La vera storia di FEDERICA (dictat)
di
Occhi di Smeraldo
genere
etero
Sono giorni che incrocio nell’ingresso una mora alta, longilinea, dai capelli lunghi e lisci. Deve essere la nuova inquilina dell’appartamento della signora Mara che affitta al terzo piano.
Saluta seria e se ne va con un portamento severo, ma tipico delle camminate indotte dai tacchi alti, con il culo ruotato all’insù ed il leggero ancheggiamento.
Gli orari coincidono ai miei lavorativi quindi la vedo la mattina e la sera al rientro.
Lei porta spesso dei pantaloni abbastanza attillati che le sottolineano le lunghe gambe ed un sederino stretto non troppo evidente. Un seno piccolo è ben celato dalle sue giacchette avvitate che mostrano una vita stretta.
Ora che siamo in primavera inoltrata riesco a cogliere la vera dimensione delle tette sotto le camicette ben stirate. Porta quasi sempre i capelli sciolti che le arrivano alla vita e non manca mai di avere le unghie lunghe laccate ed il rossetto abbinato perfettamente.
Mi piace: ha un che di malizioso nello sguardo e si muove sui tacchi con disinvoltura.
Dopo mesi ho scoperto che si chiama Federica e che esce tutte le sere a correre.
Con la scusa più banale mai esistita, ho cominciato ad incrociarla “casualmente” al parco che ho cominciato a frequentare per vederla e parlarle.
Corre con dei semplici leggins neri e delle magliette non troppo aderenti.
Ha le gambe sottili, ma non magre e le chiappette abbastanza sode che seguono il ritmo della corsa con disinvoltura, senza sballonzolare come capita alle neofite.
Quando corre tiene i capelli in una coda di cavallo alta che ondeggia visibilmente.
Si è appena trasferita da Napoli e qui non conosce nessuno.
Mentre parla con un lieve accento partenopeo, noto che tra gli incisivi ha uno spazio abbastanza pronunciato. Ha le labbra sottili e gli occhi truccati pochissimo, la pelle chiara. Anche se per correre con i leggins porta, ovviamente, le scarpette da corsa e non i tacchi alti, le sue gambe mi piacciono e nel complesso la trovo eccitante.
Oggi porta una canottiera bianca a costine che aderisce al seno decisamente minuto e che le lascia la pancia piatta scoperta abbondantemente anche dalla vita bassa dei leggins.
Ci fermiamo a riposare in una sosta che non è mai stata nel programma di corsa ma che inserisco deliberatamente per sedermi sulla panchina con lei.
La serata è tra le prime calde che anticipano l’estate e si sta divinamente.
È la prima volta che parliamo così, seduti, con calma.
Colgo l’occasione e la invito a cena, come si conviene con un nuovo vicino di casa, per il giorno dopo che è sabato.
Dopo una notte passata a pensarla, faccio la spesa per una bella cenetta di pesce e vino bianco.
L’ora dell’invito è passata ed io mi torturo nell’attesa, pensando che forse ha rinunciato per chissà quale motivo.
Il campanello suona quando ormai sono sull’orlo di una crisi.
Apro la porta e Federica entra lasciandomi col fiato sospeso: porta una canottiera nera lucida con la cerniera sul davanti chiusa per metà che le lascia scoperto appena l’ombelico e sotto una minigonna abbinata.
I capelli liscissimi le scendono a cascata dalle spalle e la guardo entrare camminando su dei tacchi vertiginosi di sandali alla schiava, quelli tutti lacci. Lo smalto delle unghie è di un rosso brillante tendente all’arancione così come il rossetto sulle labbra sottili. Il trucco stasera è più marcato del solito. Federica sorridendo scopre gli incisivi distanti e si scusa per il ritardo.
Secondo me lo ha fatto apposta per cuocermi sui carboni ardenti.
Con la minigonna il sedere piccolo prende forma e me lo guardo sotto una luce diversa.
Mi arrapano le sue gambe nude con quei sandali.
La cena scivola via mentre i miei pensieri sono tutti di tipo erotico che sfociano in mille complimenti a lei.
