La passione di Samantha 2
di
genio20002
genere
dominazione
Ciao, prossima settima uscirà il terzo e ultimo capito della storia. Come al solito se volete commentare
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L'episodio del treno non è stato l'unico di quella giornata. Ovviamente mi ha prenotata per tutto il giorno, quindi stiamo insieme sino alla sera, con lui che fa e mi fa fare tutto quello che vuole.
Ale invece non mi passa per la testa nemmeno per un minuto. La presenza del mio padrone è come una droga, mi fa vivere come se stessi volando, costantemente umida e in attesa che mi ordini cosa fare.
Scendendo dal treno sento il vestito che si appiccica leggermente alla mia schiena dove non sono riuscita a pulirmi bene. Da un lato vorrei che non si vedesse niente per evitare questa umiliazione. Dall'altro questa consapevolezza mi rende veramente eccitata.
La mattina procede come se nulla fosse. Facciamo un giro a Pisa (il treno che abbiamo preso portava li) chiacchieriamo il giusto. Lui rimane abbastanza distaccato, come se la mia presenza fosse solo di ornamento, come se questa parte di normalità tra me e lui non gli interessasse minimamente. E così infatti probabilmente è.
Tarda mattinata entriamo in un centro commerciale. E qui lui riprende a giocare.
Entriamo in un negozio di abbigliamento femminile, ma il mio cervello inizialmente non ci vede niente di male.
Mi insospettisco quando raccoglie due vestiti molto corti, da discoteca e molto evidenti. Ma il mio sospetto diventa certezza quando si dirige verso il reparto intimo. Mi squadra un attimo da testa a piedi e va per due completi di pizzo, molto trasparenti, che lascerebbero molto poco all'immaginazione.
Quando si dirige verso i camerini il mio cervello capisce che forse vuole scoparmi, in un centro commerciale, con solo una tenda a dividerci dalle altre persone. E da malata quale sono, mi inizio a bagnare.
Il tragitto sino al camerino sembra infinito. Sceglie il secondo sulla destra. Appena entrati mi dice, senza giri di parole: "Togliti il vestito"
Mentre mi sto spogliando lui appende i vestiti presi nel negozio all'appendiabiti e mi guarda.
Rimango solo con il reggiseno visto che me l'ha lasciato, ma poi aggiunge: "Via anche quello"
Il mio sguardo va verso la tendina del camerino come ad assicurarmi che sia veramente chiusa, poi prendo il gancetto e lo slaccio.
Sono veramente eccitata, voglio che mi ordini qualcosa, di fargli un pompino, di masturbarmi davanti a lui, qualsiasi cosa. E ne ho paura.
Ma lui rimane ad osservarmi. Poi si alza, prende il completo apparentemente più piccolo e mi dice: "Provati questo"
Lo prendo in mano, e un completo rosso di pizzo. E mi rendo conto che è veramente trasparente. Sin da subito mi accorgo che è estremamente striminzito, assolutamente non della mia taglia. Ma lui mi guarda con un luccichio negli occhi che non capisco.
Filippo: "Vedi ora inizia il gioco"
Visto come si è acceso il suo sguardo mi viene quasi da tremare.
Filippo: "Visto che ti sta troppo piccolo ora chiamerai il commesso qui fuori e gli chiederai se secondo lui ti sta piccolo. Ti risponderà ovviamente di si, e gli chiederai se te ne prende uno di una taglia più grande. E visto che sei così imbranata, non riuscirai a chiudere il reggiseno ti farai dare una mano da lui"
Io sono quasi scioccata. Ma la prima cosa che mi viene in mente: "Ma tu sei qui, non puoi nasconderti"
Filippo: "Ora uscirò, e mi mettere nel camerino affianco, così sentirò tutto."
Visto che continuo a guardarlo, aggiunge: "Non fare quella faccia, so benissimo che dentro di te stai colando"
Ed è vero.
Senzaa aggiungere altro esce dal camerino.
Rimango a pensarci un po', ma intanto so di doverlo fare.
Apro leggermente la tenda e mi giro verso la specie di tavolino su cui un commesso di circa 19 anni, sta sistemando i vestiti delle persone che escono dai camerini. Agito la mano per farmi notare e quando mi nota gli chiedo: "Scusa riusciresti a darmi una mano?"
