Estate a Corfù 3

di
genere
dominazione

Buonasera, ieri insieme al capitolo 2 avevo caricato anche il 3, ma non so come mai è sparito. In ogni caso come al solito la mia mail è:

genio20002.genio20002@gmail.com

Buona lettura
*****
Neanche a dirlo, per quella sera fu solo l'inizio.
Una volta soddisfatto Andrea ci guarda tutte e tre dall'alto in basso, con uno sguardo che non lasciava presagire niente di buono.
Veronica ha il vantaggio di essere vestita, e comunque non faceva parte della sfida, quindi ancora un po' rintontina per la situazione si alza e prende un fazzoletto per pulirsi il viso. Andrea non le dice nulla.
Io e Marta rimaniamo lì, ancora in ginocchio al buio, con lui davanti che si sistema. So di aver perso ma attendo il suo responso.
Andrea: "Marta se vuoi puoi vestirti"
Ancora un po' tremante dell'orgasmo si alza e inizia a mettersi il vestito. Dopo si avvicina a Veronica. Sono rimasta solo io in ginocchio, ancora nuda, e Andrea non dice nulla, rimane così ad osservarmi.
Dopo quelli che sembrano secoli: "Hai perso..."
È una semplice constatazione, ma mi asciuga la bocca, balbettando rispondo: "Lo so"
Andrea finalmente distoglie lo sguardo da me e mi dice: "Puoi vestirti, ma devi darmi sia mutande che reggiseno, li tengo io"
Mi alzo, prendo un fazzoletto che mi passa Veronica per pulirmi di tutta la sborra che mi è arrivata addosso, ma Andrea fa: "Cosa stai facendo? Chi ti ha detto che puoi pulirti?"
Lo guardo con occhi sgranati: "Ma il vestito si sporca, poi si vede"
Andrea: "E a me cosa interessa, fai come ti ho detto"
E così eseguo. Mi tolgo definitivamente le mutande e gliele passo insieme al mio reggiseno a fascia, poi facendo molta attenzione mi rimetto il vestito. Per fortuna alcune chiazze si sono già asciugate e quindi non si notano molto. Viceversa però altre, soprattutto sul bordo del vestito, vicino a metà coscia, è ancora molto fresca, quindi macchia l'orlo.
Non so dire se da fuori sembri una macchia di sborra o altro, di certo si nota.
Andrea prende le mie mutande e reggiseno e li mette in tasca, così ci avviamo veramente verso la discoteca.
Sono ormai le 2 e il tragitto, tranne qualche parolina, lo passiamo tutto in silenzio, in un misto di attesa e eccitazione.
Quando arriviamo davanti alla discoteca sento Andrea parlare con qualcuno al telefono, che presumo siano i suoi amici, e mi pare di capire che lo stiano aspettando dentro. Nonostante l'ora tarda c'è ancora un sacco coda fuori, quindi abbiamo una buona mezz'ora d'attesa.
Poco dopo di noi in coda arrivano un gruppo di ragazzi, anche loro italiani (piccola nota dell'autore: strano a Corfù d'estate sono tutti italiani) visibilmente ubriachi. Dall'accento si capisce che vengono da Roma. Uno in particolare sembra essersi interessato al nostro piccolo gruppetto, ma soprattutto a me.
X: "Dolcezza hai il vestito un po' sporco"
Vorrei sotterrarmi. Non è nemmeno un ragazzo particolarmente attraente, fisico normale, anzi un po' di pancetta, barba non molto curata, e capelli di lunghezza media scuri.
Io: "Grazie ma non sono affari tuoi"
Si gira verso i suoi amici e dopo aver detto una frase in romano stretto che non riesco a capire, si mettono a ridere. Un punto a loro favore però è l'accento, quello romano sembra irresistibile.
Comunque la situazione mi sta innervosendo: "Cosa avete da ridere eh?"
Il ragazzo poggia la mano sulla mia spalla e dice: "Niente eravamo solo curiosi..."
Infastidita dal suo tocco lo allontano con la mano libera, i suoi amici reagiscono con fischi e frasi del tipo: "Uaa bel caratterino questa"
X: "Comunque piacere mi chiamo Marco"
Io: "Vorrei poter dire la stessa cosa"
Non so che mi prenda per rispondere così acida ma evidentemente sto al loro gioco visto che scoppiano di nuovo tutti a ridere.
