La vera storia di ALESSANDRA (il massaggino)

di
genere
etero

Nell’azienda dove lavoro ci sono molti ricambi: qualcuno che trova di meglio se ne va ed altri arrivano speranzosi ed entusiasti. Gabriele è una new entry: pieno di energia, simpatico, cordiale, gran chiacchierone, parla con tutti e rapidamente crea un bel gruppetto di amici.
Non sono mai uscito con loro, ma stasera Gabriele mi ha convinto e mi trovo a bere in un bel localino in centro tra colleghi quasi tutti nuovi.
Una nuova impiegata dell’ufficio vendite seduta dall’altra parte del tavolo, mi ha piantato gli occhi addosso da quando sono arrivato.
Ha i capelli marroni lisci lunghi fino alle spalle con una frangia lunga, portata di lato. Mi colpisce di lei il viso che ha qualcosa di strano: sembra non essere simmetrico. Sarà il naso leggermente storto o gli occhi che mi sembrano appena un po’ disallineati oppure la bocca dalle labbra piene, ma con un sorriso asimmetrico. Insomma, un volto dalle linee imperfette, ma con due occhi intensi, magnetici a cui è difficile restare indifferenti.
Il seno poi è esposto con maestria in una scollatura profonda che non lascia dubbi sulla consistenza soda di due tette nude senza reggipetto. Ogni volta che le guardo la scollatura lei si accarezza la pelle tra i seni con un gesto leggero e mi guarda con una intensità eloquente.
Mi sento terribilmente attratto, ma ancora non riesco a convincermi che sia la donna giusta per lanciarmi e provare a concludere la serata con un po’ di sesso.
Ha una risata scoppiettante e le tette le ballano quando ride: non sono per niente male.
Quando si alza per andare in bagno, finalmente riesco a guardarmela meglio: è alta e porta dei pantaloni sufficientemente attillati da mostrare un bel culo palestrato e cammina sui tacchi muovendolo con superba padronanza: sa benissimo che la sto guardando mentre si allontana. Avrà forse un viso strano, ma ha un culo perfetto! C’è un dettaglio che mi intriga: ha la cerniera dei pantaloni dietro, che scende centralmente tra le chiappe. Già comincio a pensare a quella cerniera abbassata.
Al suo rientro mi godo lo spettacolo del suo bell’incedere: devo proprio cominciare a parlarle.
Così con una piccola manovra di avvicinamento comincio a fare i primi passi in una serie di chiacchiere da bar.
Alessandra è aperta e disinibita e parla di lei con facilità. I suoi occhi scuri mi intrigano e le sue tette sode mi attizzano.
Lei abita temporaneamente insieme ad un’altra collega che conosco, Emma, molto carina ma lesbica. Sono venute insieme ed insieme se ne vanno. Mentre mi avvio verso la mia auto Emma mi affianca con l’auto per permettere ad Alessandra di parlarmi. Poche parole: ”passi da noi per un altro bicchiere?”
Dopo tutti quegli sguardi, mi sembrava strano che non avesse lasciato spazio ad un approccio.
Ed ecco che le seguo con la mia auto con destinazione l’appartamento di Emma, in periferia.
Palazzina anonima, appartamento senza pretese con divani contrapposti ed una tv enorme.
Mi siedo sul divano comodo e largo mentre Alessandra va in bagno ed Emma mette la musica in tv e prepara la vodka.
La guardo da dietro. Porta un vestito stretto, molto femminile: trovo che anche lei abbia un culo notevole, peccato che sia lesbica, perché un abbonamento alla giostra l’avrei fatto volentieri.
Alessandra, anzi, Ale, come vuole essere chiamata, torna e si siede accanto a me portandomi il bicchiere.
Le due mi raccontano del loro incontro in ufficio e del subaffitto temporaneo della stanza: si trovano bene e vanno al lavoro insieme. Non credo che abbiano una relazione, ma non ci giurerei.
