Schiava ma libera parte 4

di
genere
dominazione

Cominciai il pompino e mi accorsi di vedermi riflessa nello specchio.
il fatto di pensare a mio marito mi dava una sorta di senso di colpa misto ad eccitazione, era come se mi piaceva punirlo per gli anni di quel sesso che non era sesso, del suo pene piccolo che non mi faceva godere.
Si volevo punirlo, punirlo godendo come una vera donna, mi vidi nello specchio, bella nuda in ginocchio con i miei tacchi preferiti con questo pene e le mie mani dietro la schiena, che scena fantastica! Mi sentii una dea! Mi bagnai al solo vedermi!
Alessandro mi mise una mano sulla testa e comincio a spingere, quasi come se si rendesse conto della mia voglia di cornificare quello stronzo..
Cominciai a darci dentro, cercando di infilarmi il suo pene duro come una pietra e bello grande il più in profondità possibile, e succhiando come una pazza.
il suo pene in bocca e gola era bollente, non vedevo l’ora che mi sborrasse dentro, volevo quel nettare, doveva essere mio, dovevo farlo godere d’altronde era il mio padrone.
La gola comincio a farmi male, il trucco colava con le mie lacrime, la saliva usciva a in grande quantità e schiumava, i miei versi erano una cosa mai sentita.
Alessandro godeva come un pazzo, teneva la mia testa fra le sue mani come un giocattolo e la spingeva su e giù finché non venne.
La sua sborra calda riempi da prima la gola e poi la bocca, mischiandosi alla mia saliva che colava sulle sue gambe e sulla poltrona. Mi parti un conato ma Alessandro mi trattenne la testa sul suo cazzo finché non finì tutte le ultime spinte. Mi lasciò e caddi quasi a terra, ebbi un leggero rigurgito sul tappeto, d’altronde non avevo mai fatto una cosa del genere e mai mi sarei aspettata ciò. Mi piacque tantissimo.
Guardai la scena che si presentava davanti a me, Alessandro con le gambe e la zona del pene completamente inzuppata dalla mia salvia schiumosa mista a sperma, io riflessa nello specchio una maschera di trucco colato dai occhi e rossetto sgualcito, tacchi a spillo.
Sembravo una escort, una di quelle di alto livello.
Wow sono io, si sono proprio io!
- che fai lì imbambolata? Mi disse Alessandro
Non ebbi il tempo di rispondere che continuò:
- ora pulisci, pulisci tutto quanto, non voglio più vedere una goccia!
credevo intendesse con un asciugamano perciò mi alzai per dirigermi al bagno.
- che fai? No, con la bocca! Subito! Con la bocca e ingoi tutto!
- si padrone, scusa.
Mi rimisi in ginocchio e iniziai a pulire, leccare e ingerire. Dopo le prime iniziò a piacermi, erano i suoi succhi con la mia salvia, i nostri liquidi mischiati.
La cosa mi intrigò, cominciai con le dita a raccogliere il liquido schiumoso e appiccicoso ci giocavo e me le mettevo in bocca, prima di ingoiare gli mostravo da vera schiava tutto il liquido nella mia bocca, sorridevo e lentamente deglutivo non togliendo mai lo sguardo dai suoi occhi.
Leccavo tutto mi succhiavo le dita, mi piaceva, i nostri gusti, tutto, io suo odore.
Quando finì di pulitore tutto per bene un po’ mi dispiacque, ne volevo ancora.
- che brava la mia schiava troia, oggi hai scoperto un lato di te che non conoscevi, ma non preoccuparti, è solo l’inizio. Disse Alessandro.
- Ora andrai a casa dal tuo maritino e senza sciacquati la bocca lo bacerai, appassionatamente.
Già, sarei comunque dovuta tornare a casa dopo una notte di sesso senza freni e regole, e ora avevo un padrone.
- si padrone, farò questo ed altro
- brava ora vai che ho bisogno di riposare
Mi alzai, mi sentivo stanca ma leggera, quasi volare, tutta bagnata di sperma, saliva, i miei umori. Mi piaceva.
Mi feci una doccia e mi diressi a casa.
Mi sentivo leggera, come da ragazzini quando non si hanno incombenze, obblighi e impegni.

