Schiavetto dell'amante di Erika (cornuto, femdom, feet)

di
genere
dominazione

Era sabato sera, stavo bevendo una birra chiacchierando con gli amici quando il cellulare iniziò a squillare.
Era Erika.
"Pronto"
"Ciao amore, tutto bene?"
"Si amore tutto bene, tu? Sei ancora da Francesca?"
"Sisi bene, sì lei è qui accanto a me, ascolta, oggi Francesca ha preso una storta e ha la caviglia un po' gonfia, domani avrebbe dovuto andare a fare la spesa e lavare l'auto, le ho detto che tu sei libero, quindi potresti andare da lei la mattina con il treno, magari pranzate insieme da qualche parte, e poi potreste andare al centro commerciale. Va bene amore mio?"
"Ma Amore, domenica di solito stiamo insieme io e te..."
Erika rispose bisbigliando: "ubbidisci cane bastardo!"
La sentii poi dire a Francesca sorridendo: "ha detto che gli fa piacere accompagnarti!"
"Allora Fra ti aspetta domani alle undici sotto casa sua ok amore? Ciao ti amo."
Riagganciò.
Francesca altro non era che l'amante lesbica di Erika. Si vedevano ogni tanto e io sapevo tutto, sapevo che si appartavano in macchina a toccarsi e che a volte dormivano insieme. Avevo personalmente comprato per Erika alcuni dei completini intimi che avrebbe indossato appositamente per lei.
Domenica mattina presi il treno e andai a casa di Fra. Suonai il campanello alle undici in punto, e proprio in quel momento vibrò anche il mio cellulare, un messaggio di Erika:
- sei li?!?!?!?!? -
- si mia padroncina, puntualissimo -
- trattala bene!!!!!!!!-
"Ciao!" Esclamò Francesca aprendo la porta di casa.
La vidi per la prima volta, usciva dalla porta d'ingresso zoppicante.
"Davide giusto?"
"Si, esatto, piacere di conoscerti"
"Sei stato così carino ad accettare di accompagnarmi, Erika è davvero fortunata ad avere un fidanzato come te. Sei anche molto carino!"
Lo stesso non si poteva certo dire di Francesca, non era nemmeno lontanamente bella quanto Erika, ma credo proprio che tradirmi con persone meno attraenti di noi la eccitasse ancora di più.
Francesca mi diede le chiavi della Punto, e ci avviammo insieme all'auto.
"Allora Fra, dove vorresti pranzare?"
"Beh visto che dobbiamo andare al centro commerciale magari mangiamo qualcosa lì va bene?"
"Certo. "
Partimmo.
"Francesca, hai molta fame? Perché altrimenti approfitterei della luce del sole per aiutarti a lavare la macchina che dici?"
"Si mi sembra perfetto, c'è un autolavaggio proprio lungo la strada, ci possiamo fermare lì"
Arrivammo all'autolavaggio.
C'era una macchinetta in cui inserire le monete per avviare il getto d'acqua con cui lavare la macchina.
Scesi dall'auto e mi avvicinai al lato del passeggero mentre Francesca frugava nella borsa.
"Davide, non trovo il portafogli! Ma sono sicura che era in borsa! Sono sicurissima!!! Uff dobbiamo tornare indietro temo di averlo dimenticato"
"Va bene, non c'è problema" risposi.
Avevo già capito. Mandai un messaggio ad Erika
- Francesca non trova il portafogli, stiamo per tornare indietro a cercarlo -
- eheh!!! L'ho spostato io ieri sera! Non dire cazzate, dille che pagherai tu e che poi vi sistemerete -
- si padroncina -
"Senti Francesca, non preoccuparti, ti anticipo io i soldi ok?"
"Wow grazie mille!"
"Tranquilla, poi ti sistemerai con Erika quando vi vedrete"
Iniziai dunque a lavare la Punto mentre Francesca stava seduta nell'abitacolo col telefono in mano. Sono certo che stesse messaggiando con Erika.
Mi ci volle un bel po' per lavare bene la sua macchina, ma feci un lavoro certosino, asciugando anche le ultime goccioline con lo straccio.
