La troia di mia moglie
di
Marco_60
genere
trio
Anno 2000. Una famiglia come tante altre che condividono vita e esperienze nell'insegna della coerenza e fedeltà, fino al giorno in cui venne rimesso tutto in discussione. Internet entrava nelle case e con essa le chat pubbliche si affollavano di utenti e di relazioni amorose tra sconosciuti. Da qualche mese notavo comportamenti e abitudini da parte di mia moglie, che non riconoscevo, o perlomeno che da tanto tempo non notavo più. Pensai che fosse solo una mia fissazione, ma in poco tempo dovetti ricredermi. Sempre più fugace, aspetto più curato, nuovo abbigliamento e tanto tempo trascorso con le amiche. E fu proprio nell'occasione di un presunto incontro con una amica in particolare che mi si accese il sospetto. Mi capitò di chiamarla una mattina, mentre ero al lavoro, il cellulare non era raggiungibile, così chiamai l'amica con cui doveva incontrarsi. Gli chiesi di Angela e mi rispose che erano settimane che non si vedevano. Pensai: "Come mai, mi aveva detto che si vedevamo 2/3 volte a settimana per prendersi un caffè?". C'era qualcosa sotto che dovevo assolutamente indagare, anche per togliermi certe idee dalla testa. Con chi trascorreva quel tempo con la scusa dell'amica? La cosa più semplice da fare era controllare il kilometraggio della sua auto. Macinava decine e decine di km al giorno, ma dove si recava? Non mi restava che pedinarla. Non era facile stargli dietro e non farsi scoprire, era molto attenta a crearsi un alibi del giorno. A seguito dei miei pedinamenti, un giorno, con la sua auto, si diresse sulla statale per raggiungere un luogo lontano 50km da casa nostra. Si fermò lungo la strada del centro e parcheggiò a ridosso del marciapiede. Io mi accostai ad una cinquantina di metri cercando di non farmi scoprire. Suonò un campanello di una villetta, e dall'ingresso principale si affacciò un uomo, che con un sorriso gli fece cenno di accomodarsi. Rimasi impietrito.
"Chi era? L'amante?"
Avrei voluto intervenire, ma prima dovevo scoprire chi fosse e che legame c'era tra loro. Dopo un attimo di riflessione mi venne, con una scusa, l'idea di chiamarla. Alla mia domanda "Dove stai?" mi rispose "Dall'amica Chiara". Era la prova che mi nascondeva un tradimento. La vidi uscire circa un'oretta dopo dalla casa di quell'uomo, sorridente e felice come non la vedevo da tempo. Salutarsi con un bacio sulla bocca. Mi piombò il mondo addosso, avrei voluto scendere dall'auto e prenderla a schiaffi, lei e lui, ma volevo sapere ancora di più su quella relazione. A seguito di una piccola indagine, scoprii che quell'uomo, single, gestiva un negozio di vendita utensili. Mi recai, con la scusa di comprare un trapano, nella sua rivendita, scambiandoci due chiacchiere. Conobbi le sue generalità ed anche il suo numero di cellulare. Non mi fu difficile scrutare nel cellulare di Angela e trovarci quel numero sotto la voce Giovanna, per non destare sospetti. Nella cronologia delle chiamate appariva ripetutamente quel numero tante volte al giorno, soprattutto nella fascia oraria in cui ero al lavoro. Ero sull'orlo di uscire allo scoperto, quando Angela mi disse che aveva ricevuto un invito dall'amica per trascorrere una giornata con lei nella sua casa al mare. Quella mattina mi misi in auto pronta a seguirla. Lungo la strada si fermò e parcheggiò nel primo posto disponibile. C'era lui che l'aspettava. Salì nella sua auto e camminarono un bel po' fino a raggiungere una località sul mare, davanti al cancello di una villetta, dove vi entrarono. Mi sedetti su una panchina un po' distante, dove avevo la possibilità di controllare bene la loro alcova. Li vidi uscire in costume e dirigersi in spiaggia come se fossero una coppia di fatto. Sistemarono i teli da mare sulla spiaggia e si diressero in acqua. Non c'era molta gente, si sentivano a proprio agio, abbracciati in acqua intenti a baciarsi. Erano talmente incollati l'un l'altro, e dai loro movimenti era chiaro che sotto il livello dell'acqua si stavano masturbando a vicenda. Ebbi la sensazione che non solo si toccassero ma andavano anche oltre. Inconsapevolmente mi accorsi della mia eccitazione, avevo il pene eretto. Nel guardare i loro gesti mi si erano risvegliati i sensi.
