Laura: Godere davanti al proprio ragazzo - 2 di 3
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Amico segreto
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tradimenti
Ciao a tutti, mi chiamo Laura sono Umbra e vi voglio raccontare la mia esperienza che ha cambiato la mia sessualità e l’approccio con l’altro sesso.
Vi consiglio di leggere il prologo per comprendere come siamo arrivati in questa caletta deserta nell’isola di Serpentara in Sardegna, io il mio ragazzo Angelo, Bertù (Alberto) il proprietario del peschereccio e Baba il marinaio ventiduenne Senegalese.
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Divento tutta rossa e abbasso lo sguardo, mi è si denutato davanti a mezzo metro da me seduta: “Prendere il sole qui in costume è uno spreco di tutto questo ben di dio” e se ne va in acqua, Baba butta il costume ma essendo già nell’acqua non vedo niente, ho i capezzoli dritti come in una cella frigorifera, e sento la mia micia che si bagna, ho sentito chiaramente come uno spruzzo di eccitazione, non mi era mai successo prima.
Dico a Angelo: “Cosa facciamo? Se ti togli il costume anche te, io mi metto in topless” adesso fa abbastanza bella figura perchè almeno ce l’ha barzotto, io mi spalmo la crema sulle tette, vedo che mi guardano da dentro l’acqua, penso che se stasera non mi scopa un’ora, lo uccido.
Mi sdriaio di schiena a prendere il sole, per non fare la guardona, ci chiamano per fare il bagno, sento che si stanno avvicinando, mi giro un po’ ed ho tre cazzi in bella vista, di cui uno, Baba sembra due lattine di red bull, sono a bocca aperta, rossa paonazza.
Prendono Angelo, Bertù per le braccia e Baba per le gambe, ridono e lo vanno a tirare in acqua, so per certo che ora mi verranno a prendere, sono eccitata e terrorizzata, scatto in piedi: “no no io vengo volentieri” cerco di schivarli, ma Bertù mi placca lo stesso, mi ha preso con due braccia sopra la pancia, mi scuote un po’ per alzare la presa, il porco, adesso ho il suo braccio che mi cinge con i seni appoggiati, dietro la schiena i suoi peli, mi fanno il solletico, se spingo sento il suo pene nudo pensoloni tra le mie chiappe.
Chiama Angelo e gli dice se lui trova giusto che io abbia ancora il costume, il cretino sta al gioco, non ha capito che lo faranno cornuto, gli grido: “No lo slip no, mi vergogno”.
Bertu: “Forza Angelo, dagli un bel bacio per fargli coraggio”
Mentre pomiciamo sento una mano, so bene che è di Bertù, scendere lentamente dal mio fianco destro fin dentro il bordino dello slip, gira davanti e mi vergogno di aspettarla, anzi gli apro un pochino le gambe, capitolazione totale, ho la lingua in bocca del mio ragazzo ed una mano sconosciuta che mi tocca la micetta.
Bertù: “Angelo a te l’onore dello smutandamento” ci guardiamo in maniera complice, sembra che a lui il gioco piaccia, io da una parte recito e da una parte mi trovo a disagio ed ho paura di quello che mi potrebbero fare.
In acqua mi prendono e mi lanciano, fanno la seggiolina prima Angelo e Bertù, poi Baba e Bertù con Angelo davanti di schiena gli devo saltare sopra, invece con la nuova seggiolina di braccia ho due dita che mi masturbano, e quel coglione del mio ragazzo non si accorge di nulla.
Poi ad occhi chiusi devo riconoscere chi mi sta dietro e me lo appoggia, fino a che Bertù, è lui a guidare le danze, Baba invece tanto grande quanto timido.
Bertù: “Angelo se non vai sulla spiaggia e la scopi lo facciamo noi”
Lui ride come uno scemo, la canna ha aiutato ma io sono lucidissima, lo prendo io per mano e me lo porto sulla spiaggia, se me cavassi con solo una scopata con il mio ragazzo davanti loro due mi andrebbe di lusso, ma dentro di me so che li dovrò accontentare tutti, paura ed eccitazione insieme.
Sono per terra con Angelo sopra, ogni tanto guardo verso il mare, ho paura che vengano e mi eccito che siano li, mentre scopiamo, sono talmente eccitata che lo sento poco.
