La sorella maggiore - episodio 10 - La collega che tutti vorrebbero in ufficio

di
genere
masturbazione

Silvia è seduta alla sua scrivania, il viso illuminato dallo schermo del computer, i suoi lineamenti delicati accentuati dalla luce fredda del monitor. È venerdì pomeriggio, e l’ufficio è avvolto in un silenzio insolito, quasi irreale. Quasi tutti i colleghi hanno preso il pomeriggio libero, lasciando il vasto open space deserto, con solo il ronzio dei computer e il ticchettio dell’orologio a muro a rompere il silenzio. Lei, invece, è ancora lì, immersa nel lavoro. Ma anche per lei la stanchezza si fa sentire, pesante come un macigno sulle sue spalle. Sono state settimane intense, di progetti da chiudere, scadenze da rispettare, e solo ora se ne vede la fine. Ha bisogno di una pausa, di un momento per staccare la mente, per respirare.

Intorno a lei non c'è nessuno. Vuole fare una piccola pausa e ne approfitta. Con un gesto quasi meccanico, prende in mano il telefono. Dopo aver scorso un pò di messaggi, non resiste alla tentazione e torna ai video che, con le amiche, si scambiano nel corso delle serate al "la notte delle stelle". Li guarda continuamente, per lei sono ormai come una droga. Ogni volta che li vede, vorrebbe essere di nuovo lì, sentire il calore della sborra sulla pelle, assaporarne il gusto salato, lasciarsi travolgere da quell’onda di piacere. Gli ultimi video poi sono particolarmente piccanti, la sua amica Marta glie ne ha fatto uno dove lo spogliarellista di turno le eiacula sulla bocca e sul volto, trasformandole il viso in una tela di desiderio. È una passione segreta, quella per la sborra, un desiderio che purtroppo può soddisfare solo raramente.  Invidia sua sorella Marinella, che pur avendo scoperto quella stessa passione dopo di lei, è riuscita a trovare il modo di realizzarla anche nella vita al di fuori del locale "La Notte delle Stelle".. Vorrebbe tanto poterlo fare anche lei, ma è la paura che la blocca: se in qualche modo imprevisto la sua passione segreta dovesse arrivare alla cerchia delle sue conoscenze private e professionali, le conseguenze potrebbero essere devastanti. Anche andare al "La Notte delle Stelle" comporta dei rischi. Fortunatamente, in quelle serate l'ingresso è consentito solo al pubblico femminile, e questo riduce i pericoli. Se pure incontrasse qualche donna che conosce, anche lei avrebbe tutto l'interesse a tacere. Quello che si fa nel locale, insomma, rimane nel locale, con beneficio di tutte.

E' sovrappensiero, con il video aperto sullo schermo del telefono, quando il silenzio viene interrotto dal rumore di passi. Silvia chiude rapidamente il video, e solleva lo sguardo. È Andrea, 26 anni, il giovane praticante che è lì solo da qualche settimana. Tiene una cartellina in mano. I loro sguardi si incrociano, Silvia sorride con naturalezza.

"Scusa se ti ho interrotto, ma ho finito quel lavoro e ti ho riportato la cartellina" dice Andrea.

“Ciao Andrea, grazie,” dice, prendendo la cartellina dalle sue mani. “Sei stato veloce.”

“Nessun problema, Silvia,” risponde lui, un po’ imbarazzato. I suoi occhi scuri la guardano con un’espressione che lei ha imparato a riconoscere: un misto di ammirazione e desiderio. “Se hai bisogno di altro, io sono là”. "E' carino" pensa Silvia. Ha notato che Andrea la guarda spesso, deve piacergli molto. I suoi sguardi si posano sulle sue scollature, sulle sue gambe, soprattutto quando indossa gonne come quella di oggi, che lascia scoperte le cosce. Silvia oggi poi si è vestita in modo particolarmente provocante, con la gonna corta aderente che fascia le sue curve e un paio di scarpe con punta aperta, tacco alto e laccetto alla caviglia che accentuano la lunghezza delle sue gambe e la rendono piuttosto sexy. La pelle abbronzata dell'estate fa il resto.

Andrea sta tornando al suo tavolo, i suoi passi che si allontanano lentamente. Silvia si guarda in giro e si rende conto che sono rimasti solo loro due in ufficio, un sorriso le si disegna sul viso insieme al pensiero. "Chissà se Andrea si sta facendo venire qualche fantasia, visto che siamo qui da soli."

D'impulso Silvia richiama Andrea al suo tavolo. “Andrea, puoi venire un attimo qui? Se non hai da fare vorrei controllarlo adesso.” La sua voce è autoritaria ma il tono è gentile.