La macchina era pulita e stavo per rimettermi alla guida per portare Fra al centro commerciale, ma notai un messaggio di Erika
- ci siamo divertite taaanto ieri sera -
"Da quanto state insieme voi due?" Mi chiese Francesca
" Tre anni"
"Vorrei vedervi insieme, sembrate proprio una bella coppia, Erika mi dice che è molto felice con te e che vi amate molto"
"L'amo con ogni singolo atomo del mio corpo" risposi.
Non so se Francesca sapesse che io sapevo, era una situazione estremamente imbarazzante. Ma decisi di non pensarci. E partimmo.
Arrivammo dunque al centro commerciale, parcheggiammo, ed entrammo.
Credo che Francesca stesse messaggiando con Erika tutto il tempo mentre era con me, tant'è che appena arrivati ricevetti un messaggio di Erika sul cellulare.
- ho ballato tutta nuda per lei ieri sera. Portala al sushi! p.s. 69 eheh -
"Ti va il sushi Francesca?"
"Buono! Però è carissimo! Preferirei qualcosa di più economico"
Feci un respiro...
"Erika ha detto che ce lo offre lei volentieri ok? "
"Allora aggiudicato!"
Appena ci accomodammo e cominciammo a guardare il menù mi arrivò un altro messaggio di Erika
- forbice, leccate, ditalini, che goduria!!!-
"Comunque Erika è davvero bellissima, chissà quanti vorrebbero una ragazza bella come lei"
"Si credo che gnocche del genere se ne vedano di rado"
"Poi si veste sempre in modo così sexy, credo di non averla mai vista senza tacchi e autoreggenti, ma non sei geloso?!"
Non so a che diavolo di gioco stesse giocando Francesca ma mi stava facendo impazzire! A parte che Erika con me indossava sempre scarpe da skate e jeans economici, mentre a quanto pare con gli amanti sfoggiava sempre l'abbigliamento più sexy, che ovviamente conoscevo, ero io a comprarlo per lei.
"Geloso? Dovrei esserlo?"
"Ma no! In effetti non c'è nulla di male se una ragazza ama sentirsi sexy, ma credo che voi due siate molto affiatati . Non hai niente da temere, un altro come te Erika non lo trova da nessuna parte, sei molto bello e gentile! Un vero gentleman "
Intanto la prima portata di pesce crudo arrivò al tavolo, entrambi morivano di fame, smettemmo di usare la bocca per le chiacchiere e ci concentrammo sui gustosi bocconi orientali.
*Brrr Brrr*
*DinDin!*
Ricevemmo una notifica sul telefono nello stesso momento.
Francesca guardò lo schermo e lasciò andare un sorrisino soffocato. Sorrisi anch'io dunque e le chiesi cosa l'avesse rallegrata.
"Erika mi ha mandato una foto buffa hihi!"
Controllai anch'io il cellulare,
L'anteprima diceva: messaggio da Amore, foto.
Aprii il messaggio e vidi una foto scattata da Erika, mentre bendato e con collare e guinzaglio, le stavo leccando un piede.
Erika aveva davvero mandato quella foto anche a Francesca? O era solo uno dei suoi scherzetti?
Cominciai ad impazzire, mi chiedevo allora se Francesca sapesse tutto di noi, di come Erika mi tratta, che mi fa le corna, che mi sottomette.
Un altro messaggio
- Niente mi eccita quanto umiliarti! Non pensavo ad altro mentre me la facevo leccare ieri sera. E Francesca è bravissima, mi fa godere molto meglio di te! Eheh. -
Finimmo il pranzo e pagai.
"Andiamo al supermercato ora?" Chiesi a Francesca?
"Si andiamo. Comunque devo davvero ringraziarti, mi stai dando una grande mano. "
"Figurati è un piacere aiutare l'amica della mia ragazza..."
Riempimmo il carrello, andammo alla cassa e pagai tutta la spesa di Francesca, dagli alimenti ai prodotti di bellezza, questa giornata mi costò quasi trecento euro. Non so se Francesca avrebbe poi ripagato Erika, fatto sta che lei si sarebbe comunque tenuta i soldi.
*Brrr Brrr*
- tra quanto torni amore? La mamma ti aspetta :) -
- Sto per riportare a casa Francesca, penso di tornare per le otto. -
- alle nove e mezza sono da te. Chiedile se ha bisogno di fare benzina -
Avviai il motore e partimmo, chiesi a Fra se dovesse fare benzina, come ordinato da Erika
" No Davide grazie mille. Andiamo dritti a casa, sono stanca"
LEI era stanca...
