad Adam. I suoi occhi erano pieni di paura e di desiderio, come se stesse per aprire una porta su un mondo sconosciuto e rischioso.
"Devo confessarti un segreto," sussurrò, facendosi coraggio. "Ma temo che, dopo, tu scapperai via, come hanno fatto gli altri." La sua voce tremava, e le parole le si bloccarono in gola per un attimo, mentre i suoi occhi cercavano i suoi in cerca di rassicurazione.
Adam la osservò, con un sorriso leggero, quasi incuriosito. "Sei una serial killer?" rise leggermente, cercando di alleggerire la tensione.
"Cosa?.. No, dai, sono seria," replicò Celeste, arrossendo fino alle orecchie, i guance infuocate. "Ecco... io... una volta ero un ragazzo."
Celeste si fermò, aspettando la sua reazione, il respiro che le si spezzava nel petto. Adam la guardò con un’espressione mista di sorpresa e curiosità, il sorriso che si stava formando a metà tra il divertito e il comprensivo.
"Non è uno scherzo vero?" chiese, le sue parole sussurrate con dolcezza.
"Ogni volta che trovo un ragazzo carino..." le lacrime iniziarono a scivolare lentamente lungo le guance di Celeste, mentre la voce si spezzava. "E... e poi mi allontanano... come se fossi un peso."
Adam la prese delicatamente per le spalle, con uno sguardo intenso e rassicurante. "Ehi, aspetta... Non ho intenzione di andarmene," le disse, avvicinandola lentamente. "Non giudico. E... anche tu mi piaci."
Lei abbassò lo sguardo, con il broncio, convinta che fosse solo una frase di conforto.
Ma lui non si fermò. Con un gesto deciso, si chinò verso di lei e la baciò. Fu un bacio intenso, avvolgente, che sembrava voler parlare al suo cuore, trasmettendo tutte le parole che non sapeva come dire. Le sue labbra erano calde, morbide, ma anche ferme, come se volesse farle capire che non avrebbe mai scacciato quella parte di sé, che la sua presenza le dava coraggio e sicurezza.
Celeste si lasciò andare, sentendo le sue mani che le sfioravano i capelli, il cuore che le martellava nel petto. Il bacio si fece ancora più profondo, più intenso, come un abbraccio che voleva proteggerla dal peso dei suoi segreti, dalle paure di essere giudicata.
E in quel momento, tra le sue braccia, Celeste trovò un rifugio, un sorriso nascosto tra le lacrime e la speranza che forse, questa volta, non sarebbe stata più sola.


La luce soffusa del ristorante avvolgeva il locale in un’atmosfera intima, il calore di un grande camino acceso al centro creava giochi di luci e ombre sulle pareti di pietra. I due si sedettero a un tavolo un po’ appartato, protetti dalla penombra, mentre il brusio di sottofondo di altre coppie e amici riempiva il locale con un sottofondo di chiacchiere e risate leggere.
Adam si prese cura di ordinare, suggerendo qualche piatto vegetariano, e Celeste gli rivolse un sorriso complice, il volto leggermente rosato. Lo sguardo di lui si posò su di lei, con un misto di curiosità e affetto, mentre le loro mani si sfioravano involontariamente sotto la tovaglia.
"Posso chiederti una cosa senza che tu ceda all’imbarazzo?" chiese Adam, con un tono dolce e calmo.
Celeste, con un sorriso nervoso, rispose: "Vuoi chiedermi se ho ancora l’attrezzatura?" arrossendo, il volto che si colorava di sfumature rosse.
Adam si imbarazzò un attimo, cercando le parole, e rispose con un sorriso timido: "Eh... no, volevo sapere se… insomma, se tutto fosse a posto."
Lei rise delicatamente, scuotendo la testa con un sorrisetto. "Sono uscita dall'ospedale due settimane fa, come nuova e pronta all’uso," disse, sfiorandogli la mano con dolcezza.

