Il colmo
di
Davesun71
genere
tradimenti
Sono nel garage. Il sudore mi imperla la fronte, e scende a goccioline lungo le tempie, sul naso, mischiandosi alle lacrime che sgorgano dai miei occhi. Devo stare attento, non devo farmi male, e devo trovare il coraggio di fare quello che sto per fare. Le mani tengono le tronchesine ma tremano, oddio come tremano. La mia vita mi passa davanti, i brividi mi corrono lungo la schiena. Prendo la mira, stringo….è fatta, sono libero!!!
Tre anni prima
Il villaggio nella Repubblica Dominicana era meraviglioso. Le palme, la sabbia, le musiche caraibiche a fare da sfondo ad un’allegria contagiosa, alla perenne voglia di ballare e fare festa, gli alcolici dell’all inclusive che scorrevano a fiumi fin dalle prime ore del mattino.
Mia moglie Daniela, l’amore della mia vita, era sulla sdraio accanto alla mia. Era fantastica. Il costume verde acqua sgambatissimo che si era comperata per l’occasione le stava a pennello e rendeva onore al suo fisico snello. Gli occhiali da sole coprivano i suoi bellissimi occhi castani da cerbiatta, da dolce cerbiatta.
- Stavo pensando che potremmo provarci, Gio – mi disse, girando leggermente la testa verso di me, i suoi lisci capelli castani mossi dal vento
Giorgio Cafassi sono io. Ingegnere informatico laureato con il massimo dei voti, responsabile dei dati e dei relativi impianti di una famosa società del nord Italia.
Conobbi Daniela mentre facevo il primo anno di università e me ne innamorai subito. Le feci una corte serrata e divenimmo coppia fissa, fino a sposarci subito dopo il raggiungimento della laurea. La società per cui lavoro, dati i miei risultati accademici, mi aveva già messo gli occhi addosso e mi assunse subito, facendomi partire già da un ottimo stipendio considerando il fatto che fossi neolaureato. La mie capacità fecero poi il resto ed adesso direi che posso vantarmi di percepire uno stipendio medio-alto che ci permette di non farci mancare nulla.
- A fare cosa Dani?
- Non importa, lascia perdere
Faceva sempre così, comincia un discorso in modo criptico e poi mi diceva lascia perdere, lasciando a me il compito di far uscire il suo pensiero.
- Dimmi davvero, che cos’è che vorresti facessimo? Dani ora sono curioso!
- Gio qui siamo a diecimila chilometri da casa e non ci conosce nessuno…
- E allora?
- Bè sai…le nostre fantasie magari qui, per una volta, potrebbero anche diventare realtà
- Quali fantasie scusa?
- Dai lasciamo stare….
Sinceramente non capivo in quel momento a cosa si stesse riferendo. Si girò a pancia in giù, la testa rivolta dalla parte opposta a quella in cui mi trovavo io. Mi alzai dalla mia sdraio ed andai a sedermi al suo fianco, cominciando ad accarezzarle dolcemente la schiena abbronzata.
- Dai Dani dimmi, a cosa stai pensando? Giuro che non ho capito!
La sentii sospirare
- A quelle che facciamo quando facciamo l’amore Gio…. a quello che immaginiamo!
Daniela è stata la prima e unica donna che io abbia avuto. L’ho amata da subito, e non ho mai desiderato altre donne all’infuori di lei. Con il tempo mi sono reso conto che da solo, con la mia attrezzatura al di sotto della media e con la durata delle mie performance più da centometrista che da maratoneta, non riuscivo a soddisfarla appieno. Così, facendo di necessità virtù, ero diventato un abilissimo linguista e per sopperire alle mie dimensioni avevo comprato in un sexy shop un fallo in silicone con cui mi aiutavo e la aiutavo. Spessissimo usando il fallo immaginavamo che ci fosse una terza persona insieme a noi che stesse possedendo Daniela. Era un gioco, per me semplicemente un gioco. Evidentemente Daniela non la pensava così.