Federica ha un carattere forte, tende ad imporsi nella conversazione, così come nelle scelte dei tempi e dei modi in cui ci stiamo avvicinando l’uno all’altra.
È lei che si appoggia a me e mi bacia di getto tenendomi la testa tra le dita dalle unghie lunghe come artigli.
Mi spoglia senza troppe difficoltà e mi fa sedere sulla sedia che ha spostato in mezzo alla stanza.
Sono nudo, seduto, con l’uccello appena risvegliato ed un pochino imbarazzato. Lei mi gira intorno carezzandomi la schiena con la punta delle unghie che poi mi fa scivolare sui pettorali facendomi venire i brividi ed i capezzoli duri. Lei si china e mi lecca il collo e passa le sue unghie sugli addominali, sulle cosce senza mai toccarmi con i polpastrelli o le mani.
Allungo le mani per toglierle la gonna, ma lei scivola via passandomi di dietro e ricomparendo con uno sguardo lascivo. Solleva un ginocchio e appoggia il piede sul sedile della sedia tra le mie cosce toccandomi appena la punta dell’uccello con le dita del piede. Sbircio la coscia che scompare sotto la minigonna ed intravedo il tessuto scuro dello slip. Mi eccita questa vista delle mutande ed il mio uccello si comincia a muovere solleticato dalle sue dita.
Non avrei mai immaginato questa propensione a dirigere anche il gioco sessuale.
Mi fa scorrere nuovamente le unghie di entrambe le mani, parallelamente, sui pettorali, sugli addominali, sulle cosce facendomelo diventare sempre più duro: l’uccello si solleva lentamente con piccoli scatti e le dita del piede si insinuano sotto di lui e mi carezzano lo scroto, sollevandomi le palle.
Federica appoggia le mani sui fianchi e solleva piano la gonna mostrandomi interamente le cosce nude e contemporaneamente allarga la gamba sollevata col piede appoggiato sotto le mie palle per mostrarmi meglio anche il suo slip: ha già capito che mi eccita.
Il cazzo mi pulsa ed è dritto come un fuso.
Lei abbassa il sandalo a terra, tenendo le gambe leggermente divaricate, e rimane con la gonna sollevata ai fianchi lasciando scoperto il triangolo nero sul pube.
La sua teatralità è afrodisiaca.
Si china un po’ in avanti e, sempre e solo con le unghie di tutte le dita mi picchietta l’uccello lungo tutta la sua lunghezza. Vorrei che si chinasse di più a prendermelo in bocca, ma lei invece si solleva e si gira per mostrarmi le chiappe che sporgono appena da sotto la gonna per poi girarsi ancora a guardarmi negli occhi.
Che voglia di strapparle quella minigonna!
Lei si china avvicinando il suo volto al mio, schiude le labbra e allunga la lingua fino a leccarmi le mie con lenti passaggi umidi.
Io allungo le mani per toccarle i fianchi, ma lei nuovamente gira intorno alla sedia, ma questa volta si presenta con la canottiera con la zip aperta facendomi intravedere il reggiseno di pizzo nero.
Altro giro, altra corsa: la lingua scivola dalle labbra alle orecchie dove si infila facendomi rabbrividire.
Ormai ho capito il giochino e non provo più a toccarla.
Dietro di me ogni volta si toglie qualcosa ed ora si presenta senza la canottiera e mi sfiora i capezzoli con le unghie e con la lingua altrettanto appuntita.
Mi tocco lievemente per smaltire un po’ di tensione, ma lei mi sposta la mano e me la poggia sulla mia coscia.
Scompare alle mie spalle e ricompare senza la gonna: finalmente me sta godendo con questo intimo di pizzo nero. Le scintillano gli occhi vedendo quanto successo sta avendo questa presentazione lenta ed altamente erotica.
Mi guarda negli occhi mentre mi tocca le palle col dorso del piede con ancora indosso i sandali neri lucidi.
Ho l’uccello che sta per esplodere. Federica lo sa bene e mi attizza con maestria.
Le sbircio il sedere mentre mi gira intorno: ha le chiappe piccole e compatte lasciate nude dal perizoma nero.