Lui si avvicina, lo invita a prendere la sedia e a sedersi di fianco a lei. Silvia sposta verso di lui i fogli che sono sul tavolo, e mentre lo fa, gli si avvicina, il suo profumo avvolgente che riempie lo spazio tra loro. È un aroma seducente, un mix di fiori e muschio che Andrea ha imparato a riconoscere. Lui cerca di concentrarsi, ma il suo sguardo continua a cadere sulle gambe di Silvia, scoperte e seducenti, la pelle liscia e abbronzata che brilla sotto la luce artificiale.

“Qui, guarda,” dice lei, indicando sul foglio. “questa parte la dobbiamo scrivere un pò meglio” La sua voce è professionale, ma il suo corpo mira a provocarlo. Si avvicina ancora di più, fino a toccarlo con il fianco e con le gambe, e Andrea sente un brivido, come una scarica elettrica.

Silvia continua a parlare del documento, ma il suo corpo è cosí seducente e caldo. Con nonchalance, come se fosse la cosa più normale del mondo, posa una mano sulla gamba di Andrea, vicino al suo inguine, mentre si sporge per prendere un foglio dall'altra parte del tavolo. E quando l'ha preso lascia lì la mano, come dimenticandosene. Lui sente il sangue affluire al suo basso ventre, il suo corpo che reagisce istintivamente. L’erezione è inevitabile, e Silvia se lo aspetta, anche se fa finta di niente. Continua a parlare, come se nulla stesse accadendo, mentre Andrea lotta per mantenere la calma, per non tradire il suo imbarazzo. Il bozzo nei pantaloni è ormai prorompente. Andrea non riesce più a seguirla nel discorso. Non può nemmeno sistemarselo meglio nei pantaloni, con lei così attaccata la mossa non potrebbe mai passare inosservata.

“Ma.. Andrea.. che succede? sembra che qui abbiamo un problemone” dice improvvisamente Silvia, che fa finta di accorgersi solo in quel momento dell'enorme bozzo nei pantaloni del ragazzo. Ora fissa apertamente il pacco di Andrea, mettendo su un’espressione più divertita che scandalizzata. I suoi occhi marroni brillano di malizia. “Scusami, forse sono stata io a provocare questo.. "incidente", se così possiamo chiamarlo.”

Andrea è arrossito violentemente, sempre più imbarazzato, le orecchie che gli bruciano. Vorrebbe sotterarsi. “Mi dispiace, non so davvero come scusarmi. Sono imperdonabile. Vado un attimo in bagno a… a rinfrescarmi.” La sua voce per la vergogna è un sussurro, quasi impercettibile.

Silvia fa una risatina leggera, divertita, con tono seducente lo apostrofa: “Io, da quello che sto vedendo, ho paura che una semplice rinfrescata non basterà. Forse dovresti andare in bagno si,  ma a fare altro.." e nel dirlo Silvia mima sfacciatamente il movimento di una sega con la mano.  L'esplicito riferimento all'atto sessuale, fatto per di più dalla calda voce di Silvia, a momenti fa venire direttamente nei pantaloni il povero ragazzo, senza che ci sia nemmeno il bisogno di toccarsi. L'avversario barcolla, e Silvia lo finisce. Lancia la mazzata finale: "Visto che questa situazione è successa per colpa mia, forse sono in debito..  forse dovrei aiutarti. Se vuoi posso, come dire, prendere la situazione direttamente in mano...” gli sussurra infine in un orecchio, con voce provocante e lussuriosa.

Andrea non riesce più a parlare. Le parole di Silvia gli hanno reso il cazzo d'acciaio. Dopo qualche secondo, nonostante l’imbarazzo, cerca di reagire, per non fare proprio la figura del fesso.  “bè.. certo che questo non mi dispiacerebbe” prova a sorridere. La sua voce è un filo, ma è carica di desiderio. Pende dalle labbra di Silvia aspettando in apnea la sua risposta.

Silvia lo guarda negli occhi, una pausa studiata, il suo sguardo intenso che lo fissa, i suoi capelli neri e ondulati che sfiorano la sua pelle. Ormai è padrona della situazione, il povero Andrea è semplicemente un pupazzo nelle sue mani. E' inutile mantenere ogni residua parvenza di formalità, e perciò parla in maniera diretta. “Pensandoci bene, visto che non c'è nessuno, perché andare in bagno? Rimaniamo qui, almeno stiamo seduti comodi. Penso di poter gestire lo stesso la situazione”. Silvia si alza, dirigendosi verso l'ingresso degli uffici. Nel silenzio risuona soltanto il rumore dei suoi tacchi sul pavimento. Opportunamente, appone il cartello "chiuso" sulla porta dell'ufficio, prima di chiudere a chiave. E' sorpresa lei stessa per la sua audacia, ma ormai ha troppa voglia, deve soddisfarsi. "Ecco, ora non ci disturberà nessuno" dice poco dopo, mentre torna a sedersi. Andrea tace, la sfrontatezza di Silvia, di solito così seria e professionale, lo ha annientato completamente. Colpito e affondato.