Continua…
Schiava ma libera parte 4

Durante il viaggio in auto continuavo a pensare a ciò che era successo, per me era impossibile pensare ad altro, i dolori che si presentavano sul mio corpo, l’ ipersensibilità nelle zone intime non facevano altro che ricordami la notte di sesso appena trascorsa, forse la più bella mai avuta.
Ripensavo ad Alessandro, a tutto ciò che mi ha portato a conoscerlo, al sito d’incontri e a cosa sarebbe successo d’ora in avanti, come mi sarei comportata con mio marito? E con i miei figli? E se qualcuno sarebbe venuto a saperlo?
L’idea di essere scoperta un po’ mi eccitava.
E con Marco, mio marito, lo avrei baciato in bocca come ordinato da Alessandro, ah no “il mio padrone” oppure no?
Si lo dovevo fare, ormai la cosa era iniziata, chissà cosa sarebbe successo, e un po’ se lo meritava, lo sperma del mio padrone nella sua bocca.

Arrivai a casa, appena entrata appoggiai le chiavi sul mobiletto in entrata, mi tolsi i tacchi, e mi sedetti sul divano.
Guardandomi intorno ritornai nel mondo che avevo lasciato per qualche ora alle spalle, noioso e monotono, ma quella sera ebbi la prova che avevo trovato una nuova me, oppure la vera me.
Libera di essere schiava e godere.
Scese Marco dal piano superiore dove avevamo le camere, si diresse verso di me e abbracciandomi da dietro mi disse:
- ciao amore, che bello che sei tornata! Com’è andata la cena con le tue amiche? Chissà le chiacchiere. Mangiato bene?
Come sempre Marco scambiava la gentilezza con zerbinaggio, nei anni inizio a dare fastidio e col tempo diventò per me insopportabile, era un lecchino, accondiscendente su tutto, zero carattere, zero sfida..
- vuoi che ti prepari un tè? Mi chiese dopo altre mille domande
Il suo zerbinaggio mi fece arrabbiare, come al solito mi tenni tutto dentro come sempre, ma in quel momento mi venne in mente che avevo un compito da eseguire, con rabbia, come per punirlo e umiliarlo.
- amore, voglio solo baciarti! Sei così dolce!
Lui si prodigo davanti a me e lo baciai, pensando al mio padrone, al suo sperma e a quello che la mia bocca poco prima aveva fatto.
Provai una grandissima soddisfazione, immaginare lo sperma del mio padrone andare nella bocca di Marco.
Lo volevo punire e lo punii ma non lo sapeva ancora.
- wow amore, sei così sexy mi ecciti sempre. Disse Marco
Ne ero soddisfatta a metà, perché feci cosa mi chiese il mio padrone, punii anche Marco, ma lui non ne era consapevole, ciò non mi fece godere a pieno la cosa.
Marco si diresse a dormire, mi disse:
- Amore sai che puoi fare tutto quello che vuoi, sono felice quando esci e ti diverti, guarda come torni contenta!
Si cavolo se mi sono divertita, ero ancora tutta indolenzita e odoravo di saliva e sperma.
Cominciò a balenarmi in testa un pensiero.
Dovevo far diventare Marco un cuckold, se lo meritava, ho passato anni senza sapere cosa era il vero godimento. Ora doveva pagare.
Andai a letto con questo pensiero ripromettendomi di far sì che tutto ciò accadesse.
L’indomani mi svegliai nella solita routine, bambini che volevano la colazione, casa da pulire, maritino al lavoro.. insomma l’ennesima facciata di famiglia Mulino Bianco.
Dopo tutte le faccende trovai il tempo di guardare il cellulare e vidi un messaggio di Alessandro, mi venne un brivido leggendo il suo nome, diceva così:
“ buongiorno schiava, hai obbedito al mio ordine di baciare tuo marito in bocca ieri?”
Risposi:
“Si padrone, non si è accorto di nulla”
“ bene, da ora quando ti dico di fare una cosa, anche per messaggio tu dovrai farlo, chiaro”
Scrisse Alessandro
“Si padrone” risposi, pensando che sarà stata chissà quale giochetto stupido.
Andai di sopra a prepararmi per uscire.
Quel giorno essendo un giorno in cui non lavoravo mi sarei dovuta trovare per un caffè con Vittoria.
