La passione di Samantha

di
genere
dominazione

Ciao! Una nuova storia a cui tengo particolarmente, quindi spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate, come al solito, al mio indirizzo mail:

genio20002.genio20002@gmail.com

Inoltre ho aperto anche un profilo Instagram, che non penso userò molto, però il nickname è:
genio20002

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Mi presento, sono Samantha ho 22 anni e vivo nel nord Italia. Sono abbastanza alta, circa 175, seno prosperoso, fisico normale. Capelli neri e mossi. Sono appassionata di storie, in particolare storie erotiche. Da poco ho scoperto un sito su cui persone comuni scrivono delle proprio fantasie, e ne sono subito diventata un'assidua frequentatrice. Il mio genere preferito è solo ed esclusivamente uno, dominazione. Ma non del tipo bondage, mi piace qualcosa di più estremo. Mi fa bagnare il sentirmi un oggetto nelle mani di un uomo, sapere di aver perso Totalmente il controllo, e che lui di me potrebbe fare quello che vuole. Non l'ho mai provato nella realtà, soprattutto perché in realtà sono fidanzata.
Dopo mesi in cui però ho continuato a leggere storie, toccarmi nel letto vicino al mio fidanzato che dorme immaginando di venire usata dallo scrittore di turno, ho deciso che non mi basta più. Molti scrittori infatti lasciando le loro mail, così una notte con il cuore in fermento, e la fica un po' bagnata ho deciso di prender il coraggio a due mani, crearmi una mail falsa (cambiando anche il mio nome) e scrivere a uno di loro.

"Ciao,
sto leggendo appassionata i tuoi racconti, mi mancano diversi capitoli ma un po' alla volta appena riesco me li divoro.
Posso farti alcune domande?
Come nascono? Li vivi veramente o sono un misto realtà e finzione, oppure sono solo frutto di fantasie?
Da quanto scrivi?
Mi piacerebbe sapere di più, se ovviamente ti va di parlarne..
Grazie,
Franci"

La sera passa ma nessuna risposta. La mattina dopo sono quasi decisa a scrivergli di nuovo, ma finalmente sento la notifica di una mail. Il mio ragazzo a tavola mi guarda curioso, ma poi fa finta di niente pensando probabilmente si tratti di qualcosa di lavoro.
Appena uscita casa prendo in mano il telefono e apro la mail. È brutto dirlo ma sono già eccitata. Nella mail un ragazzo che scopro chiamarsi Filippo, si presenta e risponde con calma alle mie domande. Come nei racconti risulta calmo, sicuro di sé. Scandisce bene le parole, senza fretta.
Dopo una singola mail mi ha già conquistata, ma è l'ultima frase che mi asciuga la gola: "Ma ora tocca a me farti domande, cosa ti eccita maggiormente dei miei racconti?"
La mattina a lavoro passa molto lenta, in pausa pranzo poi la passo a cercare di rispondere alla mail, evitando quell'ultima domanda.
La sera poi quando arriva la sua risposta, capisce subito il mio tentativo di elusione e in pratica mi sento già spalle al muro, costretta a rispondere. Ma sotto sotto volevo finisse così, confesso quindi:

"Purtroppo ho questa sfortuna, eccitarmi per essere un oggetto di un'altra persona. Non so come poter superare questa cosa onestamente... è praticamente un'ossessione come scrivi tu nei tuoi racconti.
Che senso ha sapere tutte queste cose ora, non vorrai sapere un po' troppo?"

L'ultima frase l'ho messa solo per far sembrare che voglia fare andare le cose più piano. Nella realtà è l'esatto opposto. Le sue mail mi accendono come fuoco.
Nei giorni successivi si accende un intenso scambi di mail, appena ho un momento libero mi fondo a rispondergli, e immagino anche il contrario, lui mi parla delle sue fantasie, dei suoi racconti, le sue muse ispiratrici.
Io di mio mi apro e in poco gli rilevo tutto di me: "Ad esempio a me piacerebbe molto il concetto di esser disposta a tutto, ma allo stesso tempo non nego che mi fa molta ma molta paura... è come se fosse un vizio, come descrivi tu, pentirsi e aver paura ma allo stesso tempo ricascarci pur di provare piacere perché talmente grande e forte, mai provato prima..."

