Il matrimonio del mercante

di
genere
dominazione



Alle undici del mattino del giorno successivo, il palazzo si riempì di suoni di campane festose. Le guardie del re, le "cagne" come venivano chiamate, si radunarono in un patio interno, il luogo in cui si teneva la cerimonia di nozze. Luna, nuda e imbarazzata, fu adagiata su una pedana coperta di morbidi cuscini, le gambe divaricate e legate dietro la schiena in una posa di sottomissione. Il re, in persona, le applicò un guinzaglio e un collare d'argento, segno che la ragazza era passata ufficialmente dallo status di animale domestico a sposa umana.

Mentre il re sculacciava Luna, le guardie femminili, anch'esse nude, si avvicinarono con fruste di seta. Ognuna di esse, una per una, le diede una frustata leggera, un gesto simbolico che segnava la fine della sua vecchia esistenza e l'inizio di un nuovo capitolo. Le lacrime scorrevano sul viso di Luna, ma la fierezza la teneva eretta, pronta ad accettare la propria umanità.

Finalmente, la regina per un giorno fu portata da Re Caino Terzo a quattro zampe, come un animale pregiato. Il mercante, a sua volta nudo e in attesa, sentiva il desiderio crescere in lui, ma era un sentimento diverso da quello che provava per le guardie. Questo era amore, non lussuria.

---

Quando Luna fu avvicinata a lui, il mercante si inginocchiò, la prese delicatamente per il viso e le baciò le lacrime. Lei, a sua volta, gli porse le labbra e lo baciò con passione. Poi, gli occhi pieni di ammirazione, si chinò per leccare il pene del re. Non era un atto di sottomissione, ma di ringraziamento e di umiltà, a dimostrare che, nonostante la propria liberazione, non avrebbe dimenticato da dove veniva.

Re Caino Terzo, il cui viso era inizialmente duro come la pietra, si ammorbidì. Fece un cenno con la testa e le guardie si allontanarono, lascando il mercante e Luna soli. Il re sorrise, mostrando i denti. "Adesso", disse, "potete consumare il vostro matrimonio."

---

Luna si avvicinò al mercante, il respiro pesante per l'emozione. Lui la guardò, le mani che tremavano leggermente, e cominciò a accarezzare la pelle liscia e calda del viso, del collo, del seno. Lei chiuse gli occhi, il respiro che si faceva veloce. Sentiva la lingua del mercante che le bagnava la pelle, che esplorava il culo e la figa, che gustava la propria umiltà.

Poi, lentamente, il mercante si sollevò, Luna che si avvinghiava a lui. Lei era la donna che voleva, la donna che avrebbe amato per il resto della propria esistenza. E in quell'istante, la luna piena che splendeva nel cielo notturno di Gorgor, le catene che la tenevano prigioniera si spezzarono, restituendole la propria anima.

---

Insieme, i due amanti si unirono, il proprio desiderio che li avvolgeva come una fiamma ardente. Luna sentiva la pelle del mercante sul proprio corpo, le sue mani forti che la stringevano, il suo cazzo che la riempiva come nulla che avesse provato prima. Era la prima volta che faceva l'amore da umana, e il piacere era intenso, travolgente.

Re Caino Terzo, osservando la scena, sentì qualcosa che non provava da tempo: la compassione. Fece cenno alle guardie di allontanarsi e, con un gesto di umanità che non si vedeva spesso a Gorgor, liberò Luna dal guinzaglio. "Alzati", le disse con gentilezza, "Ora, la tua lealtà è per il tuo sposo."

Luna si alzò a fatica, le gambe ancora intorpidite, ma la fierezza nel suo sguardo non era scomparsa. Il mercante, il cuore che batteva all'impazzata, si avvicinò e la prese per la mano. La portò al patio, dove gli alti muri di pietra si tingevano di rosa al sorgere del sole. In quell'istante, la comprese. La comprese come nessun uomo di Gorgor l'aveva mai compresa.

Mentre si avvicinavano, Luna gli sussurrò all'orecchio: "Mi ami veramente?" Il mercante la guardò, la pelle che bruciava per il desiderio, ma gli occhi che brillavano di amore. "Sì", le disse con fermezza, "ti amo, Luna. E ti amerò per l'eternità."

I presenti si fecero da parte, lasciando spazio ai due futuri sposi. Il mercante la guardò, il respiro che si faceva corto all'idea di poterla toccare, di poterla amare come una vera donna. Lei gli sorrise, un sorriso pieno di speranza e di paura. Poi, si inginocchiò di fronte a lui, le mani che tremavano leggermente. Con un bacio appassionato, si unirono in matrimonio, la luna piena a testimoniare la propria unione.
Il seme del mercante esplodeva all'interno di Luna, un'esplosione di piacere che li fece tremare entrambi. Lei lo guardava, gli occhi pieni di ammirazione, come se stesse guardando un dio. Lui, a sua volta, la teneva stretta, il cuore in gola per la bellezza e la forza che emanava. In quell'istante, si resero conto di avere un potere che andava al di là del regno di Gorgor: il potere dell'amore.
I mesi successivi furono pieni di passione e avventura.
scritto il
2025-06-05
9 7 0
visite
2
voti
valutazione
5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La svelta del mercante di Gorgot

racconto sucessivo

Una cagna è per sempre
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.