La vendetta di Valeria (Parte II)

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tradimenti

Arrivò il fatidico 5 anniversario di matrimonio, pensai bene di organizzare una vacanza estiva in Versilia della durata di una settimana. Una vacanza fatta di mare, con escursione a Viareggio, e verso le 5 terre, insomma fatta per rilassare e trovare un'intimità più forte. Eravamo molto soddisfatti di come stavamo trascorrendo quei giorni, e la sera dopo cena, una passeggiata e il ritorno in albergo per consumare del buon sesso. Durante le nostre uscite serali avevamo notato nelle vicinanze un club privé per adulti, ci scherzavamo sopra con delle battute e niente di più. La sera successiva ci capitò di ripassarci nuovamente e stranamente Valeria si soffermò nei pressi del locale e mi disse:
-Cosa dici, ci diamo un'occhiata dentro? Sono curiosa, non ho mai visto come è fatto un club privé.
-Ma cara è un locale per adulti, frequentato da gente promiscua!
Dai andiamo via!
-Cosa c'è di male, non ho problemi e poi siamo entrambi adulti.
Mi ritornò in mente quella fatidica frase "Giuro che me la pagherai"! Non ero sicuro se era quella la sua intenzione, ma a causa della sua forte insistenza, mi costrinse ad assecondarla. Per l'ingresso pagammo 50 euro a coppia ed avevamo diritto ad una consumazione e per usufruire di alcuni servizi interni c'erano altri supplementi da pagare. Appena entrammo fummo oggetti di molti sguardi, probabilmente essendo persone nuove attiravamo attenzioni. Ci recammo a bar e prendemmo qualcosa da bere per poi accomodarci su delle poltroncine. Valeria era molto interessata a scrutare il luogo e le persone. C'erano single e coppie che parlavano e si mostravano anche in atteggiamenti un po' spinti. Parlava con me, ma il suo sguardo era diretto verso le mia spalle. Mi girai un attimo per scorgere la presenza di tre uomini che sembravano interessati nel guardare Valeria. Tra loro c’era uno di colore che si distingueva dagli altri due dal suo fisico alquanto palestrato. Ai loro sguardi Valeria non sembrava evitarli, anzi sembrava rispondeva con dei leggeri sorrisi. Mentre la redarguivo, invitandola a non essere complice in questo scambio di sguardi, una voce interruppe i nostri discorsi. Era quell’uomo di colore:
-Salve, mi chiamo Jeff, siete nuovi del posto?
Valeria rispose:
-Si, eravamo curiosi di vedere come è fatto un privé e siamo entrati.
Dei tre era quello di colore, poteva avere sulla quarantina.
Intervenni subito dicendogli:
-Non vedi che ci stai disturbando?
Valeria mi bloccò subito dicendomi:
-Non essere maleducato si è presentato educatamente!
E lo invitò a sedersi.
Si instauro tra loro un dialogo intenso dove Valeria si informava su come ci si muove all'interno del locale e quali potessero essere i risvolti tra due persone che si vogliono conoscere più profondamente. Io cercavo di inserirmi per deviare il discorso, ma ogni volta che ci provavo venivo bloccato da lei. Ad un certo punto gli fece una domanda e un gesto che mi fece presagire che il momento di "pagare" era giunto.
-Jeff ma è vero che voi uomini di colore c'è l'avete grosso?
Con un sorriso rispose:
-Provare per credere!
Valeria allungò la mano è la pose sulla patta dei pantaloni, mostrandosi alquanto sorpresa e compiaciuta di come cominciava a prendere forma la patta sotto le sue carezze.
Jeff ci disse se volevamo seguirlo che ci avrebbe portato in un luogo più tranquillo, lontano da occhi indiscreti. Valeria prontamente si alzò e invitò anche me a seguirli.
La pregavo di fermarsi, che era troppo per me e non avrei accettato questa cosa, ma in modo forte e risoluto mi disse:
-Ti ricordi quanto ti dissi che te l'avrei fatto pagare? Ebbene è arrivato il momento che devi saldare quel conto. Per non lasciarla sola, entrammo in una stanza, di quelle riservate, con luci soffuse e un grande letto che occupava la gran parte dello spazio. Jeff molto velocemente si spogliò e rimase con i soli slip. Valeria:
-Jeff perché non ti sei tolto lo slip?
-Perché alle donne piace scoprirlo da solo.
