Il mese che ha cambiato la mia vita - tra due fuochi
di
Amico segreto
genere
dominazione
Mi chiamo Giorgia ho 37 anni, sono sposata da 5 anni,
sono impiegata amministrativa presso un’azienda di software, per non farmi trasferire a Bergamo dai nuovi proprietari, accetto di diventare il giocattolo sessuale del mio nuovo capo.
A fine gennaio la mia discesa nell’umiliazione fu totale, Morelli ci voleva denunciare, aveva capito che gli avevo soffiato il posto con armi che lui non possedeva.
Facemmo un incontro di sabato, fuori dall’orario di lavoro, io venni convocata alla 16:00, mi portò mio marito che poi mi sarebbe venuto a riprendere dopo qualche commissione e qualche scommessa alla Snai.
Loro erano già li, io semi terrorizzata, mi sarei aspettata di trovarli a litigare, invece sembravano due vecchi amici.
Parlò Umberto: “Il ragioniere è stato molto magnanimo con noi, gli abbiamo giocato un brutto tiro ne è consapevole, però abbiamo trovato un accordo, che salva le apparenze e soddisfa tutte le esigenze”
Non riuscivo a comprendere, ma quando disse: “Gli ho detto che un tuo ottimo pompino mi ha convinto a mandare lui, invece che te, a Bergamo”
Ero paonazza, Morelli mi guardava in un modo che mi faceva paura.
“Se sarà ottimo anche il suo, non ti denunzierà”
Ero scioccata, mi aveva venduta come una puttana da marciapiede: “ma, ma......(stavo per dire io sono sposata, ma non aveva impedito di farlo al nostro nuovo capo) potrebbe essere mio padre”
Morelli sogghignando: “ma non lo sono, troietta che non sei altro” iniziando a sbottonarsi i pantaloni.
Volendo almeno salvare le apparenze, stavo pensando dove andare ad eseguire la mia marchetta, perché di quello si trattava.
Non avrei voluto farlo davanti ad Umberto.
In men che non si dica ero in ginocchio, mentre pensavo che mi ero fatta accompagnare da mio marito.
Quando mi sono ritrovata in piedi a ciucciare il mio ex responsabile di oltre 20 anni più grande di me, con il mio nuovo capo che mi sbottonava i pantaloni, mi smutandava e si prendeva il proprio divertimento.
Mentre ero piena sia fica che bocca, loro parlavano umiliandomi: “la voglio scopare anch’io” “no i patti erano chiari, solo bocca” “te glielo metti anche nel culo” “per adesso non l'ho mai fatto, ma aspetto l’occasione” “il prossimo mese che viene a Bergamo, me la devi far scopare” “vedremo”.
Per fortuna la cosa non durò molto, l’eccitazione della novità, portò Morelli a venire in un paio di minuti, nonostante la pasticca che aveva preso, Umberto mi scopo ancora un bel po’ mentre Morelli si accese un sigaro insaporito.
Il porco del mio capo non disse nulla, ma se ne fece passare uno.
Guarda la nostra Giorgia, come gode ad essere al nostro servizio, sentendo il sigaro che entrava dove non era mai entrato e dove il sapore sarebbe stato molto più acre.
Essere guardati mentre si scopa è super umiliante, super eccitante, poi in quel modo così sottomesso, godere davanti agli occhi di due uomini forse lo è ancora di più.
E non fu un orgasmo normale, una vera esplosione di piacere, mi ricordo che urlai: “godo maiali”
Mi ritrovai nuovamente in ginocchio, ero sfatta dell'orgasmo, mi sembrava di essere su una nuvola, ma le umiliazioni non erano ancora finite, Umberto volle che li ripulissi tutti e due, mentre si facevano un selfie, io nuda e sporca inginocchiata ai loro piedi.
Umberto: “Ti vorrei mandare dal maritino bella farcita, ma se non rimetti il perizoma, gli macchi tutto il sedile, guarda qua che pozza” indicando i miei e i loro umori.
Mentre scendevo in ascensore, con gli umori e il perizoma dentro di me a tamponare l’eventuale uscita di tutti quei liquidi, mi sentivo in sequenza:
1) Una grandissima troia;
2) Soddisfatta come non mai;
3) La porca che non ero mai riuscita ad essere.
