I Pervertiti Segreti Di Francesco - Capitolo 1
di
Kiray_8100
genere
etero
Estate del 1999.
Era passato poco più di un mese da quando finì la maturità e prese il sopravvento la noia. Fare feste e andare in discoteca non mi divertiva più, specialmente perché quelle troie delle mie coetanee non me l'avrebbero mai data. Ovunque andavo i miei occhi cadevano sulle tette e il culo delle ragazze che mi passavano vicino. Era insopportabile vedere ma non toccare.
Capí ben presto che la ragione della mia uggia era sicuramente causata da quello. Nulla mi divertiva o mi eccitava più: volevo semplicemente scopare.
Francesco capiva benissimo il mio stato emotivo, poiché era nella stessa situazione di merda. Fortunatamente riuscivamo sempre a buttarla sul ridere, scherzando sullo scoparci a vicenda per appagare una volta per tutte le nostre voglie.
I momenti di intimità tra lui e me non erano mai mancati. Spesso ci trovavamo a masturbarci sulla collezione di porno vintage di suo padre o a toccarci il pisello a vicenda per capire che sensazione aveva afferrare il membro di un altro uomo.
Sia chiaro, nessuno di noi due era effettivamente gay, ma eravamo molto meno pudici rispetto agli altri maschi e molto più aperti su determinate tematiche sessuali. Tra noi c'era quella specie di intimità che solitamente vi era solo tra le donne.
Queste cose, ovviamente, le facevamo solo tra noi due; gli altri del gruppo erano sempre tenuti in disparte dalle nostre esperienze sessuali. E, comunque, eravamo sempre stati una coppia a sé. Agli altri piaceva parlare di moto, auto, calcio e figa; a noi di fumetti, cinema, musica e, ovviamente, figa.
Le cose dovevano per forza arrivare ad una svolta e quel cambiamento arrivò inaspettamente presto.
L'estate di quell'anno era particolarmente torrida e afosa. Spesso ci trovavamo a bazzicare nei bar delle spiagge o direttamente nella piscina dell'agriturismo dello zio di Francesco. Ce la faceva usare quando c'erano pochi clienti e, stranamente, quell'anno gli stranieri si contavano sulla punta delle dita. Sicuramente un colpo duro per gli affari della famiglia, ma per noi era perfetto. Il luogo si trovava in una zona ventilata e abbastanza mite, l'acqua ovviamente non mancava e, di tanto in tanto, si vedeva pure passare qualche mignotta tedesca o francese. Meglio di così non si poteva chiedere per un gruppo di quasi ventenni ingriffati e pervertiti.
Il Ferragosto decidemmo di passarlo lì. Cadde di domenica quell'anno e quindi decidemmo di passarci anche il venerdì e il sabato precedente. Ognuno nel gruppo portò la rispettiva ragazza, tranne io e Francesco, ovviamente single e sfigati in eterno.
"Almeno abbiamo la possibilità di farci una turista senza avere una fidanzata attorno che ci rompe i coglioni" Francesco mi strizzò l'occhio.
Con noi c'era anche la sorellastra minore di Francesco, Caterina. Se visti insieme i due sembravano l'una l'antitesi dell'altra. Lui alto, sguardo risoluto e fermo, nonché mandibole preminenti; lei bassa, lenta e delicata nei movimenti, gli occhiali assistevano le file di brufoli che davano alla sua faccia l'apparenza di una secchiona. Ma davanti portava un grande e vistoso paio di tette, sicuramente una quinta. Nel complesso, non sembrava manco una ragazza così malaccio da scoparsi, una di quelle troiette che stanno costantemente sui libri e a letto si rivelano essere delle cagne assurde.
Non mi vergognai affatto di fare simili pensieri sulla sorella del mio migliore amico: se avessi avuto anche io una sorella anche solo decente nell'aspetto lui avrebbe fatto lo stesso. Inoltre fui quasi certo che spesso la troietta mi ammiccava. Era timida a parlarmi, preferì riservarmi argute e rapide occhiate, specialmente in piscina, quando poteva scrutare il mio corpo da capo a fondo senza veli. Proprio quando notai tutti questi particolari, nella mia testa si imbastì l'idea di scoparmela. D'altronde lei o un'altra qualsiasi avrebbe avuto poca importanza.
