Crema a colazione
di
Lord Kalvan
genere
etero
CREMA A COLAZIONE
by @lady_aemme
Sono su instagram, se vi va di conoscermi
Il messaggio che mi era arrivato era semplice, chiaro e diretto.
Weekend sulla costiera amalfitana, albergo di lusso, siamo in tre, ti vogliamo, 10.000.
Sapete, questi convegni sanitari, pseudoscientifici, dove con la scusa di disquisire di progressi in fatto di pratiche sanitarie in realtà si prendono accordi con le ditte farmaceutiche e si fanno affari indicibili, al riparo da occhi ed orecchie indiscrete, in ambienti esclusivi e riservati.
Io ero il tocco di eros che mancava.
La cosa mi entusiasmò.
Non racconterò tutto ciò che accadde in quella tre giorni memorabile: occorrerebbero almeno una cinquantina di pagine, fitte, per descrivere tutte le pratiche, le pazzie, le follie, le perversioni nelle quali i tre stimati e insospettabili professionisti mi coinvolsero, rendendomi protagonista di esperienze inusuali ed entusiasmanti.
Era un sabato mattina e i tre avevano prenotato una sauna negli ambienti esclusivi dello splendido hotel.
Alloggiavo nella suite più elegante con il capobanda del terribile terzetto.
Ero ancora distesa, nuda, sull'enorme letto, assonnata e svogliata.
Il sole era già alto nell'azzurro intenso del cielo che si tuffava brillante nel blu assorbente del mare.
Il mio ospite cercò di scuotermi.
"Dai, forza, alzati, abbiamo la sauna prenotata, non possiamo arrivare tardi", mi disse dandomi qualche sberla sul culo.
Mi lamentai dicendo cose sconnesse.
Avevamo scopato fino a notte fonda, in quattro, dentro a quella camera che trasudava lusso da ogni angolo.
Ero distrutta.
Riuscii ad alzarmi e a entrare nella doccia.
Fu rigenerante.
Uscii dal bagno con appetito, nuda, con i capelli ancora bagnati, e incrociai il cameriere che recava due enormi vassoi da collocare sul tavolo posto nell'ampia veranda.
Il ragazzo distolse subito lo sguardo, poggiò i vassoi e fece per andarsene, ma il mio ospite lo trattenne per un braccio, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Dapprima un diniego, poi un'esitazione e infine una chiara accettazione.
Avevo già intuito cosa frullava nella testa del mio ospite, per cui non mi meravigliai quando vidi il giovane cameriere spogliarsi in tutta fretta.
Anche il mio ospite si liberò dell'asciugamano con cui si cingeva alla vita e venne verso di me.
Mi fece inginocchiare, loro due in piedi di fronte a me, con i cazzi già in fase di erezione.
Iniziai a fare un doppio pompino fino a quando i due cazzi divennero rigidi e vogliosi.
A quel punto il mio ospite mi sospinse per un braccio verso il letto e mi fece mettere a quattro zampe.
Disse al cameriere di collocarsi sotto di me e di penetrarmi la fica.
Il giovane eseguì e in pochi secondi mi ritrovai la fica invasa da un cazzo di considerevoli dimensioni, mentre i miei capezzoli venivano strizzati con forza.
Iniziai a dimenarmi, cavalcando quel cazzo che mi era penetrato tutto nella fica.
Nel frattempo il mio ospite da dietro guardava divertito.
Dopo pochi secondi si avvicinò e mi allargò le gambe, mi afferrò il culo e prese a rovistarmi il buco con la lingua, come assatanato.
Lo sentii entrare, vorace, che leccava vorticosamente, mentre con una mano mi accarezzava la fica.
Sentii il suo cazzo appoggiarsi al buco del culo e cominciare a spingere.
Proprio in quel mentre emisi un gemito incontrollato e venni sbuffando di piacere.
Il cazzo dell'ospite con pochi colpi fu dentro il mio culo.
Avvertii il solito intenso dolore che subito dopo si tramutò in insano piacere, e continuai a dimenarmi per sentire meglio i due cazzi che continuavano a spingere.
Il mio ospite ansimava, fremeva, le mani strette sulle chiappe, mentre il ragazzo sotto prese a a spingere con ritmo serrato.
Stava per esplodermi nella fica, lo sentivo, quando uscì e andò verso il tavolo.
Tornò con un piccolo bicchiere in mano che subito riempì con la sborra che gli usciva copiosa.
Il mio ospite uscì anche lui e fece la stessa cosa: si masturbò forsennatamente per qualche secondo e poi esplose nel bicchierino, che si riempì.
Me lo porse.
"Comincia la colazione, troia", mi disse tutto eccitato.
Presi il bicchiere, lo portai alle labbra, guardai il mio ospite negli occhi, complice e lussuriosa, e ingoiai tutta la sborra con un paio di sorsi
Poi con la lingua ripassai dentro il bicchiere per impadronirmi di tutta la sborra ancora presente.
