Nel mio giardino segreto
di
Ladyam
genere
etero
NEL MIO GIARDINO SEGRETO
By @lady_aemme e @amarantoanny
Sono su instagram, se volete conoscermi, anche se mi bannano spesso
Quella mattina non mi andava di scendere in spiaggia, e così dissi a mio marito che me ne sarei stata a letto fino a ora di pranzo.
Tutti gli altri erano andati via, quando pensai bene di fare un pò di ginnastica.
Indossai quel costume viola che mi piaceva tanto e mi misi davanti allo specchio per ripassare i movimenti.
Sudai parecchio, ma ero soddisfatta di me. Mi concessi una bella doccia rinfrescante e andai in giardino a godermi il sole.
Tolsi la vestaglietta che mi avvolgeva e mi distesi sull'erba, vicino alla piscina.
Era meraviglioso il contatto del corpo con l'erba tagliata di fresco.
Iniziai a sentire un rumore ritmico. Incuriosita mi levai in piedi per guardarmi attorno.
Feci il giro della siepe.
Il rumore si faceva più intenso, quando vidi davanti a me un giardiniere intento a tagliare con dei grossi forbicioni alcuni rami sporgenti.
Mi vide, interruppe il suo lavoro e mi guardò. Rimase per un pò inebetito.
Certo, ero nuda, e i miei seni non passavano di certo inosservati.
Mi coprii con le mani alla meno peggio.
"Mi scusi signora, le stà dando fastidio il rumore?", mi chiese un pò imbarazzato.
"No, no, fai pure caro. Pensavo solo che non ci fosse nessuno, mi ero preoccupata. Continua pure tranquillamente", gli risposi, e tornai a stendermi sul bordo della piccola piscina.
Forse mi ero addormentata, perché venni svegliata all'improvviso da un rumore secco. Mi girai attorno perplessa e vidi il giardiniere che stava spezzando dei rami per raccoglierli.
"Mi scusi signora, sa, se non faccio adesso questo lavoro non saprei quando farlo..."
Lo guardai con curiosità.
Era giovane, avrà avuto una trentina d'anni, forse anche di meno. Era alto, massiccio, ma piacevole. Emanava un senso di forza. "Come ti chiami?"
"Eugenio, signora".
"E da quanto tempo sei qui?"
"Da qualche anno, ma vengo chiamato da suo marito all'occorrenza. Sa, ho il mio lavoro e vengo qui per arrotondare..."
I suoi sguardi, mentre parlava, si facevano sempre più insistenti sulle mie tette voluminose e sulla mia fica pelosa.
Mi mostravo con naturalezza, non mi coprivo, mi sentivo tranquilla e mi stavo eccitando.
Sentivo la mia fica inumidirsi.
Quel giovane mi attizzava. Iniziammo a parlare, lui si avvicinò.
Aveva occhi vispi e mani molto grandi.
Mi sporsi leggermente verso di lui e lui afferrò l'occasione al volo.
Prese ad accarezzarmi i seni.
A baciarli, a mordicchiare i capezzoli.
Con una mano cominciò ad andare tra le gambe.
Infilò le dita tra i miei peli e prese ad accarezzarmi la fica.
Mi piaceva.
Mi misi in ginocchio davanti a lui, gli sbottonai i pantaloncini e presi in bocca il suo uccello.
Era di dimensioni ragguardevoli e si irrigidì quasi all'istante.
Continuai per un paio di minuti a leccarlo e succhiarlo, poi mi stesi e gli dissi di leccarmi la fica.
Obbedì all'istante e con la sua lingua frugò dentro i recessi più profondi, leccando avidamente tutti i miei umori.
Mi piaceva, mi piaceva da impazzire e venni mugolando.
Mi girai muovendo il culo.
"Ora qui...", gli dissi compiaciuta.
Non se lo fece dire due volte.
Afferrò con le sue mani grosse e forti le mie natiche, le allargò e immerse la lingua nel mio buco posteriore leccandolo con voracità.
Lo fece a lungo, fin quando impugnò il suo uccello e cominciò a spingere con vigore.
Colpi secchi, ripetuti, violenti, che mi fecero urlare di dolore e di piacere.
Sentii la sua verga dura come il bronzo penetrarmi in profondità.
"Si, sono la tua troia, dimmelo", ansimavo fremente di piacere.
Spingeva, spingeva il suo cazzo in profondità con violenza, fin quando uscì e mi rivoltò.
Mi guardava digrignando i denti: "Apri la bocca, puttana, voglio sborrarti in gola, troia".
Eseguii all'istante, eccitata come una cagna in calore.
Lui si masturbo' forsennatamente per qualche istante e poi venni investita da una scarica violenta di sperma caldo e liquido che mi riempì la bocca.
