Il bianco e il nero

di
genere
trio

IL BIANCO E IL NERO

by @lady_aemme e @amarantoanny
sono su instagram, se avete piacere di conoscermi, anche se vengo spesso bannata


Fu una notte infernale.

L’acqua aveva invaso tutto il piano di sotto e l’impianto elettrico era saltato. Niente più corrente e nulla funzionava, cazzo!

Ero sola in casa e nessun vicino a cui chiedere aiuto.

Maledii le villette isolate in quel momento: perché cazzo non vivevo in un normale appartamento in città?

Riuscii a rintracciare mio marito, fuori per lavoro. Mi spiegò dove trovare il rubinetto centrale dell'acqua e come chiuderlo.

Al lume di candela e maledicendo tutti i santi del paradiso, imprecavo a ogni passo che facevo, immersa nell'acqua che aveva invaso tutto il piano terra.

Andai alla ricerca di quel maledetto rubinetto, fin quando lo trovai e riuscii a chiuderlo.

Ero tutta bagnata fradicia, fino al midollo.

Sempre imprecando tornai di sopra, mi spogliai e mi misi nuda sul letto ad aspettare la luce del giorno.

Non potevo fare altro se non attendere.

All'alba trovai su internet il recapito di una ditta di pronto intervento domestico.

Riuscii ad assicurarmi l’intervento entro la mattinata.

Ci sarebbe stato un extra da pagare per l’urgenza, ma chi se ne fregava: ero nella merda più totale.

Erano da poco passate le 10 quando udii bussare alla porta.

Due operai dall’aspetto simpatico mi chiesero se ero io la cliente.

Fui felicissima di vederli.

Si misero subito al lavoro.

Impiegarono un po' di tempo per smaltire tutta l’acqua presente e si erano bagnati anche tutti i vestiti.

Non vi avevo detto che uno era bianco e uno nero.

Il giovane nero doveva essere l’elettricista perché cominciò subito ad armeggiare sul quadro elettrico.

Il ragazzo bianco era l’idraulico e mi chiese di indicargli la perdita: "Cazzo ne so - gli risposi piccata - non ci capisco nulla. So solo che è tutto allagato".

Mi guardò tra il divertito e il seccato e, senza dire nulla, si mise al lavoro.

Impiegarono un paio d’ore per riparare i guasti.

Io stetti a guardarli tutto il tempo, e mentre li osservavo un certo irrefrenabile desiderio cominciò a impossessarsi di me.

"Se vi spogliate faccio asciugare i vostri vestiti bagnati e vi offro qualcosa di rinfrescante…", dissi loro con tono falsamente noncurante, mentre una parte di me diceva: "Annamaria ma che cazzo fai?"

I due si guardarono interdetti, esitavano.

Li spinsi con aria decisa: "Forza dai, non vi vergognerete mica?"

In un attimo restarono solo con gli slip.

"Anche quelli - ingiunsi loro con aria di sfida - non vorrete rimanere mica con le mutande bagnate addosso..."
Se le tolsero sotto il mio sguardo interessato, e non potei trattenere un moto di sorpresa.
Cazzo com'erano dotati!
Restai per qualche secondo interdetta, come ipnotizzata da quella visione.
Due cazzi che già solo in fase di riposo facevano impressione.
Mi ridestai scuotendo vigorosamente la testa, raccolsi i loro panni e andai a stenderli in giardino, al sole.

"Tra un’ora saranno asciutti - dissi loro - nel frattempo rinfrescatevi", e porsi loro due bottiglie di birra.

I due, imbarazzati, si erano seduti e si tenevano coperti con una mano mentre con l’altra bevevano la birra.

Mi avvicinai a loro, mi inginocchiai davanti a loro, tolsi con decisione le mani con cui si coprivano i cazzi e cominciai ad accarezzargli i membri che, rapidamente, si indurirono.

"Voi bevete…- dissi loro ammiccante - mentre io mi preoccupo dei vostri cazzi", e iniziai a lavorare di bocca sulle loro verghe con un doppio pompino famelico.