Leccai a lungo fino a quando ripulii completamente il bicchiere, lo guardai di nuovo e mi leccai le labbra: "Soddisfatto?", chiesi ammiccante.
"Ti adoro, troia", mi rispose ammirato.
Il cameriere si era intanto rivestito e dileguato.
Andai verso il tavolo collocato sulla splendida veranda, dove l'abbondante colazione campeggiava invitante, con i suoi colori e i suoi profumi raffinati.
Mi sedetti e cominciai a deliziarmi, osservando rapita quel panorama onirico, costellato di colori, di rumori sparsi, di profumi delicati e penetranti.
Ero davvero affamata.
Le rocce maestose emergevano imponenti dal mare, mentre le abitazioni sparse facevano capolino quasi timidamente su quello scenario epico e poetico insieme.
Respiravo a pieni polmoni l'aria salmastra, mentre la brezza leggera agitava i miei capelli neri e ribelli, lunghi, che arrivavano a coprire i miei seni ritti per l'eccitazione di quello spettacolo meraviglioso.
Il mio ospite era dietro di me, in piedi, intento ad accarezzarmi le tette.
"Ho ancora e sempre voglia di te. Sei una droga", mi diceva strizzandomi i capezzoli.
"Vorresti un'altra razione di sborra?", mi chiese insinuante.
"Saresti in grado di procurarmela?", gli chiesi sorridendo mentre assaporavo i dolci che facevano bella mostra di sè sul tavolo.
"Vieni qui", mi disse attirandomi a sè e facendomi inginocchiare davanti al suo cazzo che stava già ridiventando duro.
Mi attivai subito con la bocca per un altro pompino, vorace, selvaggio, mentre con la mano lo masturbavo intensamente.
Lo sentii genere, fremere, si irrigidì, qualche secondo e mi spruzzò in bocca di nuovo il suo sperma.
Ingoiai tutto.
Con le dita raccolsi un rivolo di sperma che mi scendeva giù per il mento e lo leccai, come se fosse crema, guardandolo negli occhi, mentre con la bocca ripulivo per bene il suo cazzo.
"Dulcis in fundo", gli dissi ammiccante.
"Sei una strega", mi rispose con un filo di voce
"Ora però dobbiamo proprio andare, abbiamo un programma niente male da realizzare lì nella sauna", mi disse mentre si vestiva ed io finivo la mia meritata colazione.
Darò conto nel dettaglio del weekend trascorso sulla costiera amalfitana nei miei Racconti Illustrati.
by @lady_aemme
Sono su instagram, se vi va di conoscermi
Il messaggio che mi era arrivato era semplice, chiaro e diretto.
Weekend sulla costiera amalfitana, albergo di lusso, siamo in tre, ti vogliamo, 10.000.
Sapete, questi convegni sanitari, pseudoscientifici, dove con la scusa di disquisire di progressi in fatto di pratiche sanitarie in realtà si prendono accordi con le ditte farmaceutiche e si fanno affari indicibili, al riparo da occhi ed orecchie indiscrete, in ambienti esclusivi e riservati.
Io ero il tocco di eros che mancava.
La cosa mi entusiasmò.
Non racconterò tutto ciò che accadde in quella tre giorni memorabile: occorrerebbero almeno una cinquantina di pagine, fitte, per descrivere tutte le pratiche, le pazzie, le follie, le perversioni nelle quali i tre stimati e insospettabili professionisti mi coinvolsero, rendendomi protagonista di esperienze inusuali ed entusiasmanti.
Era un sabato mattina e i tre avevano prenotato una sauna negli ambienti esclusivi dello splendido hotel.
Alloggiavo nella suite più elegante con il capobanda del terribile terzetto.
Ero ancora distesa, nuda, sull'enorme letto, assonnata e svogliata.
Il sole era già alto nell'azzurro intenso del cielo che si tuffava brillante nel blu assorbente del mare.
Il mio ospite cercò di scuotermi.
"Dai, forza, alzati, abbiamo la sauna prenotata, non possiamo arrivare tardi", mi disse dandomi qualche sberla sul culo.
Mi lamentai dicendo cose sconnesse.
Avevamo scopato fino a notte fonda, in quattro, dentro a quella camera che trasudava lusso da ogni angolo.
Ero distrutta.
Riuscii ad alzarmi e a entrare nella doccia.
Fu rigenerante.
Uscii dal bagno con appetito, nuda, con i capelli ancora bagnati, e incrociai il cameriere che recava due enormi vassoi da collocare sul tavolo posto nell'ampia veranda.
Il ragazzo distolse subito lo sguardo, poggiò i vassoi e fece per andarsene, ma il mio ospite lo trattenne per un braccio, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Dapprima un diniego, poi un'esitazione e infine una chiara accettazione.
Avevo già intuito cosa frullava nella testa del mio ospite, per cui non mi meravigliai quando vidi il giovane cameriere spogliarsi in tutta fretta.