Durante la cena, i loro occhi si incontrarono spesso, scambiandosi ammiccamenti silenziosi che sembravano parlare più di mille parole. Adam le lanciava sguardi pieni di calore e interesse, mentre lei arrossiva ogni volta che lui la sorprendva con uno sguardo più intenso.
Quando lei chiese: "Adam?" lui si voltò, le labbra leggermente incurvate in un sorriso attento.
"Dicevi sul serio prima, per via della foto erotica come quella che hai fatto alla tua amica?" chiese lei, con un pizzico di curiosità e un leggero sorriso malizioso.
"Beh, tecnicamente sarebbe un nudo d’autore," precisò lui, con un tono scherzoso, lasciando trasparire un pizzico di orgoglio.
"Ok, nudo d’autore," ripeté lei, annuendo con complicità.
Mentre ordinavano, il dialogo fluiva naturale, tra risate leggere e confidenze. La conversazione si spostò sul più e sul meno, sull’arte e sulle piccole cose della vita, ma tra le parole si percepiva un’intimità crescente.
Lei, con un gesto spontaneo, afferrò la mano di lui sopra il tavolo, stringendola delicatamente. "Mi piace stare con te. Se non avessi avuto l’idea di fare una passeggiata nel parco, non ti avrei mai incontrato," confessò, con gli occhi pieni di sincerità.
Adam le sorrise, stringendola a sua volta, con un gesto che sembrava voler trasmettere tutto il calore del loro legame nascente. "Sono felice di quella decisione," rispose, la sua voce calda e rassicurante, mentre le dita sfioravano le sue.
Poi, con un tono più serio, Adam si fece pensieroso e chiese: "Posso chiederti cosa ti ha fatto decidere di cambiare sesso?"
Lei rimase in silenzio per un momento, poi sospirò profondamente. "In parte perché mi sono sempre sentita un maschiaccio, e in parte perché avevano trovato delle anomalie nelle mie ovaie già all’età di 13 anni. Mi dissero che dovevo asportarle. Quindi, zero possibilità di essere veramente donna. Da qui, la decisione di trasformarmi da cigno in anatroccolo," sorrise con un velo di tristezza e di determinazione.
Celeste lo guardò, assorto, e poi chiese: "Stai ripensando di stare insieme?"
Lui arrossì di nuovo, un po’ imbarazzato, ma con un sorriso timido. "No, solo curiosità… Stare insieme?"
"Eh sì,"
"Sei carino quando diventi rosso, lo sai?" le sussurrò, con un sorriso complice, mentre le sue dita sfioravano delicatamente la sua pelle.
Finita la cena, lui si alzò per pagare.
"Vieni, ti mostro dove abito," le disse con un sorriso misterioso.
"Audace," commentò lei, facendosi stretta al suo braccio mentre uscivano dal ristorante.
Adam portò la mano a un portone a vetri, che dava su un atrio illuminato da luci soffuse, e si fermò lì, silenzioso, lasciando che l’atmosfera tra loro si consolidasse ancora di più.


Adam prese delicatamente il suo polso, attirandola verso di sé con un gesto lento e sicuro. Con un sorriso riservato, la condusse lungo il corridoio che portava al suo appartamento, le luci soffuse e il dolce sussurro della sera che filtrava dalle finestre con vista sul parco creavano un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà.
Arrivati davanti alla porta, Adam si fermò un attimo, poi si voltò leggermente, avvolgendo Celeste con le sue braccia da dietro. Le sue mani si posarono con dolcezza sulla vita di lei, stringendola con una tenerezza che parlava di desiderio e rispetto.
Celeste sentì il calore del suo corpo, il battito del suo cuore che si sincronizzava con il suo, mentre Adam le chinava un leggero bacio sul collo, un gesto semplice ma carico di significato. La sua testa si appoggiò lievemente alla sua spalla, e lui le sfiorò la guancia con una di carezza, lasciando un piccolo segno di tenerezza sulla pelle.
Il momento era sospeso, un attimo di pura intimità, dove il respiro si faceva più lento, più profondo, e il mondo fuori sembrava dissolversi. Adam sussurrò parole che non arrivarono alle sue orecchie, solo un bisbiglio di affetto, mentre i suoi baci leggeri si fermavano sul suo collo, lasciando un’impressione dolce e delicata, un promemoria di quella connessione speciale che stava crescendo tra loro.
Era un istante di pura poesia, un abbraccio senza fine, un sorriso nascosto tra le pieghe di quei baci e carezze, pronti a diventare qualcosa di più, ma ancora avvolti nel mistero di ciò che sarebbe stato.
"Sento nascere una tensione erotica," sussurrò lei, la voce tremante ma carica di desiderio, mentre il suo respiro diventava più affannato. Adam continuò a baciarla sul collo, le sue labbra calde e leggere, lasciando tracce di calore lungo la pelle delicata.
"Lasciala crescere," le sussurrò lui con un filo di voce, le sue labbra vicine alle sue, mentre i loro corpi si avvicinavano ancora di più, quasi a toccarsi senza toccarsi del tutto.
Poi, improvvisamente, si voltò, e in un gesto deciso, premette con forza le labbra contro quelle di lui. Il contatto fu intenso, un bacio carico di anticipazione, dove ogni movimento sembrava voler comunicare più di mille parole.
Le labbra si cercavano con passione, mentre i loro corpi si schiacciavano l’uno contro l’altro, il calore che esplodeva tra loro come un fuoco appena acceso. La tensione si faceva palpabile, un'energia sottile che vibrava tra i loro respiri affannati e le carezze invisibili, sospesa nel momento in cui tutto sembrava poter scatenare qualcosa di più grande.
Era un istante di pura attesa, di desiderio trattenuto, di un passo che sembrava imminente ma ancora fermo, come se il mondo intero si fosse ridotto a quella stretta di labbra, a quel tocco di pelle, a quella tensione che bruciava lentamente, senza ancora esplodere.


