I Pervertiti Segreti Di Francesco - Capitolo Finale
di
Kiray_8100
genere
bisex
La nera silhouette di Caterina era risaltata dai raggi del sole che entravano dalla finestra nascosta dalle tende. Il suo culo era talmente perfetto nei contorni da sembrare una duna in cui seppellirci la faccia e scomparire. Le sue tette davano al suo corpo le giuste proporzioni: erano perfette, sode e irresistibili.
Mi sorrideva mentre mi guardava segarmi sulle sue forme paradisiache. Era fatta: Valerio era stato al gioco. Era bastata una sega e un pompino a sedare le sue preoccupazioni. Ora dovevamo solo scoparlo.
Da troppo tempo desideravo perdere la verginità con lui. Pensava che io scherzassi continuamente sul fare sesso insieme, ma il mio desiderio di possedere il suo corpo era reale.
"Sto...per venire." Lamentai.
Dovevo riuscire nei miei scopi, a tutti i costi. Non avrei mai pensato che Caterina sarebbe stata la chiave per raggiungerli. Lei, così innocente, così ingenua, rivelatasi essere una stratega sessuale nata.
"Aspetta!" Mi ammonì. Prese dal tavolo un bicchiere e lo pose sotto il mio pisello. "Sborra qui dentro."
Feci come lei voleva. Una decina di fiotti colmarono il bicchiere a meno della sua metà. Caterina ne bevve il contenuto biancastro in un solo fiato.
"Oh! Una goccia!" Disse, per poi baciare la punta del mio cazzo e pulirlo dai residui di sperma rimasti.
Inizialmente non pensavo che sarei riuscito a farmi Valerio. Sì, avevamo sempre avuto momenti molto intimi, ma temevo che spingermi troppo in là avrebbe rovinato la nostra amicizia. Dovevo quindi usare uno stratagemma per farlo scopare con me, in tal caso mia sorella. Valerio la conosceva da un po', vedevo come la guardava, occhi iniettati di lussuria. Ho dovuto spingere Caterina a provarci e lei fu d'accordo, sapendo benissimo qual era il mio vero piano. È stata scaltra, molto furba, non ci ha mai parlato con Valerio e sapeva che era una tattica perfetta per aumentare la tensione sessuale. Poi, per il resto, Valerio ha fatto tutto da solo cadendo nella ragnatela come una mosca credulona: quando mi ha visto fare un auto-pompino aiutato dalla mano di Caterina non sapevamo che lui ci stesse spiando. Ero consapevole che prima o poi avrebbe ceduto, ma non così in fretta. Grazie alla sua scarsa consapevolezza, io e Caterina abbiamo avuto lo stimolo giusto per provarci con lui. E ora veniva la parte più bella.
Ferragosto passò in fretta. Tra piscina e alcool, musica a palla e balli finimmo tutti per essere stanchi morti. Un'ottima serata per un gruppo di amici così solido, ma non mi interessava granché festeggiare se non per il puro scopo di portarmi Valerio a letto una volta per tutte. Io e Caterina stemmo tutto il tempo con lui, rimanevamo restii a parlare di ciò che avevamo fatto i giorni scorsi. A turno però, io e mia sorella lo portavamo lontano dagli sguardi degli altri e facevamo di tutto pur di aumentare la sua voglia di scoparci. Gli step finali del piano erano semplici: aumentare la frequenza di occasioni sessuali per poi ritrovarci tutti e tre insieme e scopare nello stesso letto. Ognuno di noi agiva nel modo in cui riteneva più giusto.
Così, Caterina si fece venire in bocca da Valerio per ben due volte nell'arco del pomeriggio, scoprendo che amava farsi fare le spagnole. Io mi limitai ad accettare una sega da parte sua. Mi stavo risparmiando per la notte.
Quando scoccarono le 4 del mattino, lasciammo che gli altri si recassero ognuno nelle proprie stanze. Anche tra di loro erano saliti momenti di pervadente tensione sessuale, probabilmente si sarebbero appartati ognuno con la propria ragazza a scopare in un qualche angolo dell'agriturismo.