Arriva Bertù, chiudo gli occhi, sospiro più del necessario, faccio finta di godere e non comprendo il mio comportamento, ho paura di essere violentata e ho timore di non esserlo.
Bertù ci dice: “Avete visto che bello farlo in questa natura incontaminata, vi sentite più liberi?” la situazione è irreale, ci parla come se fossimo al bar, invece io sono a gambe aperte ed ho il mio ragazzo dentro, che per l’emozione perde l’erezione.
Bertù: “Angelo non ti preoccupare, lo avevate già fatto prima, glielo facciamo un bel regalo alla tua ragazza?”
Angelo: “Che regalo?”
Bertù urla: “Baba, Baba vieni qua” e poi a noi: “giratevi così abbracciati” e in particolare a lui: “Angelo coccolala, baciala, falla sentire amata e al sicuro”
Se prima ero coperta da Angelo adesso ero totalmente accessibile sia allo sguardo sia a tutto il resto, si inginocchia dietro di me, mi posiziona come un sacco di patate sui ginocchi e dolcemente mi penetra, entra come nel burro, è duro, non si direbbe la differenza di età.
Bertù: “Baba fagli vedere il regalo, mettiti in ginocchio davanti” mi stacco dal bacio e adesso sono a pecora, con un quasi cinquantenne che mi sta scopando, sopra il mio ragazzo che mi guarda, e davanti al viso mi arriva il batacchio monstre del mandingo senegalese.
Guardo Angelo, vergognandomi che mi piaccia, che non abbia detto di no, anche se forse non sarebbe servito, provo con molto ritardo a dire: “Insieme no”, lo so che era senza senso, ma quello ho detto, tutta la situazione era senza senso.
Bertù guidandoci come burattini: “Laura non mentire a te stessa, sei una femmina stupenda, lasciati andare, piace anche ad Angelo, non ti preoccupare”
“Prova ad imboccarti la cappella” guardo Angelo disperata, me lui mi cenno di si con la testa, si sta segando sotto di me, mentre lo stanno facendo cornuto.
Avere quel cazzo enorme davanti agli occhi era già di per se, una scarica di adrenalina, passagli la lingua sopra, prenderlo in bocca, mentre dietro Bertù aumentava il ritmo, ho sentito l’orgasmo arrivare da lontano, montare, mi sono staccata da quell’uccello mastodontico e ho voluto godere con la lingua in bocca ad Angelo, al sapore di cazzo, mi sono sentita perversa, ma il mio secondo orgasmo di giornata è durato molto di più del solito, mi ha fatto urlare a tutta voce, ormai senza nessuna vergogna “godo, godo, godoooooo”.
Anche per Angelo è stata un’esperienza hot, appena gli ho messo la lingua in bocca è venuto segandosi sulla nostre pance, non ne aveva mai fatta così tanta, siamo tutti e due molto sporchi del suo sperma, ma abbiamo goduto insieme.
Mi hanno lasciata riposare, coccolandomi, Angelo e Bertù parlano, Baba si è sdraiato accanto a me, mi accarezza i capelli, la schiena è dolce, penso che quel posto sarebbe toccato di diritto al mio ragazzo.
Apro gli occhi e vedo un cenno di intesa tra Bertù e il suo marinaio, Angelo si posiziona davanti a me, mi coccola anche lui, adesso ho due mani addosso, ma di due ragazzi diversi, mi chiede se mi è piaciuto, che per lui è stato diverso, ma molto eccitante, che mi ama.
La mano di Baba è scesa tra le gambe serrate, parte dalle cosce per arrivare dove deve, la sento in fiamme, non so quanti liquidi ho perso oggi, per fortuna ogni tanto passa qualche nuvola che stempera la temperatura.
Chiedo il permesso ad Angelo solo con lo sguardo, mi bacia e acconsente, Baba mi ha aperto le gambe, non ho opposto resistenza, ma sono orgogliosa di non averlo fatto io, in testa ho una marea di pensieri contrastanti, “è troppo grosso ti spacca” “come sarà scopare con un cazzo così?” “che cazzo di situazione ti sei messa” “domani riuscirai a camminare dal bruciore?” “non hai mai goduto così, bugiarda” ma le parole che mi rimbombano di più in testa sono: “Laura sei una troia”.