Questa situazione dura una settimana, poi Filippo si decide che vuole scrivermi senza il bisogno di usare l'indirizzo mail. Mi fa scaricare telegram e qui le cose si fanno più serie.
La prima sera mentre ci scriviamo me lo dice subito: "Voglio usarti"
Talmente inaspettato che quasi sobbalzo nel letto. Il mio ragazzo mi guarda stranito di nuovo ma ancora una volta sorrido e gli dico che non è niente. Si gira verso di me, mi dà un bacio e poi si gira dall'altro lato dicendomi: "Domani mattina devo svegliarmi presto per andare a lavoro, notte"
Dentro di me inconsciamente esulto. Ho finalmente il tempo di scrivergli.
Riprendo il telefono e al messaggio di Filippo rispondo: "Cioè?"
Filippo: "Mandami una tua foto"
Io: "Sono a letto con il mio ragazzo"
Filippo: "Pensi che mi interessi?"
Stringo le gambe tra loro per darmi sollievo e calmare quel fuoco che le sue risposte irrispettoso e così dominanti creano in me.
Io: "Ma non posso"
Filippo: "Vai in bagno"
So che non dovrei...
Eppure mi giro verso il mio ragazzo, vedo che dorme e allora mi alzo.
Mi faccio una foto allo specchio in pigiama, con il viso tagliato di modo che non mi si riconosca e la mando di modo che non si possa riprodurre più di una volta.
Filippo: "Pensi sia quello che voglio?"
Io: "Non posso sono fidanzata"
Lui come se non mi ascoltasse: "Togliti il pigiama"
Un ordine diretto, secco che non lascia spazio a dubbi. Vado verso la porta del bagno.
Chiudo a chiave, non si sa mai.
Io: "Sai che non posso"
Filippo: "E secondo te mi interessa?"
È assurdo, ha capito perfettamente cosa amo. Sentirmi un oggetto.
Di fronte a questa sua risposta rude, con mani tremanti mi tolgo maglia e pantaloncino, rimanendo in intimo. Faccio la foto e gliela mando di nuovo, visibile una singola volta.
Filippo: "È stato facile, sei proprio una troia"
La mia eccitazione cresce, gli chiedo: "Tu ti stai toccando?"
Filippo: "Certo, cosa pensi che ci faccia con quelle foto?"
Io: "Posso vedere?"
Filippo: "Se mi fai venire, e ti comporti bene forse"
Io: "Cosa devo fare ancora?"
Filippo: "Ottima domanda. Togli il reggiseno e fammi vedere"
Vedo che continua a scrivere e nell'esatto momento in cui sto per inviare: "Dai non posso"
Lui mi scrive: "Se mi dici che non puoi me ne vado"
Mi affretto subito a rispondere: "Nono scusa"
Non ricevo risposta, però è verde.
Mi affretto a togliere il reggiseno e gli mando una foto.
Passa un minuto senza sua risposta e penso che sia uscito.
In realtà poco dopo mi ordina: "Stai eseguendo bene. Togliti anche le mutande, siediti sul cesso, prendi una spazzola e inizia a masturbarti. Voglio un video"
Mi metto subito a fare come dice ma rispondo: "No un video no, questo non voglio"
Penso che se ne freghi "obbligandomi" a farlo comunque, ma in realtà mi dice: "Per ora, va bene una foto"
Sono bagnata fradicia, solo per avergli mandato delle foto.
Filippo per rincarare la dose aggiunge: "Intanto so che la prossima volta farai tutto come voglio io, sei troppo troia"
Mi capisce alla perfezione, questo messaggio mi fa raggiungere l'apice. Scatto la foto, e vengo.
Ancora appoggiata al cesso gli invio la foto.
Mentre immagino lui stia finendo di masturbarmi mi vesto e torno a letto dove il mio ragazzo sta dormendo beatamente, ma non sento nemmeno il senso di colpa da quanto è forte l'eccitazione.
Questo copione simile si continua a ripetere per un sacco molte sere, ma ogni volta strappa qualcosa di più.
All'inizio sono sempre le stesse foto, ma con anche il mio viso. Poi inizio a mandarle come vuole lui, quindi senza la visualizzazione singola, ma che rimangano nella chat. Così lui le può andare a rivedere.
Infine in maniera restia gli mando anche qualche video. Ma la cosa mi spaventa tanto quanto mi fa eccitare.
So che ogni volta da me ottiene tutto quello che vuole, e che farei anche di più. Sono totalmente assuefatta.
Come se non bastasse il sesso con il mio ragazzo è diventato così noioso e monotono, mentre mi scopa la mia testa corre a Filippo, a come sarebbe capace di usarmi. A come non gli fregherebbe nulla del mio piacere, ma solo del solo.
E quando lui viene io sono ancora a pensare ad un altro.
Un sabato pomeriggio poi Filippo mi scrive che ha voglia, però io sono in giro con il mio ragazzo, sa che non posso mandargli foto.
Inizia così a fare lo stronzo, non gli è mai interessato farmi venire, ora scrive tutte le cose eccitanti per farmi bagnare. E ci riesce benissimo. Sono in macchina con Ale (il mio ragazzo) dal lato passeggero, telefono in mano con la fica fradicia. Ipnotizzata dai suoi messaggi.
Sto quasi per venire a leggere i suoi messaggi, le sue fantasie. Ma poi smette, passa ad un tono serio: "Intanto lo so che se ti ordinassi di vederci, e ti dicessi che voglio scoparti, non ti faresti problemi a tradire il tuo ragazzo"
Io: "No, non lo farei"
Filippo: "Ma non dire stronzate, se fossimo insieme eseguiresti ogni mio ordine come un cagnolino ubbidiente"
Continua con: "Se ci beccassimo in una stazione, io appena sceso e tu li ad aspettarmi, saresti lì ferma in attesa che ti ordini cosa fare. Senza salutarti ti direi di seguirmi, ti porterei nel bagno della stazione, squallido, dove solo le vere puttane si fanno scopare. Ti farei entrare nel bagno degli uomini e senza degnarti di uno sguardo di più mi slaccerei i pantaloni, spingendoti in ginocchio, tirerei fuori il cazzo. So che avvicineresti la testa per prenderlo in bocca. A quel punto ti fotterei la bocca senza pietà, sino a venirti sui vestiti"
Mi tengo alla portiera, l'orgasmo sta per esplodere, ed esplode nel momento in cui gli rispondo: "Si lo farei..."
Vengo come mai prima d'ora, sento i pantaloni che si stanno bagnando, ma cerco di restare quantomeno ferma. In macchina con il mio ragazzo. E lui nemmeno se ne accorge.