Si avvicina con passo svelto, sovrappensiero come se fosse una delle tante noiosi interruzioni dal suo noioso lavoro.
Ma quando arriva dalla tenda ho tutta la sua attenzione.
Io: "Scusa ho preso questo completo, ma ho paura che mi stia un po' piccolo, cosa ne pensi?"
Il suo sguardo è molto invadente, si ferma a osservarmi molto più del dovuto, si umetta le labbra e mi dice: "Si effettivamente è un po' piccolo, vuoi che ti porti una taglia più grande?"
Rispondo affermativamente, ma quando sto per girarmi aggiunge: "Dopo mi serve che mi passi questo che indossi adesso, così lo metto a posto"
Io: "Quando torni te lo passo"
Chiude la tenda e io riprendo a respirare. Mi sento sporca dentro, so di fare qualcosa di moralmente sbagliato, ma è così fottutamente eccitante. Cerco di calmarmi, mi levo questo completino e mi accorgo che le mutande sono un po' bagnate dai miei umori. Cerco di asciugarle come posso, ma rimangono comunque un po' umide. Devo sperare non se ne accorga. Dal camerino affianco, dove si è messo Filippo per ascoltarmi, arriva un bigliettino. Lo raccolgo da terra e leggo: "Sii servizievole e forse dopo riceverai una ricompensa da me"
Lo accartoccio e rimango nuda ad aspettare. Dopo due minuti il ragazzo ritorna. Da fuori senza aprire la tenda mi dice: "Eccomi"
Io allora apro leggermente, prendo il completo nuovo e gli do indietro quello che sino a poco fa stavo indossando. Noto che i suoi occhi si soffermano sul mio corpo nudo leggermente nascosto, ma comunque visibile ai suoi occhi.
Leggo eccitazione sul suo volto, cosa che mi accende ancora di più.
Chiudo lo spiraglio, tiro un sospiro e mi infilo le mutande. Come da ordini indosso anche il reggiseno senza chiuderlo, per dover chiedere aiuto al ragazzo. Mi faccio coraggio e ancora una volta apro la tendina e guardo nella sua direzione, noto che ha ancora in mano il mio vecchio completo. Per attirare la sua attenzione dico: "Scusa...."
Alza lo sguardo, noto una certa curiosità e si avvicina per la terza volta.
Appena mi arriva davanti chiede: "Ti serve ancora qualcosa?"
Io: "Si in effetti non riesco ad allacciare il reggiseno, non è che riusciti a darmi una mano?"
Io entro dentro lo spogliatoio e lascio spazio perché mi segua. Mi giro verso lo specchio che è su tutto il muro, dandogli le spalle. Lui si ferma dietro di me, all'inizii guardandomi in viso tramite lo specchio, poi abbassando lo sguardo sulla mia schiena, e forse anche più giù. Si avvicina dietro di me lasciando molto meno spazio del necessario. Vista poi che mi dà almeno 20 centimetri in altezza quando alza lo sguardo sullo specchio ha una libera visione del mio corpo, e sono sicura che veda i miei capezzoli diventare turgidi.
Il reggiseno trasparente non aiuta.
Prende il gancetto, ma dice: "Ho sentito le mutandine che mi hai dato, erano molto bagnate, come mai?"
Divento tutta rossa e inizio a balbettare una frase il cui senso era qualcosa tipo: "Mi è caduta dell'acqua"
Ma lui ha sentito l'odore di preda e quindi continua: "Eppure dall'odore sembrava proprio la tua eccitazione"
Questa volta non rispondo, quindi continua: "In più sulla schiena noto che oggi ti sei già divertita con qualcuno, ti sono rimaste chiazze di sborra"
Questa sua rivelazione mi fa sentire ancora più umiliata. Ma continua come un rullo compressore: "Visto che evidentemente sei già stata scopata nella figa oggi, la tua bocca ha ricevuto la stessa sorte?"