Fa un altro giro ripresentandosi con le tettine piccole nude che portano fiere due capezzoli scuri e dritti, eretti ed eccitati quanto il mio cazzo pulsante. Il contrasto tra le areole scure e la pelle chiara, quasi bianca è notevole.
Lei si china ancora e stavolta poggia la punta della lingua sul mio glande che non vede l’ora di scomparire tra le sue labbra, ma lei lo tortura leccandolo appena, con piccole passate fugaci mentre mi fa scorrere le unghie sulle cosce.
Confido nell’ultimo giro e spero che sia il definitivo, perché comincio a fremere di voglia.
La visione delle gambe con i sandali dal tacco alto che mi si parano davanti è già eccitante, il suo pube completamente rasato ed i capezzoli svettanti, mi entusiasmano, ma i capelli sciolti sulle tette e lo sguardo lascivo di Federica, mi fanno impazzire di desiderio.
Lei mi prende entrambe le mani, mi fa alzare e poi mi spinge, con le mani sulle mie spalle, ad inginocchiarmi davanti a lei.
Chinando la sua testa verso il basso, i suoi capelli mi toccano la faccia mentre lei mi sorride e mi porge la sua figa sporgendo il pube liscio verso la mia bocca: il mio uccello dovrà aspettare ancora un po’.
Mi sposto leggermente sotto le sue belle gambe divaricate e comincio a leccarle proprio il pube liscio con grandi passaggi che lo lucidano di saliva. Appoggio le mie mani sulle sue cosce e le carezzo mentre con la punta della lingua le divarico le labbra per raggiungere il clitoride: lo trovo già duro ed eccitato e lo lecco con passione.
Federica mi osserva compiaciuta con le mani poggiate sui fianchi con le dita sulle chiappe ed i pollici vero di me. Mentre faccio del mio meglio nel leccarle con cura il clitoride, le guardo le tettine rotonde e mi vien voglia di succhiarle quei bei capezzolini eretti. Ogni tanto socchiude gli occhi e sospira toccandomi i capelli: significa che le sta piacendo come sto usando la lingua e le mani su di lei.
Allargo di più la figa con la lingua e la lecco ampliando il mio raggio d’azione, ai lati, succhiandole le labbra e scivolando un po’ verso l’anello stretto che trovo tra le chiappe. Le schiudo le labbra e la penetro appena un po’ con la punta, per poi tronare a leccarle il clitoride mentre le carezze si spostano dalle cosce alle chiappe che sono liscissime.
I sospiri si fanno più profondi mentre continuo imperterrito ad usare labbra e lingua anche sulle cosce, baciandole e leccandole dove sono più sensibili.
Federica reclina all’indietro la testa e mi tiene la nuca con i polpastrelli mentre le lecco con un po’ più di energia.
Le mangio la passerina intera e a piccoli morsetti delicati il pube, alternando i denti alle labbra che si chiudono piano a pizzicare il clitoride facendole anche il solletico con le dita che scivolano ai lati dell’inguine e fanno capolino tra le labbra umide per poi cominciare ad infilarsi nella fica bagnata con piccoli movimenti lenti ed imprevedibili.
Le piace, oh, se le piace!
Mi preme il pube sulla faccia mentre le dita hanno ormai conquistato la posizione e le stanno scorrendo dentro, dilatandole il piacere: medio e anulare (le mie dita preferite) le scorrono implacabili con i polpastrelli rivolti verso il punto g che hanno individuato e lo stanno massaggiando a dovere mentre con la lingua scorro tutt’intorno con sua grande gioia.
La carico per benino e con gli ultimi movimenti mirati, la faccio squirtare mentre le titillo con la punta della lingua il clitoride. Lei gode vibrando, con le gambe che le tremano e le tettine che le seguono.
I suoi schizzi sono un vero spettacolo.
A questo punto reclamerei volentieri di poterla scopare con il mio uccello troppo a lungo trascurato.
Lei mi afferra la mano grondante e se la porta alla bocca leccandomi le dita che erano prima dentro di lei.
Poi sempre in silenzio, con gesti delicati, mi spinge a sdraiarmi sul pavimento: mi trovo così sotto di lei con la bandiera innalzata al vento e la sua fica che ci gocciola sopra.
