La sala 7
di
Carcassone
genere
dominazione
Passai il fine settimana a pensare ad Eva. Quel suo sguardo impaurito e quel corpo che sembrava bruciare mi stavano cuocendo a puntino. Altro che master! Rischiavo di struggermi per amore. Ero sulla linea di confine e sapevo che mi sarei dovuto violentare per continuare nel ruolo della merda.
Passai la domenica pomeriggio a guardare la tv, calcio, notizie, le solite cose che servivano per tenere in piedi una qualche discussione con i colleghi, sul posto di lavoro. Dopo cena aprii WhatsApp e cercai Eva. Scorrendo in su riapparve la foto della sua fica. Sentivo il cazzo ribellarsi al cotone delle mutande.
- trova due ore, non fra un mese o una settimana, presto! Ti porterò a fare un giro nel mio inferno. Non negarti, non farmi arrabbiare. -
La risposta fu celere :- martedì devo tornare dal medico ma dovrò essere lì per le nove, mi aspetti a casa? - con il cazzo in mano - risposi. Una faccina che ride ed un cuore che bussa furono la sua risposta.
Il lunedì sembrava avere cinquanta ore, non finiva mai. Sul lavoro mi informai sul marito di Eva che, stando ai report dei miei colleghi, si comportava, al solito, da cazzone.
La notte dormii di merda, ero nervoso come un adolescente nonostante avessi tutto sotto controllo.
Alle nove e quaranta del martedì squillo' il citofono, aprii senza chiedere chi fosse e tenni la porta d'ingresso socchiusa. Mi sedetti sul divano ed aspettai.
Entrò veloce come faceva sempre e venne verso di me. Aveva un cappottino leggero che arrivava al ginocchio e un paio di stivali stile equitazione.
La vedevo sempre più bella, mi faceva battere forte il cuore, per questo dovevo essere altro. - ti aspettava - avevo liberato il cazzo dai pantaloni del pigiama e faceva bella mostra di sé. Eva si avvicinò e disse : - povero lui, adesso ci penso io - getto' il soprabito sul divano e si inginocchio'. Nemmeno un ciao e già succhiava e leccava come una ossessa. :- ma allora ti piace il mio cazzo eh?! - si- rispose sospendendo per un attimo il pompino,- lui si, tu no - che troia che sei - le dissi ridacchiando - hai poco da ridere - disse - è colpa tua -.
Le misi la mano sulla nuca e le violai la gola con la cappella. Era diventata rossa e sbavava, allentai la presa e sollevò la testa tossendo - sei un porco maledetto - ringhio'
- spogliati tutta e lascia gli stivali, devi cavalcare - in effetti aveva solo il vestito ed il reggiseno e in un attimo era di fronte a me tutta nuda. Afferrai il cazzo e lo misi in verticale poi le indicai cosa volevo. Sali' in piedi sul divano e si mise di fronte a me. Le feci piegare le gambe, le misi una mano sul culo e la portai verso la mia bocca e mi avventai su quella fica che perdeva umori come un tubo rotto.
Leccai tutto ma non riuscii a prosciugarla. - adesso scopami - le ordinai. Piego' le ginocchia fino a che la cappella non toccò la vagina. Eva non aveva voglia di giochetti, come senti' che il cazzo era alla porta si lasciò cadere e lo prese tutto. Rimase un attimo ferma poi iniziò a galoppare mentre io mi deliziavo con i suoi seni che mi schiaffeggiavano continuamente. Aveva gli occhi lucidi ed ansimava forte. Le leccai il collo e le orecchie, aveva un buon profumo ed era morbida.
La sentii venire forte con la mano che ormai conosceva il bottoncino magico.
-adesso calmati - le dissi - mica vorrai rimanere incinta no? - proprio no - rispose - allora sfilalo - dissi - altrimenti ti affogo l'utero. - si accascio' su di me lasciando che il mio cazzo rimanesse dietro.
Cominciai a fare su e giù, molto piano bagnando coi nostri umori il solco delle sue chiappe, avevo un tronchetto di legno tra le gambe. Lo strusciavo sulla fica senza farlo entrare poi lo riportavo indietro facendo dei passaggi fugaci sul buco del culo. A forza di strusciare, ad un certo punto, la cappella inciampo' sulle piccole rughe del culo. Senza perdere tempo arcuai la schiena e lo forzai.