Non volevo confidare sin dall'inizio a Francesco le mie intenzioni, anche perché ci eravamo promessi di perdere la verginità insieme, ma quando ci trovavamo da soli gli chiesi spesso della sorella o, perlomeno, di presentarmela.
"Non ho un gran rapporto con lei" Disse mestamente "Sai com'è, io e lei manco ci consideriamo parte della stessa famiglia."
In effetti, suo padre e sua madre si erano sposati quando oramai sia lui che lei erano già abbastanza grandi e, forse, un po' indifferenti al cambiamento. Ma sul loro rapporto venni a scoprire altre cose che Francesco si rifiutò di raccontarmi.
Il venerdì andammo a letto tardi, postumi dall'alcool. Alle 4 del mattino nel giardino erano rimaste solo le ultime luci delle lampade. A dormire con me nella stanza c'erano tutti, ragazze e ragazzi, tranne Francesco e Caterina, che avevano la stanza appartata.
Non riuscivo a chiudere occhio nonostante la sbronza. Pensai a tutto il tempo come quelle enormi tette di Caterina potevano farmi una spagnola, ma, cosa più importante, prima avrei dovuto ficcarglielo dentro.
Tastavo il cazzo dalla tuta del pigiama con incertezza, non sapendo se masturbarmi nel silenzio della notte oppure scocciarmi di alzarmi dal letto e fare il lavoro nel bagno.
Optai per la seconda opzione, cercando di fare meno rumore possibile. Arrivato vicino all'entrata del bagno mi accorsi che la stanza aveva un'altra porta ancora, posta a lato del lavandino, che dava direttamente sul corridoio. Non so perché ma decisi di seguire quella via e, spuntando nell'atrio, mi accorsi che la porta della stanza di Francesco e Caterina era semichiusa. Spinto da una curiosità inspiegabile, mi affacciai dallo stipite dell'entrata e cosa videro i miei occhi!
Steso sul letto c'era Francesco piegato per far arrivare la punta dei piedi oltre la testa che, con la bocca, arrivava a baciarsi e a leccarsi il cazzo. Vicino aveva la sorella che spingeva il suo culo più vicino che poteva al petto, mentre con l'altra mano gli segava l'uccello. In un altro momento mi sarei sentito offeso dalle menzogne che mi aveva raccontato Francesco sul non aver mai avuto rapporti con ragazze. Ma in quel momento non riuscivo a formulare veri pensieri in testa, interrotti dall'idea che Francesco aveva una relazione sessuale con la sorellastra! Alla faccia del non averci mai avuto un gran rapporto!
Non potevo farcela però: tirai fuori l'uccello e cominciai a segarmi. Sia la punta del naso che la mia cappella sporgevano dall'angolo della porta ma nessuno dei due si accorse della mia presenza. Lei era seduta con i talloni che le spingevano sul culo, un ottimo e meraviglioso culo. Caterina continuò a segare suo fratello mentre rideva sommessa, magari perché era conscia che quello era il loro piccolo segreto e poche coppie erano così fantasiose a letto. Di certo era inusuale vedere un ragazzo che riusciva a succhiarsi il proprio cazzo da solo, e che cazzo poi! Lo avevo già visto in passato, pure toccato, ma vedere Caterina che copriva e scopriva la punta dell'uccello dalla pelle mi fece pentire di non averlo già fatto io con Francesco quando potevo.
Alla fine il mio migliore amico venne, con la bocca che ingoiava interamente il suo magnifico pisello fino alla base. Il suo respiro era schiacciato, affannoso, fiumi di sborra uscivano intensi dalla sua bocca. Lei continuava a ridere e, con l'indice, prese una goccia della sborra dalle labbra di suo fratello e se la mise in bocca.
Non potei più trattenermi e venni anche io, sborrando sulle assi di legno che coprivano il pavimento. Una sborrata di una tale gittata che a fatica mi venivano in mente momenti in cui ero venuto così tanto. Quella sega, comunque, mi fiaccò parecchio.
I due fratelli rimasero abbracciati a dormire sullo stesso letto. Avrei potuto avere tutto il tempo per pulire il casino che avevo combinato, ma la mia mente era talmente stanca e annebbiata che manco si palesò l'idea di fare pulizie. L'unica cosa che potevo pensare in quel momento era andare a letto.
Ma forse fu meglio così, perché nei giorni seguenti avrei ringraziato la mia negligenza e pigrizia nelle faccende casalinghe...