Alzo lo sguardo sullo specchio, vedo che mi sta osservando dritto negli occhi. Vedo quanto il mio viso è rosso per l'umiliazione ma riesco a fare un cenno di no com il viso. Le sue mani lasciano i gancetti del reggiseno slacciato e si poggiano sulle mie spalle. Fa pressione e capisco che vuole che mi inginocchi. Sempre guardandolo dritto negli occhi tramite lo specchio eseguo la sua volontà. Mi fa poi girare verso di lui, si slaccia i pantaloni neri da lavoro, le mutande e mi ritrovo davanti un cazzo duro come marmo.
Vedo che allunga le mani per iniziare a farmi succhiare ma lo anticipo.
La voglia esplode dentro di me e mi attacco a quel pezzo di cane come se fosse la mia unica salvezza. Inizio quello che lui definirà come un pompino con i fiocchi. Faccio avanti e indietro sulla sua asta come se la mia sopravvivenza dipendesse da quello, infilo il suo glande in gola. Sento la saliva colare agli angoli della mia bocca. Alzo lo sguardo e lui non sta osservando direttamente me, sta osservando nello specchio una ragazza assatanata, che sembra volergli succhiare via l'anima direttamente dal cazzo.
Ad un certo punto mi stacco e inizio a succhiargli le palle, ma il suo cazzo non lo lascio libero, con la mano destra inizio a segarlo. Poi riprendo con la bocca. Saranno passati forse 5 minuti da quando ho iniziato ma con il ritmo forsennato che ho imposto sento che sta per venire.
Ma non mi stacco, continuo a pompare con la bocca sino a quando non mi esplode sulla lingua la sua sborra calda.
E quando finisce passo la lingua sulla sua punta per pulirlo.
Lui mi fissa ancora in trnace per essere venuto, mente riprende fiato mi dice: "Non ho mai incontrato una puttana come te"
Sono ancora in ginocchio ma questo commento mi fa vibrare tutta.
Prima di uscire mi dice: "Togliti il reggiseno, voglio vedere le tette bene"
Mi alzo e faccio come chiesto. Ho ancora i capezzoli turgidi e lui senza chiedere il permesso ci si avventa con la bocca e inizia a turturarmelo. Mi parte un gemito che si interrompe subito, quando lui si stacca e senza nemmeno girarsi esce dal camerino lasciandomi sola e assolutamente non soddisfatta.
Ma quello che non sapevo è che il peggio doveva ancora arrivare.
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L'episodio del treno non è stato l'unico di quella giornata. Ovviamente mi ha prenotata per tutto il giorno, quindi stiamo insieme sino alla sera, con lui che fa e mi fa fare tutto quello che vuole.
Ale invece non mi passa per la testa nemmeno per un minuto. La presenza del mio padrone è come una droga, mi fa vivere come se stessi volando, costantemente umida e in attesa che mi ordini cosa fare.
Scendendo dal treno sento il vestito che si appiccica leggermente alla mia schiena dove non sono riuscita a pulirmi bene. Da un lato vorrei che non si vedesse niente per evitare questa umiliazione. Dall'altro questa consapevolezza mi rende veramente eccitata.
La mattina procede come se nulla fosse. Facciamo un giro a Pisa (il treno che abbiamo preso portava li) chiacchieriamo il giusto. Lui rimane abbastanza distaccato, come se la mia presenza fosse solo di ornamento, come se questa parte di normalità tra me e lui non gli interessasse minimamente. E così infatti probabilmente è.
Tarda mattinata entriamo in un centro commerciale. E qui lui riprende a giocare.
Entriamo in un negozio di abbigliamento femminile, ma il mio cervello inizialmente non ci vede niente di male.
Mi insospettisco quando raccoglie due vestiti molto corti, da discoteca e molto evidenti. Ma il mio sospetto diventa certezza quando si dirige verso il reparto intimo. Mi squadra un attimo da testa a piedi e va per due completi di pizzo, molto trasparenti, che lascerebbero molto poco all'immaginazione.
Quando si dirige verso i camerini il mio cervello capisce che forse vuole scoparmi, in un centro commerciale, con solo una tenda a dividerci dalle altre persone. E da malata quale sono, mi inizio a bagnare.
Il tragitto sino al camerino sembra infinito. Sceglie il secondo sulla destra. Appena entrati mi dice, senza giri di parole: "Togliti il vestito"
Mentre mi sto spogliando lui appende i vestiti presi nel negozio all'appendiabiti e mi guarda.
