L' emigrante parte seconda

di
genere
dominazione

L' estate in montagna era lunga e noiosa , pochi clienti, poco personale e quello che c'era aveva già una relazione, c'era carestia di fica.
Dove lavoravo, le uniche ragazze abbordabili erano in portineria.
Una era del paese, piccolina bionda e molto carina.
L' altra era olandese, alta, anche lei bionda, con grandi sopracciglia, grandi tette e coscie Lunghe e snelle.
Mi feci coraggio e con le quattro parole che conoscevo la invitai a bere qualcosa in camera.
Lei accettò.
Io tirai fuori una bottiglia di limoncello, residuo delle ultime ferie.
Lei entrò mi salutò con un bacio sulla guancia, iniziammo a bere.
Avevamo già bevuto la metà della bottiglia, quando stese le sue gambe sulle mie.
Il suo bicchiere era sempre vuoto e io mi prodigavo nel riempirlo.
Dopo un po l' atmosfera si fece più rilassata,
A causa della mia scarsa conoscenza della lingua la conversazione non era delle più brillanti.
Le dissi " Vuoi imparare l'italiano"?
Lei : Lo conosco già un pò, io sono incuriosito.
Cosa sai dire?
Lei: "Bel culo, cazzo", dopo quella dimostrazione della conoscenza della lingua italiana.
Le chiesi : "Ti piace l' italiano?" "si tanto"
Ora ti insegno qualche altra parola.
Lei, disse "Voglio imparare".
Io dissi: "braccia" e con una mano l' accarezzai il braccio.
Le gambe ancora una volta le toccavo per mostrargli di cosa si trattava.
Lei: culo e ridendo mi mise una mano su una chiappa.
Io non mi feci scappare l' occasione.
Tette e gli appoggiai una mano sul seno. Era grande, come una mezza anguria.
Aveva una maglietta bianca, senza reggiseno, che lasciava trasparire l' areola di calore rosa-marrone e i capezzolosi si stavano drizzando facendo alzare la magliettina.
Io guardavo estasiato.
Lei, dice " Il mio ragazzo arriva domani".
Io sconcertato, sprofondai nella sedia.
La bottiglia era quasi vuota, forse a causa dell' alcool, o perchè era più facile parlare con uno sconosciuto.
Mi raccontò che con suo ragazzo le cose non andavano bene, così le chiesi il motivo.
Lei disse: "A lui piace guardare".
Io non capivo, cosa intendi ?
Lei, dice "Lui non mi tocca, vuole solo guardare".
Io perplesso, poi provo a far scivolare la mano verso la sua fica.
Lei mi dice " scusa" e va via.
Il giorno dopo lo vedo arrivare in auto, era alto, capelli castano chiari, espressione spenta, non particolarmente bello, penso: ma cosa ci fa con quello!
La sera siamo tutti lì, l' unico locale aperto.
Lei seduta al bar, in un angolo sulla panca, quando mi vede, con la mano mi fa cenno di andare lì, mi vuole presentare il suo ragazzo.
Io mi avvicino, saluto, lui mi offre da bere.
Io non riesco a non guardarla, maglietta tagliata fino all' ombelico, il seno prosperoso faceva sì che i bordi frastagliati pendolassero nel vuoto, gonna di jeans a falde che gli arrivava sopra il ginocchio, le gambe senza calze erano liscie e abbronzate.
Parlottano tra di loro poi lui dice" Torno subito".
Lei mi dà un bacio sulla guancia, " Scusa per ieri se sono andata via così", capisco! Le rispondo e istintivamente le poggio una mano su una gamba, la sua pelle, morbida, liscia, era come una calamita, non riuscivo a staccarla.
Lo vedo in lontananza, si avvicina, ritiro la mano, lei mi cinge il polso, prende la giacca e se la poggia sulle gambe.
Lui era lì, non curante del mio braccio che scompariva tra le sue gambe.
In primo momento mi sentii a disagio, la mia mano era lì ferma, ma col passare del tempo il calore del suo corpo, lui molto più interessato a sorseggiare la sua birra che ad altro , mi diedero coraggio.
La mia mano incominciò a muoversi come animata da vita propria, quella pelle liscia come la seta faceva sì che la mia mano scivolasse con leggerezza verso l' agoniato traguardo.
Ecco, ero quasi arrivato, mi fermo e la guardo, l' espressione era cambiata.
Prima parlava con il suo ragazzo in maniera rilassanta, ora si guardava in giro inrecuieta.
Fu allora che notai che lui con la coda dell' occhio guardava il mio braccio, le si avvicinò le diede un bacio sulla guancia e disse "rilassati cara!, ti va di bere qualcosa?".