Dopo quell'episodio per fortuna ho detto ad Ale che non mi sentivo bene e mi ha riaccompagnata a casa. Ma ormai per me era evidente una cosa, il mio desiderio di provare queste cose stava prendendo il sopravvento, le mie limitazioni iniziali erano state tutte vinte. Per provare ancora quelle sensazioni avrei fatto di tutto.
Non ho dovuto aspettare molto per il piano successivo del mio padrone. Un mercoledì sera mi scrive: "Sabato sei impegnata?"
Io: "No, il mio ragazzo è in trasferta per lavoro"
Filippo: "Allora prendi un biglietto del treno per Firenze, devi arrivare per le 10. Ora sabato hai da fare"
Io: "Cosa vuoi fare?"
Filippo: "Secondo te?"
Io: "Non lo so, devi dirmelo tu"
Filippo: "Allora rimarrai con il dubbio"
Il giorno dopo gli dico che arrivo alle 9:37, lui invece mi dice che devo indossare un abito. Per fortuna ne ho uno abbastanza estivo, che mi arriva un po' sopra le ginocchia. Estivo.
La mattina stessa una volta scesa mi scrive: "Vai al binario 6, sali sul treno regionale che parte alle 10:02, terza carrozza"
Corro. Quando entro dentro al vagone noto che ci sono un po' meno di una decina di persone. Nessuno fa caso a me, tranne lui, Filippo, seduto in fondo, nel posto verso il centro del vagone. Vicino a lui c'era il posto dal finestrino libero.
Mi avvicino, lui mi sorride, una via di mezzo tra un sorriso di benvenuto e uno furbo. Mi piace, è alto, con barba, moro con occhio scuri, e una carnagione abbronzata.
Quando gli sono vicino lo saluto: "Ciao"
Lui allarga il sorriso e mi lascia passare. Per sedermi vicino a lui.
Sto per chiedergli dove stiamo andando con questo treno, ma come aveva promesso non mi dà nemmeno il tempo di riordinare i pensieri che poggia una mano sul mio interno coscia. Le mie guance prendono subito colore, ma nonostante tutto la sensazione è quella che sia tutto normale, come dovrebbe essere.
Appena parte il treno si gira verso di me e dice: "Bello il vestito"
Arrossisco e dico: "Grazie"
Filippo: "Sei stata brava oppure hai indossato le mutande?"
Sono confusa: "Non mi hai detto di non metterle"
Filippo: "Allora devi darmele ora"
Io: "Non ci penso nemmeno"
Mi guarda senza più il sorriso di prima, sento che la sua mano si sposta più verso l'alto, e il suo tocco molto poco casto: "Lo sai che intanto è inutile dirmi di no, visto che poi fai tutto quello che ti dico"
E si ne sono conscia. Mi metto a osservare le altre persone nel vagone, nessuna è interessata a noi. Ma ancora tentenno.
La spinta decisiva me la dà lui: "O fai tutto quello che dico io, oppure me ne vado"
E mentre lo dice toglie la mano dalla mia gamba. Mi lascia una sensazione di vuoto che mi dà la spinta a eseguire il suo ordine. Cercando di non farmi vedere alzo leggermente il vestito, prendo l'orlo delle mutande e inizio ad abbassarle. Mi sa una fortissima sensazione di libertà ed eccitazione.
Una volta sfilate gliele porgo ma mi dice semplicemente di metterle nella mia borsa. Passa qualche minuto e mi dà un altro ordine: "Alza il vestito, voglio vederti la fica"
Poi quando vede che non so bene cosa fare aggiunge: "Puoi metterti la borsa sulle gambe se non vuoi farti vedere dagli altri"
E così faccio. Poi poco per volta alzo il vestito, lasciando solo a lui che è seduto vicino, la libertà di vedere la mia intimità.