Immortalai i loro corpi con alcuni scatti fatti con il cellulare per non sentirmi direi al momento del confronto "Amore non è come credi". Anche quando si sdraiarono sui teli non mancarono le moine di una certa intensità. La mano di lui accarezzava costantemente il corpo di Angela, il che sembrava gradire molto. Tornarono in casa per restarci parte del pomeriggio. Li vidi uscire con le loro borse per caricarle in auto. La gita al mare era terminata. Rientrai a casa intorno alle 20, un po' dopo di lei, giustificandomi di essermi trattenuto con degli amici. Mangiammo qualcosa che lei aveva già preparato al mattino precedente. Dopodiché, facendo finta di niente gli proposi di fare sesso a letto. Si mostrò un pò restia, forse già appagata dal suo amante. Alla fine cedette alla mia insistenza. Lì sotto era bagnatissima, probabilmente aveva ancora residui degli umori del rapporto precedente. Gli dissi:
"Vedi amore sei già tutta bagnata e non volevi fare sesso con me".
Mentre la scopavo osservavo il suo volto con gli occhi chiusi, chissà nel suo immaginario cosa stava pensando, e questo in parte mi eccitava un po'. Questa situazione continuò ancora per qualche mese, dopodiché decisi di uscire allo scoperto. Un giorno rientrai dal lavoro in anticipo e attesi che rientrasse lei. Quando mi vide mi disse:
-Come mai sei a casa a quest'ora?
-Devo parlarti. Devo parlarti di cose serie.
Con lo sguardo di chi non capisce o non vuole capire, mi rispose:
-Di cose serie?
-Di cosa?
-Ma tu mi vuoi ancora bene?
Rispose:
-Non capisco, cosa vuoi dire?
-Voglio dire che è arrivato il momento di fare una scelta.
Con lo sguardo di chi inizia a capire di essere stata scoperta, fa un ultimo tentativo.
-Ma caro, quale scelta dovrei fare, non capisco!
-Sto parlando di Gianni, la tua nuova fiamma che ha acceso i tuoi stimoli, da un po di mesi a questa parte.
-Ma no, Gianni è solo un amico, di tanto in tanto ci ritroviamo a prendere un caffè insieme....
La interrompo:
-Certo, a casa sua tra una scopata e l'altra, oppure nel villino a mare.
Sentitosi scoperta, con le mani sul volto, sprofonda in un pianto a dirotto. Gli pongo l'ultimatum, "O me o lui". Mi confessa che in quel momento non riesce a darmi una risposta, non riesce ad elaborare una decisione. Aggiungo:
-Hai una settimana di tempo per pensarci. Da quel momento il suo atteggiamento era cambiato, non più la donna sorridente e apparente, ma una donna assillata nel dover fare una scelta contro il suo volere. Alla scadenza dei 7 giorni mi confessa di non essere stata in grado di elaborare la scelta. Nessuna intenzione di perdere Gianni e neanche me. Questa decisione mi spiazza completamente. Giro per la stanza, intorno a lei seduta sul divano, cercando di elaborare un pensiero. Se Angela non è in grado di prendere una decisione, l'unico che può farlo è solo lui, Gianni. Se Gianni decide che questa relazione non può avere un futuro, allora il problema sarà risolto. A bruciapelo gli faccio una richiesta:
-Proponi al tuo amante un incontro per discutere sulla faccenda.
Mi fa capire che si tratta di una richiesta improponibile, ma io insisto. Contro ogni aspettativa, dopo un paio di giorni, mi da conferma che ci sarà. Decidiamo di sabato sera. Affronteremo la discussione dopo un cena sobria.