Non so perché ma mi sentivo particolarmente bella, brillavo di una luce nuova, scelsi di vestirmi non come al solito, ma di indossare qualcosa di più succinto, un minigonna accompagnato ad un paio di scarpe col tacco.
Questo abbigliamento metteva in luce il mio fisico sportivo e slanciato, mi piaceva!
Uscii di casa e nel farlo mi accorsi che i tacchi erano quelli della sera prima con Alessandro.
Mi fece leggermente bagnare la l’idea.
Una volta al bar con Vittoria parlando del più e del meno ma come al solito di bambini Casa lavoro, mi arriva un messaggio, sapevo già chi fosse, mi sali un brivido lungo la schiena, sbarrai gli occhi e girai il cellulare.
C’era un messaggio di Alessandro:
“Dove sei?”
“Sono con un amica in un bar”
“Ecco prima cosa sono sempre il tuo padrone, come seconda cosa ora dirigiti al bagno e ti masturbi pensando a me, la porta del bagno non dovrai chiuderla a chiave”
Cavolo, e adesso che faccio? Vado o no in bagno?
D’altronde Alessandro aveva fatto emergere un lato di me che mi piaceva, la me più profonda. Ma ero comunque una moglie con figli. Questa questa lotta fra bene e male, giusto e sbagliato mi stava dilaniando.
“Non saprei padrone” risposi
“Non scherzare, ora vai e fai quello che ti ho detto sennò tanto vale continuare a vederci”
Cavolo, ripensati alla sera prima, a tutto quello che ero riuscita a fare con lui, a chi avevo scoperto di essere.
“Va bene padrone, vado”
“Che non si ripeta più, in bagno appoggia il telefono e videochiamami, voglio vedere”
- scusa Vittoria, devo scappare in bagno non mi sento molto bene. Dissi
- Certo fai pure, ci mancherebbe. Mi rispose
Mi diressi in bagno, mi tremavano le gambe su quei tacchi, sembrava che ad ogni passo sarei caduta.
Raggiunto il bagno mi misi sulla tazza, appoggiai la porta ma non chiusi a chiave, appoggiai il cellulare, abbassai gli slip e feci partire la videochiamata.
Ero terrorizzata dal essere scoperta, ma ero eccitatissima, completamente bagnata ancor prima di cominciare.
Ero lì in bagno cominciai a toccarmi, immaginandomi la situazione, accarezzando il clitoride, era bellissimo, a volte mi usciva qualche urletto e qualche gemito, ma non mi importava, si stava liberando la vera me, pian piano mi lasciavo sempre più andare, mentre mi toccavo e godevo appoggiai le gambe spalancate avanti, sui angoli della porta
“Cavoli che belle gambe che ho” mi dissi.
I tacchi si incastravano perfettamente sugli spigoli, ero lì, seduta sulla tazza, a gambe alzare e spalancare con i tacchi incastrati sui lati.
se qualcuno fosse entrato avrebbe visto una scena stile parto, ma con me che mi masturbavo selvaggiamente.
Il telefono riprendeva tutto, l’idea di essere vista mi fece venire, ebbi un orgasmo e gemetti forte, parti anche uno schizzo, si da quella sera scoprii che era normale ed anzi, molto bello..
Una volta venuta mi coccolai ancora un po’ la vagina dolcemente, e con l’altra mano mi accarezzavo il seno.
Una volta calmata presi il telefono dove Alessandro, il mio padrone disse solo
- ottimo, brava la mia Alessia, la mia schiava.
Mi rimisi in piedi, misi apposto il vesto, controllai trucco ed altro e tornai da Vittoria.
Mentre camminavo da lei mi sentivo una bomba, come se avrei potuto conquistare chiunque volessi in quel bar.
- wow Alessia, che carisma che emaniamo oggi, che abbiamo combinato ultimamente. Disse Vittoria
Una parte di me voleva diglielo. Dirle che finalmente sapevo cosa voleva dire essere scopata, scopata come si deve fino a mischiarsi completamente con un uomo, diventare un insieme di corpi, sudori e luiquidi coroporei.
Ma le dissi semplicemente:
- sto scoprendo una nuova parte di me e ne sono molto fiera.
- Cavolo insegnami vorrei anch io! Con i mille impegni e problemi a casa che ho mi farebbe bene. Disse Vittoria con un sorriso.
Chissà Vittoria, chissà. magari un giorno ti farò vedere cos’è la libertà, se ne sarai pronta, mi dissi.
scritto il
2025-08-22
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