Io, mia sorella Clara e mia madre Melissa (2° Atto)

di
genere
incesti

(Storia di pura fantasia raccontata in due Atti. La prima con mia sorella e la seconda con mia madre)

Una sera, però, successe il fattaccio. Io e Clara ne avevamo approfittato subito. La stavo scopando con forza, il suo corpo che si muoveva sotto di me, i suoi ansiti che riempivano l’aria. "Cazzo, Marco, non fermarti," mugolava, le unghie conficcate nella mia schiena. Ero così preso dal momento che non sentii nemmeno la porta d’ingresso aprirsi. Mia madre, rientrata prima del previsto a causa di un inconveniente, ci trovò in flagrante. I suoi occhi si spalancarono mentre un urlo le sfuggiva dalla bocca.
"Ma cosa state facendo? Siete pazzi? PAZZI!" gridò, la voce che tremava di rabbia e incredulità.
Ci staccammo di colpo, il cuore che ci martellava nel petto, spaventati e impauriti. Cercammo di ricomporci alla meglio, tirando su i vestiti con mani tremanti.
"Mamma, lascia che ti spieghi…" e lei non ascoltava, continuava a gridare, camminando avanti e indietro.
"Siete pazzi, completamente pazzi! Come avete potuto fare una cosa del genere, siete fratello e sorella?"
Il giorno dopo, ci recammo in cucina per la colazione. Mia madre era già lì, seduta al tavolo con una tazza di caffè in mano, il volto scuro come una tempesta. Non ci degnò nemmeno di uno sguardo, trattandoci come estranei, il silenzio che pesava come un macigno. Mentre fissavo il mio piatto, la mente tornò al giorno prima, alle sue urla, alle sue parole taglienti. Ma c’era qualcosa nel suo tono, un certo non so chè, che mi fece riflettere. Era rabbia, certo, ma mi sembrava anche… gelosia? Come se nelle sue grida ci fosse un pensiero inespresso, come per dire "Sono anni che non faccio sesso con un uomo, e voi fratello e sorella ve la spassate così?"
Questa sensazione si rafforzò ripensando a certi momenti con lei. Da quando mio padre non c’è più, come vi ho gia detto, dormo spesso nel suo letto con lei per farle compagnia. E non è raro che, nel cuore della notte, mi ritrovi premuto contro di lei, il mio cazzo duro che sfiora il suo sedere. Non mi ha mai detto nulla, non mi ha mai respinto, nemmeno un richiamo. Questo mi ha sempre fatto pensare che, in qualche modo, lei lo accettasse, forse persino lo desiderasse.
Una sera, mentre eravamo a letto, decisi di affrontare il discorso del litigio. La luce era spenta, solo un filo di chiarore filtrava dalla finestra. Mi avvicinai un po’ di più a lei, sentendo il calore del suo corpo.
"Mamma, voglio parlarti di quello che è successo… Ti prometto che non farò più nulla con Clara. È stata una stupidaggine, non accadrà più," dissi, cercando di suonare sincero.
Restammo a parlare per quasi un’ora, sdraiati fianco a fianco. Sembrava che la tensione si stesse sciogliendo, che tutto fosse finalmente chiarito. Ma poi, quando credevo che la conversazione fosse finita, lei si voltò verso di me. I suoi occhi brillavano nel buio, intensi, mentre mi fissava.
"Marco, quando avevi bisogno di sfogarti, ti ho sempre lasciato fare. Credi che non me ne sia accorta quando, di notte, strofinavi il tuo cazzo contro il mio sedere? O quando mettevi il tuo cazzo nel palmo della mia mano per farti masturbare?"
Le sue parole mi fecero gelare il sangue.
"E allora, se hai bisogno di qualcosa, rivolgiti a me. Sono qui."
Rimasi senza parole, il cuore che batteva forte. Le sue parole erano un invito, un’apertura che non mi aspettavo. Sentii una scarica di eccitazione attraversarmi, il pensiero di quello che poteva succedere tra noi che mi faceva indurire all’istante.
"Mamma… dici sul serio?" chiesi con voce roca
Mia madre Melissa mi abbracciò forte, il mio viso schiacciato contro le sue tette morbide, il calore del suo corpo che mi avvolgeva come una droga. La mia mano scivolò sui suoi fianchi, afferrandoli con una fame che non riuscivo a controllare. Quasi d’istinto, feci scendere le dita lungo le sue cosce lisce, partendo dal ginocchio e risalendo piano, assaporando ogni centimetro della sua pelle sotto il tessuto sottile del pigiama. Lei non si mosse, non disse nulla, e quel silenzio mi sembrò un tacito consenso, un invito a spingermi oltre.