Un pompino non ci starebbe male, ma Federica ha voglia di ben altro.
Me la guardo da questa prospettiva e godo di questa visione: i sandali alla schiava col tacco le tengono i piedi inclinati, gonfiando i polpacci e allungando le cosce. Il pube è ancora lucido sotto la pancia piatta ed i capezzoli sembrano urlare di voglia. Federica ha un sorriso leggermente storto ed uno sguardo di pura libidine.
Scuote i lunghi capelli all’indietro e tenendosi la passera allargata con le dita, si accovaccia e, finalmente, fa scomparire il mio cazzo (alleluja!) nella sua fica (alleluja!).
Com’è calda la sua passerina, è un piacere sentirla scorrere, così lubrificata, sulla mia cappella, con movimenti non troppo ampi, tenendola in punta.
Però dopo tanta attesa vorrei affondare di più, ne ho un bisogno disperato, solo che, con le suole a terra, non si scopa a dovere: sì è coreografico, ma io vorrei andare più al sodo.
Paziento, in attesa che le cosce di Federica si stanchino, ma lei fa su e giù senza sforzo apparente, mostrandomi la sua perizia nel tenere l’equilibrio scopandomi il cazzo a smorzacandela. Grazie al cielo ha cominciato a scendere con più decisione e sento il cazzo infilarsi di più facendomi godere maggiormente.
Contemporaneamente lei si tira i capezzoli tra le dita, plasmando le tette con le palme delle mani: mi piacerebbe leccarglieli, ma è troppo lontana.
Le cosce si arrendono e Federica si mette sulle ginocchia abbassando ancor di più la fica sul mio uccello. Con le manu sui miei pettorali si lascia andare in mille fantasie motorie e mi scopa con mille varianti di movimenti che le stimolano l’orgasmo.
Muove il bacino, lo ruota, lo scuote, lo solleva e lo abbassa, lo manovra avanti e indietro lo inclina e lo risolleva, facendomi godere di tutta quella frenesia.
I capelli svolazzano ad ogni colpo di testa ed io finalmente riesco a leccarle i capezzoli turgidi: li succhio e li lecco con tutto il piacere che si sprigiona dopo la lunga attesa per farlo.
Federica ora ansima mentre le prendo la tetta intera nella bocca e la succhio palpandole l’altra: mi sto fogando nel succhiarle le tette infilandomele completamente in bocca. Gli ansimi aumentano e Federica comincia a gemere scopandomi più forte. Ormai le succhio senza mani e le tengo a lungo strette tra le labbra succhiandole e leccandole i capezzoli quando le scambio.
Con le mani le accarezzo le cosce e la vita scivolando poi dalla schiena alle chiappe e ancora sulle cosce.
Lei è eccitatissima e gode sempre di più osservando come le succhio le tette e come tengo il ritmo dei suoi movimenti pazzeschi.
Comincio a sentire le sue vibrazioni prima dei suoi gemiti: sta per venire.
Le afferro le chiappe e le mie mani, agguantato il sedere, lo accompagnano nel ritmo finale.
Federica gode, mi allaga, e grida piano di piacere, in un orgasmo vibrante.
Si quieta e rallenta, ma io ho ancora il suo culo stretto tra le mani e le palle gonfie, così recupero il ritmo, e spingendo da sotto, ne imprimo uno ancor più soddisfacente per me.
Ho le palle pesanti che le sbattono sul culo ad ogni colpo.
Lei si china e, solo adesso, mi bacia veramente, appassionatamente, con la lingua dentro la bocca, avvinghiata alla mia che l’ha desiderata tanto.
Un bacio che è un catalizzatore di piacere: le stringo le chiappe quando, all’apice del piacere, vengo con un’esplosione di schizzi a raffica e di goduria allo stato puro.
Lei resta su di me, baciandomi con delicatezza, mentre lo sperma defluisce accanto al mio cazzo che si quieta.
Restiamo abbracciati e soddisfatti finché il suo cellulare comincia a vibrare insistentemente.
Federica si alza e risponde: “Ciao Isabella … SEI APPENA ARRIVATA?!!!”