Eva si ribello' o almeno ci provo' - stai buona - le dissi severo - se ti calmi non ti farà male - non voglio - disse inutilmente. La presi per i fianchi e la tenni ferma. La cappella entro' con difficoltà ma subito dopo si era trovata a fine corsa, nell'intestino bollente di Eva. Ero tutto dentro, Eva piangeva e diceva :- mamma mia quanto brucia, mamma mia. - sentivo le lacrime cercare spazio tra i peli del mio petto mentre io intanto avevo iniziato ad incularla.
- per alleviare il dolore toccati la fica come sai, vedrai che potrai sopportare meglio - obbedi' in silenzio e cominciò lentamente a mugolare.
Mi dovetti fermare diverse volte per non scoppiare, poi, dopo quasi dieci minuti cambiammo posizione. La feci mettere a pecorina e le ordinai di allargare le chiappe. Lo fece singhiozzando. Dal culo usciva un piccolo rivolo di sangue ma non glielo dissi. Avvicinai la bocca e sputai sul buco, poi indirizzai il cazzo e lo penetrai. Mi piaceva sentirla frignare mentre vedevo la verga allargare quel buco. Facevo su e giù e ogni tanto lo tiravo fuori e sputavo mentre dal culo di Eva venivano fuori scorregge enormi. Si stava vergognando e si lamentava mentre io godevo di questo viaggio verso il suo degrado. Le sborrai proprio all'ingresso dello sfintere per godermi lo spettacolo di quel culo aperto che faceva le bolle. Eva cadde sul divano come svenuta. Le ordinai di alzarsi per portarla in bagno a fare un bel bidet. Sembrava un automa, mi seguiva senza fare storie e si sedette sul bidet. Aprii l'acqua presi il sapone e cominciai a passarlo tra la fica ed il culo. Poi inserii due dita in fregna e cominciai a fare su e giù in maniera frenetica. Eva si risveglio' dal torpore e riprese ad ansimare. La feci venire tra le mie dita urlando di piacere. Tolsi Le dita e gli ordinai di lavarsi da sola mentre io con l'uccello sul lavandino mi prodigavo per renderlo presentabile, tanto era sporco.
Mi girai verso di lei che intanto si stava scicquettando la fica e gli misi il cazzo davanti alla faccia.
Mentre succhiava mi venne in mente che se fossi stato davvero un diavolo avrei venduto i suoi bocchini fantastici a qualche mio conoscente e avrei potuto alzare una bella sommetta. La feci asciugare e la portai in camera da letto. Erano nemmeno le undici ed avevamo ancora un po' di tempo.
Era la prima volta che entravamo insieme nella mia camera. Eva si tuffo' esausta al centro del letto le andai vicino e le tolsi gli stivali.
Mi sdraiai vicino a lei poggiando la testa sul suo seno. Allungai la mano ed accesi la televisione. C'era un video in pausa, e lo feci ripartire. Era un video di una gang bang a cui partecipavano tre ragazzotti di colore con dei cazzi over size ed una giapponesina molto esile, quasi senza forme ma tutta sfondata.
- questa è la stanza del diavolo, vero? - disse Eva con gli occhi incollati al video - si - risposi - questa è la stanza dove ti scopo tutti i giorni con il pensiero- sei un porco - disse - no, sono il tuo padrone, puttana. è colpa tua se sto sempre così - dissi indicando il cazzo di nuovo in tiro.
Allungo' la mano e lo agguanto' poi si mise in posizione e ricomincio' a sbocchinare. Era nata per quello. Le spiegai cosa volevo da lei e qualche attimo dopo mi trovavo spompinato e con una fregna sbrodolosa che si strusciava sulla mia faccia. Il suo primo sessantanove.
Cominciai a leccarle il buco del culo rosso e lo massaggiavo con i polpastrelli. Non faceva troppa resistenza e potei parcheggiare due dita dentro. Eva borbottava con la bocca piena ma credo avesse capito che le toccava di nuovo.
Leccai a fondo depositando all'ingresso del buco un quantitativo notevole di saliva che poi mandavo a fondo con le dita.