Noi avevamo la nostra stanza isolata dalle altre. Un luogo perfetto che io e Caterina conoscevamo benissimo.
Ancor prima che entrassimo nella camera da letto, Valerio era ubriaco, seppur ancora lucido, ed era a ballare da solo nel giardino. Ci strinse le braccia attorno al collo e ci limonò uno per uno. Per scherzare affondò la testa nelle tette di Caterina, che lo prese a sé come una madre che allatta il figlio. Non stavo più resistendo: simulai una scopata anale prendendolo da dietro. Strisciai attraverso i pantaloni il mio cazzo sul suo culo.
Poiché traballava, dovevamo accompagnarlo come un peso morto su per le scale. Quella salita sfiancante non durò molto e presto ci trovammo nella nostra cameretta. Lo spogliammo e lui, sempre colto dal carattere giocoso che eravamo riusciti a tirare fuori, si mise in posa sul letto.
Io e Caterina ci guardammo: gli sguardi di chi era soddisfatto di esserci riuscito. Ci demmo ad un lungo e prolisso bacio, mentre Valerio tastava il suo cazzo per farlo indurire. Le strappai la tutina e le sue tette uscirono fuori spinte dalla forza elastica. Le afferrai, senza preoccuparmi di farle male, e succhiai i suoi carnosi capezzoli. Erano mie, tutte mie.
Aprì la zip dei pantaloni e il mio cazzo poteva sentire l'aria di sesso sfrenato che stava per intensificarsi nella stanza. Valerio era lì sul letto, inarcava le natiche con la mano aspettando un grosso e venoso treno che passasse nel suo piccolo e vergine buco del culo.
Ci immersi la punta, massaggiandogli la zona attorno. Caterina si appoggiò sul petto di Valerio, pronta a fargli un altro prodigioso pompino. Dovevo essere deciso nel scoparlo e, senza remore, infilai tutto l'uccello dentro il suo stretto culo. Orgasmò, un latrato che mi invogliò a spingere più forte. Caterina gli ingoiò il cazzo. Un frastuono orgiastico cominciò a prorompersi per la stanza: lei che schioccava la lingua lungo l'asta del pisello, io e Valerio che poco ci preoccupavamo di urlare e farci sentire da tutta le gente presente nel piano. Avrei voluto essere lui: il pisello dentro la bocca umida ed esperta di Caterina, il culo che sta per essere battezzato dalla sua prima sborrata.
Venimmo insieme. La bocca di Caterina ricolma di liquido biancastro, che non trovando molte vie di fuga le colò pure dal naso. Il culo di Valerio si stringeva come una morsa letale attorno al mio pisello, frattanto che le sue pareti venivano inondate da uno tsunami di spermini.
Ansimavamo ed eravamo madidi di sudore. Ci stringevamo l'uno all'altro, pelle contro pelle, cuori in cerca di conforto. Rimasi dentro il suo culo per mezz'ora, fermo, provando a sentire la sborra che gli colava dal culo.
Riprendemmo la nottata. Mentre mi sedetti in disparte guardai Valerio che stava per scopare con Caterina. Aspettava quel momento con morboso e accecante desiderio, i suoi occhi erano lucidi dalla gioia. Lei divaricò le gambe, con l'indice e il medio stimolò il clitoride per bagnarsi ed aspettare che una vagonata di sborra riempisse anche lei.
Valerio pareva dormire in piedi. L'eccessiva contentezza sembrava averlo paralizzato; poi partì al galoppo. Caterina accompagnò il destriero dalla cappella rosata nella sua figa e si unì al suo fantino. Valerio stringeva il culo, da cui ancora uscivano rivoli di sborra, abbracciando la goduriosa Caterina mentre le baciava il collo. Il rumore del cazzo che stava sfondando quella vergine figa rintronò nella mia testa per i mesi a venire. Mi masturbai, estasiato dal dipinto orgiastico che si profilava di fronte a me.
Valerio cacciò uno schiamazzo mentre le sborrava dentro. Caterina continuava a baciarlo in faccia e si mordeva il labbro inferiore, sorridente e appagata. Mosse l'indice verso il proprio nido d'amore e accumulò una goccia di sborra che assaggiò subito dopo.