Sua sorella è scesa ora dal taxi e sta davanti al portone.
Saluta seria e se ne va con un portamento severo, ma tipico delle camminate indotte dai tacchi alti, con il culo ruotato all’insù ed il leggero ancheggiamento.
Gli orari coincidono ai miei lavorativi quindi la vedo la mattina e la sera al rientro.
Lei porta spesso dei pantaloni abbastanza attillati che le sottolineano le lunghe gambe ed un sederino stretto non troppo evidente. Un seno piccolo è ben celato dalle sue giacchette avvitate che mostrano una vita stretta.
Ora che siamo in primavera inoltrata riesco a cogliere la vera dimensione delle tette sotto le camicette ben stirate. Porta quasi sempre i capelli sciolti che le arrivano alla vita e non manca mai di avere le unghie lunghe laccate ed il rossetto abbinato perfettamente.
Mi piace: ha un che di malizioso nello sguardo e si muove sui tacchi con disinvoltura.
Dopo mesi ho scoperto che si chiama Federica e che esce tutte le sere a correre.
Con la scusa più banale mai esistita, ho cominciato ad incrociarla “casualmente” al parco che ho cominciato a frequentare per vederla e parlarle.
Corre con dei semplici leggins neri e delle magliette non troppo aderenti.
Ha le gambe sottili, ma non magre e le chiappette abbastanza sode che seguono il ritmo della corsa con disinvoltura, senza sballonzolare come capita alle neofite.
Quando corre tiene i capelli in una coda di cavallo alta che ondeggia visibilmente.
Si è appena trasferita da Napoli e qui non conosce nessuno.
Mentre parla con un lieve accento partenopeo, noto che tra gli incisivi ha uno spazio abbastanza pronunciato. Ha le labbra sottili e gli occhi truccati pochissimo, la pelle chiara. Anche se per correre con i leggins porta, ovviamente, le scarpette da corsa e non i tacchi alti, le sue gambe mi piacciono e nel complesso la trovo eccitante.
Oggi porta una canottiera bianca a costine che aderisce al seno decisamente minuto e che le lascia la pancia piatta scoperta abbondantemente anche dalla vita bassa dei leggins.
Ci fermiamo a riposare in una sosta che non è mai stata nel programma di corsa ma che inserisco deliberatamente per sedermi sulla panchina con lei.
La serata è tra le prime calde che anticipano l’estate e si sta divinamente.
È la prima volta che parliamo così, seduti, con calma.
Colgo l’occasione e la invito a cena, come si conviene con un nuovo vicino di casa, per il giorno dopo che è sabato.
Dopo una notte passata a pensarla, faccio la spesa per una bella cenetta di pesce e vino bianco.
L’ora dell’invito è passata ed io mi torturo nell’attesa, pensando che forse ha rinunciato per chissà quale motivo.
Il campanello suona quando ormai sono sull’orlo di una crisi.
Apro la porta e Federica entra lasciandomi col fiato sospeso: porta una canottiera nera lucida con la cerniera sul davanti chiusa per metà che le lascia scoperto appena l’ombelico e sotto una minigonna abbinata.
I capelli liscissimi le scendono a cascata dalle spalle e la guardo entrare camminando su dei tacchi vertiginosi di sandali alla schiava, quelli tutti lacci. Lo smalto delle unghie è di un rosso brillante tendente all’arancione così come il rossetto sulle labbra sottili. Il trucco stasera è più marcato del solito. Federica sorridendo scopre gli incisivi distanti e si scusa per il ritardo.
Secondo me lo ha fatto apposta per cuocermi sui carboni ardenti.
Con la minigonna il sedere piccolo prende forma e me lo guardo sotto una luce diversa.
Mi arrapano le sue gambe nude con quei sandali.
La cena scivola via mentre i miei pensieri sono tutti di tipo erotico che sfociano in mille complimenti a lei.
Federica ha un carattere forte, tende ad imporsi nella conversazione, così come nelle scelte dei tempi e dei modi in cui ci stiamo avvicinando l’uno all’altra.
È lei che si appoggia a me e mi bacia di getto tenendomi la testa tra le dita dalle unghie lunghe come artigli.