Per commenti amicosegreto@tuta.com
sono impiegata amministrativa presso un’azienda di software, per non farmi trasferire a Bergamo dai nuovi proprietari, accetto di diventare il giocattolo sessuale del mio nuovo capo.
A fine gennaio la mia discesa nell’umiliazione fu totale, Morelli ci voleva denunciare, aveva capito che gli avevo soffiato il posto con armi che lui non possedeva.
Facemmo un incontro di sabato, fuori dall’orario di lavoro, io venni convocata alla 16:00, mi portò mio marito che poi mi sarebbe venuto a riprendere dopo qualche commissione e qualche scommessa alla Snai.
Loro erano già li, io semi terrorizzata, mi sarei aspettata di trovarli a litigare, invece sembravano due vecchi amici.
Parlò Umberto: “Il ragioniere è stato molto magnanimo con noi, gli abbiamo giocato un brutto tiro ne è consapevole, però abbiamo trovato un accordo, che salva le apparenze e soddisfa tutte le esigenze”
Non riuscivo a comprendere, ma quando disse: “Gli ho detto che un tuo ottimo pompino mi ha convinto a mandare lui, invece che te, a Bergamo”
Ero paonazza, Morelli mi guardava in un modo che mi faceva paura.
“Se sarà ottimo anche il suo, non ti denunzierà”
Ero scioccata, mi aveva venduta come una puttana da marciapiede: “ma, ma......(stavo per dire io sono sposata, ma non aveva impedito di farlo al nostro nuovo capo) potrebbe essere mio padre”
Morelli sogghignando: “ma non lo sono, troietta che non sei altro” iniziando a sbottonarsi i pantaloni.
Volendo almeno salvare le apparenze, stavo pensando dove andare ad eseguire la mia marchetta, perché di quello si trattava.
Non avrei voluto farlo davanti ad Umberto.
In men che non si dica ero in ginocchio, mentre pensavo che mi ero fatta accompagnare da mio marito.
Quando mi sono ritrovata in piedi a ciucciare il mio ex responsabile di oltre 20 anni più grande di me, con il mio nuovo capo che mi sbottonava i pantaloni, mi smutandava e si prendeva il proprio divertimento.
Mentre ero piena sia fica che bocca, loro parlavano umiliandomi: “la voglio scopare anch’io” “no i patti erano chiari, solo bocca” “te glielo metti anche nel culo” “per adesso non l'ho mai fatto, ma aspetto l’occasione” “il prossimo mese che viene a Bergamo, me la devi far scopare” “vedremo”.
Per fortuna la cosa non durò molto, l’eccitazione della novità, portò Morelli a venire in un paio di minuti, nonostante la pasticca che aveva preso, Umberto mi scopo ancora un bel po’ mentre Morelli si accese un sigaro insaporito.
Il porco del mio capo non disse nulla, ma se ne fece passare uno.
Guarda la nostra Giorgia, come gode ad essere al nostro servizio, sentendo il sigaro che entrava dove non era mai entrato e dove il sapore sarebbe stato molto più acre.
Essere guardati mentre si scopa è super umiliante, super eccitante, poi in quel modo così sottomesso, godere davanti agli occhi di due uomini forse lo è ancora di più.
E non fu un orgasmo normale, una vera esplosione di piacere, mi ricordo che urlai: “godo maiali”
Mi ritrovai nuovamente in ginocchio, ero sfatta dell'orgasmo, mi sembrava di essere su una nuvola, ma le umiliazioni non erano ancora finite, Umberto volle che li ripulissi tutti e due, mentre si facevano un selfie, io nuda e sporca inginocchiata ai loro piedi.
Umberto: “Ti vorrei mandare dal maritino bella farcita, ma se non rimetti il perizoma, gli macchi tutto il sedile, guarda qua che pozza” indicando i miei e i loro umori.
Mentre scendevo in ascensore, con gli umori e il perizoma dentro di me a tamponare l’eventuale uscita di tutti quei liquidi, mi sentivo in sequenza:
1) Una grandissima troia;
2) Soddisfatta come non mai;
3) La porca che non ero mai riuscita ad essere.
Per commenti amicosegreto@tuta.com
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