Nicole, la troia della mia vita

di
genere
incesti

Non avrei mai creduto che una ragazza di diciannove anni potesse devastarmi così.
E invece Nicole, la mia Nicole, la mia piccola troia personale, era lì per dimostrarmi che con me non c’era bisogno di nessun altro.

Ero un uomo di sessant’anni.
Lei una giovane dea del peccato.

Stavo per dirglielo, mentre la tenevo stretta contro di me, ancora ansimante per l’ultima scopata:
«Nicole… io sono vecchio… potrei qualche volta non funzionare… e tu sei giovane, piena di vita… potrebbe crearti qualche problema…?»

Lei mi guardò, le lacrime di piacere ancora agli angoli degli occhi.
E sorrise.
Quel sorriso sporco, dolce e devastante.

Senza dire una parola, si abbassò lentamente tra le mie gambe, prese il mio cazzo tra le mani e, senza esitazioni, se lo infilò in bocca.

Iniziò a succhiarmi come se non esistesse un domani, come se tutta la sua vita dipendesse dal fatto di farmi godere.

Mi ingoiava tutto, profondo, si sbavava tutta, ansimava di piacere mentre il mio cazzo ricominciava a pulsare di vita tra le sue labbra giovani e affamate.

Non si fermava.
Mi succhiava con una foga da puttana innamorata.
Mi svuotava l’anima con la bocca.

Quando venni, Nicole non si tirò indietro.
Ingoiò tutto, pulita, fiera, senza staccare gli occhi dai miei.

Salì sopra di me, con la figa già fradicia e pronta.

«Adesso ti faccio vedere cosa può fare una ragazza di diciannove anni a un uomo di sessant’anni…», mi sussurrò sporca, con un ghigno da diavola.

Si infilò tutto il mio cazzo in un colpo solo e iniziò a cavalcarmi come una bestia impazzita.

Il suo culo schioccava contro il mio bacino.
Le sue tette ballavano davanti ai miei occhi.
La sua bocca urlava piacere e oscenità.

«Ti piace, zio?», gemeva mentre si sbatteva senza pietà, «Ti piace essere spremuto da una troia giovane? Ti faccio venire finché non svieni, vecchio porco!»

Mi devastava.
Mi succhiava la vita.

La figa mi stritolava ogni volta che scendeva.
Il suo clitoride si strofinava impazzito contro il mio ventre.

Sentivo il cuore battere all’impazzata, sentivo il corpo cedermi sotto.

Nicole godeva, mi cavalcava, mi prendeva come sua proprietà.

«Sborra per me, zio!», urlava con voce spezzata, «Sborra in me!
Riempi la tua troia diciannovenne!
Fottimi fino a morire!»

E io venni di nuovo, esplodendo dentro di lei, mentre il mondo si oscurava intorno.

Nicole, però, non si fermò.

Continuava a sbattere su di me, a succhiare ogni briciola della mia forza, a cavalcarmi come una cagna indemoniata.

«Non esiste un domani!», gridava selvaggia, «Solo tu e io! Solo cazzo e figa! Solo la nostra follia!»

Il mio corpo cedeva, tremava, si arrendeva.

L’ultima ondata di piacere fu devastante.

Mi sentii venire ancora, scaricandomi totalmente dentro di lei, e poi il buio.

Svenni sotto Nicole, prosciugato, distrutto, sconfitto dalla sua figa giovane e affamata.



Epilogo: La fine del mondo

Quando riaprii gli occhi, Nicole era stesa su di me, bagnata, sporca di sborra e di sudore, con il sorriso più dolce e più sporco che avessi mai visto.

Mi accarezzava piano il petto, mentre il suo corpo caldo e perfetto si stringeva al mio.

«Ti ho distrutto, zio…», mormorò con una risata roca, baciandomi piano.

«E io voglio distruggerti così… ogni notte…
fino all’ultima notte della nostra vita.»

Non c’era più tempo.
Non c’era più domani.

Solo Nicole.

Solo la mia troia perfetta.
Solo il nostro sesso infinito.

Per sempre.
scritto il
2025-04-28
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