Bussano alla porta, è lui. Entra, ci presentiamo. Non porto rabbia o rancore verso di lui, in fondo è un uomo, e l'uomo è cacciatore. Ci accomodiamo nel salotto e parliamo del più e del meno. Nel frattempo Angela, che non distoglie gli occhi da noi, ci osserva, è pervasa dal timore che possa succedere qualcosa di brutto. La cena è pronta, ci accomodiamo al tavolo e iniziamo a mangiucchiare qualcosa. Si sente la tensione nell'aria, soprattutto da parte di Angela, concentrata sulle nostre discussioni più che mangiare qualcosa. Concludiamo la cena con un caffè, dopodiché ci riaccomodiamo sul salotto. Attendiamo Angela, intenta a sparecchiare tavola, che ci raggiunga. La faccio accomodare sulla poltroncina. È arrivato il momento di affrontare il discorso. Sono esplicito, espongo chiaramente la situazione a Gianni, che si mostra un po' agitato, ma composto. È evidente che tra loro c'è qualcosa di più di una semplice relazione amorosa. I loro sguardi di incrociano come per cercare qualche suggerimento. Poi Gianni prende la parola e si spiega. La loro non è una semplice relazione, ma è qualcosa che va oltre, subordinata alla volontà di Angela. È Angela che deve decidere con chi stare, ma lei non è disposta a perdere nessuno dei due. La cosa di fa ancora più complicata, non esistono altre alternativa per uscire fuori da questa situazione. Li osservo attentamente, vedo scorrere nella mia mente le loro immagini mentre fanno sesso, mi accorgo di essere eccitato, la stessa reazione che ebbi quando li vidi sulla spiaggia abbracciarsi e baciarsi fra loro. Mi balenò in testa che forse avremmo potuto coesistere, condividere la stessa persona. Mi avvicinai ad Angela, da dietro la sua poltroncina, le mie mani, prima adagiate sulle sue spalle, scivolarono davanti, insinuandosi all'interno della camicetta. Tirai i suoi seni fuori. Angela mi lanciò uno guardo come per dire "Cosa stai facendo?". Gli risposi:
-Rilassati, ho forse la soluzione per te!
Mi posi lateralmente, abbassando i pantaloni e gli slip. La invitai a segarmi, cosa che fece con qualche titubanza. Gianni impietrito era lì ad osservarci, nonostante notavo la sua patta dei pantaloni gonfiarsi. Feci un gesto verso di lui per invitarlo ad avvicinarsi, cosa che fece di buon grado. Un'istante dopo Angela aveva due peni tra le mani. Angela aveva scelto davvero bene, il ragazzo mostrava doti notevoli di consistenza nelle parti basse. Le mie intenzioni, ormai, erano chiare e Angela cominciò a dedicarsi con passione nell'arte del pompino. Prima uno, poi l'altro, il suo capo faceva capolino sui nostri sessi. La delicatezza di quelle labbra, la passione con cui accoglieva i nostri sessi nella sua bocca, sembrava non essere parte delle sue abitudini. Da quel momento in poi non potevamo più tornare indietro, Angela stava per iniziare a gustare un rapporto a tre. La feci alzare per togliersi tutti gli indumenti che aveva addosso, e di peso la feci sedere a bordo del tavolo. Feci spazio affinché Gianni fosse il primo a possederla. Le alzo le gambe, con la schiena sul piano del tavolo e in un attimo fu dentro di lei. Angela ebbe un sussulto che mi fece capire quanto desiderasse essere posseduta da lui. Mentre lui affondava la sua verga, io la coccolavo, la baciavo in bocca e la stimolavo con paroline dolci e provocatorie.
-Ti piace il cazzo di Gianni, vero? Come ti senti ad averne due? Da oggi sarai la nostra troia!
È così via..
Non rispondeva, ma la sua eccitazione era così tanta, che la stanza si riempiva dei suoi gemiti. Ad un certo punto Gianni mi diede il cambio. Ora ero io che la stavo trombando mentre Gianni le succhiava i capezzoli. C'era bisogno di più comodità, per cui ci decidemmo di accomodarci nella stanza da letto, sul mio comodo letto matrimoniale. Inevitabilmente i nostri corpi erano più uniti che mai. Ogni angolo del corpo di Angela era sotto il mostro controllo. Provammo tante posizioni, a pecora, smorzacandela, ci veniva così naturale che Angela ci dava tutta la sua disponibilità nell'accontentarci.