La feci mettere sdraiata e rannicchiata di lato, era una posizione che già conosceva. Cominciai a stantuffarle la fica mentre continuavo a lavorare il culo con le dita.
Quando lo piazzai nel suo culo le cose andarono molto meglio. Le sue dita entravano in fica e strusciavano il mio cazzo attraverso un sottile strato di carne. Ebbe almeno tre orgasmi, i miei invece erano mentali di fronte alla vista del suo buco del culo rotto per bene.
Sullo schermo la cinesina era tutta rotta con due cazzoni nel culo che poi rimaneva aperto. Quelle scene erano il mio diavolo. Dissi a Eva di mettersi a pecorina. Mi misi in piedi sul letto e forzando il cazzo verso il basso iniziai a fare su e giù in quel buco che ormai reagiva poco rimanendo aperto e osceno. Eva ormai era partita, forse aveva goduto troppo. Le gambe le tremavano e schianto' sul letto a pancia in giù, in trance.
Pulii il cazzo con una salviettina e feci il giro del letto per metterglielo in bocca . Sembrava dormire ma come poggiai la cappella sulle labbra prese a leccarla prima molto piano poi sempre più convinta. Le sborrai tutta la faccia, poi mi chinai su di lei per baciarla ed imbrattarmi di sborra. Volevo essere leccato in faccia, sentire il suo respiro sul mio viso, e vedere il rosso del suo viso, colmo di vergogna.
Ci vestimmo in silenzio e ci lasciammo sulla porta, senza una parola.
Dopo dieci minuti le inviai un messaggio : - sei sicura di non essere tu il diavolo? - la risposta arrivo' immediata - ho paura di te - bene - scrissi, - dovrai averne, specialmente se non obbedirai. - non posso rischiare la mia famiglia. Questo gioco è pericoloso e non intendo proseguirlo. -
-non è un gioco, però voglio venirti incontro, vediamoci un ultima volta a casa mia e poi se non vorrai più davvero, accetterò - va bene,- scrisse,- ti farò sapere- mi farai sapere? Scrissi furibondo - Venerdì sarà il giorno, fa come cazzo ti pare ma non mancare, non provarci. Non mi dimenticherai - un simbolo di ok mise fine al dialogo.... Continua
Passai la domenica pomeriggio a guardare la tv, calcio, notizie, le solite cose che servivano per tenere in piedi una qualche discussione con i colleghi, sul posto di lavoro. Dopo cena aprii WhatsApp e cercai Eva. Scorrendo in su riapparve la foto della sua fica. Sentivo il cazzo ribellarsi al cotone delle mutande.
- trova due ore, non fra un mese o una settimana, presto! Ti porterò a fare un giro nel mio inferno. Non negarti, non farmi arrabbiare. -
La risposta fu celere :- martedì devo tornare dal medico ma dovrò essere lì per le nove, mi aspetti a casa? - con il cazzo in mano - risposi. Una faccina che ride ed un cuore che bussa furono la sua risposta.
Il lunedì sembrava avere cinquanta ore, non finiva mai. Sul lavoro mi informai sul marito di Eva che, stando ai report dei miei colleghi, si comportava, al solito, da cazzone.
La notte dormii di merda, ero nervoso come un adolescente nonostante avessi tutto sotto controllo.
Alle nove e quaranta del martedì squillo' il citofono, aprii senza chiedere chi fosse e tenni la porta d'ingresso socchiusa. Mi sedetti sul divano ed aspettai.
Entrò veloce come faceva sempre e venne verso di me. Aveva un cappottino leggero che arrivava al ginocchio e un paio di stivali stile equitazione.
La vedevo sempre più bella, mi faceva battere forte il cuore, per questo dovevo essere altro. - ti aspettava - avevo liberato il cazzo dai pantaloni del pigiama e faceva bella mostra di sé. Eva si avvicinò e disse : - povero lui, adesso ci penso io - getto' il soprabito sul divano e si inginocchio'. Nemmeno un ciao e già succhiava e leccava come una ossessa. :- ma allora ti piace il mio cazzo eh?! - si- rispose sospendendo per un attimo il pompino,- lui si, tu no - che troia che sei - le dissi ridacchiando - hai poco da ridere - disse - è colpa tua -.
