La vera storia di ANGELICA (la sorpresa)

di
genere
etero

Gianni vuole che lo accompagni ad una serata a casa di un’amica che non conosco.
In questo agosto con la città deserta non è poi una cattiva idea bere qualcosa e vedere qualche faccia nuova.
Mi avverte di non presentarmi in bermuda e maglietta perché la serata ha un taglio un po’ elegante, in una bella casa.
Arrivo bello tirato con camicia stirata e pantalone perfetto. La villa è enorme e moderna. Qualche faccia nota tra la gente.
Scambio due parole con una biondina troppo slavata dalle tette rifatte che vorrebbe approfondire la conoscenza. Potrei farci un pensierino, pur non essendo un grande fan del silicone: in un’altra occasione forese, ma oggi non sono dello spirito giusto: le sopracciglia troppo perfettine, sagomate e disegnate, danno il colpo finale e così mi defilo con la scusa del poker.
In realtà faccio solo qualche passo fino alla terrazza dove ho visto un vecchio amico che non vedevo da tempo.
Mi racconta di un suo viaggio a Barcellona e di quanto in quella città le donne perdano i freni inibitori e facciano sesso… da paura.
Tra una birra ed una chiacchera, la serata è volata mi accorgo che molta gente se ne è andata e rimangono solo poche persone.
Tra di loro risulta evidente quella che è la padrona di casa, una giovane minuta, con i capelli mossi, tinti di rosso, abbastanza corti un po’ ribelli che avevo notato per il suo fare estroverso e per le sue chiappe belle alte e sode. Ha un visetto delizioso con gli occhi vivaci ed il sorriso accattivante, ma, soprattutto, ha l’erre moscia e, mentre rimprovera Gianni di non averci mai presentati “PiaceRe, Angelica”: sento che quelle eRRe vibranti nelle sue parole, mi stanno stuzzicando.
Vuole sapere qualcosa di me e comincia a chiedere della mia vita, dicendomi che si è appena lasciata col suo ragazzo e si sente terribilmente sola. Indossa un abito nero di satin lucido, che arriva appena sotto al ginocchio, con le calze a rete sottile. Il tessuto del vestito è leggero e tanto aderente che si intuisce il disegno di pizzo del reggiseno, così come le brasiliane che porta si vedono distintamente, altrettanto bene quanto la fascia delle calze autoreggenti. Indossa dei tacchi a spillo vertiginosi per sembrare più alta. Deve esserci molto abituata, perché ci cammina con estrema disinvoltura. Ho intravisto prima, mentre era seduta ed accavallava le gambe, che le suole delle sue scarpe sono di un rosso lucido così come il tacco a stiletto.
Ha le gambe molto ben modellate, il culo stretto e assai sporgente, la vita minuscola e le tette molto più generose di quanto ci si potrebbe aspettare da una figura così leggera.
Le sue unghie lunghe sono laccate dello stesso rosso che ha sotto le scarpe, così come il suo rossetto. Ha gli occhi truccati in modo estremamente curato, con un ombretto nero sfumato su tutta la palpebra ed intorno agli occhi ed un mascara abbondate: è molto sexy e intrigante.
Gli invitati se ne stanno andando alla spicciolata e vista l’ora tarda la saluto per congedarmi anch’io, ma lei mi trattiene prendendomi la mano e chiedendomi di aspettare un altro po’.
Ogni tentativo di andarmene viene annullato con: “Aspetta un altro po’”. Chi l’avrebbe mai detto.
Confesso di essere lievemente imbarazzato mentre lei saluta gli ultimi ospiti: adesso sono rimasto solo io.
La serata che credevo terminata sembra appena agli inizi.
Ha un sorriso malizioso e mi chiede se l’accompagno in cucina dove regna un caos di piatti e bicchieri.
La seguo guardandola sculettare graziosamente grazie ai tacchi vertiginosi.
Credo che sappia che le sto guardando con desiderio il culo impertinente.
Mi offre un caffè e parliamo della serata, ridendo insieme di questo o quello.
Le scintillano gli occhi quando comincia a parlare di quanto le manca il sesso e si mordicchia le labbra rosse per accentuare il concetto.