Cercai di ingoiare tutto, ma la sborra continuava a riversarsi copiosa sulla mia faccia, con fiotti poderosi.
Riversò sui di me non so quanta sborra.
Ingoiavo continuamente mentre sentivo la mia faccia tutta ricoperta da una maschera di sperma.
Col suo cazzo ancora duro il giardiniere raccoglieva la sborra che scorreva sul mio viso e me la metteva in bocca per farmela leccare.
"Ingoia tutto puttana", mi diceva, mentre io eseguivo estasiata.
Non so quanto tempo impiegati a leccare e ingoiare tutta la sborra che aveva riversato su di me.
Mi sentivo troia e felice, puttana e libera, mentre continuavo a leccare il suo cazzo che andava sgonfiandosi.
Lui con le dita raccolse le ultime gocce di sperma che fluivano lente sul mio mento e me le mise in bocca: leccai a lungo, estasiata.
"Ancora, ne voglio ancora. Sbattimi ancora, fammi tua..."
Lui mi guardava.
Mi afferrò per i capelli e iniziò a scoparmi in bocca.
Mi ficcò il suo cazzo fino in gola, spingendo con decisione.
Lo sentii crescere e ridiventare duro.
Mio Dio che eccitazione!
La mia fica ricominciò a grondare umori. Presi a masturbarmi mentre lui continuava a scoparmi in bocca.
Con uno strattone mi allontanò, mi fece mettere a 4 zampe, "come una cagna, puttana", mi disse, mentre con un colpo secco mi penetrava nella fica.
Prese a sbattermi con una forza sconosciuta.
Avevo la fica in fiamme, quando sentii invadermi da un fiume rovente di sborra. Continuò a spingere per non so quanto tempo.
Poi uscì e mi fece girare.
"Ricaccia tutto, puttana", mi disse tenendomi per i capelli.
Eseguii docile.
La sborra cominciò a defluire dalla mia fica e lui la raccolse e me la mise in bocca.
"Ingoia tutto, troia".
Eseguii eccitata.
Ingoiai tutta la sua sborra, ancora, ed ero felice, mentre mi leccavo le labbra.
Dalla scalinata esterna cominciarono a provenire alcune voci.
Presi in bocca il suo cazzo, lo leccai ancora per qualche secondo, avidamente, e mi avviai di corsa verso il bagno per una doccia.
Prima di entrare in casa mi voltai, lo guardai e con la mano gli feci un gesto eloquente: a dopo...mentre in bocca gustavo ancora il sapore del suo sperma.
By @lady_aemme e @amarantoanny
Sono su instagram, se volete conoscermi, anche se mi bannano spesso
Quella mattina non mi andava di scendere in spiaggia, e così dissi a mio marito che me ne sarei stata a letto fino a ora di pranzo.
Tutti gli altri erano andati via, quando pensai bene di fare un pò di ginnastica.
Indossai quel costume viola che mi piaceva tanto e mi misi davanti allo specchio per ripassare i movimenti.
Sudai parecchio, ma ero soddisfatta di me. Mi concessi una bella doccia rinfrescante e andai in giardino a godermi il sole.
Tolsi la vestaglietta che mi avvolgeva e mi distesi sull'erba, vicino alla piscina.
Era meraviglioso il contatto del corpo con l'erba tagliata di fresco.
Iniziai a sentire un rumore ritmico. Incuriosita mi levai in piedi per guardarmi attorno.
Feci il giro della siepe.
Il rumore si faceva più intenso, quando vidi davanti a me un giardiniere intento a tagliare con dei grossi forbicioni alcuni rami sporgenti.
Mi vide, interruppe il suo lavoro e mi guardò. Rimase per un pò inebetito.
Certo, ero nuda, e i miei seni non passavano di certo inosservati.
Mi coprii con le mani alla meno peggio.
"Mi scusi signora, le stà dando fastidio il rumore?", mi chiese un pò imbarazzato.
"No, no, fai pure caro. Pensavo solo che non ci fosse nessuno, mi ero preoccupata. Continua pure tranquillamente", gli risposi, e tornai a stendermi sul bordo della piccola piscina.
Forse mi ero addormentata, perché venni svegliata all'improvviso da un rumore secco. Mi girai attorno perplessa e vidi il giardiniere che stava spezzando dei rami per raccoglierli.
"Mi scusi signora, sa, se non faccio adesso questo lavoro non saprei quando farlo..."
Lo guardai con curiosità.
Era giovane, avrà avuto una trentina d'anni, forse anche di meno. Era alto, massiccio, ma piacevole. Emanava un senso di forza. "Come ti chiami?"
"Eugenio, signora".
"E da quanto tempo sei qui?"
"Da qualche anno, ma vengo chiamato da suo marito all'occorrenza. Sa, ho il mio lavoro e vengo qui per arrotondare..."
