La parete
di
Marco1973
genere
dominazione
Quando esco dalla doccia ho ancora gli occhi gonfi. Mi osservo allo specchio e la donna che vedo riflessa mi disgusta: ha uno sguardo spento su un viso scialbo e due tette imbarazzanti sopra ad un ventre troppo flaccido. Mi giro di profilo e la sentenza diventa ancora più severa: lo specchio riflette il seno cadente mentre natiche e cosce sono piene di cellulite. Quella donna allo specchio non ha ancora trent’anni e ne dimostra cinquanta. Quella donna sono io...
Se il marito di quella donna non la desidera da tempo, come dargli torto? Guardo il punto vita, allargato dal sovrappeso ed un’ondata di panico mi travolge: come potrei rendermi abbastanza desiderabile per sperare di attrarre un uomo? Mi siedo sul water per scappare da quell’immagine e la voglia di piangere mi travolge di nuovo. Per un attimo, vorrei rimanere rinchiusa in bagno e sparire dalla faccia della terra.
Alla fine, apro la porta ed esco. Prendo delle lenzuola pulite nell’armadio e rifaccio il letto da dove, poco prima, è fuggito l’unico uomo abbastanza assatanato da trombarmi. Scelgo un paio di pantaloni, delle scarpe basse ed un maglione largo per nascondere le curve del mio corpo. Mi guardo allo specchio e quella donna non mi piace. La trucco leggermente e quando, alla fine, la reputo presentabile, prendo il cappotto ed esco di casa.
Mi fermo al bar dell’angolo per un caffè. Appena entro intravedo la vicina di casa che si alza da un tavolino. Gli uomini presenti si girano all’unisono ed il brusio nella sala cambia tonalità. E’ un pullulare di sbirciate fugaci e sorrisi maliziosi mentre lei sculetta tranquillamente fino alla cassa. Rimango nel mio angolo per assistere alla scena e soprattutto per non farmi vedere dalla fedifraga. Quando finisce di pagare, il cassiere sembra aver raggiunto il climax.
È il mio turno: mi avvicino con passo incerto fino al bancone. Mi guardo intorno e, senza stupore, noto che gli uomini nella sala sono ritornati alle loro faccende. Nessuno sguardo e nessun sorriso malizioso per la sottoscritta. É l’ulteriore prova della mia sciatteria. Bevo il caffè che mi appare ancora più amaro del solito. Pago ed esco in direzione del centro.
Vicino alla piazza principale c’è un bel negozietto di abbigliamento. All’entrata, vengo accolta da una commessa poco più giovane di me ma decisamente più attraente. Vorrei solo dare un’occhiata: lei comprende e mi lascia il tempo di guardarmi attorno. È bello girare per negozi la mattina perché non c’è ressa. Io però sono lì per uno scopo preciso e mi sento perduta perché non c’è nulla, su quegli scaffali, per la mia taglia. Così, quando la commessa si riavvicina per offrire il suo aiuto, lo accetto.
A mezze parole e rossa come un peperone, spiego di essere cerca di qualcosa di sensuale per stupire mio marito. Lei non si scompone, anzi: mi sorride e mi invita ad accomodarmi in un camerino. Mi rendo conto di provare una certa invidia mentre osservo la sua figura longilinea ed il suo sedere sodo allontanarsi. Quando ritorna, ha con sé tre paia di completini intimi, due camicette scollate e un tailleur con uno spacco profondo sul retro. Il tailleur lo scarto quasi subito. è bello ma, con la mia corporatura, mi sentirei a disagio. Una delle camicette è invece molto carina con il taglio giusto ed un gioco di vedo e non-vedo che mi piace. La scelta dell’intimo risulta più difficile: quelli proposti comprimono il seno e sono estremamente minuscoli a livello inguinale mettendo in risalto un lato-B che preferirei invece nascondere. La commessa mi osserva e decide di avere qualcos’altro da propormi. Ho un bel seno e devo metterlo in valore, afferma mentre sparisce di nuovo nel retro. Ritorna, pochi minuti dopo, con un due-pezzi avvolgente, di colore rosso fuoco ed estremamente sensuale perché sfilabile snodando i due fiocchi presenti sui fianchi dello slip e quello al centro, tra le coppe del reggiseno. “Gli uomini hanno sempre problemi con i gancetti” mi confida mentre sorride maliziosa. Lo provo e mi sento una bomba: sono bellissima.