Sono già fradicia. La consapevolezza che lui mi farà quello che vuole, mischiata al rischio che qualcuno ci veda, mi sta facendo impazzire.
Poi a darmi il colpo di grazia arriva lui. Con calma studiata mi poggia di nuovo la mano sulla gamba. Nemmeno lo guardo, la mia attenzione è tutta sulle altre persone nel vagone, attenta che nessuno veda.
Ma poi la sua mano si sposta diretta sulla mia fica. Sente i miei umori che gli infradiciano la mano. Con un dito segue il contorno delle grandi labbra, poi si ferma e con il pollice mi stimola il clitoride. Potrei tranquillamente venire ma lui mi ordina: "Puoi venire solo mentre sono io a scoparti"
Quindi trattengo tutto, anche quando prende coraggio e inizia a infilarmi dentro prima un dito, poi due.
Sono talmente bagnata che quando entra ed esce si sente come il rumore di una sorta di risucchio.
Se possibile in viso divento ancora più rossa. Non voglio sapere se qualcuno ci vede, mi piego verso il finestrino a guardare fuori, mentre le sue dita continuano questa tortura.
Sento che non riesco più a trattarmi. Stringo le mie gambe sulla sua mano ma all'improvviso smette.
Ho la testa ancora in ebollizione, sento che si alza e nel mentre dice qualcosa che non capisco, una volta in piedi mi guarda serio e mi ripete: "Seguimi cazzo"
Abbasso il vestito e cerco di sistemarmi, in fretta mi alzo e lo seguo. Ovviamente so che vuole andare in bagno, ma non mi importa, voglio solo il mio orgasmo. Voglio solo che faccia come dice, usarmi.
Arrivati davanti al bagno è occupato, aspettiamo 30 secondi ed esce una signora. Senza aspettare nemmeno che sia totalmente uscita Filippo mi spinge dentro, e mi segue. Vedo un'occhiata di disapprovazione della signora ma poco mi importa. Chiude la porta con la serratura, faccio per girarmi ma non ne ho il tempo.
Mi prende per i capelli, penso voglia che gli succhi il cazzo invece mi tiene girata di spalle, mi spinge verso il lavandino e schiaccia il mio viso sullo specchio. Con l'altra mano si sgancia i jeans, poi mi alza ancora il vestito.
Non faccio in tempo a sentire la sua punta sulla mia apertura che è già dentro. Il fatto di sentirmi tutto fuorché comoda, piegata sul lavandino con il viso premuto sullo specchio mi fa sentire così sporca, così troia. E lo sto amando.
Lui è un toro, tutta la sua eccitazione cresciuta dentro il vagone la sta scaricando su di me. Sono talmente bagnata che la mia fica fa rumori osceni, ma non mi interessa, nemmeno me ne accorgo. È l'apice di eccitazione più alto mai raggiunto.
Duriamo entrambi molto poco. Non resisto più è inizio a venire mentre ancora mi penetra, ma a lui sembra non importare.
Mentre continuo a muovermi sotto di lui, per gli spasmi del mio orgasmo, lui finalmente sta per venire. Mi toglie la mano che teneva ferma la testa, mi alza ancora di più il vestito e mi sborra sul culo e sulla schiena. Sento fiotti caldi ovunque. Mi guardo intorno e vedo che non c'è nemmeno la carta igienica, e io mi sono dimenticata dei fazzoletti.
Lui si disinteressa quindi provo a pulirmi solo con le dita. Ovviamente vista la scomodità rimango sporca con delle chiazze di sborra, che lui non accenna ad aiutarmi a pulire, anzi una volta pronto apre la porta per uscire e sono costretta a seguirlo. Pur non essendo ancora pulita.
Se questo è l'inizio.
scritto il
2025-07-26
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