Sono settimane che non vedo una donna arrapante come lei e basterebbe quel vestitino sottile a mandarmi fuori di testa, ma la sua eRRe… mi agito solo a sentirla.
Ci spostiamo in salotto che è ancora tutto illuminato: lei spegne le luci più forti, lasciando una perfetta luce diffusa e molto calda.
Ci accomodiamo su un ampio divano di tessuto scuro dove lei mi prende ancora la mano e me la scruta, la studia come se fosse un reperto, Poi, guardandomi negli occhi mi dice: “hai delle mani meRavigliose, foRti e leggeRe insieme”.
Mi fa impazzire sentirla parlare mentre mi guarda con quegli occhi tenebrosi, e la sua bocca dalle labbra rosso fuoco.
Le chiedo se lei preferirebbe essere toccata da mani forti o da mani delicate e lei risponde: “entRambe”.
Le carezzo il volto piano e avvicino il mio al suo: ha un ottimo profumo e degli occhi stupefacenti,
Schiude le labbra rosse e accoglie il mio bacio lievemente incerto.
La sua risposta invece non è incerta per niente, anzi, schiude le sue labbra rosse e mi sguinzaglia la linguetta soffice nella bocca con succhiotti continui alla mia lingua e leggerissimi mordicchiamenti alle mie labbra.
Il caffè mi ha dato una bella sferzata e sono lucido e attento. Rispondo a quel fuoco di fila incessante di slinguamenti che mi lascia senza respiro: se dovesse usare la lingua così anche sul mio cazzo sarei già in paradiso.
La verifica sembra proprio non tardare a venire visto che, mentre continua a baciarmi dentro la bocca con la sua lingua bestiale, già mi sbottona i calzoni ed infila la mano decisa dentro i boxer per afferrarmelo saldamente e masturbarmi sapientemente.
Si interrompe a tratti, giusto il tempo per sfilarmi rapidamente le scarpe e dopo poco i calzini. La sua mano su di me è da premio oscar: come me lo sta lavorando bene. In pochi istanti ho l’uccello che pulsa e si gonfia, Mi sfila i pantaloni ed i boxer insieme. Lei non aspetta oltre e si infila il mio uccello in bocca succhiandolo con decisione esperta. Promette veramente molto bene.
Non riesco a vedere cosa fa, ma, guardandole la nuca che si muove insieme ai suoi bei capelli rossi, non ho difficoltà a figurarmi il rossetto che si posa sulla superficie, lucida di saliva, dell’asta che si fa inverosimilmente sempre più rigida.
Scivolo un pochino sul divano per sbirciare e vederla mentre me lo lecca ed eccitarmi di conseguenza di più.
Probabilmente lei capisce la mossa e ruota la testa per mostrarmi il suo bel pompino mentre mi guarda con una libidine galoppante negli occhi. Come previsto ora che ho la cappella gonfia, lei comincia a leccarmela con una miriade di colpetti della sua lingua micidiale alternati a forti succhiate delle labbra focose. Ho l’impressione che ci provi più gusto lei a farmi vedere come mi sta lavorando la cappella così sapientemente, piuttosto che io a farmi spompinare deliziosamente. Si mette a favore di sguardo perché possa guardarla bene mentre lo succhia forte e lo lecca roteando la lingua sulla cappella.
Che goduria queste labbra sul cazzo e questa lingua che saetta sul glande! Le carezzo i capelli e le accompagno la nuca negli affondi profondi che mi fanno godere dandomi l’impressione che di sentirmi gonfiare di più l’uccello.
Brava è brava davvero, e per di più ha capito quando rallentare per non farmi schizzare alle stelle.
Mi lascia l’uccello lucido all’aria e si alza per farsi scivolare in un attimo il vestitino di dosso rimanendo in piedi davanti a me sui tacchi a spillo e le calze autoreggenti a rete che mostrano nuda la parte alta della coscia che mi arrapa da morire. Le brasiliane di pizzo nere sono speciali, con il pizzo ai lati del pube ed un tulle nudelook sul pelo rasato basso ed il reggiseno a balconcino le sostiene quelle belle tette gonfie e abbondanti.