Quando esco dalla boutique, il mio morale è nettamente migliorato. Se quell’insulso del mio ex mi ha posseduto in quella vecchia tuta rosa, mio marito non potrà rimanere insensibile a questo completino mozzafiato. Realizzo di non essere ancora pronta ad aspettare il marito, seduta in cucina in mutandine e reggiseno. D’altro canto, con quella vecchia tuta sono intrombabile, a meno di non trovarmi di fronte ad un maniaco sessuale come il mio ex. Non volendo contare troppo sulla fortuna, decido che è tempo di cambiare la tuta: entro in un negozio di indumenti sportivi e ne esco con una bella tuta contenitiva ed aderente che fa esattamente al caso mio. Sono un fiume in piena: passo la pausa pranzo dall’estetista per una depilazione completa e poi dalla parrucchiera più esclusiva della città per un taglio più giovanile.
Nel pomeriggio mi perdo nell’erboristeria alla ricerca dei migliori olii naturali con i quali lubrificare il suo membro. Mi sento eccitata e pronta per la notte di passione. Poi però, l’insicurezza di assale e temo che gli sforzi di una mezza giornata non potranno mai compensare l’incuria di una vita. Sono spiazzata ed angosciata. Posso nascondere le mie cosce nella più bella tuta del mondo ma, quando la sfilo, le cosce rimangono quelle con la loro cellulite in bella vista... Penso che dovrei stimolarlo con ben altre visioni di cosce e mi stupisco nel ritrovarmi nel negozietto sotto casa a selezionare un DVD erotico tra le scelte disponibili nel distributore automatico.
Arriva la sera ed è tutto perfetto come pianificato. Ho anche acquistato in rosticceria il suo piatto preferito. Lui entra e nota subito la differenza. Gli sorrido e lo abbraccio come da troppo tempo non avevo fatto. Sono davvero eccitata di rivederlo dopo questa lunga giornata. Lui rimane interdetto mentre lo seguo in cucina e gli faccio trovare la cena sul tavolo.
Mangiamo ed ho voglia di parlare. Vorrei raccontargli tutto ma capisco che non sia il caso di confessargli la mattinata di sesso con l’ex. Lui sembra stanco, forse di cattivo umore, probabilmente a causa del lavoro. Dopo cena decido accelerare i tempi. Metto i piatti nella lavastoviglie e mi accovaccio accanto a lui sul divano. Accendo il lettore con i DVD che inizia con gli spezzoni dei più bei film erotici di ogni tempo.
Ammetto a me stessa di essere nervosa ma anche un po’ eccitata in questo nuovo ruolo. Dopo anni a giocare la parte della donna che raffredda gli ardori del marito, per la prima volta devo convincerlo a fare sesso con me. Intrufolo una mia mano sotto la sua maglietta e gioco con i peli del suo petto. Sono sicuramente paonazza dalla vergogna e non oso guardarlo. Lui butta la testa indietro e chiude gli occhi per rilassarsi mentre io comincio dolcemente a masturbarlo.
Sento che sorride: evidentemente gli piace ciò che gli faccio. Prendo il coraggio a quattro mani: mi alzo e sfilo la tuta per mostrargli il mio nuovo completino intimo. Ora i suoi occhi sono ben aperti ed il suo sguardo pieno di interesse mi riempie d’orgoglio. Mi sembra di rivivere la stesse scena del bar di questa mattina: adesso però sono io la donna al centro dell’attenzione e non m’importa se c’è un solo uomo nella stanza. Quell’uomo è mio marito ed il suo sguardo è fisso su di me.
