Dominato da mia madre Quarto capitolo
di
Valerio sissy
genere
incesti
Faticai a prendere sonno. La visione di mia madre vestita da dominatrice, la sua voce dominante e la sua bellezza mi avevano sconvolto. Inutile dire che avevo il cazzo dritto come se fosse di marmo e che appena me lo toccai spruzzai sperma come se fosse una fontana. Il giorno seguente invece, iniziò nella più classica normalità. Io mi alzai per andare a scuola mentre mia madre ancora dormiva. Si alzava verso le nove, andava in palestra per un paio d’ore e poi, verso mezzogiorno, iniziava a incontrare i suoi schiavi. Era difficile che tornasse a casa presto perché il suo carnet era stracolmo. Una mistress come lei, bellissima e in grado di sconfiggere facilmente qualunque uomo, era davvero ambita malgrado fosse una delle più care della città. Ma se un uomo aveva certe fissazioni era impossibile rinunciare ad avere un incontro con lei. E dopo aver fatto una sessione con la mamma, lei diventava una droga. A volte mi faceva vedere il suo telefonino dove segnava i suoi appuntamenti e mi aveva fatto notare come i suoi schiavi, per prendere un appuntamento con lei, dovevano attendere parecchio tempo e questo le aveva fatto guadagnare un sacco di soldi in pochissimo tempo. Ciononostante, tendeva a rientrare la sera a un orario decente pur di cenare insieme a me, rinunciando anche ad alcune sessioni che le avrebbero fatto guadagnare un bel po’ di soldi. Difficilmente infatti accettava qualche schiavo la sera tardi. D’altronde, già guadagnava abbastanza da non aver problemi economici di nessun genere e per potersi togliere tutte le soddisfazioni che voleva e mettere da parte una bella cifra mensilmente. E tra le soddisfazioni che si toglieva c’era anche il fatto di non farmi mancare nulla e di farmi avere un abbigliamento adeguato a ciò che guadagnava.
Il proseguimento di quella giornata fu però estremamente differente per me. A cominciare dal fatto che a scuola rimasi praticamente imbambolato per tutte le ore di lezione. Ancora non mi capacitavo di ciò che era avvenuto il giorno precedente, con mia madre che era diventata la mia padrona. Tornai a casa e mangiai quello che Maria mi aveva preparato ma quella sera avrei dovuto cucinare io per mia madre per poi servirla e dovevo assolutamente parlare con Maria ma la mamma mi aveva preceduto. Mentre mangiavo infatti, Maria mi venne di fronte
“ Ah Michael, la signora Karen mi ha telefonato dicendomi che da stasera sarai tu a preparare la cena e mi ha ordinato di insegnarti qualcosa. Ha aggiunto che dovremo farlo tutti i giorni” mi disse infatti la domestica togliendomi d’impaccio
“ E già, proprio così. La mamma vuole che io diventi autosufficiente” risposi sperando che mia madre non avesse spiegato a Maria per quale motivo pretendeva che dovessi essere io a prepararle la cena. Ad ogni modo, non mi chiese spiegazioni e io mi guardai bene dal dargliele. Per quasi tutto il pomeriggio, Maria mi spiegò come fare per cucinare una cena che accontentasse anche i gusti di mamma che lei naturalmente conosceva bene. E alle sei in punto ricevetti una videochiamata della mamma
“ Vai in camera tua” mi ordinò appena risposi
“ Subito padrona” Quando fui nella mia camera ripresi “Ho fatto quanto mi ha ordinato, padrona”
“ In ginocchio quando parli con me” Lo feci. Sentivo il cazzo che mi stava scoppiando. Guardavo mia madre, il suo corpo perfetto, il suo viso bellissimo e truccato alla perfezione e non vedevo una genitrice ma una donna che meritava obbedienza e rispetto “Spero per te che quello che mi cucinerai sarà di mio gradimento perché altrimenti mi sfogherò su di te” Non feci in tempo a rispondere che la mamma spense la comunicazione. Mi dedicai un po’ allo studio visto che l’esame si avvicinava e poi tornai da Maria per gli ultimi insegnamenti. Erano ormai le venti quando la nostra domestica se ne andò, come le era stato ordinato dalla mia padrona, e io mi ritrovai in cucina con una cena da preparare. Iniziai a darmi da fare proprio quando mi arrivò una notifica di un messaggio. Era ancora la mamma che mi diceva che alle 9.30 sarebbe tornata a casa e avrebbe voluto subito cenare. Era probabile che l’ultimo schiavo che avrebbe dovuto ricevere sarebbe andato via alle 21 e il suo dungeon, ovvero il luogo dove lei incontrava i suoi schiavi, non era lontanissimo da casa nostra. Non l’avevo mai visitato ma grazie ai suoi video era come se lo conoscessi. Non mi rimaneva che attendere il rientro di mia madre che, puntualissima, alle 21.30 fece il suo ingresso in casa. Mi inginocchiai al suo cospetto
“ Bentornata a casa, signora Karen” le dissi appena la vidi. Era vestita con abiti normali e non con quelli sensualissimi che usava per accogliere i suoi schiavi ma era ugualmente la donna più bella che avessi mai visto. Lei mi mise un piede sulla testa
“ Io vado a cambiarmi. Tu rimani in ginocchio”
“ Come lei vuole, padrona” le risposi. Era quindi quella la vita che avrei voluto vivere? Oh sì, senza alcun dubbio. Sottomesso alla mia bellissima mamma. E il cazzo che era sull’attenti dimostrava il piacere che avevo nel sottomettermi a lei. Dovetti attendere un bel po’, circa una ventina di minuti per vederla riapparire ed era una visione che toglieva il fiato. Tuta di lattice nera super aderente che delineava il suo corpo alla perfezione, stivali alti al ginocchio con un tacco a spillo di oltre 15 centimetri che la facevano svettare nettamente su di me facendomi sentire una nullità al suo confronto, viso truccato alla perfezione con uno splendido rossetto rosso. Era logico che mia madre fosse una delle mistress più richieste anche considerando la sua abilità nelle arti marziali e la sua forza impressionante. Dal canto mio, tremavo e non solo per il fatto di essere nudo ma per la tensione. Non ero mai stato così nervoso in vita mia. Sapevo che la mamma avrebbe fatto del tutto per farmi cambiare idea e che quindi non ci sarebbe andata leggera ma io ero pronto a tutto pur di diventare lo schiavo di quella splendida creatura.