Era passato poco più di un mese da quando finì la maturità e prese il sopravvento la noia. Fare feste e andare in discoteca non mi divertiva più, specialmente perché quelle troie delle mie coetanee non me l'avrebbero mai data. Ovunque andavo i miei occhi cadevano sulle tette e il culo delle ragazze che mi passavano vicino. Era insopportabile vedere ma non toccare.
Capí ben presto che la ragione della mia uggia era sicuramente causata da quello. Nulla mi divertiva o mi eccitava più: volevo semplicemente scopare.
Francesco capiva benissimo il mio stato emotivo, poiché era nella stessa situazione di merda. Fortunatamente riuscivamo sempre a buttarla sul ridere, scherzando sullo scoparci a vicenda per appagare una volta per tutte le nostre voglie.
I momenti di intimità tra lui e me non erano mai mancati. Spesso ci trovavamo a masturbarci sulla collezione di porno vintage di suo padre o a toccarci il pisello a vicenda per capire che sensazione aveva afferrare il membro di un altro uomo.
Sia chiaro, nessuno di noi due era effettivamente gay, ma eravamo molto meno pudici rispetto agli altri maschi e molto più aperti su determinate tematiche sessuali. Tra noi c'era quella specie di intimità che solitamente vi era solo tra le donne.
Queste cose, ovviamente, le facevamo solo tra noi due; gli altri del gruppo erano sempre tenuti in disparte dalle nostre esperienze sessuali. E, comunque, eravamo sempre stati una coppia a sé. Agli altri piaceva parlare di moto, auto, calcio e figa; a noi di fumetti, cinema, musica e, ovviamente, figa.
Le cose dovevano per forza arrivare ad una svolta e quel cambiamento arrivò inaspettamente presto.
L'estate di quell'anno era particolarmente torrida e afosa. Spesso ci trovavamo a bazzicare nei bar delle spiagge o direttamente nella piscina dell'agriturismo dello zio di Francesco. Ce la faceva usare quando c'erano pochi clienti e, stranamente, quell'anno gli stranieri si contavano sulla punta delle dita. Sicuramente un colpo duro per gli affari della famiglia, ma per noi era perfetto. Il luogo si trovava in una zona ventilata e abbastanza mite, l'acqua ovviamente non mancava e, di tanto in tanto, si vedeva pure passare qualche mignotta tedesca o francese. Meglio di così non si poteva chiedere per un gruppo di quasi ventenni ingriffati e pervertiti.
Il Ferragosto decidemmo di passarlo lì. Cadde di domenica quell'anno e quindi decidemmo di passarci anche il venerdì e il sabato precedente. Ognuno nel gruppo portò la rispettiva ragazza, tranne io e Francesco, ovviamente single e sfigati in eterno.
"Almeno abbiamo la possibilità di farci una turista senza avere una fidanzata attorno che ci rompe i coglioni" Francesco mi strizzò l'occhio.
Con noi c'era anche la sorellastra minore di Francesco, Caterina. Se visti insieme i due sembravano l'una l'antitesi dell'altra. Lui alto, sguardo risoluto e fermo, nonché mandibole preminenti; lei bassa, lenta e delicata nei movimenti, gli occhiali assistevano le file di brufoli che davano alla sua faccia l'apparenza di una secchiona. Ma davanti portava un grande e vistoso paio di tette, sicuramente una quinta. Nel complesso, non sembrava manco una ragazza così malaccio da scoparsi, una di quelle troiette che stanno costantemente sui libri e a letto si rivelano essere delle cagne assurde.
Non mi vergognai affatto di fare simili pensieri sulla sorella del mio migliore amico: se avessi avuto anche io una sorella anche solo decente nell'aspetto lui avrebbe fatto lo stesso. Inoltre fui quasi certo che spesso la troietta mi ammiccava. Era timida a parlarmi, preferì riservarmi argute e rapide occhiate, specialmente in piscina, quando poteva scrutare il mio corpo da capo a fondo senza veli. Proprio quando notai tutti questi particolari, nella mia testa si imbastì l'idea di scoparmela. D'altronde lei o un'altra qualsiasi avrebbe avuto poca importanza.