Dopo questo siparietto noto che Andrea mi sta osservando, mi dice: "Mhhh non ti sei comportata in maniera gentile"
Io: "Si non mi piace"
Andrea: "Perché se ti fosse piaciuto saresti stata più gentile?"
Lo guardo con aria infastidita, ma poi mi ricordo che stasera sono nelle sue mani, anzi per la precisione nelle loro, visto che ho perso.
Quando faccio per rispondere, lui mi anticipa: "Fortunatamente stasera ci pensiamo noi a farti comportare a modo, vero ragazze?"
Ovviamente Marta e Veronica fanno cenni di assenso, ma questa volta non con lo sguardo intimorito. Sembra qualsi che gli piaccia essere parte di questo gioco, dall'altro lato.
Ancora una volta faccio per rispondere ma vengo anticipata di nuovo: "Direi che ti devi andare a scusare"
Io: "Non ci penso nemmeno"
Andrea senza nemmeno parlare mi lascia un'occhiata gelida che vale molto più di mille parole. Poi aggiunge: "Stai attenta che stasera tu non hai possibilità di scegliere"
E ne sono fottutamente consapevole, quindi dico: "Si scusa hai ragione"
Andrea: "Direi che un modo carino per farti perdonare è regalare al tuo nuovo amico... A proposito come si chiama?"
Io: "Marco"
Andrea: "Giusto Marco. Direi che puoi regalare al tuo amico Marco le tue mutande ancora bagnate"
Non ho nemmeno il tempo per processare le sue parole che le tira fuori dalla tasca. Come un fulmine le prendo quasi strappandogliele di mano.
Faccio per protestare ma capisco che non ci sono alternative, soprattutto quando vedo lo sguardo di Marta e Veronica, totalmente d'accordo con lui.
Chiedo: "Posso almeno farlo dopo, non davanti a tutti?"
Andrea: "Hai tempo sino a quando non entriamo"
Da quel momento in avanti Marco però smette di cercare di approcciare, quindi non si presenta nemmeno l'occasione. Per fortuna però subito dopo aver passato il buttafuori, il suo gruppo di amici viene bloccato fuori, perché la discoteca è troppi piena, mentre lui è già passato.
Lui infatti si gira verso il buttafuori che però non spiaccica mezza parola di italiano, e infatti non riesce a convincerlo. Rimane d'accordo con i suoi amici di vedersi dentro.
Mentre siamo ancora nel corridoio, davanti ai bagni mi fermo, mi faccio coraggio, vedo che le Andrea e le mie amiche mi guardano con un ghigno di eccitazione, per gustarsi la scena.
Aspetto che mi passi affianco e lo blocco: "Marco scusami per come mi sono comportata prima, sono stata molto maleducata"
È una sensazione strana, la consapevolezza di fare qualcosa che è sbagliato e umiliante, ma provare una così forte eccitazione nel farlo.
Marco: "Ahahah ma figurati, però sei in debito con me, come ti chiami?"
Io: "Allora piacere mio, mi chiamo Sofia. Volevo però farmi perdonare per prima"
Provo a fare un sorriso provocante, ma vista l'eccitazione, e anche l'ansia per quello che devo e sto per fare, penso sia uscito più una smorfia.
Lui infatti non capisce. Però poco per volta tiro avanti la mia mano destra, prendo la sua mano, e con la sinistra gli passo in mano le mie mutandine. Il tutto ovviamente con un pugno chiusissimo per evitare che le persone vedano.
Lui all'inizio non capisce, poi apre la mano e rimane quasi shockato. Alza poi lo sguardo verso di me e sono sicura che mi veda rossa.
Mi fa un sorriso e dice: "Mhh grazie, molto apprezzato, sento che sono già belle bagnate"
Non riesco a rispondere da quanto sono rintontita.
Mi fa l'occhiolino e aggiunge: "Devo andare un attimo in bagno"
Continua a osservarmi, poi si allontana.
So che ha lasciato inteso che vuole che lo segua, ma in fondo il mio l'ho fatto.
Vado verso il mio gruppetto e Andrea mi chiede: "Come è stato?"
In 2 minuti raccomanto tutto, compreso il finale.