Quando furono pronti li portai di sopra, io mi stesi nuda sul letto, languida ed eccitata, e gli offrii i miei buchi.

"Vediamo se sapete sfondare bene oltre che riparare", dissi in tono eccitato e volgare.

Mi si fecero addosso.

Il nero prese a leccarmi la fica, allargandola con le dita per poter infilare la lingua in profondità e succhiarmi tutta.

Il bianco mise davanti alla mia faccia il suo cazzo già duro, lo presi con le mani e iniziai a succhiarlo con decisione e a segnarlo con entrambe le mani.

Il bianco all'improvviso si stese sul letto, mi prese per un braccio e mi attirò a sé.

"Vieni troia, fatti sfondare", mi disse mentre io mi posizionavo su lui e infilavo il suo cazzo nella mia fica grondante di umori.

Il nero non perse tempo.

Da dietro mi allargò il culo con le mani e tuffò la lingua nel mio culo.

Leccava avidamente e sputava per allargarlo a dovere con l'aiuto delle dita.

Me le ficcò dentro e io gemetti di piacere.

Mentre il bianco spingeva dentro la fica il nero cominciò a penetrarmi nel culo.

Dio che sensazione!

Presi a urlare come una invasata dimenandomi fuori controllo.

Mentre i due spingevano con forza e brutalità venni mugolando e contorcendomi come impazzita.

Intanto il nero continuava a spingere senza sosta, e ogni colpo nel mio culo rovente il suo cazzo andava sempre più in profondità, mentre il bianco spingeva vorticosamente dentro la mia fica, totalmente in fiamme.

"Vi voglio in bocca!", urlai ai due, mentre, sopraffatta dal piacere, venivo di nuovo urlando incontrollata.

Una trentina di secondi e il bianco mi spinse da parte per uscire dalla fica.

Velocemente andai a inginocchiarmi per terra, viso in alto, bocca spalancata in attesa di ricevere la sborra che volevo.

Si segarono forsennatamente fino a quando mi esplosero in faccia.

Venni inondata da fiotti potenti di sperma lavico.

Con le mani raccoglievo tutto quello che potevo.

Ingoiavo senza sosta, persa nella lussuria più sfrenata, estasiata di profumi e sapori.

Gustavo ogni goccia di sperma.

Non so per quanto tempo stetti a raccogliere e ingoiare la sborra del bianco e la sborra del nero.

Smisi solo quando i due cazzi, sgonfi, cessarono di emettere sperma.

Mi sentivo piena, eccitata, troia e felice.

Restammo allungati sul letto per un po', io al centro e loro due ai lati.

Con le dita andavano a raccogliere lo sperma residuo che ancora era presente sulla mia faccia per farmelo leccare, ed io eseguivo docile e felice.

Nel frattempo il sole aveva fatto il suo lavoro, e così, dopo che io ebbi ingoiato anche l’ultima goccia di sperma e mi fui leccata le labbra inebriandomi del sapore della loro sborra, scendemmo di sotto.
Andai a raccogliere i loro abiti stesi al sole, oramai asciugati, e glieli portai.
Il bianco e il nero si rivestirono, mentre io li guardavo, sfatta ma ancora eccitata, assaporando ancora il sapore intenso della sborra che avevo in bocca.

"Magari ci rivediamo, troia, e ti daremo un'altra razione", mi disse il bianco mentre intascava i soldi che gli avevo dato per l'intervento.
"Magari vi richiamerò, si...", risposi guardandoli ancora desiderosa dei loro cazzi.
I due mi guardarono, mi diedero una poderosa pacca sul culo: "Ci sai fare, troia, torneremmo volentieri a ricoprirti di sborra", mi disse il nero, e si allontanò col suo collega lungo il vialetto.

Restai a guardarli per un po', mentre mi accarezzavo il viso, che ancora aveva tracce di sperma, e assaporavo il gusto della sborra del bianco e della sborra del nero, che avevo ancora in bocca, fino a quando i due scomparvero oltre il giardino.
di
scritto il
2025-07-03
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