Emma si siede sull’altro divano e ci racconta una sua avventura estiva. Ale mi chiede di farle posto e si sdraia lasciandomi seduto sul bracciolo: dice che le fa male la schiena.
Colgo la palla al balzo e, anche se c’è Emma, mi alzo e chinandomi comincio a massaggiarle le spalle.
Ale mi dice che le fa male più in basso e che se voglio farle un massaggio devo farglielo bene. Mi siedo a cavallo delle sue cosce e comincio a massaggiarle la vita sollevandole la camicia scollata senza maniche.
Gli apprezzamenti arrivano subito anche da Emma che dice ridendo, che ci vorrebbe un massaggiatore in casa.
Sto facendo del mio meglio quando il culo di Ale si solleva un pochino toccandomi appena il pacco.
Lì per lì non ci faccio quasi caso, ma quando lo solleva ancora e mi tocca deliberatamente, allora comincio a spostarmi lievemente anch’io verso di lei.
Questi sollevamenti di chiappe aumentano in ampiezza tanto che gli sguardi divertiti di Emma mi provocano un lieve imbarazzo. Emma allora fa finta di nulla e va in bagno.
Ale mi piazza il culo proprio sul cazzo e spinge verso l’alto con forza, tanto che quasi mi solleva di peso.
L’uccello si è indurito e glielo premo sulle natiche con spinte che mimano l’amplesso mentre le mie mani le carezzano la schiena sulla pelle nuda, sotto la camicia.
Cerco la lampo di pantaloni e la apro scoprendo un magnifico slip alla brasiliana di pizzo nero con i bordi frastagliati color avorio, molto ricercato, che si adagia sulle chiappe dure di Ale, scoprendole deliziosamente.
La vista delle chiappe nude mi eccita quanto le spinte che mi dà sull’uccello con il culo.
Arretro e le sfilo i pantaloni tirandoli oltre le belle scarpe col tacco: queste mi eccitano. Le guardo le belle gambe nude col tacco e il perizoma sul culo perfetto e mi sento battere il cazzo in testa.
Ale ha sollevato di più il culo e me lo porge. Vorrei fare un balzo e annusare il perizoma sulla fica, ma, con i suoi bei polpacci rasati e lisci tra le mani, comincio a baciarle il retro del ginocchio subito sotto la coscia per poi leccarle le cosce e baciarle vicino alla fica di cui sento il profumo. Le prendo le chiappe con entrambe le mai: che culo duro e sodo! Sapevo che sarebbe stato di questa consistenza. Il cazzo mi scoppia nei pantaloni ed io vorrei togliermeli, ma la mia lingua vuole infilarsi subito in quel delizioso panorama di culo e fica.
Ale continua ritmicamente a sporgere il culo in su ed il mio uccello pulsa, gonfiandosi, allo stesso ritmo.
Le sfilo le brasiliane eleganti rallentando mentre attraverso le scarpe per guardare l’accostamento erotico caviglia, scarpa e perizoma. Le bacio le caviglie mentre annuso lo slip ancora infilato sopra la scarpa e mi eccito più di una sniffata di cocaina.
Risalgo con baci e carezze lungo le cosce leggermente divaricate e le bacio le natiche rosee.
Le sfilo la camicia dalla testa e me la guardo tutta completamente nuda ed eccitata. Mi abbasso di nuovo e mi tuffo tra le sua chiappe sode. Con il naso che preme sul suo sfintere, le lecco la fica aprendola e assaporando il gusto leggero. L’anello tra le chiappe si dilata un po’ ed io ci infilo la punta del naso mentre affondo la lingua nella fica per poi fare leggiadre giravolte intorno alle labbra e sul clitoride turgido.
Alessandra sta cominciando godere ed entro dentro di lei con due dita mentre con la lingua le lecco il buco dl culo che freme ad ogni passaggio, fino a dilatarsi quel tanto che basta, perché io ci infili dentro la lingua.