Silvia lo guarda ed inizia a sentire un pò di compassione per la sua povera vittima. Forse ha un tantino esagerato. "Mio povero Andrea. Tra poco mi farò perdonare, vedrai", è il pensiero affettuoso che gli rivolge. Senza esitazioni, con gesto sicuro, apre la zip dei pantaloni e gli afferra con mano esperta il cazzo, ancora duro e pulsante. Lo stringe avvolgendolo con tutta la mano. Al tocco Andrea si lascia sfuggire un gemito, il suo corpo è teso dall’eccitazione, i muscoli contratti come se fosse pronto a scattare.

Lei inizia a muovere la mano su e giù, con un ritmo lento e sensuale, il pollice che sfiora la punta del suo cazzo, raccogliendo il liquido pre-spermatico che stava già uscendo copioso, e spalmandolo lungo l’asta. Il suono umido del suo palmo che scivola lungo il pene lubrificato produce un “ciaf-ciaf-ciaf”,  che riempie il silenzio della stanza deserta, una peccaminosa sinfonia di piacere che eccita al massimo entrambi. La mano di Silvia si bagna sempre di più, il liquido pre-spermatico che scivola tra le sue dita, creando una miscela scivolosa e calda. Silvia si sta eccitando da morire. Vorrebbe leccarsi tutte le dita, ma di fronte al ragazzo si costringe a darsi un contegno.

“Mmmh sei così duro...” mormora in un orecchio ad Andrea, per farlo eccitare ancora di più, “Non sai come mi piace quando sento un cazzo così duro nella mia mano.”

“Ti piace vero? sei un porcellino..” continua a sussurrargli ancora con voce provocante.

Andrea ansima ad occhi chiusi, assolutamente incapace di proferire parola. La sua bocca è secca, il suo corpo trema dall’eccitazione. I suoi gemiti riempiono la stanza, uniti al "ciaf-ciaf-ciaf" prodotto dalla meravigliosa sega di Silvia. Silvia sorride, accelerando leggermente il ritmo. Sa che il poveraccio resisterà pochissimo. Andrea si abbandona al piacere, il suo corpo trema mentre si avvicina inesorabilmente l’orgasmo, ogni nervo teso come una corda di violino. Silvia a sua volta si è eccitata da morire, vuole vedere schizzare più sborra possibile, e l'idea di farlo lì nell'ufficio, di solito animato di colleghi, la fa rabbrividire di un piacere perverso. Sente che si sta bagnando.. deve fare qualcosa. Con grande dispiacere di Andrea, interrompe per un momento la sega e si alza dalla sedia. E' costretta a farlo, deve sfilarsi la gonna altrimenti le mutandine, che si stanno già bagnando, le lasceranno una chiazza umida e visibile. Si sfila gli indumenti con gesti concitati, lasciandoli cadere a terra sotto di lei. Andrea è estasiato dalla vista di lei che si sfila le mutandine, offrendosi nuda al suo sguardo voglioso. Silvia si risiede e ricomincia a lavorarlo con la mano destra, mentre si infila la sinistra tra le gambe iniziando a sgrillettarsi.. per Andrea è troppo, il povero ragazzo non può più resistere.

“Silvia… ah… attenta potrei sporcar..” La sua voce si strozza, non riesce a finire la frase.

“Si si si si.. vieni schizza tutto dai" lo incita Silvia, che non teme l'onda in arrivo, ma anzi, vuole vedere una sborrata pazzesca.

E Andrea lo fa. Il suo corpo si arcua, i muscoli che si contraggono, e un grido soffocato gli sfugge dalle labbra. La sua eiaculazione è potente, gli schizzi di sperma che la mano veloce di Silvia fa volare in tutte le direzioni, una pioggia calda e densa. Alcuni schizzi arrivano sul tavolo, altri per terra finiscono sulla gonna di Silvia, altri ancora sulle sue cosce. Un rivolo caldo scivola lungo la sua gamba nuda, quella dal lato di Andrea, la più colpita, lasciando una scia umida e appiccicosa fino al laccio della scarpa sulla caviglia. Il contatto della sborra calda ed appiccicosa con la sua pelle la fa impazzire di piacere. Fuori di sé, viene subito anche lei sgrillettandosi, mentre ansima gemendo dal piacere.