Ormai Angela era all'apice dell'orgasmo. Gianni mi fece cenno di prendere il suo posto per l'atto finale.
Gli risposi:
-Prego, a te il privilegio di farla venire. Voglio vedere il volto di mia moglie venire sotto i tuoi colpi.
Fu così che Angela fu presa da forti contrazioni mentre lo stesso Gianni gli veniva dentro. Preso dall'atmosfera caliente anch'io venni, riversandogli tutto il mio sperma sul suo volto. Esausti rimanemmo una buona oretta sdraiati, intento ad accarezzare Angela. A quel punto dettai la mia soluzione:
-D'ora in poi tutto alla luce del giorno.
Diventammo così una coppia aperta, nel nostro piccolo. Almeno una volta a settimana si combinava un threesome, il tutto si protrasse per circa un anno, fino a che Gianni non trovò una nuova compagna. Angela si fece una ragione, ma alla fine accettò senza riserva la decisione. Sporadicamente quando veniva a trovarci approfittavamo dell'occasione per rivivere quei momenti di forte intimità.
"Chi era? L'amante?"
Avrei voluto intervenire, ma prima dovevo scoprire chi fosse e che legame c'era tra loro. Dopo un attimo di riflessione mi venne, con una scusa, l'idea di chiamarla. Alla mia domanda "Dove stai?" mi rispose "Dall'amica Chiara". Era la prova che mi nascondeva un tradimento. La vidi uscire circa un'oretta dopo dalla casa di quell'uomo, sorridente e felice come non la vedevo da tempo. Salutarsi con un bacio sulla bocca. Mi piombò il mondo addosso, avrei voluto scendere dall'auto e prenderla a schiaffi, lei e lui, ma volevo sapere ancora di più su quella relazione. A seguito di una piccola indagine, scoprii che quell'uomo, single, gestiva un negozio di vendita utensili. Mi recai, con la scusa di comprare un trapano, nella sua rivendita, scambiandoci due chiacchiere. Conobbi le sue generalità ed anche il suo numero di cellulare. Non mi fu difficile scrutare nel cellulare di Angela e trovarci quel numero sotto la voce Giovanna, per non destare sospetti. Nella cronologia delle chiamate appariva ripetutamente quel numero tante volte al giorno, soprattutto nella fascia oraria in cui ero al lavoro. Ero sull'orlo di uscire allo scoperto, quando Angela mi disse che aveva ricevuto un invito dall'amica per trascorrere una giornata con lei nella sua casa al mare. Quella mattina mi misi in auto pronta a seguirla. Lungo la strada si fermò e parcheggiò nel primo posto disponibile. C'era lui che l'aspettava. Salì nella sua auto e camminarono un bel po' fino a raggiungere una località sul mare, davanti al cancello di una villetta, dove vi entrarono. Mi sedetti su una panchina un po' distante, dove avevo la possibilità di controllare bene la loro alcova. Li vidi uscire in costume e dirigersi in spiaggia come se fossero una coppia di fatto. Sistemarono i teli da mare sulla spiaggia e si diressero in acqua. Non c'era molta gente, si sentivano a proprio agio, abbracciati in acqua intenti a baciarsi. Erano talmente incollati l'un l'altro, e dai loro movimenti era chiaro che sotto il livello dell'acqua si stavano masturbando a vicenda. Ebbi la sensazione che non solo si toccassero ma andavano anche oltre. Inconsapevolmente mi accorsi della mia eccitazione, avevo il pene eretto. Nel guardare i loro gesti mi si erano risvegliati i sensi.
Immortalai i loro corpi con alcuni scatti fatti con il cellulare per non sentirmi direi al momento del confronto "Amore non è come credi". Anche quando si sdraiarono sui teli non mancarono le moine di una certa intensità. La mano di lui accarezzava costantemente il corpo di Angela, il che sembrava gradire molto. Tornarono in casa per restarci parte del pomeriggio. Li vidi uscire con le loro borse per caricarle in auto. La gita al mare era terminata. Rientrai a casa intorno alle 20, un po' dopo di lei, giustificandomi di essermi trattenuto con degli amici. Mangiammo qualcosa che lei aveva già preparato al mattino precedente. Dopodiché, facendo finta di niente gli proposi di fare sesso a letto. Si mostrò un pò restia, forse già appagata dal suo amante. Alla fine cedette alla mia insistenza. Lì sotto era bagnatissima, probabilmente aveva ancora residui degli umori del rapporto precedente. Gli dissi:
"Vedi amore sei già tutta bagnata e non volevi fare sesso con me".
