Il mese che ha cambiato la mia vita- promossa

di
genere
confessioni

Seguito di “Il mese che ha cambiato la mia vita”
Mi chiamo Giorgia ho 37 anni, sono sposata da 5 anni,
sono impiegata amministrativa presso un’azienda di software, per non farmi trasferire a Bergamo dai nuovi proprietari, accetto di diventare l’amante del mio nuovo capo.
“Manda Morelli a Bergamo” avevo scritto.
La risposta di Umberto a sancire il nostro patto fu: “Giorgia sono molto felice della tua scelta, avrai anche un aumento di retribuzione, ma devi farti il culo a lavoro, non pensare che basti solo farselo fare”
Mentre stavo pensando alle conseguenze, alle 18:18 mi squillò il cellulare: “Pronto dottore?”
“Ciao Giorgia, scusami che ti chiamo a casa di sabato, ma abbiamo deciso di promuovere te e mandare il rag. Morelli in sede, volevo che tu lo sapessi, cosi potete festeggiare con tuo marito, è in casa ora?”
Io: “Si dottore, grazie, non sa che peso che mi toglie, sono felicissima”
E lui al telefono: “allontanati che non mi possa sentire”
Io. “Si dottore, non se ne pentirà” andando in camera al primo piano della nostra villettina a schiera.
Dopo i primi convenevoli rimasi pietrificata, quando Umberto facendomi prima accettare la videochiamata, mi disse di spogliarmi e masturbarmi, con mio marito e mio figlio giù in salotto, mi si gelò il sangue, la prima sera mi sentii per la prima volta nella mia vita, una troia.
Ogni tanto voleva che parlassi a voce più alta per farmi sentire, era tutto un “certo dottore” “si dottore” “può contare su di me dottore” mentre ero nuda a pecora in videochiamata.
Dopo una buona mezz’ora di sesso al telefono, mi congedò dicendo, di andare a festeggiare con il nuovo “cornutello” facendogli un bellissimo pompino al sapore di fica.
Sulle mie titubanze e incomprensioni, mi rimproverò Umberto: “Giorgia svegliati, devi scopartelo, senza venire mi raccomando, quando lui è bello carico, devi fare finta di godere e ti fiondi a ciucciarlo, fatti venire in bocca poi lunedì mi racconti”
Una volta piazzato nostro figlio, Il compito non fu difficile, anzi fu complicato solo non venire, non mi ero mai fatta venire in bocca, l’idea mi faceva abbastanza schifo.
Mentre scopavo mio marito pensavo a quello che avevo fatto prima in videochiamata, a quello che avrei dovuto fare in ufficio, se avessi potuto sarebbe stato l’orgasmo più veloce di tutta la mia vita.
Seguendo le istruzioni, ho fatto come mi ero stato richiesto, mentre Mario mi avvisava, gli ho pure detto: “godimi in bocca amore”
La domenica ho potuto scaricare tutta la tensione accumulata, con una scopata memorabile con il mio maritino, scioccato che invece di negargliela come ogni volta che litigavamo, avevo alzato il livello di porcaggine.
Il lunedì 18 i sensi di colpa mi assalirono, passai una giornata terribile, Umberto sarebbe arrivato alle 17:00, ci aveva chiesto di aspettarlo, sia io che Raffaella, perchè noi solitamente smettevamo proprio a quell’ora.
Prima di arrivare mi aveva dato indicazioni di mettergli lo slip non cassetto della sua scrivania, essendo inverno avevo le calze, e l’operazione fu abbastanza complicata.
Quando arrivò, parlò un quarto d’ora con Raffaella. L’aspettare il mio turno, senza slip, umida come una cagnetta in calore, riuscì solo ad aumentare la tensione e l’eccitamento.
Mentre raccontavo il mio compito e le mie sensazioni ad Umberto avevo le calze che puzzavano di me arrotolate alla caviglia destra, le gambe aperte, i gomiti sulla scrivania e la gonna in vita, ero oscena e disponibile.
Gli umori uscivano copiosi, lui mi guardava ed ogni tanto mi sfiorava il clitoride, mi scappò più di un gemito, mentre mi entrava dentro con il pollice e le altre quattro dita accarezzavano quello che era rimasto del mio pelo, dopo essere stata dall’estetista.
“E’ quasi un peccato andare in ferie proprio questa settimana, ma a gennaio me la voglio gustare tutta questa fichetta stretta” mentre mi penetrava, stavolta con l’uccello.
Mentre la mia mente pensava in sequenza: che erano dieci anni che la mia micia aveva conosciuto solo il pisello di mio marito; che la decisione di darla per rimanere a lavorare in toscana mi aveva nuovamente acceso sessualmente, mi sentivo troia come non mai; non erano tanto gli undici anni di differenza, ma la corporatura così massiccia, le manone grandi, il vocione, il petto villoso, tutte le differenze con mio marito, che mi eccitavano, per scoparmi stava con le ginocchia piegate, mi sentivo una bambolina tra le sue mani.
Non durò molto, mi ritrovai in ginocchio a farlo venire con labbra e lingua, che solo due giorni prima non avevo mai concesso a nessun uomo.
Ma a differenza di mio marito, volle una pulizia completa post orgasmo, che mi umiliò forse più delle parole: “brava la mia nuova, bella, svuota coglioni”.
Ecco cosa ero diventata.
scritto il
2025-04-25
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