Era il mio turno. Valerio prese il mio cazzo e lo usò per massaggiare la figa di Caterina. Compiaciuto, lo infilò subito lì dentro, senza darmi tempo di formulare le mie prime impressioni. Quell'accogliente antro si avvinghiò al mio cazzo, da tempo aspettava un ospite così riverito, da quando tra me e Caterina scattarono le prime intese d'amore. Le pareti erano state già scaldate e lubrificate dal cazzo di Valerio, tant'è che il mio pisello entrava ed usciva una meraviglia. Una lingua si avventurò nel mio culo, Valerio non voleva rimanere inoperoso. Sentì la sua vorace e ruvida bocca cercare di farsi spazio nel mio buco del culo. Una sensazione di indescrivibile estasi: sia davanti che dietro provavo piacere, un brivido mi scosse lungo la schiena e orgasmai, mentre il mio cazzo pulsava ed esplodeva in cascate di sborra bollente.
Era finita. Appagati e stanchi, sudati e innamorati. Dormimmo sullo stesso letto, ognuno avvinghiato a quell'altro come una grande famiglia. Ora potevo fare tutto con loro. Ogni mio feticcio, ogni mio desiderio più recondito, avrei potuto condividere tutto con loro.
Chiusi gli occhi e mi feci trasportate dal veliero dei sogni.
La mattina seguente mi svegliai con una faccia curiosa che mi guardava come se fossi un animale di una razza esotica esposta allo zoo. Valerio passava lo sguardo da lato a lato della mia faccia, serioso ma vivace
"Hai mai fatto sesso prima d'ora?" Mi chiese ancora un po' sopito. "Allora? Dopo quello che è successo stanotte tra di noi deve esserci piena onestà."
"No" risposi seccamente per poi continuare "Avevamo promesso di perdere la verginità insieme. Pensavamo di farlo con due ragazze, ma io volevo te."
Rimase silenzioso per lunghi attimi. Poi riprese.
"E allora con tua sorella?"
"Non abbiamo mai fatto sesso. Prima di oggi non ero mai entrato nella sua figa. Puoi chiedere anche a lei, è qui accanto d'altronde" Gli passai una mano sulla guancia. "Volevamo prepararci per farlo con te."
Il volto di Valerio venne ammantato da una placida sensualità.
"Puoi rifarlo?"
"Cosa?" Non capì sin da subito.
"Quella cosa con il tuo cazzo."
Sorrisi.
"Va bene, ma mi devi aiutare."
Mi feci spazio tra i due corpi, allargai le gambe per poterle piegare sopra di me. In quella posizione il cazzo moscio mi penzolava a meno di due centimetri di distanza dalla bocca.
"Ecco!" La mia voce era ovattata, avevo il diaframma schiacciato "Ora devi spingere da dietro."
Valerio eseguì l'ordine con zelo militare. Raggiunsi il glande prima con la lingua, al fine di prendere l'intero pisello in bocca, e poi lo divorai come una salsiccia cotta al barbecue. Non mi abituai mai alla sensazione di avere il mio stesso cazzo in gola. Sarà che da quella posizione il mondo pareva più confuso.
Valerio mi infilò un indice su per il culo, poi il medio e infine tutte e quattro le dita. Stavo sognando.
Si alzò in piedi sul letto, il suo cazzo era gonfio. Lo schiacciò verso il basso al fine di buttarmelo nel culo. Pensavo di essere io la figura dominante tra le due, ma non mi lamentai. Avere il suo pisello nell'ano era come mettersi una supposta da solo, ma il dolore venne colmato dal piacere.
Non resistetti più di cinque minuti e, mentre assaporavo nuovamente il sapore della mia sborra, Valerio si sfilò dal mio buchino e tinteggiò tutto il mio culo.
Talmente presi a provare la nostra nuova mossa da letto, non ci accorgemmo che Caterina ci stava osservando quasi annoiata, forse era solo stanca.
"Ho fame" Disse, senza lasciare troppi commenti. "Mi vesto e vado a fare colazione."