Mi spoglia senza troppe difficoltà e mi fa sedere sulla sedia che ha spostato in mezzo alla stanza.
Sono nudo, seduto, con l’uccello appena risvegliato ed un pochino imbarazzato. Lei mi gira intorno carezzandomi la schiena con la punta delle unghie che poi mi fa scivolare sui pettorali facendomi venire i brividi ed i capezzoli duri. Lei si china e mi lecca il collo e passa le sue unghie sugli addominali, sulle cosce senza mai toccarmi con i polpastrelli o le mani.
Allungo le mani per toglierle la gonna, ma lei scivola via passandomi di dietro e ricomparendo con uno sguardo lascivo. Solleva un ginocchio e appoggia il piede sul sedile della sedia tra le mie cosce toccandomi appena la punta dell’uccello con le dita del piede. Sbircio la coscia che scompare sotto la minigonna ed intravedo il tessuto scuro dello slip. Mi eccita questa vista delle mutande ed il mio uccello si comincia a muovere solleticato dalle sue dita.
Non avrei mai immaginato questa propensione a dirigere anche il gioco sessuale.
Mi fa scorrere nuovamente le unghie di entrambe le mani, parallelamente, sui pettorali, sugli addominali, sulle cosce facendomelo diventare sempre più duro: l’uccello si solleva lentamente con piccoli scatti e le dita del piede si insinuano sotto di lui e mi carezzano lo scroto, sollevandomi le palle.
Federica appoggia le mani sui fianchi e solleva piano la gonna mostrandomi interamente le cosce nude e contemporaneamente allarga la gamba sollevata col piede appoggiato sotto le mie palle per mostrarmi meglio anche il suo slip: ha già capito che mi eccita.
Il cazzo mi pulsa ed è dritto come un fuso.
Lei abbassa il sandalo a terra, tenendo le gambe leggermente divaricate, e rimane con la gonna sollevata ai fianchi lasciando scoperto il triangolo nero sul pube.
La sua teatralità è afrodisiaca.
Si china un po’ in avanti e, sempre e solo con le unghie di tutte le dita mi picchietta l’uccello lungo tutta la sua lunghezza. Vorrei che si chinasse di più a prendermelo in bocca, ma lei invece si solleva e si gira per mostrarmi le chiappe che sporgono appena da sotto la gonna per poi girarsi ancora a guardarmi negli occhi.
Che voglia di strapparle quella minigonna!
Lei si china avvicinando il suo volto al mio, schiude le labbra e allunga la lingua fino a leccarmi le mie con lenti passaggi umidi.
Io allungo le mani per toccarle i fianchi, ma lei nuovamente gira intorno alla sedia, ma questa volta si presenta con la canottiera con la zip aperta facendomi intravedere il reggiseno di pizzo nero.
Altro giro, altra corsa: la lingua scivola dalle labbra alle orecchie dove si infila facendomi rabbrividire.
Ormai ho capito il giochino e non provo più a toccarla.
Dietro di me ogni volta si toglie qualcosa ed ora si presenta senza la canottiera e mi sfiora i capezzoli con le unghie e con la lingua altrettanto appuntita.
Mi tocco lievemente per smaltire un po’ di tensione, ma lei mi sposta la mano e me la poggia sulla mia coscia.
Scompare alle mie spalle e ricompare senza la gonna: finalmente me sta godendo con questo intimo di pizzo nero. Le scintillano gli occhi vedendo quanto successo sta avendo questa presentazione lenta ed altamente erotica.
Mi guarda negli occhi mentre mi tocca le palle col dorso del piede con ancora indosso i sandali neri lucidi.
Ho l’uccello che sta per esplodere. Federica lo sa bene e mi attizza con maestria.
Le sbircio il sedere mentre mi gira intorno: ha le chiappe piccole e compatte lasciate nude dal perizoma nero.
Fa un altro giro ripresentandosi con le tettine piccole nude che portano fiere due capezzoli scuri e dritti, eretti ed eccitati quanto il mio cazzo pulsante. Il contrasto tra le areole scure e la pelle chiara, quasi bianca è notevole.