Lui non si muove ed io non so che fare. Mi sento un pacco regalo di fronte ad un bambino che non si decide a scartarlo: avrà capito che i fiocchi possono essere snodati? Ripenso all’affermazione della commessa e non posso fare a meno di concordare. Sciolgo da sola il fiocco del reggiseno per mostrargli come si fa. Le coppe si aprono sotto la pressione del seno. I suoi occhi quasi strabuzzano ma non voglio che si soffermi troppo sulle mie tette cadenti. Quindi mi riaccovaccio veloce sulla sua spalla e ricomincio a masturbarlo.
Finalmente mi slaccia uno dei fiocchi degli slip e prende parte attiva al gioco. Cerco la boccetta con gli olii naturali che avevo nascosto sotto ad un cuscino del divano per lubrificargli il pene mentre le sue mani sono finalmente su di me.
Non ho ancora avuto il coraggio di guardarlo negli occhi. Lui si alza e mi inginocchia sul divano. È dietro di me quando sento che inizia a penetrarmi. Per la seconda volta nella giornata, appoggio la mia testa al cuscino e mi rilasso, aspettando che il lui di turno finisca. Si, perché oggi ho fatto sesso con due uomini differenti. Dovrei sentirmi una sgualdrina tanto quanto quella vicina di casa a cui non risparmio critiche feroci. Ci sono però due grandi differenze tra me e lei: io non provo nessun piacere nell’atto sessuale e mi sento tremendamente in colpa per il tradimento di stamattina.
Persa tra i miei pensieri, sento il suo membro uscire dalla vagina. Mi chiedo se abbia già raggiunto l’orgasmo quando lo sento premere sul mio ano. Non capisco: mi volto per guardarlo e sul suo viso leggo rabbia ed orgoglio. Una fitta di dolore mi trafigge quando, con un grugnito animale, forza le mie resistenze ed entra dentro al mio sfintere.
Mi sento violata: il dolore è lancinante. Il suo membro è immobile dentro di me. Cerco di rilassarmi ma sono in preda al panico. Non capisco perché lo faccia. Vorrei piangere e supplicarlo di smettere ma, nella mia testa, si fa strada l’idea che sia la giusta punizione per il mio tradimento. L’ano pian piano si rilassa ed il dolore sfuma. Nel frattempo, lui ha cominciato a muoversi lentamente e sembra quasi che il suo pene cresca in dimensione. Sto piangendo: non per il dolore ma per la vergogna.
Il DVD è terminato e, dal riflesso del televisore spento, posso vedere mio marito di profilo mentre assesta la sua punizione. Se non dico nulla è perché lo reputo clemente e penso di meritarmela. Con sorpresa, scopro che non è così più doloroso di un rapporto cosiddetto “normale”. Sento il suo membro entrare ed uscire dal mio sedere ed accompagno i suoi movimenti col bacino. Sul suo viso appare un’espressione soddisfatta ed io mi scopro felice per l’eccitazione che riesco ad infondere. Quando i suoi colpi si fanno più profondi, per un attimo, il dolore riaffiora ed un gemito mi esce soffocato dalla bocca ma è solo un attimo. Mi stringe forte i fianchi mentre i suoi colpi diventano sempre più rapidi fino a quando lo sento grugnire ed il suo sperma caldo è finalmente dentro di me.
Quando mi libera dal suo pene, mi rendo conto che il mio piano è miseramente fallito. Mi alzo per correre veloce in bagno. I nostri sguardi si incrociano e non ritrovo più la rabbia di qualche minuto prima. Forse è stato tutto frutto della mia fantasia. Abbasso lo sguardo piena di vergogna. Mentre ci accingo ad allontanarmi, mi afferra un braccio, mi avvicina a lui con forza, mi abbraccia e mi bacia con la stessa passione dei nostri primi giorni. Sono felice. Ricambio il suo bacio e mi metto nuovamente a piangere come una stupida mentre lo abbraccio e sento il suo sperma gocciolare dal mio sedere giù fino alle cosce.