Anche il mio ospite si liberò dell'asciugamano con cui si cingeva alla vita e venne verso di me.
Mi fece inginocchiare, loro due in piedi di fronte a me, con i cazzi già in fase di erezione.
Iniziai a fare un doppio pompino fino a quando i due cazzi divennero rigidi e vogliosi.
A quel punto il mio ospite mi sospinse per un braccio verso il letto e mi fece mettere a quattro zampe.
Disse al cameriere di collocarsi sotto di me e di penetrarmi la fica.
Il giovane eseguì e in pochi secondi mi ritrovai la fica invasa da un cazzo di considerevoli dimensioni, mentre i miei capezzoli venivano strizzati con forza.
Iniziai a dimenarmi, cavalcando quel cazzo che mi era penetrato tutto nella fica.
Nel frattempo il mio ospite da dietro guardava divertito.
Dopo pochi secondi si avvicinò e mi allargò le gambe, mi afferrò il culo e prese a rovistarmi il buco con la lingua, come assatanato.
Lo sentii entrare, vorace, che leccava vorticosamente, mentre con una mano mi accarezzava la fica.
Sentii il suo cazzo appoggiarsi al buco del culo e cominciare a spingere.
Proprio in quel mentre emisi un gemito incontrollato e venni sbuffando di piacere.
Il cazzo dell'ospite con pochi colpi fu dentro il mio culo.
Avvertii il solito intenso dolore che subito dopo si tramutò in insano piacere, e continuai a dimenarmi per sentire meglio i due cazzi che continuavano a spingere.
Il mio ospite ansimava, fremeva, le mani strette sulle chiappe, mentre il ragazzo sotto prese a a spingere con ritmo serrato.
Stava per esplodermi nella fica, lo sentivo, quando uscì e andò verso il tavolo.
Tornò con un piccolo bicchiere in mano che subito riempì con la sborra che gli usciva copiosa.
Il mio ospite uscì anche lui e fece la stessa cosa: si masturbò forsennatamente per qualche secondo e poi esplose nel bicchierino, che si riempì.
Me lo porse.
"Comincia la colazione, troia", mi disse tutto eccitato.
Presi il bicchiere, lo portai alle labbra, guardai il mio ospite negli occhi, complice e lussuriosa, e ingoiai tutta la sborra con un paio di sorsi
Poi con la lingua ripassai dentro il bicchiere per impadronirmi di tutta la sborra ancora presente.
Leccai a lungo fino a quando ripulii completamente il bicchiere, lo guardai di nuovo e mi leccai le labbra: "Soddisfatto?", chiesi ammiccante.
"Ti adoro, troia", mi rispose ammirato.
Il cameriere si era intanto rivestito e dileguato.
Andai verso il tavolo collocato sulla splendida veranda, dove l'abbondante colazione campeggiava invitante, con i suoi colori e i suoi profumi raffinati.
Mi sedetti e cominciai a deliziarmi, osservando rapita quel panorama onirico, costellato di colori, di rumori sparsi, di profumi delicati e penetranti.
Ero davvero affamata.
Le rocce maestose emergevano imponenti dal mare, mentre le abitazioni sparse facevano capolino quasi timidamente su quello scenario epico e poetico insieme.
Respiravo a pieni polmoni l'aria salmastra, mentre la brezza leggera agitava i miei capelli neri e ribelli, lunghi, che arrivavano a coprire i miei seni ritti per l'eccitazione di quello spettacolo meraviglioso.
Il mio ospite era dietro di me, in piedi, intento ad accarezzarmi le tette.
"Ho ancora e sempre voglia di te. Sei una droga", mi diceva strizzandomi i capezzoli.
"Vorresti un'altra razione di sborra?", mi chiese insinuante.
"Saresti in grado di procurarmela?", gli chiesi sorridendo mentre assaporavo i dolci che facevano bella mostra di sè sul tavolo.
"Vieni qui", mi disse attirandomi a sè e facendomi inginocchiare davanti al suo cazzo che stava già ridiventando duro.
Mi attivai subito con la bocca per un altro pompino, vorace, selvaggio, mentre con la mano lo masturbavo intensamente.
Lo sentii genere, fremere, si irrigidì, qualche secondo e mi spruzzò in bocca di nuovo il suo sperma.
Ingoiai tutto.
Con le dita raccolsi un rivolo di sperma che mi scendeva giù per il mento e lo leccai, come se fosse crema, guardandolo negli occhi, mentre con la bocca ripulivo per bene il suo cazzo.
"Dulcis in fundo", gli dissi ammiccante.
"Sei una strega", mi rispose con un filo di voce
"Ora però dobbiamo proprio andare, abbiamo un programma niente male da realizzare lì nella sauna", mi disse mentre si vestiva ed io finivo la mia meritata colazione.
Darò conto nel dettaglio del weekend trascorso sulla costiera amalfitana nei miei Racconti Illustrati.
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