Per considerazioni sul racconto, scrivete a
Jonathan1957@tiscali.it
Il proseguimento di quella giornata fu però estremamente differente per me. A cominciare dal fatto che a scuola rimasi praticamente imbambolato per tutte le ore di lezione. Ancora non mi capacitavo di ciò che era avvenuto il giorno precedente, con mia madre che era diventata la mia padrona. Tornai a casa e mangiai quello che Maria mi aveva preparato ma quella sera avrei dovuto cucinare io per mia madre per poi servirla e dovevo assolutamente parlare con Maria ma la mamma mi aveva preceduto. Mentre mangiavo infatti, Maria mi venne di fronte
“ Ah Michael, la signora Karen mi ha telefonato dicendomi che da stasera sarai tu a preparare la cena e mi ha ordinato di insegnarti qualcosa. Ha aggiunto che dovremo farlo tutti i giorni” mi disse infatti la domestica togliendomi d’impaccio
“ E già, proprio così. La mamma vuole che io diventi autosufficiente” risposi sperando che mia madre non avesse spiegato a Maria per quale motivo pretendeva che dovessi essere io a prepararle la cena. Ad ogni modo, non mi chiese spiegazioni e io mi guardai bene dal dargliele. Per quasi tutto il pomeriggio, Maria mi spiegò come fare per cucinare una cena che accontentasse anche i gusti di mamma che lei naturalmente conosceva bene. E alle sei in punto ricevetti una videochiamata della mamma
“ Vai in camera tua” mi ordinò appena risposi
“ Subito padrona” Quando fui nella mia camera ripresi “Ho fatto quanto mi ha ordinato, padrona”
“ In ginocchio quando parli con me” Lo feci. Sentivo il cazzo che mi stava scoppiando. Guardavo mia madre, il suo corpo perfetto, il suo viso bellissimo e truccato alla perfezione e non vedevo una genitrice ma una donna che meritava obbedienza e rispetto “Spero per te che quello che mi cucinerai sarà di mio gradimento perché altrimenti mi sfogherò su di te” Non feci in tempo a rispondere che la mamma spense la comunicazione. Mi dedicai un po’ allo studio visto che l’esame si avvicinava e poi tornai da Maria per gli ultimi insegnamenti. Erano ormai le venti quando la nostra domestica se ne andò, come le era stato ordinato dalla mia padrona, e io mi ritrovai in cucina con una cena da preparare. Iniziai a darmi da fare proprio quando mi arrivò una notifica di un messaggio. Era ancora la mamma che mi diceva che alle 9.30 sarebbe tornata a casa e avrebbe voluto subito cenare. Era probabile che l’ultimo schiavo che avrebbe dovuto ricevere sarebbe andato via alle 21 e il suo dungeon, ovvero il luogo dove lei incontrava i suoi schiavi, non era lontanissimo da casa nostra. Non l’avevo mai visitato ma grazie ai suoi video era come se lo conoscessi. Non mi rimaneva che attendere il rientro di mia madre che, puntualissima, alle 21.30 fece il suo ingresso in casa. Mi inginocchiai al suo cospetto
“ Bentornata a casa, signora Karen” le dissi appena la vidi. Era vestita con abiti normali e non con quelli sensualissimi che usava per accogliere i suoi schiavi ma era ugualmente la donna più bella che avessi mai visto. Lei mi mise un piede sulla testa
“ Io vado a cambiarmi. Tu rimani in ginocchio”
“ Come lei vuole, padrona” le risposi. Era quindi quella la vita che avrei voluto vivere? Oh sì, senza alcun dubbio. Sottomesso alla mia bellissima mamma. E il cazzo che era sull’attenti dimostrava il piacere che avevo nel sottomettermi a lei. Dovetti attendere un bel po’, circa una ventina di minuti per vederla riapparire ed era una visione che toglieva il fiato. Tuta di lattice nera super aderente che delineava il suo corpo alla perfezione, stivali alti al ginocchio con un tacco a spillo di oltre 15 centimetri che la facevano svettare nettamente su di me facendomi sentire una nullità al suo confronto, viso truccato alla perfezione con uno splendido rossetto rosso. Era logico che mia madre fosse una delle mistress più richieste anche considerando la sua abilità nelle arti marziali e la sua forza impressionante. Dal canto mio, tremavo e non solo per il fatto di essere nudo ma per la tensione. Non ero mai stato così nervoso in vita mia. Sapevo che la mamma avrebbe fatto del tutto per farmi cambiare idea e che quindi non ci sarebbe andata leggera ma io ero pronto a tutto pur di diventare lo schiavo di quella splendida creatura.
Per considerazioni sul racconto, scrivete a
Jonathan1957@tiscali.it
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