Valerio e io ci scambiammo un'occhiata d'intesa, per poi farci prendere da un leggero sghignazzo che presagiva nuove ed eccitanti avventure sotto le coperte.
Mi sorrideva mentre mi guardava segarmi sulle sue forme paradisiache. Era fatta: Valerio era stato al gioco. Era bastata una sega e un pompino a sedare le sue preoccupazioni. Ora dovevamo solo scoparlo.
Da troppo tempo desideravo perdere la verginità con lui. Pensava che io scherzassi continuamente sul fare sesso insieme, ma il mio desiderio di possedere il suo corpo era reale.
"Sto...per venire." Lamentai.
Dovevo riuscire nei miei scopi, a tutti i costi. Non avrei mai pensato che Caterina sarebbe stata la chiave per raggiungerli. Lei, così innocente, così ingenua, rivelatasi essere una stratega sessuale nata.
"Aspetta!" Mi ammonì. Prese dal tavolo un bicchiere e lo pose sotto il mio pisello. "Sborra qui dentro."
Feci come lei voleva. Una decina di fiotti colmarono il bicchiere a meno della sua metà. Caterina ne bevve il contenuto biancastro in un solo fiato.
"Oh! Una goccia!" Disse, per poi baciare la punta del mio cazzo e pulirlo dai residui di sperma rimasti.
Inizialmente non pensavo che sarei riuscito a farmi Valerio. Sì, avevamo sempre avuto momenti molto intimi, ma temevo che spingermi troppo in là avrebbe rovinato la nostra amicizia. Dovevo quindi usare uno stratagemma per farlo scopare con me, in tal caso mia sorella. Valerio la conosceva da un po', vedevo come la guardava, occhi iniettati di lussuria. Ho dovuto spingere Caterina a provarci e lei fu d'accordo, sapendo benissimo qual era il mio vero piano. È stata scaltra, molto furba, non ci ha mai parlato con Valerio e sapeva che era una tattica perfetta per aumentare la tensione sessuale. Poi, per il resto, Valerio ha fatto tutto da solo cadendo nella ragnatela come una mosca credulona: quando mi ha visto fare un auto-pompino aiutato dalla mano di Caterina non sapevamo che lui ci stesse spiando. Ero consapevole che prima o poi avrebbe ceduto, ma non così in fretta. Grazie alla sua scarsa consapevolezza, io e Caterina abbiamo avuto lo stimolo giusto per provarci con lui. E ora veniva la parte più bella.
Ferragosto passò in fretta. Tra piscina e alcool, musica a palla e balli finimmo tutti per essere stanchi morti. Un'ottima serata per un gruppo di amici così solido, ma non mi interessava granché festeggiare se non per il puro scopo di portarmi Valerio a letto una volta per tutte. Io e Caterina stemmo tutto il tempo con lui, rimanevamo restii a parlare di ciò che avevamo fatto i giorni scorsi. A turno però, io e mia sorella lo portavamo lontano dagli sguardi degli altri e facevamo di tutto pur di aumentare la sua voglia di scoparci. Gli step finali del piano erano semplici: aumentare la frequenza di occasioni sessuali per poi ritrovarci tutti e tre insieme e scopare nello stesso letto. Ognuno di noi agiva nel modo in cui riteneva più giusto.
Così, Caterina si fece venire in bocca da Valerio per ben due volte nell'arco del pomeriggio, scoprendo che amava farsi fare le spagnole. Io mi limitai ad accettare una sega da parte sua. Mi stavo risparmiando per la notte.
Quando scoccarono le 4 del mattino, lasciammo che gli altri si recassero ognuno nelle proprie stanze. Anche tra di loro erano saliti momenti di pervadente tensione sessuale, probabilmente si sarebbero appartati ognuno con la propria ragazza a scopare in un qualche angolo dell'agriturismo.
Noi avevamo la nostra stanza isolata dalle altre. Un luogo perfetto che io e Caterina conoscevamo benissimo.