Mai mi sarei immaginato tanta fica in quella piccoletta.
Nel vederla così sexy con lo sguardo peccaminoso e le labbra rosse e schiuse in un respiro fintamente affannato, mi fa scoccare una scossa che mi scorre dalla nuca, fin oltre le palle, fino al cazzo che ha un sussulto.
Lei si slaccia il reggipetto e lascia libere due bocce pesanti e piene che scivolano in una forma a pera meravigliosa.
Si sporge per porgerle alla mia bocca che per lo stupore è rimasta aperta. D’istinto avrei voluto girarla per soppesarle nelle mani tenendola da dietro, ma mi riprometto di farlo dopo: ora le lecco i capezzoli assaporando la morbidezza della sua pelle e la consistenza del seno così copioso. A due mani me le palpo avvicinandole.
La natura le è stata amica e le ha dato due tette notevoli che comincio a strapazzare con entrambe le mani mentre le succhio i capezzoli che diventano lentamente più duri. Le mie mani le stringono le tette dense e la mia lingua cerca inutilmente di assomigliare alla sua nella velocità con cui lei la usava sul mio cazzo, senza sfigurare troppo.
Manipolare queste tette, strizzarle, impastarle a dovere mi fa pulsare l’uccello di voglia mentre a lei sembra piacere parecchio viste le espressioni di approvazione che le si disegnano sul volto ad ogni tocco delle mie dita o della mia lingua.
Succhiandole con più decisione i capezzoli lei inspira profondamente con la bocca aperta quasi teatralmente ed espira poi lentamente. Faccio scivolare le mie mani dal seno ai fianchi continuando a mordicchiarle i capezzoli duri e le abbasso le brasiliane carezzandole il culo alto, rotondo e sodo.
Lei agevola facilmente la mossa e solleva alternativamente i piedi dai meravigliosi tacchi a stiletto rosso per consentirmi di toglierle.
Una mano le scivola repentina a toccarsi: mi piace questa donna così decisa dagli occhi sexy e le tette grosse.
Tiene le gambe leggermente divaricate, per toccarsi meglio, e, con le gambe ben dritte, si piega in avanti, per succhiarmelo di nuovo mentre i seni mi dondolano allegramente pesanti davanti agli occhi. Non so se mi eccita e mi piace di più sentire le sue labbra spompinarmi con decisione o guardare le sue tette rotonde oscillare ed il culo pieno, in alto, oltre la schiena incurvata: Come me lo succhia bene! Non smette un secondo di masturbarsi e questo mi tira su di giri ancora di più.
Le unghie laccate di rosso dell’altra mano mi scivolano sui pettorali graffiandomi dolcemente mentre mi guarda vogliosa e si mette a cavallo del mio martello eretto appoggiando i tacchi ai lati delle mie cosce e baciandomi nella bocca con la sua lingua selvaggia. Vorrei che parlasse per sentire la sua eRRe moscia arrapanantissima, ma lei mi succhia la lingua voracemente.
Le poggio le mani sui glutei sodi assaporandone la forma rotonda con le dita e la consistenza marmorea con i polpastrelli. Le dico che ha un culo strepitoso e lei risponde “G R azie!” facendo vibrare la eRRe con uno sguardo compiaciuto e sexy. Sentendo la sua risposta le stringo più forte quel culo caldo e la faccio calare piano in modo che mi prenda interamente dentro di sé. Lai mi tiene per la nuca mentre io la guido su e giù artigliandole le chiappe sode.
Ha la fica ormai fradicia dopo tutto quel toccarsi e il mio uccello quasi non la sente se non fosse per il calore che emana. Mentre mi scopa cerco di spingerla di più verso il basso per infilarmi appieno nella sua fica e sentirla almeno con la punta, ma lei sembra avere una fica senza fondo ed adesso è troppo larga per sentirla bene (donna nana tutta tana… certe volte i proverbi hanno ragione).