Con il cuore che mi martellava nel petto, infilai la mano dentro il suo pigiama, sfiorando il pube sopra gli slip. Il calore che trovai lì mi fece indurire all’istante. Mentre le mie dita esploravano, accarezzando con delicatezza ma decisione, sentii la sua mano posarsi sul mio braccio, accarezzarlo lentamente, un chiaro segno di assenso. Non c’erano più dubbi: mia madre voleva fare sesso con me.
"Ti voglio, mamma," mormorai, la voce già roca di desiderio mentre mi toglievo i pantaloni del pigiama, restando completamente nudo.
Lei non esitò. La sua mano si chiuse attorno al mio cazzo, stringendolo con una sicurezza che mi fece quasi gemere. Iniziò a muoverla, su e giù, con un ritmo che mi fece pulsare di piacere. Tra me e me pensai, “Chissà se mamma lo sa fare meglio di Clara. Sembra dannatamente esperta.”
Mi chinai vicino al suo orecchio, il respiro corto. "Per favore, mamma, mi faresti un pompino?" sussurrai, sentendo il sangue ribollire nelle vene.
Lei mi guardò con un sorriso malizioso, gli occhi che brillavano di una lussuria che non avevo mai visto prima.
"Vieni qui, Marco," rispose, la voce bassa e seducente, mentre si abbassava verso di me.
Fu allora che scoprii che mia madre era una vera maestra del fellatio. La sua bocca calda e avvolgente mi prese tutto, la lingua che scivolava lungo l’asta con una precisione che mi fece tremare. Lo maneggiava con cura, succhiando e leccando in punti che non sapevo nemmeno potessero darmi tanto piacere.
"Cazzo, mamma, sei incredibile," gemetti, stringendo le lenzuola per non perdere il controllo.
Per fortuna sono molto resistente, altrimenti sarei già esploso due volte sotto quel trattamento divino. Chissà quanti ne aveva fatti a mio padre per essere così esperta.
Dopo qualche minuto di pura estasi, non ce la feci più a trattenermi. Con voce roca, le sussurrai, "Mamma, voglio possederti. Adesso."
Lei annuì, sdraiandosi sul letto e facendomi segno di mettermi sopra. Con una mano guidò il mio cazzo verso la sua figa, già bagnata e pronta. Scivolai dentro di lei in un attimo, i suoi umori abbondanti che rendevano tutto così facile, così perfetto.
"Oh, Marco, sì," gemette mentre iniziavo a spingere, dando ritmo agli affondi, ogni movimento che ci univa di più.
"Mamma, vado bene così?" grugnii, sentendo i suoi fianchi muoversi contro i miei.
"Più forte, Marco, più forte!" mi incitava, la voce carica di disperazione e desiderio, le mani che mi stringevano il culo per spingermi più a fondo.
Obbedii senza esitazione, martellandola con una forza che sembrava liberare anni di astinenza. Era come indiavolata, la sua fame di sesso così evidente, così cruda. Capii quanto fosse vitale per lei questo momento, quanto avesse bisogno di sentirsi desiderata, posseduta. Provammo diverse posizioni, ognuna più intensa dell’altra. A un certo punto, la misi a quattro zampe, afferrandole per i fianchi, mentre la penetravo da dietro, il suono dei nostri corpi che sbattevano insieme che riempiva la stanza.
"Ti piace così, mamma?" le chiesi, ansimando.
"Cazzo, sì, non fermarti!" rispose, la testa abbassata, i gemiti sempre più forti.
Quando sentii l’orgasmo montare, la girai di nuovo, supina sul letto, guardandola negli occhi mentre raggiungevamo l'orgasmo. "Sto per venire, mamma," la avvertii, il piacere che mi travolgeva.
"Fallo, Marco, dammi tutto," sussurrò, e con un ultimo affondo, uscii da lei, riversando il mio sperma sui suoi seni, il calore del mio liquido che le copriva la pelle mentre lei gemeva, scossa dal suo stesso orgasmo.
Mia madre mi guardò con occhi pieni di lussuria, un sorriso provocante sulle labbra.
"Marco, non abbiamo finito,"
"Cosa vuoi fare ora?" chiesi.
"Qualcosa che mi è sempre piaciuto, succhiare lo sperma."
"Shh, stai fermo," mormorò, chinandosi ancora di più. La sua lingua uscì fuori, lenta, e iniziò a leccare la punta, raccogliendo ogni traccia di sperma con una cura che mi fece gemere. Il calore della sua bocca, il modo in cui passava la lingua lungo l’asta, pulendo ogni centimetro.
Da quel giorno, il sesso con mia madre è diventato una costante, un bisogno che ci consuma entrambi. E di nascosto, continuo a fare qualcosa con Clara, per gratitudine, visto che le cose con il suo ragazzo vanno a gonfie vele, grazie ai miei “insegnamenti”.
scritto il
2025-11-08
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