"Io non voglio sesso, voglio amore," ansimò Celeste, gli occhi velati da un misto di desiderio e dolcezza, la voce tremante ma ferma. Adam la guardò con intensità, il suo sguardo colmo di rispetto e tenerezza.
"Allora te ne darò," rispose con voce solenne, avvicinandosi lentamente, come se ogni gesto fosse un rito sacro. Fu come un lento ballo, un ritmo che si instaurò tra di loro, fatto di carezze leggere e sguardi profondi.
Le mani di Adam sfiorarono delicatamente i vestiti che ancora li separavano, le dita che si mossero con cura, come se volessero assaporare ogni centimetro di pelle scoperta. I baci si susseguivano, morbidi e intensi, come bottoni slacciati e cerniere abbassate con dolcezza, lasciando trasparire un desiderio condiviso, un'intimità che si respirava come aria essenziale.
Celeste era minuta, i seni grandi come albicocche, il suo corpo fragile ma vibrante di vita. Il suo sedere, altrettanto piccolo, sembrava invitare a un desiderio silenzioso. Le sue gambe, leggermente divaricate, lasciavano intravedere una fessura che sembrava chiamare all’abbraccio, un richiamo sottile che alimentava la tensione tra loro.
Adam, con il fisico asciutto e atletico, si muoveva con vigore e delicatezza, le sue mani e labbra che esploravano con rispetto e passione. Lo sguardo tra di loro si incrociò, un'intesa profonda che parlava di emozioni più grandi di ogni parola.
Poi, lentamente, la distanza si ridusse fino a farli arrivare a un punto di sospensione, un momento sospeso nel tempo. Si guardarono negli occhi, lasciando che la tensione tra di loro si intensificasse, come se ogni respiro fosse un passo verso qualcosa di più grande.
"Ora sei come un campo di stelle che danzano in un cielo notturno," sussurrò lui, la voce bassa e avvolgente, mentre i loro sguardi si perdevano in un abbraccio silenzioso, ricco di promessa e di attesa.

Adam si avvicinò a lei come se stesse varcando una soglia sacra. Ogni passo era lento, misurato, quasi timoroso di rompere l’incanto che li avvolgeva. Celeste lo attendeva con un respiro profondo, le labbra leggermente socchiuse, lo sguardo caldo e ardente che lo tratteneva in un silenzioso invito.
Le sue dita sottili si posarono sulle braccia di lui, scivolando verso le spalle, come a volerlo ancorare a sé. Il contatto della pelle trasmetteva un brivido che correva rapido lungo la schiena di entrambi. Adam chinò il capo, sfiorando appena la sua fronte con le labbra, lasciando che quell’attimo di sospensione li avvolgesse come un preludio.
Quando le loro bocche si incontrarono, non fu un bacio frettoloso: fu lento, profondo, carico di attesa. Le lingue si cercarono timide e poi più decise, intrecciandosi in un ritmo segreto, mentre le mani di lui scivolavano lungo i fianchi di lei, sentendo ogni curva, ogni vibrazione del suo corpo. Celeste si avvicinò ancora, il petto che sfiorava quello di Adam, sentendo il calore crescere tra loro come un fuoco che prende vita.
Lui la accolse tra le braccia, il respiro più pesante, le dita che esploravano con attenzione, sfiorando la pelle come se fosse seta. Ogni carezza era una promessa, ogni tocco un richiamo. Celeste si abbandonò, inclinando il capo per lasciargli libero accesso al collo, e un sospiro le sfuggì dalle labbra, delicato ma intriso di desiderio. Adam lo colse come un segnale, e la strinse con più decisione, lasciando che i loro corpi si cercassero nello stesso ritmo.
Il mondo intorno svanì. Restava solo il calore della pelle, il battito accelerato, il respiro che si intrecciava. I movimenti si fecero più intensi, ma sempre fluidi, come un’onda che cresce senza mai spezzarsi. Celeste avvolse Adam con le gambe, attirandolo a sé, sentendo la sua forza e la sua dolcezza fondersi in un unico gesto. I loro occhi si incontrarono ancora, lucidi, brillanti di quella fame che è insieme fisica e profonda.
Quando arrivò il culmine, fu come un lampo silenzioso che attraversò entrambi: un fremito che li percorse, un nodo di piacere e tenerezza che si sciolse nello stesso istante. Celeste nascose il viso nel collo di Adam, trattenendo un gemito che vibrò contro la sua pelle, mentre lui la stringeva ancora più forte, tremando leggermente.
Restarono così, avvolti l’uno nell’altra, finché il respiro tornò calmo. Adam si lasciò cadere al suo fianco, sentendo ancora il calore di lei sulla propria pelle. Celeste, con un sorriso lento e appagato, gli sfiorò una spalla con un bacio leggerissimo.
«È stato… incredibile» mormorò.
Adam sospirò, accarezzandole il viso: «Erano anni che non mi sentivo così vivo.»