Lei si china ancora e stavolta poggia la punta della lingua sul mio glande che non vede l’ora di scomparire tra le sue labbra, ma lei lo tortura leccandolo appena, con piccole passate fugaci mentre mi fa scorrere le unghie sulle cosce.
Confido nell’ultimo giro e spero che sia il definitivo, perché comincio a fremere di voglia.
La visione delle gambe con i sandali dal tacco alto che mi si parano davanti è già eccitante, il suo pube completamente rasato ed i capezzoli svettanti, mi entusiasmano, ma i capelli sciolti sulle tette e lo sguardo lascivo di Federica, mi fanno impazzire di desiderio.
Lei mi prende entrambe le mani, mi fa alzare e poi mi spinge, con le mani sulle mie spalle, ad inginocchiarmi davanti a lei.
Chinando la sua testa verso il basso, i suoi capelli mi toccano la faccia mentre lei mi sorride e mi porge la sua figa sporgendo il pube liscio verso la mia bocca: il mio uccello dovrà aspettare ancora un po’.
Mi sposto leggermente sotto le sue belle gambe divaricate e comincio a leccarle proprio il pube liscio con grandi passaggi che lo lucidano di saliva. Appoggio le mie mani sulle sue cosce e le carezzo mentre con la punta della lingua le divarico le labbra per raggiungere il clitoride: lo trovo già duro ed eccitato e lo lecco con passione.
Federica mi osserva compiaciuta con le mani poggiate sui fianchi con le dita sulle chiappe ed i pollici vero di me. Mentre faccio del mio meglio nel leccarle con cura il clitoride, le guardo le tettine rotonde e mi vien voglia di succhiarle quei bei capezzolini eretti. Ogni tanto socchiude gli occhi e sospira toccandomi i capelli: significa che le sta piacendo come sto usando la lingua e le mani su di lei.
Allargo di più la figa con la lingua e la lecco ampliando il mio raggio d’azione, ai lati, succhiandole le labbra e scivolando un po’ verso l’anello stretto che trovo tra le chiappe. Le schiudo le labbra e la penetro appena un po’ con la punta, per poi tronare a leccarle il clitoride mentre le carezze si spostano dalle cosce alle chiappe che sono liscissime.
I sospiri si fanno più profondi mentre continuo imperterrito ad usare labbra e lingua anche sulle cosce, baciandole e leccandole dove sono più sensibili.
Federica reclina all’indietro la testa e mi tiene la nuca con i polpastrelli mentre le lecco con un po’ più di energia.
Le mangio la passerina intera e a piccoli morsetti delicati il pube, alternando i denti alle labbra che si chiudono piano a pizzicare il clitoride facendole anche il solletico con le dita che scivolano ai lati dell’inguine e fanno capolino tra le labbra umide per poi cominciare ad infilarsi nella fica bagnata con piccoli movimenti lenti ed imprevedibili.
Le piace, oh, se le piace!
Mi preme il pube sulla faccia mentre le dita hanno ormai conquistato la posizione e le stanno scorrendo dentro, dilatandole il piacere: medio e anulare (le mie dita preferite) le scorrono implacabili con i polpastrelli rivolti verso il punto g che hanno individuato e lo stanno massaggiando a dovere mentre con la lingua scorro tutt’intorno con sua grande gioia.
La carico per benino e con gli ultimi movimenti mirati, la faccio squirtare mentre le titillo con la punta della lingua il clitoride. Lei gode vibrando, con le gambe che le tremano e le tettine che le seguono.
I suoi schizzi sono un vero spettacolo.
A questo punto reclamerei volentieri di poterla scopare con il mio uccello troppo a lungo trascurato.
Lei mi afferra la mano grondante e se la porta alla bocca leccandomi le dita che erano prima dentro di lei.
Poi sempre in silenzio, con gesti delicati, mi spinge a sdraiarmi sul pavimento: mi trovo così sotto di lei con la bandiera innalzata al vento e la sua fica che ci gocciola sopra.
Un pompino non ci starebbe male, ma Federica ha voglia di ben altro.