Andrea: "E comportarti in maniera così sfacciata ti ha fatto eccitare?"
Sto per rispondere senza pensarci di no, pero ò poi mi rendo conto che è una palla, effettivamente mi ha eccitato comportarmi così.
Quindi rispondo semplicemente: "Si"
Andrea: "Quindi vuoi andare a finire con lui?"
In realtà non saprei, so solo che sono eccitata, e mi va bene tutto.
Io: "Io... Si, cioè..."
Sembra che mi stia arrampicando sugli specchi, infatti Andrea mi interrompe e dice: "E allora cosa ci fai qui, seguilo"
Queste parole mi danno una scarica di elettricità, come quando vuoi fare qualcosa e hai il via libera per farlo, quindi ti senti meno in colpa.
Mi giro e mi avvicino verso il bagno degli uomini. Ci sono due ragazzi in coda che mi guardano confusi, ma io entro comunque. Ci sono 3 bagni a mo di bagni pubblici da serie TV americana, con lo spazio sotto e sopra.
Ovviamente non so in quale sia quindi, nuovamente un po' imbarazzata chiedo: "Marco...?"
La seconda porta dopo qualche secondo si apre e vedo la sua faccia, lascia la porta aperta ed entro. Prima di chiudere vedo i due ragazzi in coda fuori con un sorriso fissarmi.
Me ne frego, Marco mi dice subito: "Pensavo non mi avresti più raggiunto"
Abbasso lo sguardo in quella micro stanza con il solo cesso e vedo il suo cazzo di fuori già duro. In mano le mie mutandine.
Mi ritrovo tra la porta e lui. Visto che mi vede immobile prende l'iniziativa, senza romanticismo ne niente mi appoggia le mani sulle spalle per farmi abbassare davanti a lui.
Mi fa un po' schifo poggiare le ginocchia per terra quindi mi abbasso e mi poggio sui talloni, non una posizione comodissima.
Ma lui è super eccitato, mi prende la testa e la porta subito verso la sua erezione. Lo prendo in bocca e inizio a lavorare di lingua, sento che gli piace visto che gli sta diventando sempre più duro. Alzo gli occhi e lo vedo che annusa le mie mutande.
Poco per volta poi sento anche la mia eccitazione crescere, diventanto sempre più umida lì sotto.
Marco però non da sensazione di voler cambiare posizione, di volermi scopare. Continua a usare la mia bocca.
Dopo un po' le sua mani si fanno più insistenti, spingono la mia bocca più a fondo, sento il suo cazzo quasi in gola. Mentre sto riprendendo fiato alzo lo sguardo, mi accorgo che in alto, da sopra la barriera che divide dagli altri bagni, c'è un telefono con il flash acceso che sta riprendendo la scena.
Vorrei staccarmi ma Marco non se ne accorge, anzi, le sua mani si fanno ancora più insistenti, mi preme con forza sul suo cazzo sino a quando ho la punta del glande che mi tocca la gola. Mi viene l'istinto di vomitare ma la mia concentrazione è sempre su quel telefono.
So che ormai sono stata immortalata, e soprattutto non è una foto, ma un video.
Sento nella mia bocca uno spasmo, e il primo fiotto di sborra che mi colpisce in gola.
Poco per volta tira fuori il cazzo, mi costringe ad abbassare lo sguardo, inizia a sborrarmi in bocca e sul viso.
Quando finisce il mio primo pensiero però non è per quel video. Mi accorgo che infatti sono ancora fradicia, non mi ha soddisfatta. E non sembra interessato, si gira e piscia.
Solo dopo mentre dietro di lui mi sto sistemando mi accorgo che il tizio con il telefono è sparito. Esco e mi lavo il viso, provo a vedere se nel bagno vicino c'è il tizio, ma lo trovo vuoto, sparito.
Dopo un primo momento di paura, mi rendo conto però che è praticamente impossibile che qualcuno vedrà mai qual video, e che soprattutto possano riconoscermi visto che avevo il viso schiacciato con il cazzo in gola.
Conscia di questa cosa sono molto più tranquilla. Marco esce dal bagno soddisfatto e sorridente. Mi giro e gli dico: "Certo che sei un bastardo, ti sei solo fatto dare piacere e basta"
Mi guarda incurante di tutto e dice: "Avevo voglia di questo"
Sorridente esce dal bagno e poco dopo anche io.