- L’abbiamo immaginato centinaia di volta Gio…e qui avremmo, se vogliamo, l’opportunità di farlo per davvero. Non ci conosce nessuno, e sarebbe comunque solo per una volta.
- Dani davvero, un conto è una fantasia, un’altra è la realtà. E poi con chi penseresti di farlo? – lo chiesi così, pensando di metterla in difficoltà. Invece fu lei a metterci me.
- Magari il ragazzo che insegna danza caraibica….Secondo me lo fa anche con altre…non credo che solo noi abbiamo questo genere di fantasie
Daniela aveva preso lezioni di danza all’interno del villaggio, assieme ad altre signore e ragazze e ai pochi maschi appassionati del genere.
Restai in silenzio mentre la mia mano aveva smesso di accarezzarla. La gelosia verso quel ragazzo stava salendo già a livelli paurosi. Daniela si voltò e dietro gli occhiali vide il mio viso contratto.
- Lasciamo stare Gio, era solo un’idea… vado a farmi un bagno, ho davvero caldo! – e si avviò sul bagnasciuga verso il mare cobalto. Il mio sguardo era fisso sul suo sedere, per me perfetto, che ondeggiava coi suoi passi. Dentro di me sapevo, conoscendola, che la discussione non sarebbe finita così.
Quando la sera alle 18,00 cominciò il corso di danza avevo pensato ormai per tutto il pomeriggio a quello che mia moglie mi aveva detto. Ero geloso e tremendamente sospettoso. Così mi appostai in modo da non essere visto e mi sorbii tutta la lezione in attesa di vedere atteggiamenti equivoci da parte del dominicano nei confronti di mia moglie. In realtà il ragazzo aveva atteggiamenti equivoci con tutte le donne del suo corso, per cui mal comune mezzo gaudio mi tranquillizzai ed andai ad aspettare Daniela al bar, come convenuto in precendenza, per prenderci un ottimo cocktail prima di andare in camera e prepararci per la cena. Il giorno dopo avevamo in programma una visita su un isolotto avremmo dovuto svegliarci presto, per cui non avevamo programmi per il dopocena, e rientrammo in camera piuttosto presto.
Dopo la discussione del pomeriggio avevo voglia di lei. O forse era voglia di dimenticare la discussione stessa e di fargliela dimenticare. Quando fu nel letto cominciai ad accarezzarla ed a baciarla sul collo, sulle labbra di fragola, per poi scendere sulle sue tettine quasi adolescenziali, una seconda scarsa. Fu poi il turno dell’ombelico e dell’interno delle cosce, e finalmente le sfilai il perizoma e cominciai a baciarla ed a leccarla nella sua intimità.
Era bagnata, ma non riuscivo a farla godere. Avrei avuto bisogno del fallo in silicone ad aiutarmi, ma lui era rimasto a casa.
- Si si me lo porto….ma stai scherzando? Così quando passa la valigia al check-in i poliziotti si fanno due risate! – mi aveva detto Daniela quando avevo proposto di portarcelo dietro.
Le salii sopra e la penetrai. Le mi cinse con le braccia sulla schiena, ed io cominciai a muovermi meglio che potevo. Dopo poco sentii mio malgrado l’orgasmo salire, cercai di trattenermi, ma fu inutile. In un attimo Dani sentì il mio sperma riempirle la vagina, e nello stesso momento vidi il suo sguardo deluso che si posava su di me. Mi sentii tremendamente in colpa e cedetti.
- Sei proprio sicura che vorresti provare?
- Mi piacerebbe ma non ne sono per niente sicura… e poi mi sentirei tanto in colpa nei tuoi confronti, so bene che sei geloso. Però potremmo anche fare in un altro modo….
- Che modo?
- Penso che sarebbe giusto se quello che vale per me valga anche per te….
- Cioè?