Nudi sul letto, sotto la luce delle stelle, si sentirono leggeri e liberi, felici di condividere quell’intimo momento. Celeste, con un sorriso malizioso negli occhi, sussurrò: «Sarà più facile scattare quella foto erotica… Scusa, ‘nudo d’autore’». La sua voce era morbida, carica di intimità.
«Estrarrò la tua vera essenza in un’unica immagine», aggiunse lui, accarezzandole delicatamente la pelle nuda, sfiorando ogni curva con dolcezza.
Lei, un po’ giocosa, chiese con un sorriso malizioso: «E poi mi esporrai insieme a tutte le altre fotografie al parco?».
Adam rise, il suo sguardo pieno di affetto e ammirazione. «Certo che sì. Tutti devono vedere la musa che mi ha ispirato», rispose, avvicinandosi per baciarla con tenerezza.
Celeste, con un sussulto di divertimento, fece notare: «Ah, quindi non sei nemmeno geloso che tutti mi vedano nuda?».
Lui, con un sorriso calmo e dolce, le rispose: «Molti guarderanno il tuo corpo, ma pochi coglieranno la vera essenza che si cela dietro ogni tua curva, ogni sussurro». La bacio di nuovo, un bacio che parlava di desiderio e di rispetto, di emozioni condivise.
Lei, con un soffio di voce, propose: «Mmm, non so… Fai l’amore con me ancora una volta, e forse mi convincerò». I loro occhi si cercarono, pieni di complicità e passione.
«Come desideri, mia Musa», rispose Adam, mentre si chinava su di lei, lasciandosi avvolgere dalla sua pelle calda e vellutata.

Seduti abbracciati sul letto, aspettavano in silenzio l’arrivo dell’alba, che dipingeva i tetti dei palazzi di sfumature calde di rosso e arancio, avvolgendoli negli ultimi bagliori di passioni condivise. La luce tenue sembrava sussurrare promesse di giorni nuovi, mentre il cuore di entrambi batteva ancora forte, immerso in quell’attimo di pura intimità.

Celeste, con un sorriso malizioso, si voltò leggermente e chiese: «L’avresti mai detto che avresti fatto l’amore con un maschio?»
Adam, con un sorriso dolce e complice, rispose: «Tecnicamente, sei una donna».
Lei rise, con un’aria di gioco, e abbassò la mano verso il suo vigore, sfiorandolo delicatamente: «Lo so, ti stavo punzecchiando».
Lei si appoggiò alla sua spalla, sentendo il calore della sua pelle e il battito dei loro cuori che si accordavano. «Potrei abituarmi a questo amore ovattato», mormorò, lasciando che la sua testa si posasse con dolcezza sul suo collo.
Adam, con un tono affettuoso, rispose: «Al primo appuntamento sono stato docile. Ma questa sera… potrei trasformarmi in qualcosa di più infuocato».
Celeste, con gli occhi pieni di complicità, sussurrò: «Dopo un dolce amore, il sesso selvaggio? Potrebbe piacermi».
Lui rise, un suono caldo e rassicurante: «Uh, allora dovrò impegnarmi».
Poi, con un sorriso malizioso, lei si sporse leggermente, mettendosi a cavalcioni di lui. «Ma, dal momento che non è ancora sera, che ne dici di altra dolcezza prima di fare colazione?», propose, sfiorandogli le labbra con un gesto carico di promesse.
Adam la guardò, il sorriso che le si dipinse sul volto era pieno di affetto e desiderio. «Suona perfetto», rispose, stringendola dolcemente tra le braccia, mentre il primo sole filtrava tra le tende, promettendo un nuovo giorno di emozioni da vivere, ancora e ancora, con tutta la passione che li univa.














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scritto il
2025-08-27
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