Adulterio
di
Marco1973
genere
tradimenti
Da qualche mese ho una relazione clandestina con una collega cinquantenne, sposata, senza prole, non particolarmente bella ma con un fisico asciutto ed un’aria da educanda che la rende piuttosto provocante.
Un lungo e flemmatico corteggiamento ha incrinato la sua iniziale diffidenza. Ha cominciato ad accettare i miei frequenti inviti a pranzo ed è proprio dopo una pausa pranzo trascorsa assieme che si è concessa a qualche minuto di effusioni prima di rientrare in ufficio.
Il passo non è stato breve ma, con molta caparbia, da quelle effusioni sporadiche in auto siamo arrivati ad interi pomeriggi trascorsi in camere d’hotel dove finalmente si è concessa totalmente.
Oggi utilizziamo ancora gli hotel per garantirci qualche ora di intimità sebbene i costi e soprattutto la difficoltà nel riuscire a giustificare le nostre evasioni con i rispettivi coniugi ci hanno portato ad apprezzare le sveltine per saziare i nostri appetiti sessuali.
Per la donna il linguaggio corporeo e vestimentario sono modi con cui riuscire a comunicare senza parlare. Se mi saluta con un sorriso radioso accompagnato da una gonna morbida significa che si tromba. Oggi è un giorno di questi. Lo capisco appena entro in ufficio.
Per tutta la mattina ce l’ho duro ed ho difficoltà a concentrarmi. Finalmente, qualche minuto dopo le dodici, dopo che i colleghi sono usciti per il pranzo, entra nel mio ufficio, chiude la porta dietro di sé e, con il miglior sguardo lascivo si avvicina alla mia scrivania opportunamente liberata da faldoni e documenti.
Le sorrido mentre, come ogni volta, la mia mano sale sotto la gonna: la pelle calda e liscia esasperano la mia erezione. Delicatamente posa la mia nuca sul suo ventre piatto mentre le accarezzo i glutei ed esploro la sua intimità preventivamente liberata da ogni forma di slip. Quando le sfioro il clitoride sospira e stringe le cosce sul mio braccio imprigionandolo tra le catene più sensuali che possa immaginare. Continuo a stimolarla fintanto che si stacca col viso arrossato.
Alza la gonna sopra il sedere mostrandomi il suo paradiso. Si siede sulla scrivania ed io mi alzo per baciarla. Senza mai staccare le sue labbra dalle mie, mi slaccia i pantaloni. In un attimo i miei slip scendono, le sue gambe si allargano e mi faccio strada dentro di lei. I nostri fiati si mischiano mentre la scopo con lentezza. Le sue dita accarezzano i miei capelli. Le mie mani afferrano saldamente i suoi fianchi morbidi.
Quando mi arresto ed esco da lei, capisce al volo e si volta prona sulla scrivania. Entro in lei come un coltello nel burro. Geme piano; è importante non farsi sentire anche se il rischio è parte della nostra eccitazione. Mi piace ammirarla con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta mentre, da dietro, la scopo con forza.
Uno, due, tanti schizzi di sperma sgorgano dal mio uccello trovando rifugio dentro di lei. Per qualche secondo il mondo rimane immobile. Con un tempismo perfetto, si sentono le voci dei primi colleghi rientrare in ufficio. Ci rivestiamo velocemente. Anche oggi dieta.
Un lungo e flemmatico corteggiamento ha incrinato la sua iniziale diffidenza. Ha cominciato ad accettare i miei frequenti inviti a pranzo ed è proprio dopo una pausa pranzo trascorsa assieme che si è concessa a qualche minuto di effusioni prima di rientrare in ufficio.
Il passo non è stato breve ma, con molta caparbia, da quelle effusioni sporadiche in auto siamo arrivati ad interi pomeriggi trascorsi in camere d’hotel dove finalmente si è concessa totalmente.
Oggi utilizziamo ancora gli hotel per garantirci qualche ora di intimità sebbene i costi e soprattutto la difficoltà nel riuscire a giustificare le nostre evasioni con i rispettivi coniugi ci hanno portato ad apprezzare le sveltine per saziare i nostri appetiti sessuali.
Per la donna il linguaggio corporeo e vestimentario sono modi con cui riuscire a comunicare senza parlare. Se mi saluta con un sorriso radioso accompagnato da una gonna morbida significa che si tromba. Oggi è un giorno di questi. Lo capisco appena entro in ufficio.
Per tutta la mattina ce l’ho duro ed ho difficoltà a concentrarmi. Finalmente, qualche minuto dopo le dodici, dopo che i colleghi sono usciti per il pranzo, entra nel mio ufficio, chiude la porta dietro di sé e, con il miglior sguardo lascivo si avvicina alla mia scrivania opportunamente liberata da faldoni e documenti.
Le sorrido mentre, come ogni volta, la mia mano sale sotto la gonna: la pelle calda e liscia esasperano la mia erezione. Delicatamente posa la mia nuca sul suo ventre piatto mentre le accarezzo i glutei ed esploro la sua intimità preventivamente liberata da ogni forma di slip. Quando le sfioro il clitoride sospira e stringe le cosce sul mio braccio imprigionandolo tra le catene più sensuali che possa immaginare. Continuo a stimolarla fintanto che si stacca col viso arrossato.
Alza la gonna sopra il sedere mostrandomi il suo paradiso. Si siede sulla scrivania ed io mi alzo per baciarla. Senza mai staccare le sue labbra dalle mie, mi slaccia i pantaloni. In un attimo i miei slip scendono, le sue gambe si allargano e mi faccio strada dentro di lei. I nostri fiati si mischiano mentre la scopo con lentezza. Le sue dita accarezzano i miei capelli. Le mie mani afferrano saldamente i suoi fianchi morbidi.
Quando mi arresto ed esco da lei, capisce al volo e si volta prona sulla scrivania. Entro in lei come un coltello nel burro. Geme piano; è importante non farsi sentire anche se il rischio è parte della nostra eccitazione. Mi piace ammirarla con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta mentre, da dietro, la scopo con forza.
Uno, due, tanti schizzi di sperma sgorgano dal mio uccello trovando rifugio dentro di lei. Per qualche secondo il mondo rimane immobile. Con un tempismo perfetto, si sentono le voci dei primi colleghi rientrare in ufficio. Ci rivestiamo velocemente. Anche oggi dieta.
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