- Che se io posso provare ad avere un altro uomo, e tu me lo permetti, è giusto che tu possa provare con un’altra donna….
- Dani dove la trovo un’altra donna io? Scherzi?
- Gio siamo a Santo Domingo… qui si trova tutto se uno vuole. Basta pagare non pensi?
- Oddio… allora facciamolo!
Mi abbracciò forte e mi diede un piccolo bacio sulle labbra. Poi andò a lavarsi ciò che le avevo messo dentro.
Il giorno dopo sembravamo due bambini che fanno piani per rubare le caramelle. Non sapevamo come fare, cosa dire, come organizzare. Prima di pranzo, mentre attraversavamo la zona comune del villaggio, Daniela vide Carlos, il maestro di danza. Mi fece un mezzo sorriso e determinata andò verso di lui, mentre io rimanevo fermo ad aspettare ad una ventina di metri, con in una mano la borsa di mia moglie e le salviette da mare nell’altra. Li vedevo chiacchierare ma non potevo sentire cosa si stessero dicendo. Vidi comunque lui rivolgere lo sguardo verso di me e sorridere più volte. Poi la prese per i fianchi e la baciò su entrambe le guance, mentre la sua mano scendeva verso il fondoschiena di Daniela.
- Ho organizzato, stasera alle undici viene da noi.
Era rossa in faccia, la voce tremava. Ma notai anche i capezzoli dritti sotto il due pezzi.
- Gio, se non vuoi non importa, non ne facciamo nulla. Possiamo sempre annullare tutto se non ci va
Fallo cretino, cogli l’occasione, annulla tutto. Dille che la ami da impazzire, che vivi solo per lei, per farla felice, per vederla sorridere. Che non vuoi condividerla con nessuno, che vuoi che sia solo e soltanto tua. Che vuoi che sia la madre dei tuoi figli, che vuoi invecchiarci insieme, che vuoi coccolarla per l’eternità. Invece feci solo un mezzo sorriso e ci incamminammo verso la spiaggia.
Alle nove avevamo già fatto cena e rientravamo in camera come due pensionati. Daniela si era tenuta leggera come se dovesse fare una partita di pallavolo, e io avevo lo stomaco chiuso per la tensione. Cominciò a guardare nel cassetto della biancheria per scegliere quella adatta. Non volava una mosca. Dopo aver indossato la biancheria più sexy che si era portata, scelse anche di mettere il tubino nero scollato. Nella mia mente si fece spazio il terribile pensiero che si stava preparando così non per me, ma per un altro. Un nodo mi si formò nella gola. Mi prese per mano.
- Gio è solo per stasera, per provare una volta ciò che abbiamo fantasticato insieme mille volte. Io ti amo, solo tu sei e sarai sempre mio marito. Lui sarà solo un un diversivo, come il fallo che abbiamo a casa. Cerchiamo di vederla in questo modo, forse sarà più facile per tutti!
- Dani spero di farcela, davvero! Non voglio deluderti o rovinarti niente, ma mi sento male al pensiero di quello che accadrà. Spero di farcela.
Alle undici meno cinque mia moglie andò per l’ennesima volta in bagno a fare pipì. Mentre sentivo scrosciare l’acqua del bidet bussarono alla porta.
- Gio apri tu per favore, un minuto e arrivo!
Riluttante mi alzai dal letto sul quale ero seduto e feci i cinque passi che mi separavano dall’ingresso, misi la mano sulla maniglia e aprii. Carlos aveva una camicia bianca e dei pantaloni neri ed era sorridente.
- Ola, soy Carlos – e mi tese la mano, che strinsi.
- Giorgio
- Se puede? – e fece un passo avanti per entrare. Mi misi di lato e lui passò. Daniela stava uscendo dal bagno, lo vide e gli sorrise. Chiusi la porta, non feci in tempo a girarmi che lui già le cingeva entrambi i fianchi con le mani. Deglutii acido e lentamente cercai di avvicinarmi.