Sto morendo di caldo, eccitatissimo, ma continuo a farle scorrere le dita nella fica e la lingua nel culo senza lasciarle un attimo di tregua. Ale geme con la faccia storta sul cuscino, sollevando il culo contro la mia lingua per farsi penetrare di più.
Io mi ci sollazzo parecchio a incularla e scoparla con lingua e dita, ma ho l’uccello in fiamme e sento che si sta avvicinando il momento in cui sarà indispensabile piazzarle il mio piccolo manganello duro fra le cosce, non importa dove, ma al caldo.
Mi sollevo lasciandola per pochi istanti a desiderarmi e, mentre mi spoglio completamente nudo, vedo Emma sull’altro divano che in mutande e reggiseno ci sta guardando e, con una mano nello slip, si sta masturbando senza nessuna vergogna. Emma sorride e mi fa cenno di non badare a lei e continuare, ma io ci bado eccome: è proprio una gran figa con quelle gambe un po’ allargate e lo sguardo di godimento che indica lo stato della sua eccitazione.
Sono sicuro che sta guardando solo Alessandra e che di me non le frega nulla, ma guardala contemporaneamente alla slinguazzata che sto dando al Ale, mi fa arrapare di brutto.
Mi appoggio sulle ginocchia e mi prendo l’uccello tra le mani, lo punto sulla fica bagnata e lo spingo lentamente dentro provando per un attimo un piacere assoluto. Che meraviglia il calore che sprigiona la sua passerina stretta. Lancio un’occhiata ad Emma che non si è mossa di un millimetro mentre si carezza la figa con la mano nello slip lanciando al culo di Ale occhiate lascive.
Stai a vedere che ci scappa un trio. E con l’idea dell’intreccio multiplo comincio a scopare Ale senza risparmiarmi, tenendola saldamente per le chiappe e pompandola come si deve con scorrimenti lunghi e profondi.
Con il viso nel cuscino Alessandra non si è accorta della presenza di Emma e geme ad intervalli sempre più brevi. Io le plasmo il culo con le mani e mi gusto quelle chiappe dure allargandole per guardarle il buco che si dilata in un messaggio senza suono. Sono incerto se infilarle un dito nel culo, ma poi desisto e mi concentro nello scoparla al meglio: voglio che goda. Con lo sguardo altalenante tra il culo di Alessandra e la mano di Emma che si muove nelle sue mutande sento crescere il piacere e la voglia netta di venirle nella figa.
Emma scuote leggermente i suoi capelli castano chiari mentre sta godendo in silenzio toccandosi ora anche le tette.
Devo decidere se liberami nel piacere e sborrare o trattenermi e, con un diversivo, continuare a scoparmi Alessandra, nella speranza di un trio con Emma.
Esco dalla fica bollente di Ale e la giro a pancia insu: il suo viso stravolto dal piacere ha un che di inquietante: era meglio se la lasciavo prona e continuavo a scoparla così, ma ora devo decidere ed ecco che Ale si accorge di Emma e trasalisce.
Le rimprovera l’intrusione, la sfacciataggine, le dice che non essendo lesbica non le piace essere oggetto del suo desiderio e bla, bla, bla.
Porcaccia merda, stai a vedere che era meglio se sborravo prima.
Emma la lusinga e cerca di convincerla a far finta che lei non esista, ma la discussione si protrae mentre io, nudo come un verme, con l’uccello ormai semimoscio, me ne sto di lato ad ascoltare i loro discorsi strampalati.
Alessandra sembra cedere alle insistenze molto garbate di Emma e decide di lasciarsi andare anche in presenza della coinquilina. A questo punto dico anch’io la mia e chiedo ad Emma di spogliarsi completamente in modo da aiutarmi a riprendere lo stato d’animo precedente suscitando la gelosia di Ale che si sente affiancata da un’altra donna in quello che doveva essere il suo amplesso.
Dopo qualche battuta felice di Emma, Alessandra sembra capitolare e si gira col culo verso Emma ed in ginocchio davanti a me: deve resuscitare il piccolo Lazzaro.