Si alzò dalla panca poggiò un braccio sul bancone del bar, facendogli quasi da paravento come per proteggerla da sguardi indiscreti, poi ordinò uno sci, era famoso tra quelle montagne, consisteva in un' asta a forma di sci, con ben 10 bicchierini incastonati tutti pieni fino all' orlo di aquavite, da bersi in un sol fiato, ce lo dividemmo, un sorso di birra, poi il secondo.
Ormai io non più curante del suo sguardo, la mia mano continuò a salire finché non sentii il calore della sua fica sul palmo della mia mano.
Lei alzò il sedere abbastanza da spostarsi in avanti, poggiò le ginocchia vicino al bancone del bar e aprì le gambe abbastanza da godersi la mia mano aperta sulla sua fica.
Quel movimento fece sì che la gonna scivolasse fino alla vita.
Io con il palmo della mano le massaggiavo il clitoride mentre con l' indice scivolavo tra le labbra verso quella cavità calda e umida.
Lei ormai presa dalla libidine, non parlava più, si mordicchiava le labbra.
Lui la guardava galvanizzato, da quell viso che si trasformava , lasciando trasparire la voglia, la brama di essere toccata, posseduta.
Lui sposta la giacca che era sulle gambe verso i ginocchi, il desiderio incontenibile che si leggeva nei suoi occhi, vedendo la mia mano stringere la sua fica era palpabile, lui allungo una mano prese un lembo di quelle mutandine ormai fradice e le spostò, mettendo in mostra quella fica rasata, una goccia del suo liquido cadè sulla panca, il mio indice scivola in quella cavità, lei chiude gli occhi.
Io non riesco a distogliere lo sguardo dal suo sesso, il mio dito che la penetra, lei con piccoli movimenti del bacino asseconda l'ondeggiare della mia mano, un secondo dito poi un terzo, grattano l' interno della sua fica, non ricordo nemmeno più che lui è lì ansimante, con crescente trasporto guardava viso di lei che si lascia andare a quell impulso irrefrenabile.
Mi mitte una mano sul cazzo, è così duro da farmi quasi male, poi si alza mi guarda mi faun cenno con la testa, io la seguo in bagno.
Si sente eccitata, la voglia di essere posseduta pervade su di lei, me lo tira fuori, la visione di quel cazzo duro che pulsava dalla voglia.
Mi disse " lo voglio!", raccoglie la saliva sulla lingua e mi lecca la cappella il cazzo pulsa dal piacere, lei continua a leccare, inzuppandomi il cazzo di saliva.
Nel riflesso dello specchio lo vedo arrivare, lei con mio cazzo in bocca, lui si avvicina, con la mano gli sposta i capelli dal viso per godersi lo spettacolo, preso da un desiderio irrefrenabile gli mette una mano dietro la testa e la spinge, il mio cazzo entra nella sua bocca fino alle palle, lei si ritrae per prendere fiato e lui ancora e poi ancora.
Inebriato da quella vista: lei con la bocca piena le guancie bonfie, gli sfila il cazzo di bocca, gli prende la testa tra le mani si gira e si siede sul lavandino, gli sposta i capelli dietro le orecchie così da poter guardare bene in viso.
Il suo culo era lì davanti a me.
Il suo ano di un marroncino scuro, il mio cazzo ancora gocciolava della sua saliva, mi avvicino e glielo poggio nel culo, e spingo.
Lei, " Mio dio!" Una fitta si sente penetrare , inizia a bruciare, apre la bocca per inveire, ma lui le accarezza le labbra, gliele tiene chiuse, il dolore si trasforma in piacere, lei prima avvinghiata con le mani sulle sue gambe, inizia a rilassarsi, a labbra chiuse inizia a gemere, lui la guardava soddisfatto, lei con la mano si inizia a masturbare mentre io me la inculo, il mio cazzo pulsa, la riempio di sperma, io compiaciuto le prendo i fianchi e lo spingo tutto dentro, così da fargli sentire la mia virilità, il mio sperma le cola dal buco del culo.
Lei, sentendosi inondata, il cazzo le pulsava dentro, inizia a sfregare la mano freneticamente sulla fica, e arriva così ad un orgasmo caldo, intenso, soffocato dalle dita di lui che premono sulle sue labbra. Lei inarca la testa, lui le tiene sempre la testa tra le mani, la guarda ansimare, godere, il corpo freme quando lei si tocca per l'ultima volta. appagato le lascia la testa e va via.
In seguito lo rivista, me la sono scopata altre volte, ma non è stato mai così eccitante come la prima.
di
scritto il
2024-11-29
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