Carlos non si perse in preamboli. Avvicinò la bocca a quella di mia moglie e cominciò a baciarla, come se io non ci fossi. Lei ricambiò il bacio, i suoi occhi mi cercarono per un istante, poi li chiuse lasciandosi trasportare.
Le mani di Carlos cominciarono a correre lungo il bel corpo di Dani, cominciarono a esplorarlo, in maniera anche un pochino rude. Poi smise di baciarla e si rivolse a me. Non capii le parole ma ne capii il senso, mi chiedeva di tirare giù la zip del vestito di mia moglie, voleva che io la spogliassi per lui. Mia moglie mi sorrise.
- Per favore Gio…. partecipa anche tu, stammi vicino….
Mi avvicinai e cominciai a spogliarla, era bellissima e potevo sentire il suo cuore battere all’impazzata. Carlos le sganciò il reggiseno, poi le mise le mani sulle spalle e la spinse dolcemente verso il basso. Lei si inginocchiò davanti a lui e con la sua dolce manina tirò giù la zip. Frugò dentro ed estrasse il suo pene già duro. Fece uno sguardo stupito, era il doppio del mio che tra l’altro era l’unico che avesse mai visto fino ad allora. Lo mosse su e giù, lo scappellò, chiuse gli occhi e fece sparire la cappella lucida nella sua bocca.
- Quitate la ropa!
Carlos mi disse di spogliarmi. Con riluttanza tolsi jeans e camicia. Fu poi il turno dei boxer. Quando me lo vide rise di gusto e io mi sentii morire. Prese Dani per le ascelle e la fece alzare, per poi farla sedere sul letto.
Mi indicò la fica di mia moglie, e capii che dovevo leccarla, prepararla per lui, che intanto si era tolto tutti i vestiti e si era inginocchiato di fianco a lei, che con ardore aveva subito ricominciato a succhiarlo mentre lui giocava col suo seno.
Sentivo la fica di mia moglie gocciolarmi in bocca, era bagnatissima. Sentivo il gusto meraviglioso dei suoi succhi, la sentivo pulsare, e per un attimo dimenticai tutto quanto e chiusi gli occhi. Quando li riaprii vidi Carlos che stava indossando un preservativo (per fortuna). Mi bussò sulla spalla e mi fece segno di spostarmi.
Lo vidi sovrastare mia moglie, il mio amore. Vidi la mano di lei spuntare in mezzo alla sue gambe aperte ed afferrare il pene enorme. La vidi mentre se lo dirigeva sull’imboccatura della vagina. Vidi il cazzo entrare inesorabile dentro di lei, centimetro dopo centimetro, mentre Daniela emetteva un gemito prolungato seguito da un sospiro.
Cominciò a montarla ed era una macchina. Daniela emetteva suoni gutturali, e dopo pochi minuti assistetti al suo primo orgasmo. Mi avvicinai a lei, le accarezzai i capelli, lei mi guardò con gli occhi sbarrati. Carlos la fece girare e ricominciò a montarla forte. Lei afferrò il mio cazzetto e cominciò a menarlo ed io venni quasi subito, come sempre. Poi mi misi da una parte, mortificato nell’anima, mentre mia moglie aveva il secondo e poi il terzo orgasmo. Con un grido il dominicano venne anche lui, per poi ricadere a fianco di Daniela, che gli si accoccolò contro stremata.
- Gio mi prendi qualcosa da bere? Anche per Carlos….
Mi alzai, presi l’acqua dal frigo bar e gliela porsi insieme ai bicchieri. Bevvero a turno a bottiglia. I miei occhi caddero sulla fica gonfia e arrossata di Daniela. Lei mi guardò per un solo istante, un instante eterno. Si mise a sedere e con la mano ricominciò a masturbare il dominicano. Incredibilmente l’enorme pezzo di carne si riprendeva sotto il tocco di mia moglie. Nessuno dei due mi considerò più. La monta riprese se possibile più forte di prima. Dani venne ancora e ancora. Alla fine lei era nuda e stremata sul letto, mentre Carlos si rivestiva. Aveva un’espressione sognante. Io mi sentivo morto dentro mentre finalmente richiudevo la porta.