Valeria, con un sorriso, gli si avvicinò ed introdusse la sua mano all'interno dell’indumento. Con una espressione di meraviglia accolse nella sua mano il membro di questo poderoso uomo. Gli sfilo lo slip, si chinò sulle sue gambe e, dopo averlo leggermente menato con la mano, lo introdusse in bocca.
Constatando la consistenza di quel arnese, mi preoccupavo per lei, ma contrariamente lei non sembrava affatto preoccupata, anzi era compiaciuta.
Continuavo a ribadire di fermarsi, ma era come non sentisse più la mia voce. A quel punto ero disarmato, nulla potevo contro la sua decisione, era decisa ad andare in fondo al suo scopo. Non volevo lasciarla sola in questo confronto. Mi avvicinai a lei mentre lo spompinava avidamente, e iniziai a spogliarla. Subito dopo anch’io mi liberai dei vestiti, ma quando mi avvicinai nuovamente a lei ebbi un rifiuto.
-No! Non puoi partecipare, è una cosa solo tra me e Jeff. Siediti sulla poltroncina e goditi lo spettacolo.
Amareggiato dovetti desistere, non avevo altra alternativa. Mia moglie era tra le braccia di quell'uomo sconosciuto intenta a farsi scopare. Quasi non la riconoscevo, travolta emotivamente come non mai, desiderosa di quel rapporto che stava iniziando a consumare. Potevo vedere Jeff che la baciava sul collo, sui seni, e con le mani le sorreggeva i glutei. Valeria con gli occhi chiusi si godeva quei momenti, ancora non era posseduta, ma si voleva pregustare quei preliminari. Le dita di Jeff si insinuarono tra le sue gambe e lubrificate dai suoi umori, iniziarono ad esplorare la sua vagina. Valeria ricambiava segandolo con la sua mano, quel cazzo che fuoriusciva parecchio dal suo palmo, tanto era la sua consistenza. Si posizionarono appositamente in modo che potessi ammirare tutti i particolari della penetrazione. Lei distesa sul letto supina e lui tenendola con le gambe alzate avvicina il suo pene alla sue grandi labbra. Lo vedo scomparire dentro di lei, mentre lei fu preda di un sussulto di piacere. Non credevo potesse accoglierlo tutto, vedevo i suoi testicoli sbattere sulla figa bagnata. Non gradivo quella visione, credevo che nessun altro, al di fuori di me, potesse violare la sua intimità. Ero impotente a cosi tanta spregiudicatezza, ma nonostante tutto avevo addosso un'eccitazione nel vederli contorcersi l’un l’altro, tanto che l’unica cosa che mi rimaneva di fare era segarmi. Tra loro si scambiavano non solo parole dolci, ma anche trasgressione, quelle parole che ti stimolano a dare il meglio di se e che per una volta ti fanno sentire padrone del rapporto che consumavano. Di tanto in tanto Valeria cercava il mio sguardo come se mi volesse comunicare qualcosa, era uno sguardo di puro piacere, quello che stava provando in quel momento. Più volte aveva raggiunto l’orgasmo, ma sembrava non bastare. Ormai aveva perso il controllo di sé, gemeva in continuazione, i loro corpi si intrecciavano nelle più svariate posizioni, a pecorina, nelle posizione prona, smorza candela, sembrava stessero mettendo in pratica tutte le posizioni del kamasutra. Io inerme, cercavo di metabolizzare la faccenda, alquanto scomoda, anche se a me mi fu proposto come regalo la escort, mentre lei l’ha scelto, ed anche bene.
Dopo quasi mezz’ora di sbattimento. Le prime parole annunciavano l’arrivo dell’orgasmo, ormai erano entrambi proiettati in quella direzione, un continuo incitarsi ed una serie di contrazioni incredibili avvolsero i loro corpi. Esausti si sdraiarono uno accanto all’altra, consolandosi con le ultime carezze.
Valeria si alzò per rinfrescarsi con un bidè, mentre Jeff rivolgendosi a me mi disse:
-Sei un uomo fortunato ad avere una donna così calda
-E tu ,Jeff, sei fortunato ad avere gli attributi così pronunciati, ma non ci sarà un’altra volta!
Uscimmo dal privè e mentre tornavamo all’albergo Valeria mi guardava e rideva:
-Cosa c’è da ridere cosi tanto?
- Non so se sono soddisfatta più per averti fatto pagare il debito o per il piacere provato.
Per qualche giorno ho portato il musone, ma poi per sua iniziativa abbiamo fatto pace e ripreso a fare del buon sesso.
scritto il
2025-04-07
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