Rimango solo con il reggiseno visto che me l'ha lasciato, ma poi aggiunge: "Via anche quello"
Il mio sguardo va verso la tendina del camerino come ad assicurarmi che sia veramente chiusa, poi prendo il gancetto e lo slaccio.
Sono veramente eccitata, voglio che mi ordini qualcosa, di fargli un pompino, di masturbarmi davanti a lui, qualsiasi cosa. E ne ho paura.
Ma lui rimane ad osservarmi. Poi si alza, prende il completo apparentemente più piccolo e mi dice: "Provati questo"
Lo prendo in mano, e un completo rosso di pizzo. E mi rendo conto che è veramente trasparente. Sin da subito mi accorgo che è estremamente striminzito, assolutamente non della mia taglia. Ma lui mi guarda con un luccichio negli occhi che non capisco.
Filippo: "Vedi ora inizia il gioco"
Visto come si è acceso il suo sguardo mi viene quasi da tremare.
Filippo: "Visto che ti sta troppo piccolo ora chiamerai il commesso qui fuori e gli chiederai se secondo lui ti sta piccolo. Ti risponderà ovviamente di si, e gli chiederai se te ne prende uno di una taglia più grande. E visto che sei così imbranata, non riuscirai a chiudere il reggiseno ti farai dare una mano da lui"
Io sono quasi scioccata. Ma la prima cosa che mi viene in mente: "Ma tu sei qui, non puoi nasconderti"
Filippo: "Ora uscirò, e mi mettere nel camerino affianco, così sentirò tutto."
Visto che continuo a guardarlo, aggiunge: "Non fare quella faccia, so benissimo che dentro di te stai colando"
Ed è vero.
Senzaa aggiungere altro esce dal camerino.
Rimango a pensarci un po', ma intanto so di doverlo fare.
Apro leggermente la tenda e mi giro verso la specie di tavolino su cui un commesso di circa 19 anni, sta sistemando i vestiti delle persone che escono dai camerini. Agito la mano per farmi notare e quando mi nota gli chiedo: "Scusa riusciresti a darmi una mano?"
Si avvicina con passo svelto, sovrappensiero come se fosse una delle tante noiosi interruzioni dal suo noioso lavoro.
Ma quando arriva dalla tenda ho tutta la sua attenzione.
Io: "Scusa ho preso questo completo, ma ho paura che mi stia un po' piccolo, cosa ne pensi?"
Il suo sguardo è molto invadente, si ferma a osservarmi molto più del dovuto, si umetta le labbra e mi dice: "Si effettivamente è un po' piccolo, vuoi che ti porti una taglia più grande?"
Rispondo affermativamente, ma quando sto per girarmi aggiunge: "Dopo mi serve che mi passi questo che indossi adesso, così lo metto a posto"
Io: "Quando torni te lo passo"
Chiude la tenda e io riprendo a respirare. Mi sento sporca dentro, so di fare qualcosa di moralmente sbagliato, ma è così fottutamente eccitante. Cerco di calmarmi, mi levo questo completino e mi accorgo che le mutande sono un po' bagnate dai miei umori. Cerco di asciugarle come posso, ma rimangono comunque un po' umide. Devo sperare non se ne accorga. Dal camerino affianco, dove si è messo Filippo per ascoltarmi, arriva un bigliettino. Lo raccolgo da terra e leggo: "Sii servizievole e forse dopo riceverai una ricompensa da me"
Lo accartoccio e rimango nuda ad aspettare. Dopo due minuti il ragazzo ritorna. Da fuori senza aprire la tenda mi dice: "Eccomi"
Io allora apro leggermente, prendo il completo nuovo e gli do indietro quello che sino a poco fa stavo indossando. Noto che i suoi occhi si soffermano sul mio corpo nudo leggermente nascosto, ma comunque visibile ai suoi occhi.
Leggo eccitazione sul suo volto, cosa che mi accende ancora di più.
Chiudo lo spiraglio, tiro un sospiro e mi infilo le mutande. Come da ordini indosso anche il reggiseno senza chiuderlo, per dover chiedere aiuto al ragazzo. Mi faccio coraggio e ancora una volta apro la tendina e guardo nella sua direzione, noto che ha ancora in mano il mio vecchio completo. Per attirare la sua attenzione dico: "Scusa...."
