Io confesso Primo episodio ( di 2)

di
genere
confessioni

Valentina mi guarda perplessa
“ Quando hai cominciato a… a pensare a quelle cose, Marco?” Sospiro
“ A diciotto anni circa”
“ E… a cosa pensavi esattamente?”
“ Pensavo che la mia vera indole era quella sottomessa. Fantasticavo di stare con una ragazza bellissima che fosse anche dominante nei miei confronti”
“ A quel punto cosa hai fatto?” mi chiede. Non riesco a leggere bene il suo volto. Sembra solo curiosa e questo mi rassicura
“ Ho iniziato a guardarmi intorno”
“ In che senso?”
“ Beh, ho scelto la via apparentemente più semplice e ho iniziato a contattare delle prodommes, ovvero quelle dominatrici che lo fanno… Per soldi”
“ E ti è piaciuto?”
“ Per niente. Tutto sapeva di falso, di ingannevole, di mendace. Loro mi sottomettevano per soldi e io ho cominciato a capire che ciò che volevo era sì una sottomissione, ma nella vita reale, con una donna che fosse anche la mia ragazza e non una che non sapeva nemmeno come mi chiamassi nella realtà”
“ Quindi, in un certo senso quelle esperienze, seppur negative, ti hanno permesso di guardare meglio dentro di te. Giusto?”
“ Proprio così. Mi hanno permesso di fare una certa scrematura” le rispondo
“ Tornando a quelle donne. Cosa ti facevano?”
“ In realtà io lasciavo loro carta bianca. Non mi piaceva andare da loro con la lista della spesa. Comunque, qualche frustata leggera, mi usavano come portacenere, qualche leccata di piedi che nemmeno mi entusiasmava in quanto non sono feticista. Per avere qualcos’altro, ho dovuto chiederlo espressamente io.”
“ Ad esempio?”
“ Ad esempio lo strap-on”
“ Vuoi dire che…”
“ Voglio dire che mi hanno inculato con un cazzo finto” rispondo sinceramente
“ E… Ti è piaciuto?”
“ No perché anche quello lo percepivo come finto. La pratica di essere inculato mi sarebbe piaciuta se chi me la praticava fosse stata anche la mia donna. E’ proprio quello l’ostacolo che era insuperabile con una professionista. Io vedevo la dominazione solo all’interno di un rapporto”
“ E qual è la differenza?”
“ C’è un mondo. Io mi immaginavo di poter servire la mia padrona, di prepararle i pasti. E’ ovvio che una sessione di un’ora o due non poteva soddisfarmi”
“ E allora cosa hai fatto?”
“ Ho fatto una cazzata. A quel tempo avevo una ragazza e le confessai i miei desideri. Mi mandò a fare in culo direttamente senza passare dal via” Vedo Valentina scoppiare a ridere
“ Beh, non dico che fosse scontato ma abbastanza prevedibile. Ti sei arreso?”
“ No, ci ho riprovato mesi dopo con una nuova fidanzatina”
“ Anche lei ti sfanculò?”
“ No, mi disse che ci avrebbe provato ma fu penosa. Non sapeva dare ordini, non sapeva imporsi e aveva un sacco di remore. Nel sesso, tanto per cominciare. A me il sesso normale non piace. Mi sarebbe piaciuto essere una specie di giocattolo sessuale per lei” Vedo Valentina scuotere la testa
“ Una ragazza a letto vuole un vero maschio, uno che la faccia sentire femmina e non uno che trema di paura per lei” Annuisco
“ Proprio così. E io non ero evidentemente un vero maschio. La penetrazione mi sarebbe piaciuta ma sempre all’interno di un rapporto sottomesso”
“ Spiegati meglio” Sospiro nervosamente. Non è facile far comprendere le mie sensazioni
“ A me eccita essere in balia della padrona. A quel punto ho un’eccitazione fuori dalla norma. Una padrona potrebbe farmi… Farmi sborrare solo schioccando le dita”
“ Capisco. E come dovrebbe essere questa dominazione?”
“ Non c’è una pratica che mi ecciti particolarmente. A me piace sentire il suo potere ed essere ai suoi ordini. Un rapporto dove lei decide qualsiasi cosa, che mi obblighi a fare lavori di casa, a servirla ma, nello stesso tempo, in quel rapporto ci debbono essere baci, tenerezze, situazioni classiche tra due persone che si amano. Insomma, mi piace il bastone e la carota”
“ Capisco. Come è proseguita poi la tua evoluzione?”
“ Per alcuni anni non ho cercato niente. Mi dicevo che tanto non avrei mai trovato la ragazza dei miei sogni. E quindi fantasticavo. Immaginavo una donna bellissima, vestita in modo spudoratamente sexy che mi faceva fare tutto quello che lei desiderava. Nello stesso tempo mi rendevo conto delle enormi difficoltà che avevo nel trovare una ragazza del genere. Poi un giorno…”
“ Un giorno?”
Mi blocco. Ora viene la parte più difficile da raccontare. Sospiro. Ormai, ho deciso di confessare e devo andare fino in fondo.

Fine primo episodio.
Se volete discutere di questo racconto, scrivete a Jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2025-04-28
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