Quando mi chiudo dentro al bagno, l’angoscia mi riassale...
Se il marito di quella donna non la desidera da tempo, come dargli torto? Guardo il punto vita, allargato dal sovrappeso ed un’ondata di panico mi travolge: come potrei rendermi abbastanza desiderabile per sperare di attrarre un uomo? Mi siedo sul water per scappare da quell’immagine e la voglia di piangere mi travolge di nuovo. Per un attimo, vorrei rimanere rinchiusa in bagno e sparire dalla faccia della terra.
Alla fine, apro la porta ed esco. Prendo delle lenzuola pulite nell’armadio e rifaccio il letto da dove, poco prima, è fuggito l’unico uomo abbastanza assatanato da trombarmi. Scelgo un paio di pantaloni, delle scarpe basse ed un maglione largo per nascondere le curve del mio corpo. Mi guardo allo specchio e quella donna non mi piace. La trucco leggermente e quando, alla fine, la reputo presentabile, prendo il cappotto ed esco di casa.
Mi fermo al bar dell’angolo per un caffè. Appena entro intravedo la vicina di casa che si alza da un tavolino. Gli uomini presenti si girano all’unisono ed il brusio nella sala cambia tonalità. E’ un pullulare di sbirciate fugaci e sorrisi maliziosi mentre lei sculetta tranquillamente fino alla cassa. Rimango nel mio angolo per assistere alla scena e soprattutto per non farmi vedere dalla fedifraga. Quando finisce di pagare, il cassiere sembra aver raggiunto il climax.
È il mio turno: mi avvicino con passo incerto fino al bancone. Mi guardo intorno e, senza stupore, noto che gli uomini nella sala sono ritornati alle loro faccende. Nessuno sguardo e nessun sorriso malizioso per la sottoscritta. É l’ulteriore prova della mia sciatteria. Bevo il caffè che mi appare ancora più amaro del solito. Pago ed esco in direzione del centro.
Vicino alla piazza principale c’è un bel negozietto di abbigliamento. All’entrata, vengo accolta da una commessa poco più giovane di me ma decisamente più attraente. Vorrei solo dare un’occhiata: lei comprende e mi lascia il tempo di guardarmi attorno. È bello girare per negozi la mattina perché non c’è ressa. Io però sono lì per uno scopo preciso e mi sento perduta perché non c’è nulla, su quegli scaffali, per la mia taglia. Così, quando la commessa si riavvicina per offrire il suo aiuto, lo accetto.
A mezze parole e rossa come un peperone, spiego di essere cerca di qualcosa di sensuale per stupire mio marito. Lei non si scompone, anzi: mi sorride e mi invita ad accomodarmi in un camerino. Mi rendo conto di provare una certa invidia mentre osservo la sua figura longilinea ed il suo sedere sodo allontanarsi. Quando ritorna, ha con sé tre paia di completini intimi, due camicette scollate e un tailleur con uno spacco profondo sul retro. Il tailleur lo scarto quasi subito. è bello ma, con la mia corporatura, mi sentirei a disagio. Una delle camicette è invece molto carina con il taglio giusto ed un gioco di vedo e non-vedo che mi piace. La scelta dell’intimo risulta più difficile: quelli proposti comprimono il seno e sono estremamente minuscoli a livello inguinale mettendo in risalto un lato-B che preferirei invece nascondere. La commessa mi osserva e decide di avere qualcos’altro da propormi. Ho un bel seno e devo metterlo in valore, afferma mentre sparisce di nuovo nel retro. Ritorna, pochi minuti dopo, con un due-pezzi avvolgente, di colore rosso fuoco ed estremamente sensuale perché sfilabile snodando i due fiocchi presenti sui fianchi dello slip e quello al centro, tra le coppe del reggiseno. “Gli uomini hanno sempre problemi con i gancetti” mi confida mentre sorride maliziosa. Lo provo e mi sento una bomba: sono bellissima.