Continua............
Per commenti e suggerimenti: amicosegreto@tutanota.com
Vi consiglio di leggere il prologo per comprendere come siamo arrivati in questa caletta deserta nell’isola di Serpentara in Sardegna, io il mio ragazzo Angelo, Bertù (Alberto) il proprietario del peschereccio e Baba il marinaio ventiduenne Senegalese.
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Divento tutta rossa e abbasso lo sguardo, mi è si denutato davanti a mezzo metro da me seduta: “Prendere il sole qui in costume è uno spreco di tutto questo ben di dio” e se ne va in acqua, Baba butta il costume ma essendo già nell’acqua non vedo niente, ho i capezzoli dritti come in una cella frigorifera, e sento la mia micia che si bagna, ho sentito chiaramente come uno spruzzo di eccitazione, non mi era mai successo prima.
Dico a Angelo: “Cosa facciamo? Se ti togli il costume anche te, io mi metto in topless” adesso fa abbastanza bella figura perchè almeno ce l’ha barzotto, io mi spalmo la crema sulle tette, vedo che mi guardano da dentro l’acqua, penso che se stasera non mi scopa un’ora, lo uccido.
Mi sdriaio di schiena a prendere il sole, per non fare la guardona, ci chiamano per fare il bagno, sento che si stanno avvicinando, mi giro un po’ ed ho tre cazzi in bella vista, di cui uno, Baba sembra due lattine di red bull, sono a bocca aperta, rossa paonazza.
Prendono Angelo, Bertù per le braccia e Baba per le gambe, ridono e lo vanno a tirare in acqua, so per certo che ora mi verranno a prendere, sono eccitata e terrorizzata, scatto in piedi: “no no io vengo volentieri” cerco di schivarli, ma Bertù mi placca lo stesso, mi ha preso con due braccia sopra la pancia, mi scuote un po’ per alzare la presa, il porco, adesso ho il suo braccio che mi cinge con i seni appoggiati, dietro la schiena i suoi peli, mi fanno il solletico, se spingo sento il suo pene nudo pensoloni tra le mie chiappe.
Chiama Angelo e gli dice se lui trova giusto che io abbia ancora il costume, il cretino sta al gioco, non ha capito che lo faranno cornuto, gli grido: “No lo slip no, mi vergogno”.
Bertu: “Forza Angelo, dagli un bel bacio per fargli coraggio”
Mentre pomiciamo sento una mano, so bene che è di Bertù, scendere lentamente dal mio fianco destro fin dentro il bordino dello slip, gira davanti e mi vergogno di aspettarla, anzi gli apro un pochino le gambe, capitolazione totale, ho la lingua in bocca del mio ragazzo ed una mano sconosciuta che mi tocca la micetta.
Bertù: “Angelo a te l’onore dello smutandamento” ci guardiamo in maniera complice, sembra che a lui il gioco piaccia, io da una parte recito e da una parte mi trovo a disagio ed ho paura di quello che mi potrebbero fare.
In acqua mi prendono e mi lanciano, fanno la seggiolina prima Angelo e Bertù, poi Baba e Bertù con Angelo davanti di schiena gli devo saltare sopra, invece con la nuova seggiolina di braccia ho due dita che mi masturbano, e quel coglione del mio ragazzo non si accorge di nulla.
Poi ad occhi chiusi devo riconoscere chi mi sta dietro e me lo appoggia, fino a che Bertù, è lui a guidare le danze, Baba invece tanto grande quanto timido.
Bertù: “Angelo se non vai sulla spiaggia e la scopi lo facciamo noi”
Lui ride come uno scemo, la canna ha aiutato ma io sono lucidissima, lo prendo io per mano e me lo porto sulla spiaggia, se me cavassi con solo una scopata con il mio ragazzo davanti loro due mi andrebbe di lusso, ma dentro di me so che li dovrò accontentare tutti, paura ed eccitazione insieme.
Sono per terra con Angelo sopra, ogni tanto guardo verso il mare, ho paura che vengano e mi eccito che siano li, mentre scopiamo, sono talmente eccitata che lo sento poco.