Ancor prima che entrassimo nella camera da letto, Valerio era ubriaco, seppur ancora lucido, ed era a ballare da solo nel giardino. Ci strinse le braccia attorno al collo e ci limonò uno per uno. Per scherzare affondò la testa nelle tette di Caterina, che lo prese a sé come una madre che allatta il figlio. Non stavo più resistendo: simulai una scopata anale prendendolo da dietro. Strisciai attraverso i pantaloni il mio cazzo sul suo culo.
Poiché traballava, dovevamo accompagnarlo come un peso morto su per le scale. Quella salita sfiancante non durò molto e presto ci trovammo nella nostra cameretta. Lo spogliammo e lui, sempre colto dal carattere giocoso che eravamo riusciti a tirare fuori, si mise in posa sul letto.
Io e Caterina ci guardammo: gli sguardi di chi era soddisfatto di esserci riuscito. Ci demmo ad un lungo e prolisso bacio, mentre Valerio tastava il suo cazzo per farlo indurire. Le strappai la tutina e le sue tette uscirono fuori spinte dalla forza elastica. Le afferrai, senza preoccuparmi di farle male, e succhiai i suoi carnosi capezzoli. Erano mie, tutte mie.
Aprì la zip dei pantaloni e il mio cazzo poteva sentire l'aria di sesso sfrenato che stava per intensificarsi nella stanza. Valerio era lì sul letto, inarcava le natiche con la mano aspettando un grosso e venoso treno che passasse nel suo piccolo e vergine buco del culo.
Ci immersi la punta, massaggiandogli la zona attorno. Caterina si appoggiò sul petto di Valerio, pronta a fargli un altro prodigioso pompino. Dovevo essere deciso nel scoparlo e, senza remore, infilai tutto l'uccello dentro il suo stretto culo. Orgasmò, un latrato che mi invogliò a spingere più forte. Caterina gli ingoiò il cazzo. Un frastuono orgiastico cominciò a prorompersi per la stanza: lei che schioccava la lingua lungo l'asta del pisello, io e Valerio che poco ci preoccupavamo di urlare e farci sentire da tutta le gente presente nel piano. Avrei voluto essere lui: il pisello dentro la bocca umida ed esperta di Caterina, il culo che sta per essere battezzato dalla sua prima sborrata.
Venimmo insieme. La bocca di Caterina ricolma di liquido biancastro, che non trovando molte vie di fuga le colò pure dal naso. Il culo di Valerio si stringeva come una morsa letale attorno al mio pisello, frattanto che le sue pareti venivano inondate da uno tsunami di spermini.
Ansimavamo ed eravamo madidi di sudore. Ci stringevamo l'uno all'altro, pelle contro pelle, cuori in cerca di conforto. Rimasi dentro il suo culo per mezz'ora, fermo, provando a sentire la sborra che gli colava dal culo.
Riprendemmo la nottata. Mentre mi sedetti in disparte guardai Valerio che stava per scopare con Caterina. Aspettava quel momento con morboso e accecante desiderio, i suoi occhi erano lucidi dalla gioia. Lei divaricò le gambe, con l'indice e il medio stimolò il clitoride per bagnarsi ed aspettare che una vagonata di sborra riempisse anche lei.
Valerio pareva dormire in piedi. L'eccessiva contentezza sembrava averlo paralizzato; poi partì al galoppo. Caterina accompagnò il destriero dalla cappella rosata nella sua figa e si unì al suo fantino. Valerio stringeva il culo, da cui ancora uscivano rivoli di sborra, abbracciando la goduriosa Caterina mentre le baciava il collo. Il rumore del cazzo che stava sfondando quella vergine figa rintronò nella mia testa per i mesi a venire. Mi masturbai, estasiato dal dipinto orgiastico che si profilava di fronte a me.
Valerio cacciò uno schiamazzo mentre le sborrava dentro. Caterina continuava a baciarlo in faccia e si mordeva il labbro inferiore, sorridente e appagata. Mosse l'indice verso il proprio nido d'amore e accumulò una goccia di sborra che assaggiò subito dopo.