Quando esco dalla boutique, il mio morale è nettamente migliorato. Se quell’insulso del mio ex mi ha posseduto in quella vecchia tuta rosa, mio marito non potrà rimanere insensibile a questo completino mozzafiato. Realizzo di non essere ancora pronta ad aspettare il marito, seduta in cucina in mutandine e reggiseno. D’altro canto, con quella vecchia tuta sono intrombabile, a meno di non trovarmi di fronte ad un maniaco sessuale come il mio ex. Non volendo contare troppo sulla fortuna, decido che è tempo di cambiare la tuta: entro in un negozio di indumenti sportivi e ne esco con una bella tuta contenitiva ed aderente che fa esattamente al caso mio. Sono un fiume in piena: passo la pausa pranzo dall’estetista per una depilazione completa e poi dalla parrucchiera più esclusiva della città per un taglio più giovanile.
Nel pomeriggio mi perdo nell’erboristeria alla ricerca dei migliori olii naturali con i quali lubrificare il suo membro. Mi sento eccitata e pronta per la notte di passione. Poi però, l’insicurezza di assale e temo che gli sforzi di una mezza giornata non potranno mai compensare l’incuria di una vita. Sono spiazzata ed angosciata. Posso nascondere le mie cosce nella più bella tuta del mondo ma, quando la sfilo, le cosce rimangono quelle con la loro cellulite in bella vista... Penso che dovrei stimolarlo con ben altre visioni di cosce e mi stupisco nel ritrovarmi nel negozietto sotto casa a selezionare un DVD erotico tra le scelte disponibili nel distributore automatico.
Arriva la sera ed è tutto perfetto come pianificato. Ho anche acquistato in rosticceria il suo piatto preferito. Lui entra e nota subito la differenza. Gli sorrido e lo abbraccio come da troppo tempo non avevo fatto. Sono davvero eccitata di rivederlo dopo questa lunga giornata. Lui rimane interdetto mentre lo seguo in cucina e gli faccio trovare la cena sul tavolo.
Mangiamo ed ho voglia di parlare. Vorrei raccontargli tutto ma capisco che non sia il caso di confessargli la mattinata di sesso con l’ex. Lui sembra stanco, forse di cattivo umore, probabilmente a causa del lavoro. Dopo cena decido accelerare i tempi. Metto i piatti nella lavastoviglie e mi accovaccio accanto a lui sul divano. Accendo il lettore con i DVD che inizia con gli spezzoni dei più bei film erotici di ogni tempo.
Ammetto a me stessa di essere nervosa ma anche un po’ eccitata in questo nuovo ruolo. Dopo anni a giocare la parte della donna che raffredda gli ardori del marito, per la prima volta devo convincerlo a fare sesso con me. Intrufolo una mia mano sotto la sua maglietta e gioco con i peli del suo petto. Sono sicuramente paonazza dalla vergogna e non oso guardarlo. Lui butta la testa indietro e chiude gli occhi per rilassarsi mentre io comincio dolcemente a masturbarlo.
Sento che sorride: evidentemente gli piace ciò che gli faccio. Prendo il coraggio a quattro mani: mi alzo e sfilo la tuta per mostrargli il mio nuovo completino intimo. Ora i suoi occhi sono ben aperti ed il suo sguardo pieno di interesse mi riempie d’orgoglio. Mi sembra di rivivere la stesse scena del bar di questa mattina: adesso però sono io la donna al centro dell’attenzione e non m’importa se c’è un solo uomo nella stanza. Quell’uomo è mio marito ed il suo sguardo è fisso su di me.