Mentre la scopavo osservavo il suo volto con gli occhi chiusi, chissà nel suo immaginario cosa stava pensando, e questo in parte mi eccitava un po'. Questa situazione continuò ancora per qualche mese, dopodiché decisi di uscire allo scoperto. Un giorno rientrai dal lavoro in anticipo e attesi che rientrasse lei. Quando mi vide mi disse:
-Come mai sei a casa a quest'ora?
-Devo parlarti. Devo parlarti di cose serie.
Con lo sguardo di chi non capisce o non vuole capire, mi rispose:
-Di cose serie?
-Di cosa?
-Ma tu mi vuoi ancora bene?
Rispose:
-Non capisco, cosa vuoi dire?
-Voglio dire che è arrivato il momento di fare una scelta.
Con lo sguardo di chi inizia a capire di essere stata scoperta, fa un ultimo tentativo.
-Ma caro, quale scelta dovrei fare, non capisco!
-Sto parlando di Gianni, la tua nuova fiamma che ha acceso i tuoi stimoli, da un po di mesi a questa parte.
-Ma no, Gianni è solo un amico, di tanto in tanto ci ritroviamo a prendere un caffè insieme....
La interrompo:
-Certo, a casa sua tra una scopata e l'altra, oppure nel villino a mare.
Sentitosi scoperta, con le mani sul volto, sprofonda in un pianto a dirotto. Gli pongo l'ultimatum, "O me o lui". Mi confessa che in quel momento non riesce a darmi una risposta, non riesce ad elaborare una decisione. Aggiungo:
-Hai una settimana di tempo per pensarci. Da quel momento il suo atteggiamento era cambiato, non più la donna sorridente e apparente, ma una donna assillata nel dover fare una scelta contro il suo volere. Alla scadenza dei 7 giorni mi confessa di non essere stata in grado di elaborare la scelta. Nessuna intenzione di perdere Gianni e neanche me. Questa decisione mi spiazza completamente. Giro per la stanza, intorno a lei seduta sul divano, cercando di elaborare un pensiero. Se Angela non è in grado di prendere una decisione, l'unico che può farlo è solo lui, Gianni. Se Gianni decide che questa relazione non può avere un futuro, allora il problema sarà risolto. A bruciapelo gli faccio una richiesta:
-Proponi al tuo amante un incontro per discutere sulla faccenda.
Mi fa capire che si tratta di una richiesta improponibile, ma io insisto. Contro ogni aspettativa, dopo un paio di giorni, mi da conferma che ci sarà. Decidiamo di sabato sera. Affronteremo la discussione dopo un cena sobria.
Bussano alla porta, è lui. Entra, ci presentiamo. Non porto rabbia o rancore verso di lui, in fondo è un uomo, e l'uomo è cacciatore. Ci accomodiamo nel salotto e parliamo del più e del meno. Nel frattempo Angela, che non distoglie gli occhi da noi, ci osserva, è pervasa dal timore che possa succedere qualcosa di brutto. La cena è pronta, ci accomodiamo al tavolo e iniziamo a mangiucchiare qualcosa. Si sente la tensione nell'aria, soprattutto da parte di Angela, concentrata sulle nostre discussioni più che mangiare qualcosa. Concludiamo la cena con un caffè, dopodiché ci riaccomodiamo sul salotto. Attendiamo Angela, intenta a sparecchiare tavola, che ci raggiunga. La faccio accomodare sulla poltroncina. È arrivato il momento di affrontare il discorso. Sono esplicito, espongo chiaramente la situazione a Gianni, che si mostra un po' agitato, ma composto. È evidente che tra loro c'è qualcosa di più di una semplice relazione amorosa. I loro sguardi di incrociano come per cercare qualche suggerimento. Poi Gianni prende la parola e si spiega. La loro non è una semplice relazione, ma è qualcosa che va oltre, subordinata alla volontà di Angela. È Angela che deve decidere con chi stare, ma lei non è disposta a perdere nessuno dei due. La cosa di fa ancora più complicata, non esistono altre alternativa per uscire fuori da questa situazione. Li osservo attentamente, vedo scorrere nella mia mente le loro immagini mentre fanno sesso, mi accorgo di essere eccitato, la stessa reazione che ebbi quando li vidi sulla spiaggia abbracciarsi e baciarsi fra loro. Mi balenò in testa che forse avremmo potuto coesistere, condividere la stessa persona. Mi avvicinai ad Angela, da dietro la sua poltroncina, le mie mani, prima adagiate sulle sue spalle, scivolarono davanti, insinuandosi all'interno della camicetta. Tirai i suoi seni fuori. Angela mi lanciò uno guardo come per dire "Cosa stai facendo?". Gli risposi:
-Rilassati, ho forse la soluzione per te!