Le misi la mano sulla nuca e le violai la gola con la cappella. Era diventata rossa e sbavava, allentai la presa e sollevò la testa tossendo - sei un porco maledetto - ringhio'
- spogliati tutta e lascia gli stivali, devi cavalcare - in effetti aveva solo il vestito ed il reggiseno e in un attimo era di fronte a me tutta nuda. Afferrai il cazzo e lo misi in verticale poi le indicai cosa volevo. Sali' in piedi sul divano e si mise di fronte a me. Le feci piegare le gambe, le misi una mano sul culo e la portai verso la mia bocca e mi avventai su quella fica che perdeva umori come un tubo rotto.
Leccai tutto ma non riuscii a prosciugarla. - adesso scopami - le ordinai. Piego' le ginocchia fino a che la cappella non toccò la vagina. Eva non aveva voglia di giochetti, come senti' che il cazzo era alla porta si lasciò cadere e lo prese tutto. Rimase un attimo ferma poi iniziò a galoppare mentre io mi deliziavo con i suoi seni che mi schiaffeggiavano continuamente. Aveva gli occhi lucidi ed ansimava forte. Le leccai il collo e le orecchie, aveva un buon profumo ed era morbida.
La sentii venire forte con la mano che ormai conosceva il bottoncino magico.
-adesso calmati - le dissi - mica vorrai rimanere incinta no? - proprio no - rispose - allora sfilalo - dissi - altrimenti ti affogo l'utero. - si accascio' su di me lasciando che il mio cazzo rimanesse dietro.
Cominciai a fare su e giù, molto piano bagnando coi nostri umori il solco delle sue chiappe, avevo un tronchetto di legno tra le gambe. Lo strusciavo sulla fica senza farlo entrare poi lo riportavo indietro facendo dei passaggi fugaci sul buco del culo. A forza di strusciare, ad un certo punto, la cappella inciampo' sulle piccole rughe del culo. Senza perdere tempo arcuai la schiena e lo forzai.
Eva si ribello' o almeno ci provo' - stai buona - le dissi severo - se ti calmi non ti farà male - non voglio - disse inutilmente. La presi per i fianchi e la tenni ferma. La cappella entro' con difficoltà ma subito dopo si era trovata a fine corsa, nell'intestino bollente di Eva. Ero tutto dentro, Eva piangeva e diceva :- mamma mia quanto brucia, mamma mia. - sentivo le lacrime cercare spazio tra i peli del mio petto mentre io intanto avevo iniziato ad incularla.
- per alleviare il dolore toccati la fica come sai, vedrai che potrai sopportare meglio - obbedi' in silenzio e cominciò lentamente a mugolare.
Mi dovetti fermare diverse volte per non scoppiare, poi, dopo quasi dieci minuti cambiammo posizione. La feci mettere a pecorina e le ordinai di allargare le chiappe. Lo fece singhiozzando. Dal culo usciva un piccolo rivolo di sangue ma non glielo dissi. Avvicinai la bocca e sputai sul buco, poi indirizzai il cazzo e lo penetrai. Mi piaceva sentirla frignare mentre vedevo la verga allargare quel buco. Facevo su e giù e ogni tanto lo tiravo fuori e sputavo mentre dal culo di Eva venivano fuori scorregge enormi. Si stava vergognando e si lamentava mentre io godevo di questo viaggio verso il suo degrado. Le sborrai proprio all'ingresso dello sfintere per godermi lo spettacolo di quel culo aperto che faceva le bolle. Eva cadde sul divano come svenuta. Le ordinai di alzarsi per portarla in bagno a fare un bel bidet. Sembrava un automa, mi seguiva senza fare storie e si sedette sul bidet. Aprii l'acqua presi il sapone e cominciai a passarlo tra la fica ed il culo. Poi inserii due dita in fregna e cominciai a fare su e giù in maniera frenetica. Eva si risveglio' dal torpore e riprese ad ansimare. La feci venire tra le mie dita urlando di piacere. Tolsi Le dita e gli ordinai di lavarsi da sola mentre io con l'uccello sul lavandino mi prodigavo per renderlo presentabile, tanto era sporco.