Comincia a baciarmelo e toccarmelo con pazienza senza troppi risultati evidenti, ma io risento un po’ della discussione di prima. È proprio Emma invece a darmi una mano, perché si spoglia completamente nuda come le avevo chiesto e si siede nuovamente sul divano nella stessa posizione con le gambe larghe e le dita infilate nella figa rasata, masturbandosi alla vista del bel culo di Alessandra. Non male farsi fare un pompino guardando una gran figa che si sditalina di fronte a te.
L’uccello si gonfia rapidamente nella bocca di Ale che si sente soddisfatta della sua prova, cominciando a darci dentro, succhiandomi con fervore la cappella, senza però infilarselo troppo dento la bocca. Non sarà un’ingoiatrice di cazzi, ma la cappella me la sta lavorando a dovere.
Lancio uno sguardo alla sua faccina un po’ sbilenca e ringrazio Emma dello spettacolo che mi sta dando nella penombra consentendomi di guardare lei e non il naso storto di Alessandra.
Ale però è soddisfatta del lavoro svolto e deve soddisfare la sua voglia, recuperando la presenza del mio batacchio dentro di lei. Si solleva e mi infila la lingua in bocca. Il suo sguardo intenso fa scomparire tutti i piccoli difetti del suo volto. Mentre mi delizia con una lingua morbida e avvolgente, comincio a trastullarmi con le sue tette rotonde e sode. Lei si siede su di me allargando le cosce e mettendo le ginocchia ai lati delle mie gambe
Prende con una mano l’uccello tra le mani e lo indirizza direttamente alla posizione voluta, abbassandoci sopra una fica asciutta e dura che quasi mi fa male. Per mia fortuna questa sensazione dura pochi istanti: basta infatti che le prenda in bocca una tetta per leccarle il capezzolo, che già la situazione migliora e la figa le si bagna sempre di più. Ad ogni colpo di lingua sui capezzoli eretti sembra corrispondere una sensazione di maggior scivolamento finché ho l’uccello immerso e pronto a completare la scopata iniziata prima. Le stingo le tette e la penetro lentamente con ritmo lento mentre lei ruota il bacino e se lo fa scivolare fino in fondo con eloquenti mugolii.
Emma mi fa un occhiolino di complicità e si lascia andare ad un ditalino da manuale mentre si stropiccia i capezzoli delle piccole tette nude. Peccato che non abbia provato ad farsi coinvolgere:non sarebbe stato affatto male mettere in mezzo Ale e goderne entrambi. Mi vedo con il cazzo in bocca ad Ale sdraiata sul divano ed Emma che le lecca avidamente la figa succosa magari con le chiappe sollevate che mi regalano una splendida visione della sua schiena e del suo culo ritto.
Calo le mani sulle chiappe di Ale e le stringo per segnare il passo a mio piacimento trattenendo un capezzolo tra le labbra e succhiandolo forte facendo impennare il piacere di Ale che ansima e mugola. Le fa eco Emma che sta godendo visibilmente e si masturba con fervore.
Mentre spremo le chiappe di Ale mi guardo di gusto la figa di Emma colma delle sue dita. Ale gode a lungo saltellandomi sul cazzo duro fino a vibrare dolcemente nel raggiungere l’orgasmo che le fa contrarre il ventre in mille piccole scosse mentre mi gusto le tette tra le mani ed i capezzoli tra le labbra.
Le due ragazze sono venute praticamente insieme ed ora mi lascio andare in una copiosa sborrata che dilaga nella fica bagnata di Alessandra continuando a succhiarle i capezzoli duri e strapazzarle le chiappe strizzandole tra le dita.
Quando i respiri si quietano Alessandra si addormenta stesa sul divano.
Io decido di andare: mi vesto mentre Emma indossa una t-shirt lunga.
Mi accompagna alla porta e all’ultimo mi dice: “Torna quando vuoi a far divertire un po’ Alessandra che così mi diverto un po’ anch’io”.
di
scritto il
2022-11-22
3 . 6 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.