Dopo essere venuta, Silvia si rilassa, riprendendo a poco a poco il controllo. Osserva il copioso prodotto della sua opera con enorme soddisfazione, il viso illuminato da un sorriso compiaciuto, gli occhi che brillano di contentezza. “Uaaao... sei stato bravissimo,” commenta Silvia, mentre il cazzo di Andrea inizia ad ammorbidirsi nella sua mano piena di sborra. Lo spreme un pò. Le ultime gocce escono lentamente, come un ultimo saluto. Lei ci gioca con il pollice, spalmandole sulla cappella. “Quanta sborra hai fatto. Complimenti.” dice ad Andrea per gratificarlo di un  complimento, mentre lo guarda negli occhi sorridendo.

Andrea si schermisce, imbarazzato, il viso arrossato. Non può fare a meno di fissare la liscia pelle delle stupende cosce di Silvia, prima così candida ed ora invece insudiciata del suo liquido seminale. Una visione così erotica che gli resterà impressa nella mente per sempre.“Mi dispiace, che casino che ho combinato.. ho sporcato dappertutto. Scusami ma non sono abitua…”

“Ma non c’è nulla di cui scusarsi. Sono io che devo scusarmi,  la colpa è mia.. ho fatto tutto io” scherza Silvia per sdrammatizzare e rassicurarlo, rivolgendogli un caldo sorriso. 

“Grazie, Silvia,” gli dice Andrea, finalmente rilassato, con la voce piena di sincera gratitudine. “E' che.. è che sei troppo bella. Mi hai fatto letteralmente impazzire” I suoi occhi la guardano con un’ammirazione che va oltre il desiderio fisico. Silvia lo guarda, il complimento di Andrea le scalda il cuore. “È stato bello. Grazie di aver sborrato per me. Fa sempre piacere ad una donna, quando un uomo le dedica il suo piacere” Silvia si china, dandogli un bacio delicato sulla cappella ancora impiastricciata di bianca crema. La forma di ringraziamento più intima che possa esserci. Quando si solleva, si lecca via la sborra dalle labbra, golosa.

Silvia si ricompone e si rivolge a lui con gentilezza e complicità. “Mi raccomando, non dire mai a nessuno quello che è successo oggi. Se si viene a sapere è un casino. Questo piccolo "incidente", se possiamo chiamarlo così, resterà il nostro piccolo segreto, ok?" Andrea annuisce convinto "non ti preoccupare, non dirò nulla a nessuno,” "Ora per favore, torna al tuo posto. Devo assolutamente finire alcune cose. Prima però sarà meglio pulire” scherza osservando divertita il suo tavolo. "Ah, e Andrea.. questi magari più tardi ristampameli, non credo che sia il caso di archiviarli così" gli dice ridacchiando, mentre gli riconsegna i fogli che lui prima gli aveva portato. Sono tutti inzuppati di sborra. Il ragazzo li prende perplesso tenendoli con due dita. Si sta chiedendo se sia il caso di usare il cestino.. e se li trovano quelli delle pulizie? ma non vuole fare altre brutte figure facendo domande stupide. Annuisce, sistemandosi il cazzo nei pantaloni con un po’ di imbarazzo, il viso ancora arrossato. “Certo. E… grazie ancora di tutto”. Finalmente fa un sorriso.

Silvia lo guarda con rinnovato affetto “Prego, è stato un vero piacere”.

Prima di tornare al suo posto, Andrea si dirige verso il bagno, uscendo dalla stanza. Rimasta sola, Silvia si guarda la mano, tutta impiastricciata, ed inizia a leccare via la sborra dalle dita con golosità. Prende da terra la gonna, osservando gli schizzi di sperma che ci sono finiti sopra... e pensare che l'aveva tolta per non sporcarla.. Dovrà faticare per pulirla almeno un pò prima di andare, ma non può uscire così. Un sorriso soddisfatto le illumina il viso, i suoi occhi che brillano. Torna a dedicarsi al lavoro. Pulirà la scrivania si, ma solo prima di andare via. Le va di sentire ancora il profumo della sborra di Andrea, mentre scrive al computer. Tanto, la porta è chiusa e nessun'altro entrerà in ufficio a disturbarla, per oggi. Ogni tanto, passa un dito sulla coscia e raccoglie un altro pò di sborra portandola alle labbra, assaporandone il gusto, il suo sapore salato e un pò amaro che le piace da morire. 

È stato un momento perfetto, un lampo di trasgressione che ha spezzato la monotonia della giornata. E mentre continua a lavorare, Silvia sa che porterà con sé quel ricordo, quel sapore, per parecchio tempo, un segreto che la farà sorridere ogni volta che ci ripenserà. Ma Silvia sente che il suo percorso è ancora agli inizi.
scritto il
2025-07-07
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