Il mese che ha cambiato la mia vita - divento un giocattolo

di
genere
dominazione

Mi chiamo Giorgia ho 37 anni, sono sposata da 5 anni,
sono impiegata amministrativa presso un’azienda di software, per non farmi trasferire a Bergamo dai nuovi proprietari, accetto di diventare l’amante del mio nuovo capo.
Martedì 19 Umberto disse al Rag. Morelli, che avrebbe mandato lui a Bergamo, ed io sarei stata promossa, non ci venne nemmeno a salutare, era furente.
Venni chiamata da Umberto in pausa pranzo a, parole sue, “a fargli un succoso pompino”.
Anche il giorno prima aveva voluto venirmi in bocca, sarebbe divenuta una costante, oggi mi dettava le regole, non sarei stata sono l’amante, ma il suo giocattolo sessuale.
Mi umiliava dandomi le indicazioni su cosa dovevo fare e come: “Giorgia non stai leccando lo sfigato, devi essere più troia, devi desiderare il mio cazzo, leccami le palle” annegavo tra i suoi peli pubici.
Avrei dovuto usare le autoreggenti, tutte le mattine, ad esclusione solo dei giorni di mestruo, gli avrei dovuto far trovare gli slip nel primo cassetto della sua scrivania.
Si informò delle mie abitudini, nella doccia mattutina avrei dovuto stare cinque minuti a giocare con l’acqua, le dita e il mio grilletto, mi voleva sempre sulla corda.
Prima di fare qualcosa con mio marito gli avrei dovuto chiedere il permesso, stavo diventando una sua proprietà.
Più aumentavano le umiliazioni e più era appagante essere a disposizione, avevo una voglia di cazzo, come non mai nella vita, e mai ne avevo preso così tanto.
Passarono le feste di Natale, e a parte qualche compito per messaggino mi sembrò una sorta di parentesi tra il mese che mi ha cambiato la vita e gli altri.
Infatti al suo rientro mercoledì 10 gennaio, se l’era presa comoda, venni subito convocata per “un pompino con la fica”.
Tutti termini e pratiche che non conoscevo, lui seduto sulla poltrona ed io a gambe chiuse, facendo leva sui suoi ginocchi e sui braccioli della poltrona, a fare su e giù, posizione poco stimolante per la donna, non si tocca né il punto G e pochissimo anche il clitoride, sono solo le labbra stimolate.
Mentre lo scopavo mi chiedeva delle feste, del marito, di quanta voglia avessi, come ormai costante, dovetti ingoiare e pulire con cura.
Non c’era mattina che non mi usava, aggiunse un altro umiliante compito, questa volta settimanale, gli dovevo insaporire 3 sigari per almeno 15 minuti dentro di me.
A febbraio la mia discesa nell’umiliazione fu totale, Morelli ci voleva denunciare. Continua........
scritto il
2025-06-20
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