Mi posi lateralmente, abbassando i pantaloni e gli slip. La invitai a segarmi, cosa che fece con qualche titubanza. Gianni impietrito era lì ad osservarci, nonostante notavo la sua patta dei pantaloni gonfiarsi. Feci un gesto verso di lui per invitarlo ad avvicinarsi, cosa che fece di buon grado. Un'istante dopo Angela aveva due peni tra le mani. Angela aveva scelto davvero bene, il ragazzo mostrava doti notevoli di consistenza nelle parti basse. Le mie intenzioni, ormai, erano chiare e Angela cominciò a dedicarsi con passione nell'arte del pompino. Prima uno, poi l'altro, il suo capo faceva capolino sui nostri sessi. La delicatezza di quelle labbra, la passione con cui accoglieva i nostri sessi nella sua bocca, sembrava non essere parte delle sue abitudini. Da quel momento in poi non potevamo più tornare indietro, Angela stava per iniziare a gustare un rapporto a tre. La feci alzare per togliersi tutti gli indumenti che aveva addosso, e di peso la feci sedere a bordo del tavolo. Feci spazio affinché Gianni fosse il primo a possederla. Le alzo le gambe, con la schiena sul piano del tavolo e in un attimo fu dentro di lei. Angela ebbe un sussulto che mi fece capire quanto desiderasse essere posseduta da lui. Mentre lui affondava la sua verga, io la coccolavo, la baciavo in bocca e la stimolavo con paroline dolci e provocatorie.
-Ti piace il cazzo di Gianni, vero? Come ti senti ad averne due? Da oggi sarai la nostra troia!
È così via..
Non rispondeva, ma la sua eccitazione era così tanta, che la stanza si riempiva dei suoi gemiti. Ad un certo punto Gianni mi diede il cambio. Ora ero io che la stavo trombando mentre Gianni le succhiava i capezzoli. C'era bisogno di più comodità, per cui ci decidemmo di accomodarci nella stanza da letto, sul mio comodo letto matrimoniale. Inevitabilmente i nostri corpi erano più uniti che mai. Ogni angolo del corpo di Angela era sotto il mostro controllo. Provammo tante posizioni, a pecora, smorzacandela, ci veniva così naturale che Angela ci dava tutta la sua disponibilità nell'accontentarci.
Ormai Angela era all'apice dell'orgasmo. Gianni mi fece cenno di prendere il suo posto per l'atto finale.
Gli risposi:
-Prego, a te il privilegio di farla venire. Voglio vedere il volto di mia moglie venire sotto i tuoi colpi.
Fu così che Angela fu presa da forti contrazioni mentre lo stesso Gianni gli veniva dentro. Preso dall'atmosfera caliente anch'io venni, riversandogli tutto il mio sperma sul suo volto. Esausti rimanemmo una buona oretta sdraiati, intento ad accarezzare Angela. A quel punto dettai la mia soluzione:
-D'ora in poi tutto alla luce del giorno.
Diventammo così una coppia aperta, nel nostro piccolo. Almeno una volta a settimana si combinava un threesome, il tutto si protrasse per circa un anno, fino a che Gianni non trovò una nuova compagna. Angela si fece una ragione, ma alla fine accettò senza riserva la decisione. Sporadicamente quando veniva a trovarci approfittavamo dell'occasione per rivivere quei momenti di forte intimità.
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