Arrivammo a casa di Francesca, scaricai la spesa dalla macchina e la portai dentro casa, lei si sedette sul divano lamentandosi di quanto le facesse male la caviglia.
Le chiesi se voleva che la aiutassi a sistemare la spesa. Stetti dunque poi a riporre tutto ciò che le avevo comprato mentre lei stava svaccata sul divano messaggiando con la mia ragazza.
Mi chiedevo come facesse a trattarmi con così tanta nonchalance proprio mentre si diceva chissà cosa con la mia amata.
Davvero non capivo che ci trovasse in lei Erika.
Ma nemmeno il diavolo sa cosa frulli in quella testolina perversa.
Salutai francesca e mi incamminai verso la stazione per prendere il treno.
Tornato a casa mangiai giusto un piatto di pasta.
Arrotolai poi una sigaretta e la poggiai sul tavolo accanto al posacenere bianco immacolato. Pronto anche un calice di cristallo, perfettamente pulito e brillante, e infine la bottiglia di rosso.
Il citofono suonò.
Come sempre aspettai Erika in ginocchio sulla porta. Lei salì le scale. Come ogni domenica indossava i tacchi anche per me, e, invece di ignorarmi come al solito e andare a sedersi, si fermò davanti a me. Io chino a guardare i suoi piedi.
Mi fece una carezza sulla testa.
"Vieni amore, andiamo in cucina"
Mi disse con tono dolce. La seguii mentre camminava davanti a me lentamente, in modo sensuale.
Aprii la bottiglia e versai il vino nel calice, attento a non far cadere una goccia. Erika si accese la sigaretta e io mi misi in ginocchio ai suoi piedi iniziando a baciarle le scarpe.
"Ho sentito Francesca tutto il giorno sai? Mi ha detto quanto sei stato bravo e gentile. Ti è piaciuto fare da schiavo alla mia amante?"
"Si padroncina, grazie padroncina"
"La tua padroncina è molto soddisfatta per ciò che hai fatto oggi, è tutto il giorno che aspetta bagnata di darti la tua ricompensa "
"Grazie mia padroncina"
Erika mi confermò dunque che aveva messaggiato con Francesca tutta la giornata e che ciò l'aveva estremamente eccitata.
Mi raccontò poi il resto delle cose che aveva fatto mentre tra un sorso e l'altro terminò di bere il vino rosso.
Essendo a quattro zampe sotto di lei a baciarle le scarpe non vedevo chiaramente cosa facesse, ma mi sembrava proprio che stesse continuando a mandare messaggi con il cellulare.
All'improvviso si alzò
"Vieni amore andiamo in camera"
Lei andò per prima e io la seguii a capo chino portando il calice vuoto, per poi appoggiarlo sul comodino, come ogni domenica.
Erika tolse la gonna, e la buttò sulla poltrona. Indossava un body nero aderente a manica lunga e le autoreggenti di nylon.
Si sdraiò dunque sul letto, sempre con il telefono in mano. Io piegai attentamente la sua gonna e mi misi in ginocchio accanto al letto.
"Su spogliati e sali"
Ubbidii. Lei non mi degnava di uno sguardo, sempre a scrivere messaggi.
"Massaggiami un po' i piedi"
Le sfilai dunque le scarpe col tacco appoggiandole delicatamente sul pavimento e iniziai poi a massaggiarla.
Mi cadde lo sguardo in mezzo alle sue cosce e dal body traspariva evidente una zona umida, Erika sembrava bagnatissima.
Dopo qualche minuto Erika cominciò a muovere le gambe e carezzarsi i seni.
"Bendati"
"Si padroncina"
Mi bendai e la sentii slacciare il body per poi mettersi a pancia in giù.
"Abbassati"
Mi chinai verso di lei fino a trovarmi tra le sue natiche.
"Lecca"
Cominciai a leccarle l'ano mentre lei si muoveva sinuosamente avanti e indietro gemendo.
Credo proprio stesse facendo sexting con Francesca.
"Ci siamo leccate tutte ieri sera sai? Mi ha fatto venire tante volte"
Mi diceva tra un gemito e l'altro.