Era il mio turno. Valerio prese il mio cazzo e lo usò per massaggiare la figa di Caterina. Compiaciuto, lo infilò subito lì dentro, senza darmi tempo di formulare le mie prime impressioni. Quell'accogliente antro si avvinghiò al mio cazzo, da tempo aspettava un ospite così riverito, da quando tra me e Caterina scattarono le prime intese d'amore. Le pareti erano state già scaldate e lubrificate dal cazzo di Valerio, tant'è che il mio pisello entrava ed usciva una meraviglia. Una lingua si avventurò nel mio culo, Valerio non voleva rimanere inoperoso. Sentì la sua vorace e ruvida bocca cercare di farsi spazio nel mio buco del culo. Una sensazione di indescrivibile estasi: sia davanti che dietro provavo piacere, un brivido mi scosse lungo la schiena e orgasmai, mentre il mio cazzo pulsava ed esplodeva in cascate di sborra bollente.
Era finita. Appagati e stanchi, sudati e innamorati. Dormimmo sullo stesso letto, ognuno avvinghiato a quell'altro come una grande famiglia. Ora potevo fare tutto con loro. Ogni mio feticcio, ogni mio desiderio più recondito, avrei potuto condividere tutto con loro.
Chiusi gli occhi e mi feci trasportate dal veliero dei sogni.
La mattina seguente mi svegliai con una faccia curiosa che mi guardava come se fossi un animale di una razza esotica esposta allo zoo. Valerio passava lo sguardo da lato a lato della mia faccia, serioso ma vivace
"Hai mai fatto sesso prima d'ora?" Mi chiese ancora un po' sopito. "Allora? Dopo quello che è successo stanotte tra di noi deve esserci piena onestà."
"No" risposi seccamente per poi continuare "Avevamo promesso di perdere la verginità insieme. Pensavamo di farlo con due ragazze, ma io volevo te."
Rimase silenzioso per lunghi attimi. Poi riprese.
"E allora con tua sorella?"
"Non abbiamo mai fatto sesso. Prima di oggi non ero mai entrato nella sua figa. Puoi chiedere anche a lei, è qui accanto d'altronde" Gli passai una mano sulla guancia. "Volevamo prepararci per farlo con te."
Il volto di Valerio venne ammantato da una placida sensualità.
"Puoi rifarlo?"
"Cosa?" Non capì sin da subito.
"Quella cosa con il tuo cazzo."
Sorrisi.
"Va bene, ma mi devi aiutare."
Mi feci spazio tra i due corpi, allargai le gambe per poterle piegare sopra di me. In quella posizione il cazzo moscio mi penzolava a meno di due centimetri di distanza dalla bocca.
"Ecco!" La mia voce era ovattata, avevo il diaframma schiacciato "Ora devi spingere da dietro."
Valerio eseguì l'ordine con zelo militare. Raggiunsi il glande prima con la lingua, al fine di prendere l'intero pisello in bocca, e poi lo divorai come una salsiccia cotta al barbecue. Non mi abituai mai alla sensazione di avere il mio stesso cazzo in gola. Sarà che da quella posizione il mondo pareva più confuso.
Valerio mi infilò un indice su per il culo, poi il medio e infine tutte e quattro le dita. Stavo sognando.
Si alzò in piedi sul letto, il suo cazzo era gonfio. Lo schiacciò verso il basso al fine di buttarmelo nel culo. Pensavo di essere io la figura dominante tra le due, ma non mi lamentai. Avere il suo pisello nell'ano era come mettersi una supposta da solo, ma il dolore venne colmato dal piacere.
Non resistetti più di cinque minuti e, mentre assaporavo nuovamente il sapore della mia sborra, Valerio si sfilò dal mio buchino e tinteggiò tutto il mio culo.
Talmente presi a provare la nostra nuova mossa da letto, non ci accorgemmo che Caterina ci stava osservando quasi annoiata, forse era solo stanca.
"Ho fame" Disse, senza lasciare troppi commenti. "Mi vesto e vado a fare colazione."
Valerio e io ci scambiammo un'occhiata d'intesa, per poi farci prendere da un leggero sghignazzo che presagiva nuove ed eccitanti avventure sotto le coperte.
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