Tre anni prima
Il villaggio nella Repubblica Dominicana era meraviglioso. Le palme, la sabbia, le musiche caraibiche a fare da sfondo ad un’allegria contagiosa, alla perenne voglia di ballare e fare festa, gli alcolici dell’all inclusive che scorrevano a fiumi fin dalle prime ore del mattino.
Mia moglie Daniela, l’amore della mia vita, era sulla sdraio accanto alla mia. Era fantastica. Il costume verde acqua sgambatissimo che si era comperata per l’occasione le stava a pennello e rendeva onore al suo fisico snello. Gli occhiali da sole coprivano i suoi bellissimi occhi castani da cerbiatta, da dolce cerbiatta.
- Stavo pensando che potremmo provarci, Gio – mi disse, girando leggermente la testa verso di me, i suoi lisci capelli castani mossi dal vento
Giorgio Cafassi sono io. Ingegnere informatico laureato con il massimo dei voti, responsabile dei dati e dei relativi impianti di una famosa società del nord Italia.
Conobbi Daniela mentre facevo il primo anno di università e me ne innamorai subito. Le feci una corte serrata e divenimmo coppia fissa, fino a sposarci subito dopo il raggiungimento della laurea. La società per cui lavoro, dati i miei risultati accademici, mi aveva già messo gli occhi addosso e mi assunse subito, facendomi partire già da un ottimo stipendio considerando il fatto che fossi neolaureato. La mie capacità fecero poi il resto ed adesso direi che posso vantarmi di percepire uno stipendio medio-alto che ci permette di non farci mancare nulla.
- A fare cosa Dani?
- Non importa, lascia perdere
Faceva sempre così, comincia un discorso in modo criptico e poi mi diceva lascia perdere, lasciando a me il compito di far uscire il suo pensiero.
- Dimmi davvero, che cos’è che vorresti facessimo? Dani ora sono curioso!
- Gio qui siamo a diecimila chilometri da casa e non ci conosce nessuno…
- E allora?
- Bè sai…le nostre fantasie magari qui, per una volta, potrebbero anche diventare realtà
- Quali fantasie scusa?
- Dai lasciamo stare….
Sinceramente non capivo in quel momento a cosa si stesse riferendo. Si girò a pancia in giù, la testa rivolta dalla parte opposta a quella in cui mi trovavo io. Mi alzai dalla mia sdraio ed andai a sedermi al suo fianco, cominciando ad accarezzarle dolcemente la schiena abbronzata.
- Dai Dani dimmi, a cosa stai pensando? Giuro che non ho capito!
La sentii sospirare
- A quelle che facciamo quando facciamo l’amore Gio…. a quello che immaginiamo!
Daniela è stata la prima e unica donna che io abbia avuto. L’ho amata da subito, e non ho mai desiderato altre donne all’infuori di lei. Con il tempo mi sono reso conto che da solo, con la mia attrezzatura al di sotto della media e con la durata delle mie performance più da centometrista che da maratoneta, non riuscivo a soddisfarla appieno. Così, facendo di necessità virtù, ero diventato un abilissimo linguista e per sopperire alle mie dimensioni avevo comprato in un sexy shop un fallo in silicone con cui mi aiutavo e la aiutavo. Spessissimo usando il fallo immaginavamo che ci fosse una terza persona insieme a noi che stesse possedendo Daniela. Era un gioco, per me semplicemente un gioco. Evidentemente Daniela non la pensava così.
- L’abbiamo immaginato centinaia di volta Gio…e qui avremmo, se vogliamo, l’opportunità di farlo per davvero. Non ci conosce nessuno, e sarebbe comunque solo per una volta.