"Anch'io l'ho fatta venire un sacco"
Continuavo a leccare in silenzio.
"Non potrai mai leccarmela bene come una femmina lo sai questo vero?"
"Si padroncina" risposi con la testa tra le sue natiche.
"Gliel'ho data fin dalla prima volta sai? Lei si merita di toccarmi dove vuole e quando vuole, di vedere la mia bellissima figa, che tu non vedrai mai"
I gemiti si fecero più intensi e il respiro più affannato.
"Ho lasciato che mi mettesse le mollette sui capezzoli, quelli che tu non hai mai visto né toccato in vita tua. E poi me li ha succhiati, è stato bellissimo. Ahhh. Ahhh. Ahhh. Ahhh."
Io continuavo ad affondare la lingua nel suo culetto in silenzio.
"Togliti un attimo"
Mi sollevai. Percepii Erika ruotarsi di nuovo sulla pancia. Sentii poi il suono dell'otturatore della fotocamera.
"Ahhh, ahhh, le ho appena mandato una foto della mia figa fradicia."
Sentii subito dopo Erika poggiare il telefono sul comodino.
"Vieni! Leccami!"
Erika mi afferrò la nuca tirandomi in mezzo alle sue gambe. Cominciai a leccare la sua figa calda e bagnatissima.
"Non cazzeggiare amore, voglio venire, ahhh, ahhh, adesso amore adesso! Aaaaahhhh aaaaahhhh aaaaaaaaahhhhhhhh caaazzoooooooooi siiiiiiiiiiii ah ah ah ah aaaaahhhh. "
Erika venne stringendomi forte la testa tra le sue cosce e riempiendomi la bocca dei suoi umori.
"Mioddio, sono venuta tantissimo! Mi gira la testa. Mettiti al tuo posto e aspetta un attimo "
Tornai dunque sul pavimento in ginocchio accanto al letto.
Ascoltavo Erika riprendere lentamente a respirare in modo regolare.
"Grazie amore, è solo grazie a te se ho certi orgasmi, sottometterti e umiliarti mi eccita più di qualsiasi cosa. Voglio fare anch'io qualcosa di speciale per te. Prendi il calice e mettiti seduto".
"Sono coperta puoi togliere la benda"
Normalmente a questo punto Erika mi faceva stare in ginocchio e mi faceva segare velocemente, di solito mi dava trenta secondi per venire, rovinavo poi l'orgasmo e raccoglievo il mio seme in un bicchiere per berlo immediatamente.
"Siccome sei stato bravissimo ti faccio un regalo, potrai segarti mentre ti faccio annusare un piede."
"Grazie padroncina"
Erika si sedette dunque sul bordo del letto.
Appoggiando le dita del piede sinistro sui miei testicoli doloranti e facendo pressione, già questo suo tocco stava per farmi venire.
Poi sollevò il destro poggiando le dita sulla mia bocca, proprio sotto il naso.
"Respira forte amore. Ora vai! Segati per me. Ma hai dieci secondi!"
Iniziai a masturbarmi velocemente mentre l'odore del piedino di Erika avvolto nel nylon entrava nel mio naso mandandomi su di giri
"4... 5... 6... Dai amore vieni"
Mi schiacciò le palle ancora più forte
"7... 8... Su piccolo sborra per la mamma"
E al 9 finalmente sentii arrivare l'eiaculazione. Smisi subito di toccarmi lasciando colare copioso il mio sperma nel calice mentre Erika spremeva col piede le mie palle.
"Bravo amore, bravo, sborra tutto, guarda quanta! Anche tu eri tanto eccitato vero?"
Appena sentii l'ultima goccia uscire dalla punta del mio pene pulsante mi apprestai ad ingoiare.
"Nono aspetta. Regalino al mio gattino bravo, te lo meriti"
Erika prese il calice dalla mia mano e ci sputò dentro una lunga colata di saliva.
"Grazie padroncina"
"Giù tutto ora, su!"
Bevvi. Presi poi la gonna di Erika per riinfilargliela dolcemente, le rimisi più anche le scarpe, sempre stando in ginocchio sul pavimento come sempre. Lei si alzò e senza un saluto Camminò via.
Restai li. Finché non sentii chiudersi la porta di casa.
di
scritto il
2023-04-18
4 . 5 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.