Alza lo sguardo, noto una certa curiosità e si avvicina per la terza volta.
Appena mi arriva davanti chiede: "Ti serve ancora qualcosa?"
Io: "Si in effetti non riesco ad allacciare il reggiseno, non è che riusciti a darmi una mano?"
Io entro dentro lo spogliatoio e lascio spazio perché mi segua. Mi giro verso lo specchio che è su tutto il muro, dandogli le spalle. Lui si ferma dietro di me, all'inizii guardandomi in viso tramite lo specchio, poi abbassando lo sguardo sulla mia schiena, e forse anche più giù. Si avvicina dietro di me lasciando molto meno spazio del necessario. Vista poi che mi dà almeno 20 centimetri in altezza quando alza lo sguardo sullo specchio ha una libera visione del mio corpo, e sono sicura che veda i miei capezzoli diventare turgidi.
Il reggiseno trasparente non aiuta.
Prende il gancetto, ma dice: "Ho sentito le mutandine che mi hai dato, erano molto bagnate, come mai?"
Divento tutta rossa e inizio a balbettare una frase il cui senso era qualcosa tipo: "Mi è caduta dell'acqua"
Ma lui ha sentito l'odore di preda e quindi continua: "Eppure dall'odore sembrava proprio la tua eccitazione"
Questa volta non rispondo, quindi continua: "In più sulla schiena noto che oggi ti sei già divertita con qualcuno, ti sono rimaste chiazze di sborra"
Questa sua rivelazione mi fa sentire ancora più umiliata. Ma continua come un rullo compressore: "Visto che evidentemente sei già stata scopata nella figa oggi, la tua bocca ha ricevuto la stessa sorte?"
Alzo lo sguardo sullo specchio, vedo che mi sta osservando dritto negli occhi. Vedo quanto il mio viso è rosso per l'umiliazione ma riesco a fare un cenno di no com il viso. Le sue mani lasciano i gancetti del reggiseno slacciato e si poggiano sulle mie spalle. Fa pressione e capisco che vuole che mi inginocchi. Sempre guardandolo dritto negli occhi tramite lo specchio eseguo la sua volontà. Mi fa poi girare verso di lui, si slaccia i pantaloni neri da lavoro, le mutande e mi ritrovo davanti un cazzo duro come marmo.
Vedo che allunga le mani per iniziare a farmi succhiare ma lo anticipo.
La voglia esplode dentro di me e mi attacco a quel pezzo di cane come se fosse la mia unica salvezza. Inizio quello che lui definirà come un pompino con i fiocchi. Faccio avanti e indietro sulla sua asta come se la mia sopravvivenza dipendesse da quello, infilo il suo glande in gola. Sento la saliva colare agli angoli della mia bocca. Alzo lo sguardo e lui non sta osservando direttamente me, sta osservando nello specchio una ragazza assatanata, che sembra volergli succhiare via l'anima direttamente dal cazzo.
Ad un certo punto mi stacco e inizio a succhiargli le palle, ma il suo cazzo non lo lascio libero, con la mano destra inizio a segarlo. Poi riprendo con la bocca. Saranno passati forse 5 minuti da quando ho iniziato ma con il ritmo forsennato che ho imposto sento che sta per venire.
Ma non mi stacco, continuo a pompare con la bocca sino a quando non mi esplode sulla lingua la sua sborra calda.
E quando finisce passo la lingua sulla sua punta per pulirlo.
Lui mi fissa ancora in trnace per essere venuto, mente riprende fiato mi dice: "Non ho mai incontrato una puttana come te"
Sono ancora in ginocchio ma questo commento mi fa vibrare tutta.
Prima di uscire mi dice: "Togliti il reggiseno, voglio vedere le tette bene"
Mi alzo e faccio come chiesto. Ho ancora i capezzoli turgidi e lui senza chiedere il permesso ci si avventa con la bocca e inizia a turturarmelo. Mi parte un gemito che si interrompe subito, quando lui si stacca e senza nemmeno girarsi esce dal camerino lasciandomi sola e assolutamente non soddisfatta.
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