- Dani davvero, un conto è una fantasia, un’altra è la realtà. E poi con chi penseresti di farlo? – lo chiesi così, pensando di metterla in difficoltà. Invece fu lei a metterci me.
- Magari il ragazzo che insegna danza caraibica….Secondo me lo fa anche con altre…non credo che solo noi abbiamo questo genere di fantasie
Daniela aveva preso lezioni di danza all’interno del villaggio, assieme ad altre signore e ragazze e ai pochi maschi appassionati del genere.
Restai in silenzio mentre la mia mano aveva smesso di accarezzarla. La gelosia verso quel ragazzo stava salendo già a livelli paurosi. Daniela si voltò e dietro gli occhiali vide il mio viso contratto.
- Lasciamo stare Gio, era solo un’idea… vado a farmi un bagno, ho davvero caldo! – e si avviò sul bagnasciuga verso il mare cobalto. Il mio sguardo era fisso sul suo sedere, per me perfetto, che ondeggiava coi suoi passi. Dentro di me sapevo, conoscendola, che la discussione non sarebbe finita così.
Quando la sera alle 18,00 cominciò il corso di danza avevo pensato ormai per tutto il pomeriggio a quello che mia moglie mi aveva detto. Ero geloso e tremendamente sospettoso. Così mi appostai in modo da non essere visto e mi sorbii tutta la lezione in attesa di vedere atteggiamenti equivoci da parte del dominicano nei confronti di mia moglie. In realtà il ragazzo aveva atteggiamenti equivoci con tutte le donne del suo corso, per cui mal comune mezzo gaudio mi tranquillizzai ed andai ad aspettare Daniela al bar, come convenuto in precendenza, per prenderci un ottimo cocktail prima di andare in camera e prepararci per la cena. Il giorno dopo avevamo in programma una visita su un isolotto avremmo dovuto svegliarci presto, per cui non avevamo programmi per il dopocena, e rientrammo in camera piuttosto presto.
Dopo la discussione del pomeriggio avevo voglia di lei. O forse era voglia di dimenticare la discussione stessa e di fargliela dimenticare. Quando fu nel letto cominciai ad accarezzarla ed a baciarla sul collo, sulle labbra di fragola, per poi scendere sulle sue tettine quasi adolescenziali, una seconda scarsa. Fu poi il turno dell’ombelico e dell’interno delle cosce, e finalmente le sfilai il perizoma e cominciai a baciarla ed a leccarla nella sua intimità.
Era bagnata, ma non riuscivo a farla godere. Avrei avuto bisogno del fallo in silicone ad aiutarmi, ma lui era rimasto a casa.
- Si si me lo porto….ma stai scherzando? Così quando passa la valigia al check-in i poliziotti si fanno due risate! – mi aveva detto Daniela quando avevo proposto di portarcelo dietro.
Le salii sopra e la penetrai. Le mi cinse con le braccia sulla schiena, ed io cominciai a muovermi meglio che potevo. Dopo poco sentii mio malgrado l’orgasmo salire, cercai di trattenermi, ma fu inutile. In un attimo Dani sentì il mio sperma riempirle la vagina, e nello stesso momento vidi il suo sguardo deluso che si posava su di me. Mi sentii tremendamente in colpa e cedetti.
- Sei proprio sicura che vorresti provare?
- Mi piacerebbe ma non ne sono per niente sicura… e poi mi sentirei tanto in colpa nei tuoi confronti, so bene che sei geloso. Però potremmo anche fare in un altro modo….
- Che modo?
- Penso che sarebbe giusto se quello che vale per me valga anche per te….
- Cioè?
- Che se io posso provare ad avere un altro uomo, e tu me lo permetti, è giusto che tu possa provare con un’altra donna….
- Dani dove la trovo un’altra donna io? Scherzi?
- Gio siamo a Santo Domingo… qui si trova tutto se uno vuole. Basta pagare non pensi?