Sposto le mani dal culo al seno e ricomincio a strizzarlo con una progressione delicata, ma con determinazione facendole ruotare i capezzoli tra i polpastrelli e leccandole il collo tutto intorno alla gola e poi le spalle per poi baciarla di nuovo. Le mie mani sembrano funzionare ed adesso sento la sua fica più presente che sta aderendo progressivamente all’asta dandomi nuovi impulsi libidinosi. Riacchiappo il culo tra le mani e me lo stringo a piacimento, scopandola come si deve mentre lei ansima. Mi piace sentire come respira e come le sta piacendo. “GuaRdami negli occhi!” mi sussurra piano mentre mi fissa sorridendo e ripetendo “GuaRdami!” con la eRRe che me lo fa pulsare ed indurire ancora di più. Ha degli occhi stupendi così pesantemente truccati (smokey eyes: così si chiama il trucco da superfica) e, mentre ascolto e la guardo, il ritmo si intensifica involontariamente mentre lei si lascia andare con più slancio sul mio cazzo che ora sta fumando tanto è il calore che emana la sua fica ormai stretta su di lui.
“GuaRdami mentre vieni dentRo di me!”
Più la guardo e più mi eccitano i suoi sguardi intensi e la sua bocca aperta, ansante.
Anche le sue tette gonfie che sobbalzano e si scontrano al ritmo della scopata e le sue chiappe trastullate tra le mani, fanno il loro effetto, ma ammetto che il magnetismo che emette il suo volto è speciale. Il respiro di entrambi è veloce: lei si morde un po’ il labbro e poi comincia piano a godere:”Ah! Ah!” dice all’inizio pianissimo, per poi aumentare il ritmo con cui si muove ed il volume del godimento. Ora i suoi sono piccoli urletti che emette ad occhi chiusi.
Le sue mani hanno lasciato il mio collo per appoggiarsi all’indietro sulle mie ginocchia lasciandomi una visione sublime del suo seno in movimento: sono perduto in questa visione e seguendo il ritmo delle grida che sta emettendo sempre più forte, comincio a pensare di venire.
Troppo tardi per venire insieme a lei visto che lei gode con un urlo prolungato, strizzandosi forte le tette e roteando sul mio cazzo, in un brutale sconquasso della sua fica. Mentre lei si scuote nel suo orgasmo fortissimo io godo stringendole il culo tra le dita e sborrando a lungo con ripetute vibrazioni delle palle che continuano a contrarsi ritmicamente, a lungo, anche dopo l’ultimo schizzo di sperma.
Restiamo così, lei abbandonata completamente su di me ed io ancora col cazzo semimoscio dentro di lei.
Lei ha il capo sulla mia spalla e respira ancora forte quando percepisco il mio pene afflosciarsi lentamente e lasciare spazio agli umori che scivolano fuori dalla sua fica grondante.
Nella quiete, lei solleva la testa e mi sorride: il trucco è un po’ sfatto, il rossetto è pasticciato, ma il suo sguardo è lo stesso paradisiaco.
Le accarezzo il viso con entrambe le mani e la bacio con le labbra sulla bocca. Mi sento in confidenza e le dico che non ho mai goduto tanto ascoltando un accento come il suo dall’erre moscia.
Sorride sorniona con uno sguardo lascivo e, carezzandomi gli addominali con una mano, si mette a quattro zampe accanto a me sul divano, facendo svettare le chiappe, e, mentre recita:”TRentatRè tRentini entRarono a TRento tutti e tRentatRè tRotteRellando”, mi prende l’uccello tra le dita e comincia a menarmelo piano sapendo bene che la filastrocca avrebbe dato presto i suoi frutti.
Non so dire perché, ma ho cazzato la randa in men che non si dica ed ho gonfiato la vela del mio cazzo in pochi minuti.
Erre moscia o no, guardarla mentre fa saettare la sua lingua sulle mie palle è incantevole e parecchio arrapante. La posizione a pecorina accanto a me sul divano con la schiena incurvata mi consente di carezzarle le tette a pera, il ventre ed i peletti della fica, le cosce, la schiena e il culo: un vero luna park! Dopo tutte le carezze che mi ispirano, opto per un libidinosissimo dito nel culo, dopo averlo ben lubrificato nella passera bagnata due o tre volte. Il dito le scivola dentro con una lievissima pressione e sento il culo che me lo stringe, facendomi pulsare il cazzo velocemente.