I suoi sguardi, mentre parlava, si facevano sempre più insistenti sulle mie tette voluminose e sulla mia fica pelosa.
Mi mostravo con naturalezza, non mi coprivo, mi sentivo tranquilla e mi stavo eccitando.
Sentivo la mia fica inumidirsi.
Quel giovane mi attizzava. Iniziammo a parlare, lui si avvicinò.
Aveva occhi vispi e mani molto grandi.
Mi sporsi leggermente verso di lui e lui afferrò l'occasione al volo.
Prese ad accarezzarmi i seni.
A baciarli, a mordicchiare i capezzoli.
Con una mano cominciò ad andare tra le gambe.
Infilò le dita tra i miei peli e prese ad accarezzarmi la fica.
Mi piaceva.
Mi misi in ginocchio davanti a lui, gli sbottonai i pantaloncini e presi in bocca il suo uccello.
Era di dimensioni ragguardevoli e si irrigidì quasi all'istante.
Continuai per un paio di minuti a leccarlo e succhiarlo, poi mi stesi e gli dissi di leccarmi la fica.
Obbedì all'istante e con la sua lingua frugò dentro i recessi più profondi, leccando avidamente tutti i miei umori.
Mi piaceva, mi piaceva da impazzire e venni mugolando.
Mi girai muovendo il culo.
"Ora qui...", gli dissi compiaciuta.
Non se lo fece dire due volte.
Afferrò con le sue mani grosse e forti le mie natiche, le allargò e immerse la lingua nel mio buco posteriore leccandolo con voracità.
Lo fece a lungo, fin quando impugnò il suo uccello e cominciò a spingere con vigore.
Colpi secchi, ripetuti, violenti, che mi fecero urlare di dolore e di piacere.
Sentii la sua verga dura come il bronzo penetrarmi in profondità.
"Si, sono la tua troia, dimmelo", ansimavo fremente di piacere.
Spingeva, spingeva il suo cazzo in profondità con violenza, fin quando uscì e mi rivoltò.
Mi guardava digrignando i denti: "Apri la bocca, puttana, voglio sborrarti in gola, troia".
Eseguii all'istante, eccitata come una cagna in calore.
Lui si masturbo' forsennatamente per qualche istante e poi venni investita da una scarica violenta di sperma caldo e liquido che mi riempì la bocca.
Cercai di ingoiare tutto, ma la sborra continuava a riversarsi copiosa sulla mia faccia, con fiotti poderosi.
Riversò sui di me non so quanta sborra.
Ingoiavo continuamente mentre sentivo la mia faccia tutta ricoperta da una maschera di sperma.
Col suo cazzo ancora duro il giardiniere raccoglieva la sborra che scorreva sul mio viso e me la metteva in bocca per farmela leccare.
"Ingoia tutto puttana", mi diceva, mentre io eseguivo estasiata.
Non so quanto tempo impiegati a leccare e ingoiare tutta la sborra che aveva riversato su di me.
Mi sentivo troia e felice, puttana e libera, mentre continuavo a leccare il suo cazzo che andava sgonfiandosi.
Lui con le dita raccolse le ultime gocce di sperma che fluivano lente sul mio mento e me le mise in bocca: leccai a lungo, estasiata.
"Ancora, ne voglio ancora. Sbattimi ancora, fammi tua..."
Lui mi guardava.
Mi afferrò per i capelli e iniziò a scoparmi in bocca.
Mi ficcò il suo cazzo fino in gola, spingendo con decisione.
Lo sentii crescere e ridiventare duro.
Mio Dio che eccitazione!
La mia fica ricominciò a grondare umori. Presi a masturbarmi mentre lui continuava a scoparmi in bocca.
Con uno strattone mi allontanò, mi fece mettere a 4 zampe, "come una cagna, puttana", mi disse, mentre con un colpo secco mi penetrava nella fica.
Prese a sbattermi con una forza sconosciuta.
Avevo la fica in fiamme, quando sentii invadermi da un fiume rovente di sborra. Continuò a spingere per non so quanto tempo.
Poi uscì e mi fece girare.
"Ricaccia tutto, puttana", mi disse tenendomi per i capelli.
Eseguii docile.
La sborra cominciò a defluire dalla mia fica e lui la raccolse e me la mise in bocca.
"Ingoia tutto, troia".
Eseguii eccitata.
Ingoiai tutta la sua sborra, ancora, ed ero felice, mentre mi leccavo le labbra.
Dalla scalinata esterna cominciarono a provenire alcune voci.
Presi in bocca il suo cazzo, lo leccai ancora per qualche secondo, avidamente, e mi avviai di corsa verso il bagno per una doccia.
Prima di entrare in casa mi voltai, lo guardai e con la mano gli feci un gesto eloquente: a dopo...mentre in bocca gustavo ancora il sapore del suo sperma.
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