- Oddio… allora facciamolo!
Mi abbracciò forte e mi diede un piccolo bacio sulle labbra. Poi andò a lavarsi ciò che le avevo messo dentro.
Il giorno dopo sembravamo due bambini che fanno piani per rubare le caramelle. Non sapevamo come fare, cosa dire, come organizzare. Prima di pranzo, mentre attraversavamo la zona comune del villaggio, Daniela vide Carlos, il maestro di danza. Mi fece un mezzo sorriso e determinata andò verso di lui, mentre io rimanevo fermo ad aspettare ad una ventina di metri, con in una mano la borsa di mia moglie e le salviette da mare nell’altra. Li vedevo chiacchierare ma non potevo sentire cosa si stessero dicendo. Vidi comunque lui rivolgere lo sguardo verso di me e sorridere più volte. Poi la prese per i fianchi e la baciò su entrambe le guance, mentre la sua mano scendeva verso il fondoschiena di Daniela.
- Ho organizzato, stasera alle undici viene da noi.
Era rossa in faccia, la voce tremava. Ma notai anche i capezzoli dritti sotto il due pezzi.
- Gio, se non vuoi non importa, non ne facciamo nulla. Possiamo sempre annullare tutto se non ci va
Fallo cretino, cogli l’occasione, annulla tutto. Dille che la ami da impazzire, che vivi solo per lei, per farla felice, per vederla sorridere. Che non vuoi condividerla con nessuno, che vuoi che sia solo e soltanto tua. Che vuoi che sia la madre dei tuoi figli, che vuoi invecchiarci insieme, che vuoi coccolarla per l’eternità. Invece feci solo un mezzo sorriso e ci incamminammo verso la spiaggia.
Alle nove avevamo già fatto cena e rientravamo in camera come due pensionati. Daniela si era tenuta leggera come se dovesse fare una partita di pallavolo, e io avevo lo stomaco chiuso per la tensione. Cominciò a guardare nel cassetto della biancheria per scegliere quella adatta. Non volava una mosca. Dopo aver indossato la biancheria più sexy che si era portata, scelse anche di mettere il tubino nero scollato. Nella mia mente si fece spazio il terribile pensiero che si stava preparando così non per me, ma per un altro. Un nodo mi si formò nella gola. Mi prese per mano.
- Gio è solo per stasera, per provare una volta ciò che abbiamo fantasticato insieme mille volte. Io ti amo, solo tu sei e sarai sempre mio marito. Lui sarà solo un un diversivo, come il fallo che abbiamo a casa. Cerchiamo di vederla in questo modo, forse sarà più facile per tutti!
- Dani spero di farcela, davvero! Non voglio deluderti o rovinarti niente, ma mi sento male al pensiero di quello che accadrà. Spero di farcela.
Alle undici meno cinque mia moglie andò per l’ennesima volta in bagno a fare pipì. Mentre sentivo scrosciare l’acqua del bidet bussarono alla porta.
- Gio apri tu per favore, un minuto e arrivo!
Riluttante mi alzai dal letto sul quale ero seduto e feci i cinque passi che mi separavano dall’ingresso, misi la mano sulla maniglia e aprii. Carlos aveva una camicia bianca e dei pantaloni neri ed era sorridente.
- Ola, soy Carlos – e mi tese la mano, che strinsi.
- Giorgio
- Se puede? – e fece un passo avanti per entrare. Mi misi di lato e lui passò. Daniela stava uscendo dal bagno, lo vide e gli sorrise. Chiusi la porta, non feci in tempo a girarmi che lui già le cingeva entrambi i fianchi con le mani. Deglutii acido e lentamente cercai di avvicinarmi.
Carlos non si perse in preamboli. Avvicinò la bocca a quella di mia moglie e cominciò a baciarla, come se io non ci fossi. Lei ricambiò il bacio, i suoi occhi mi cercarono per un istante, poi li chiuse lasciandosi trasportare.