Mentre il mio dito scorre avanti e indietro, sento un suo dito che si infila nella fica: adoro questa donna!
Mi inebrio guardando la sua lingua che scorre sulle mie palle, osservando le sue labbra che me le baciano e poi me le succhiano mentre con la mano mi stringe il cazzo e me lo mena a dovere. L’apoteosi è vederla posare le labbra sul mio cazzo mentre mi fa un godurioso pompino serrato con le chiappe slanciate verso l’alto. Mi eccito a dismisura penetrandole col dito medio il suo buco del culo stretto e caldo mentre percepisco la sua voglia espressa dal suo dito che scorre parallelamente nella sua fica umida e vogliosa.
Ho un cazzo talmente duro che ho paura ad usarlo.
Mi alzo lasciandola sul divano a pecorina e, mentre lei sistema le grosse tette sullo schienale, io le poggio le mani sui fianchi poco sopra le chiappe e, tenendola salda, guardo la vulva rossa, attizzata, e le penetro quella fica ingorda lubricamente esposta.
Aspettavo questo momento: mentre la tiro dolcemente verso di me, l’uccello scorre dentro di lei facendola lentamente godere piano ed io posso guardarle la schiena e lasciare le chiappe per chinarmi e afferrarle entrambe le tette e sentirne il peso e la consistenza mentre la scopo: strizzarle le tette piace a me quanto a lei. Allargo le dita a forbice e le pinzo i capezzoli sempre tenendole le tette nei palmi: che tette gonfie, che capezzoli duri!
Pompo il mio cazzo duro dentro di lei: ciaf, ciaf, ciaf…
Ha ricominciato ad emettere quei piccoli gridolini soffocati che sono il preludio dell’orgasmo. Rallento, ma affondo di più: ciaf, ciaf, ciaf … Aumento il ritmo tenendomi con la cappella più vicino all’esterno mentre il suo piacere aumenta drasticamente. Sento adesso la sua mano che mi accarezza le palle da sotto: me le tira, le graffia delicatamente, le strizza piano, le carezza di nuovo per poi dedicarsi ad uno sgrillettamento circolare, alternato a degli schiffetti a palmo aperto: pat, pat, pat … Mi sento il cazzo vibrare, oppure è la sua fica che vibra?
Le vibra la fica nel preludio dell’orgasmo. Le infilo con gusto il pollice nel buco del culo e lo faccio roteare mentre comincia a godere di brutto. Grida come prima il suo piacere e si spinge verso di me, facendo affondare il mio dito dentro al culo ed il mio cazzo a fondo alla fica che sembra una fonte di libidine.
Inarca sempre di più la schiena mentre la sua mano impazza sul suo clitoride e il mio dito le allarga un po’ il buco del culo in previsione del prossimo passo. Questa volta urla dal piacere che le sta dando l’orgasmo, urla di gusto mentre io eccitato le guardo la schiena curva.
Così, mentre le si quieta il ventre dalle onde dell’orgasmo, io sfilo l’uccello bello turgido e bagnato e lo appoggio al culo e a dispetto di una lievissima, ma cedevole resistenza, lo infilo dentro con un lunghissimo ed unico colpo, fino in fondo, come se non potessi fare a meno di pomparlo proprio tutto. E così faccio: lo estraggo e lo infilo di nuovo tutto, spingendo tanto da spostarle il corpo in avanti e poi ancora: lo sfilo e lo rinfilo, con movenze precise e spinte forti, per godere di quell’accoglienza così eccitante di quel culo rovente. Fuori e dentro di nuovo tutto. Mi sto caricando come una molla. Pompo come un toro col cazzo che non vede l’ora di venirle dentro il culo. Sento le contrazioni del suo culo sull’uccello emi basta allungare le mani e strizzarle le tette per scatenare gli ultimi colpi fatali in cui le vengo dentro con un godimento totalmente appagante.
Scivolo fuori e mi abbandono sudatissimo sul divano.
Lei accanto a me stremata e soddisfatta ha la gioia negli occhi: “Non hai pRopRio solo delle mani gRadevoli!”
di
scritto il
2022-11-22
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