Arriva Bertù, chiudo gli occhi, sospiro più del necessario, faccio finta di godere e non comprendo il mio comportamento, ho paura di essere violentata e ho timore di non esserlo.
Bertù ci dice: “Avete visto che bello farlo in questa natura incontaminata, vi sentite più liberi?” la situazione è irreale, ci parla come se fossimo al bar, invece io sono a gambe aperte ed ho il mio ragazzo dentro, che per l’emozione perde l’erezione.
Bertù: “Angelo non ti preoccupare, lo avevate già fatto prima, glielo facciamo un bel regalo alla tua ragazza?”
Angelo: “Che regalo?”
Bertù urla: “Baba, Baba vieni qua” e poi a noi: “giratevi così abbracciati” e in particolare a lui: “Angelo coccolala, baciala, falla sentire amata e al sicuro”
Se prima ero coperta da Angelo adesso ero totalmente accessibile sia allo sguardo sia a tutto il resto, si inginocchia dietro di me, mi posiziona come un sacco di patate sui ginocchi e dolcemente mi penetra, entra come nel burro, è duro, non si direbbe la differenza di età.
Bertù: “Baba fagli vedere il regalo, mettiti in ginocchio davanti” mi stacco dal bacio e adesso sono a pecora, con un quasi cinquantenne che mi sta scopando, sopra il mio ragazzo che mi guarda, e davanti al viso mi arriva il batacchio monstre del mandingo senegalese.
Guardo Angelo, vergognandomi che mi piaccia, che non abbia detto di no, anche se forse non sarebbe servito, provo con molto ritardo a dire: “Insieme no”, lo so che era senza senso, ma quello ho detto, tutta la situazione era senza senso.
Bertù guidandoci come burattini: “Laura non mentire a te stessa, sei una femmina stupenda, lasciati andare, piace anche ad Angelo, non ti preoccupare”
“Prova ad imboccarti la cappella” guardo Angelo disperata, me lui mi cenno di si con la testa, si sta segando sotto di me, mentre lo stanno facendo cornuto.
Avere quel cazzo enorme davanti agli occhi era già di per se, una scarica di adrenalina, passagli la lingua sopra, prenderlo in bocca, mentre dietro Bertù aumentava il ritmo, ho sentito l’orgasmo arrivare da lontano, montare, mi sono staccata da quell’uccello mastodontico e ho voluto godere con la lingua in bocca ad Angelo, al sapore di cazzo, mi sono sentita perversa, ma il mio secondo orgasmo di giornata è durato molto di più del solito, mi ha fatto urlare a tutta voce, ormai senza nessuna vergogna “godo, godo, godoooooo”.
Anche per Angelo è stata un’esperienza hot, appena gli ho messo la lingua in bocca è venuto segandosi sulla nostre pance, non ne aveva mai fatta così tanta, siamo tutti e due molto sporchi del suo sperma, ma abbiamo goduto insieme.
Mi hanno lasciata riposare, coccolandomi, Angelo e Bertù parlano, Baba si è sdraiato accanto a me, mi accarezza i capelli, la schiena è dolce, penso che quel posto sarebbe toccato di diritto al mio ragazzo.
Apro gli occhi e vedo un cenno di intesa tra Bertù e il suo marinaio, Angelo si posiziona davanti a me, mi coccola anche lui, adesso ho due mani addosso, ma di due ragazzi diversi, mi chiede se mi è piaciuto, che per lui è stato diverso, ma molto eccitante, che mi ama.
La mano di Baba è scesa tra le gambe serrate, parte dalle cosce per arrivare dove deve, la sento in fiamme, non so quanti liquidi ho perso oggi, per fortuna ogni tanto passa qualche nuvola che stempera la temperatura.
Chiedo il permesso ad Angelo solo con lo sguardo, mi bacia e acconsente, Baba mi ha aperto le gambe, non ho opposto resistenza, ma sono orgogliosa di non averlo fatto io, in testa ho una marea di pensieri contrastanti, “è troppo grosso ti spacca” “come sarà scopare con un cazzo così?” “che cazzo di situazione ti sei messa” “domani riuscirai a camminare dal bruciore?” “non hai mai goduto così, bugiarda” ma le parole che mi rimbombano di più in testa sono: “Laura sei una troia”.
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