Le mani di Carlos cominciarono a correre lungo il bel corpo di Dani, cominciarono a esplorarlo, in maniera anche un pochino rude. Poi smise di baciarla e si rivolse a me. Non capii le parole ma ne capii il senso, mi chiedeva di tirare giù la zip del vestito di mia moglie, voleva che io la spogliassi per lui. Mia moglie mi sorrise.
- Per favore Gio…. partecipa anche tu, stammi vicino….
Mi avvicinai e cominciai a spogliarla, era bellissima e potevo sentire il suo cuore battere all’impazzata. Carlos le sganciò il reggiseno, poi le mise le mani sulle spalle e la spinse dolcemente verso il basso. Lei si inginocchiò davanti a lui e con la sua dolce manina tirò giù la zip. Frugò dentro ed estrasse il suo pene già duro. Fece uno sguardo stupito, era il doppio del mio che tra l’altro era l’unico che avesse mai visto fino ad allora. Lo mosse su e giù, lo scappellò, chiuse gli occhi e fece sparire la cappella lucida nella sua bocca.
- Quitate la ropa!
Carlos mi disse di spogliarmi. Con riluttanza tolsi jeans e camicia. Fu poi il turno dei boxer. Quando me lo vide rise di gusto e io mi sentii morire. Prese Dani per le ascelle e la fece alzare, per poi farla sedere sul letto.
Mi indicò la fica di mia moglie, e capii che dovevo leccarla, prepararla per lui, che intanto si era tolto tutti i vestiti e si era inginocchiato di fianco a lei, che con ardore aveva subito ricominciato a succhiarlo mentre lui giocava col suo seno.
Sentivo la fica di mia moglie gocciolarmi in bocca, era bagnatissima. Sentivo il gusto meraviglioso dei suoi succhi, la sentivo pulsare, e per un attimo dimenticai tutto quanto e chiusi gli occhi. Quando li riaprii vidi Carlos che stava indossando un preservativo (per fortuna). Mi bussò sulla spalla e mi fece segno di spostarmi.
Lo vidi sovrastare mia moglie, il mio amore. Vidi la mano di lei spuntare in mezzo alla sue gambe aperte ed afferrare il pene enorme. La vidi mentre se lo dirigeva sull’imboccatura della vagina. Vidi il cazzo entrare inesorabile dentro di lei, centimetro dopo centimetro, mentre Daniela emetteva un gemito prolungato seguito da un sospiro.
Cominciò a montarla ed era una macchina. Daniela emetteva suoni gutturali, e dopo pochi minuti assistetti al suo primo orgasmo. Mi avvicinai a lei, le accarezzai i capelli, lei mi guardò con gli occhi sbarrati. Carlos la fece girare e ricominciò a montarla forte. Lei afferrò il mio cazzetto e cominciò a menarlo ed io venni quasi subito, come sempre. Poi mi misi da una parte, mortificato nell’anima, mentre mia moglie aveva il secondo e poi il terzo orgasmo. Con un grido il dominicano venne anche lui, per poi ricadere a fianco di Daniela, che gli si accoccolò contro stremata.
- Gio mi prendi qualcosa da bere? Anche per Carlos….
Mi alzai, presi l’acqua dal frigo bar e gliela porsi insieme ai bicchieri. Bevvero a turno a bottiglia. I miei occhi caddero sulla fica gonfia e arrossata di Daniela. Lei mi guardò per un solo istante, un instante eterno. Si mise a sedere e con la mano ricominciò a masturbare il dominicano. Incredibilmente l’enorme pezzo di carne si riprendeva sotto il tocco di mia moglie. Nessuno dei due mi considerò più. La monta riprese se possibile più forte di prima. Dani venne ancora e ancora. Alla fine lei era nuda e stremata sul letto, mentre Carlos si rivestiva. Aveva un’espressione sognante. Io mi sentivo morto dentro mentre finalmente richiudevo la porta.
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