Lui non si muove ed io non so che fare. Mi sento un pacco regalo di fronte ad un bambino che non si decide a scartarlo: avrà capito che i fiocchi possono essere snodati? Ripenso all’affermazione della commessa e non posso fare a meno di concordare. Sciolgo da sola il fiocco del reggiseno per mostrargli come si fa. Le coppe si aprono sotto la pressione del seno. I suoi occhi quasi strabuzzano ma non voglio che si soffermi troppo sulle mie tette cadenti. Quindi mi riaccovaccio veloce sulla sua spalla e ricomincio a masturbarlo.
Finalmente mi slaccia uno dei fiocchi degli slip e prende parte attiva al gioco. Cerco la boccetta con gli olii naturali che avevo nascosto sotto ad un cuscino del divano per lubrificargli il pene mentre le sue mani sono finalmente su di me.
Non ho ancora avuto il coraggio di guardarlo negli occhi. Lui si alza e mi inginocchia sul divano. È dietro di me quando sento che inizia a penetrarmi. Per la seconda volta nella giornata, appoggio la mia testa al cuscino e mi rilasso, aspettando che il lui di turno finisca. Si, perché oggi ho fatto sesso con due uomini differenti. Dovrei sentirmi una sgualdrina tanto quanto quella vicina di casa a cui non risparmio critiche feroci. Ci sono però due grandi differenze tra me e lei: io non provo nessun piacere nell’atto sessuale e mi sento tremendamente in colpa per il tradimento di stamattina.
Persa tra i miei pensieri, sento il suo membro uscire dalla vagina. Mi chiedo se abbia già raggiunto l’orgasmo quando lo sento premere sul mio ano. Non capisco: mi volto per guardarlo e sul suo viso leggo rabbia ed orgoglio. Una fitta di dolore mi trafigge quando, con un grugnito animale, forza le mie resistenze ed entra dentro al mio sfintere.
Mi sento violata: il dolore è lancinante. Il suo membro è immobile dentro di me. Cerco di rilassarmi ma sono in preda al panico. Non capisco perché lo faccia. Vorrei piangere e supplicarlo di smettere ma, nella mia testa, si fa strada l’idea che sia la giusta punizione per il mio tradimento. L’ano pian piano si rilassa ed il dolore sfuma. Nel frattempo, lui ha cominciato a muoversi lentamente e sembra quasi che il suo pene cresca in dimensione. Sto piangendo: non per il dolore ma per la vergogna.
Il DVD è terminato e, dal riflesso del televisore spento, posso vedere mio marito di profilo mentre assesta la sua punizione. Se non dico nulla è perché lo reputo clemente e penso di meritarmela. Con sorpresa, scopro che non è così più doloroso di un rapporto cosiddetto “normale”. Sento il suo membro entrare ed uscire dal mio sedere ed accompagno i suoi movimenti col bacino. Sul suo viso appare un’espressione soddisfatta ed io mi scopro felice per l’eccitazione che riesco ad infondere. Quando i suoi colpi si fanno più profondi, per un attimo, il dolore riaffiora ed un gemito mi esce soffocato dalla bocca ma è solo un attimo. Mi stringe forte i fianchi mentre i suoi colpi diventano sempre più rapidi fino a quando lo sento grugnire ed il suo sperma caldo è finalmente dentro di me.
Quando mi libera dal suo pene, mi rendo conto che il mio piano è miseramente fallito. Mi alzo per correre veloce in bagno. I nostri sguardi si incrociano e non ritrovo più la rabbia di qualche minuto prima. Forse è stato tutto frutto della mia fantasia. Abbasso lo sguardo piena di vergogna. Mentre ci accingo ad allontanarmi, mi afferra un braccio, mi avvicina a lui con forza, mi abbraccia e mi bacia con la stessa passione dei nostri primi giorni. Sono felice. Ricambio il suo bacio e mi metto nuovamente a piangere come una stupida mentre lo abbraccio e sento il suo sperma gocciolare dal mio sedere giù fino alle cosce.
Quando mi chiudo dentro al bagno, l’angoscia mi riassale...
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