Me la guardo da questa prospettiva e godo di questa visione: i sandali alla schiava col tacco le tengono i piedi inclinati, gonfiando i polpacci e allungando le cosce. Il pube è ancora lucido sotto la pancia piatta ed i capezzoli sembrano urlare di voglia. Federica ha un sorriso leggermente storto ed uno sguardo di pura libidine.
Scuote i lunghi capelli all’indietro e tenendosi la passera allargata con le dita, si accovaccia e, finalmente, fa scomparire il mio cazzo (alleluja!) nella sua fica (alleluja!).
Com’è calda la sua passerina, è un piacere sentirla scorrere, così lubrificata, sulla mia cappella, con movimenti non troppo ampi, tenendola in punta.
Però dopo tanta attesa vorrei affondare di più, ne ho un bisogno disperato, solo che, con le suole a terra, non si scopa a dovere: sì è coreografico, ma io vorrei andare più al sodo.
Paziento, in attesa che le cosce di Federica si stanchino, ma lei fa su e giù senza sforzo apparente, mostrandomi la sua perizia nel tenere l’equilibrio scopandomi il cazzo a smorzacandela. Grazie al cielo ha cominciato a scendere con più decisione e sento il cazzo infilarsi di più facendomi godere maggiormente.
Contemporaneamente lei si tira i capezzoli tra le dita, plasmando le tette con le palme delle mani: mi piacerebbe leccarglieli, ma è troppo lontana.
Le cosce si arrendono e Federica si mette sulle ginocchia abbassando ancor di più la fica sul mio uccello. Con le manu sui miei pettorali si lascia andare in mille fantasie motorie e mi scopa con mille varianti di movimenti che le stimolano l’orgasmo.
Muove il bacino, lo ruota, lo scuote, lo solleva e lo abbassa, lo manovra avanti e indietro lo inclina e lo risolleva, facendomi godere di tutta quella frenesia.
I capelli svolazzano ad ogni colpo di testa ed io finalmente riesco a leccarle i capezzoli turgidi: li succhio e li lecco con tutto il piacere che si sprigiona dopo la lunga attesa per farlo.
Federica ora ansima mentre le prendo la tetta intera nella bocca e la succhio palpandole l’altra: mi sto fogando nel succhiarle le tette infilandomele completamente in bocca. Gli ansimi aumentano e Federica comincia a gemere scopandomi più forte. Ormai le succhio senza mani e le tengo a lungo strette tra le labbra succhiandole e leccandole i capezzoli quando le scambio.
Con le mani le accarezzo le cosce e la vita scivolando poi dalla schiena alle chiappe e ancora sulle cosce.
Lei è eccitatissima e gode sempre di più osservando come le succhio le tette e come tengo il ritmo dei suoi movimenti pazzeschi.
Comincio a sentire le sue vibrazioni prima dei suoi gemiti: sta per venire.
Le afferro le chiappe e le mie mani, agguantato il sedere, lo accompagnano nel ritmo finale.
Federica gode, mi allaga, e grida piano di piacere, in un orgasmo vibrante.
Si quieta e rallenta, ma io ho ancora il suo culo stretto tra le mani e le palle gonfie, così recupero il ritmo, e spingendo da sotto, ne imprimo uno ancor più soddisfacente per me.
Ho le palle pesanti che le sbattono sul culo ad ogni colpo.
Lei si china e, solo adesso, mi bacia veramente, appassionatamente, con la lingua dentro la bocca, avvinghiata alla mia che l’ha desiderata tanto.
Un bacio che è un catalizzatore di piacere: le stringo le chiappe quando, all’apice del piacere, vengo con un’esplosione di schizzi a raffica e di goduria allo stato puro.
Lei resta su di me, baciandomi con delicatezza, mentre lo sperma defluisce accanto al mio cazzo che si quieta.
Restiamo abbracciati e soddisfatti finché il suo cellulare comincia a vibrare insistentemente.
Federica si alza e risponde: “Ciao Isabella … SEI APPENA ARRIVATA?!!!”
Sua sorella è scesa ora dal taxi e sta davanti al portone.
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La vera storia di ROSA (la puledra)racconto sucessivo
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Commenti dei lettori al racconto erotico