Trovo le mie amiche e Andrea ancora lì fuori ad aspettarmi, il loro sguardo è abbastanza curioso. Mi avvicino e gli racconto tutto di nuovo, compreso il fatto che non sono venuta, che quindi mi è rimasta voglia.
Non tolgo nemmeno il particolare del tizio che mi ha fatto il video, e anche loro sono d'accordo con me che quasi sicuramente nessuno lo vedrà mai.
Soddisfatti loro, un po' meno io, ci avviamo dentro dove siamo subito accolti da una marea di persone, praticamente non ci si riesce a muovere.
Effettivamente dentro è bella come descritta, due "arcate" laterali piene di tavolini, in mezzo una pista da ballo enorme.
La serata procede per il meglio poi. Ci buttiamo in mezzo alla pista, un sacco di canzoni che non conosco, ma che mi diverto a ballare con loro. Mi dimentico di tutto, della sfida persa, della voglia che mi è rimasta.
O almeno, rimane così sino a quando non arriva un tizio dietro di me e si mette a ballare attaccato. Mi giro per capire e mi accorgo che è uno degli amici di Marco visto fuori. Ed è anche un bel ragazzo, per di più che non vedo il resto del suo gruppo, quindi mi lascio andare.
Dopo un po' che balliamo c'è Veronica che mi dice che loro 3 si allontanano un attimo, facendomi l'occhiolino. Sorrido e le dico che l'aspetto qui.
Passato nemmeno 1 minuto il ragazzo non si fa pregare e prende coraggio, si mette a ballare in maniera più esplicita e dimostra di saperci fare.
Mi giro verso di lui ed è uno strusciarsi continuo. Poi ad un certo punto, evidentemente preso anche lui dalla voglia mi dice all'orecchio: "Immagino ti sia rimasta voglia"
Rintontita dall'alcol, nemmeno penso al motivo per cui lo sa, e semplicemente mi mordo il labbro inferiore e faccio un cenno affermativo con la testa.
Ci ritroviamo quasi davanti alla console, ma tutto spostato a sinistra, fuori dalla calca centrale. Mi spinge delicatamente verso la sorta di ringhiera che ho davanti. Intorno a noi le persone ballano e non prestano molta attenzione. Il ragazzo dietro di me, di cui non so il nome e solo dopo ho scoperto chiamarsi Jack, si avventa su di me, muove il bacino a ritmo della musica strisciandosi su di me, mi bacia il collo da dietro. Mi rendo conto di essere persa.
Poggia le sue mani sui miei fianchi, le fa scendere sino all'orlo del vestito e poco per volta lo alza.
Lo fermo senza molta convinzione, ma tanto basta. Sento l'abito arrotolato sino a metà del culo. Questo gli dà l'opportunità di passare una mano tra le mie gambe, sentendo quanto sono bagnata.
Continua a muoversi, e a muovere la sua mano su di me. Mi sento sempre più bagnata e in balia del mio piacere.
Sento che allontana la sua mano, non ci presto molta attenzione, sino a quando sento qualcosa di duro che si insinua tra le mia gambe. Non capisco sino a quando vengo penetrata, in discoteca.
Inizia a muoversi avanti e indietro, sembra che sia a tempo della musica.
Così sollecitata a livello sensoriale mi piego in avanti sulla ringhiera, ansimando. Intorno a noi nessuno sembra accorgersi di nulla.
Non ci vuole molto che entrambi siamo al limite. Non abbiamo modo di comunicare, lui continua sino a quando non esplode dentro di me. E io vengo, vengo forte con i miei umori che colano sulle gambe sino a per terra.
Sento che mi sistema il vestito, mi giro per ringraziarlo ma è sparito.
Ho bisogno di aria, mi giro e vedo le mie amiche e Andrea venirmi incontro.
Alle 6 del mattino usciamo finalmente da quel posto, con ancora i miei umori a sporcarmi le gambe, e la sborra di Jack dentro.
Una volta fuori racconto ancora una volta le mie peripezie agli altri, e scopro nel mentre Andrea ha scopato con le altre due.
Un ultimo giorno da incorniciare.
scritto il
2025-07-14
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