Mi girai verso di lei che intanto si stava scicquettando la fica e gli misi il cazzo davanti alla faccia.
Mentre succhiava mi venne in mente che se fossi stato davvero un diavolo avrei venduto i suoi bocchini fantastici a qualche mio conoscente e avrei potuto alzare una bella sommetta. La feci asciugare e la portai in camera da letto. Erano nemmeno le undici ed avevamo ancora un po' di tempo.
Era la prima volta che entravamo insieme nella mia camera. Eva si tuffo' esausta al centro del letto le andai vicino e le tolsi gli stivali.
Mi sdraiai vicino a lei poggiando la testa sul suo seno. Allungai la mano ed accesi la televisione. C'era un video in pausa, e lo feci ripartire. Era un video di una gang bang a cui partecipavano tre ragazzotti di colore con dei cazzi over size ed una giapponesina molto esile, quasi senza forme ma tutta sfondata.
- questa è la stanza del diavolo, vero? - disse Eva con gli occhi incollati al video - si - risposi - questa è la stanza dove ti scopo tutti i giorni con il pensiero- sei un porco - disse - no, sono il tuo padrone, puttana. è colpa tua se sto sempre così - dissi indicando il cazzo di nuovo in tiro.
Allungo' la mano e lo agguanto' poi si mise in posizione e ricomincio' a sbocchinare. Era nata per quello. Le spiegai cosa volevo da lei e qualche attimo dopo mi trovavo spompinato e con una fregna sbrodolosa che si strusciava sulla mia faccia. Il suo primo sessantanove.
Cominciai a leccarle il buco del culo rosso e lo massaggiavo con i polpastrelli. Non faceva troppa resistenza e potei parcheggiare due dita dentro. Eva borbottava con la bocca piena ma credo avesse capito che le toccava di nuovo.
Leccai a fondo depositando all'ingresso del buco un quantitativo notevole di saliva che poi mandavo a fondo con le dita.
La feci mettere sdraiata e rannicchiata di lato, era una posizione che già conosceva. Cominciai a stantuffarle la fica mentre continuavo a lavorare il culo con le dita.
Quando lo piazzai nel suo culo le cose andarono molto meglio. Le sue dita entravano in fica e strusciavano il mio cazzo attraverso un sottile strato di carne. Ebbe almeno tre orgasmi, i miei invece erano mentali di fronte alla vista del suo buco del culo rotto per bene.
Sullo schermo la cinesina era tutta rotta con due cazzoni nel culo che poi rimaneva aperto. Quelle scene erano il mio diavolo. Dissi a Eva di mettersi a pecorina. Mi misi in piedi sul letto e forzando il cazzo verso il basso iniziai a fare su e giù in quel buco che ormai reagiva poco rimanendo aperto e osceno. Eva ormai era partita, forse aveva goduto troppo. Le gambe le tremavano e schianto' sul letto a pancia in giù, in trance.
Pulii il cazzo con una salviettina e feci il giro del letto per metterglielo in bocca . Sembrava dormire ma come poggiai la cappella sulle labbra prese a leccarla prima molto piano poi sempre più convinta. Le sborrai tutta la faccia, poi mi chinai su di lei per baciarla ed imbrattarmi di sborra. Volevo essere leccato in faccia, sentire il suo respiro sul mio viso, e vedere il rosso del suo viso, colmo di vergogna.
Ci vestimmo in silenzio e ci lasciammo sulla porta, senza una parola.
Dopo dieci minuti le inviai un messaggio : - sei sicura di non essere tu il diavolo? - la risposta arrivo' immediata - ho paura di te - bene - scrissi, - dovrai averne, specialmente se non obbedirai. - non posso rischiare la mia famiglia. Questo gioco è pericoloso e non intendo proseguirlo. -
-non è un gioco, però voglio venirti incontro, vediamoci un ultima volta a casa mia e poi se non vorrai più davvero, accetterò - va bene,- scrisse,- ti farò sapere- mi farai sapere? Scrissi furibondo - Venerdì sarà il giorno, fa come cazzo ti pare ma non mancare, non provarci. Non mi dimenticherai - un simbolo di ok mise fine al dialogo.... Continua
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