Non volevo confidare sin dall'inizio a Francesco le mie intenzioni, anche perché ci eravamo promessi di perdere la verginità insieme, ma quando ci trovavamo da soli gli chiesi spesso della sorella o, perlomeno, di presentarmela.
"Non ho un gran rapporto con lei" Disse mestamente "Sai com'è, io e lei manco ci consideriamo parte della stessa famiglia."
In effetti, suo padre e sua madre si erano sposati quando oramai sia lui che lei erano già abbastanza grandi e, forse, un po' indifferenti al cambiamento. Ma sul loro rapporto venni a scoprire altre cose che Francesco si rifiutò di raccontarmi.
Il venerdì andammo a letto tardi, postumi dall'alcool. Alle 4 del mattino nel giardino erano rimaste solo le ultime luci delle lampade. A dormire con me nella stanza c'erano tutti, ragazze e ragazzi, tranne Francesco e Caterina, che avevano la stanza appartata.
Non riuscivo a chiudere occhio nonostante la sbronza. Pensai a tutto il tempo come quelle enormi tette di Caterina potevano farmi una spagnola, ma, cosa più importante, prima avrei dovuto ficcarglielo dentro.
Tastavo il cazzo dalla tuta del pigiama con incertezza, non sapendo se masturbarmi nel silenzio della notte oppure scocciarmi di alzarmi dal letto e fare il lavoro nel bagno.
Optai per la seconda opzione, cercando di fare meno rumore possibile. Arrivato vicino all'entrata del bagno mi accorsi che la stanza aveva un'altra porta ancora, posta a lato del lavandino, che dava direttamente sul corridoio. Non so perché ma decisi di seguire quella via e, spuntando nell'atrio, mi accorsi che la porta della stanza di Francesco e Caterina era semichiusa. Spinto da una curiosità inspiegabile, mi affacciai dallo stipite dell'entrata e cosa videro i miei occhi!
Steso sul letto c'era Francesco piegato per far arrivare la punta dei piedi oltre la testa che, con la bocca, arrivava a baciarsi e a leccarsi il cazzo. Vicino aveva la sorella che spingeva il suo culo più vicino che poteva al petto, mentre con l'altra mano gli segava l'uccello. In un altro momento mi sarei sentito offeso dalle menzogne che mi aveva raccontato Francesco sul non aver mai avuto rapporti con ragazze. Ma in quel momento non riuscivo a formulare veri pensieri in testa, interrotti dall'idea che Francesco aveva una relazione sessuale con la sorellastra! Alla faccia del non averci mai avuto un gran rapporto!
Non potevo farcela però: tirai fuori l'uccello e cominciai a segarmi. Sia la punta del naso che la mia cappella sporgevano dall'angolo della porta ma nessuno dei due si accorse della mia presenza. Lei era seduta con i talloni che le spingevano sul culo, un ottimo e meraviglioso culo. Caterina continuò a segare suo fratello mentre rideva sommessa, magari perché era conscia che quello era il loro piccolo segreto e poche coppie erano così fantasiose a letto. Di certo era inusuale vedere un ragazzo che riusciva a succhiarsi il proprio cazzo da solo, e che cazzo poi! Lo avevo già visto in passato, pure toccato, ma vedere Caterina che copriva e scopriva la punta dell'uccello dalla pelle mi fece pentire di non averlo già fatto io con Francesco quando potevo.
Alla fine il mio migliore amico venne, con la bocca che ingoiava interamente il suo magnifico pisello fino alla base. Il suo respiro era schiacciato, affannoso, fiumi di sborra uscivano intensi dalla sua bocca. Lei continuava a ridere e, con l'indice, prese una goccia della sborra dalle labbra di suo fratello e se la mise in bocca.
Non potei più trattenermi e venni anche io, sborrando sulle assi di legno che coprivano il pavimento. Una sborrata di una tale gittata che a fatica mi venivano in mente momenti in cui ero venuto così tanto. Quella sega, comunque, mi fiaccò parecchio.
I due fratelli rimasero abbracciati a dormire sullo stesso letto. Avrei potuto avere tutto il tempo per pulire il casino che avevo combinato, ma la mia mente era talmente stanca e annebbiata che manco si palesò l'idea di fare pulizie. L'unica cosa che potevo pensare in quel momento era andare a letto.
Ma forse fu meglio così, perché nei giorni seguenti avrei ringraziato la mia negligenza e pigrizia nelle faccende casalinghe...
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