Oltre il lavoro - Pt. 9

Scritto da , il 2022-09-02, genere dominazione

Lunedì
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Finalmente arrivò il lunedì, Emma non vedeva l'ora di andare in ufficio.
Aveva passato il week end a chiedersi se veramente voleva mettersi in gioco così tanto e annullarsi completamente per il suo capo, il suo Padrone.
Era costantemente eccitata e bagnata, non faceva altro che pensare a quanto fosse bello essere usata dal sul capo e quanto fosse desiderosa di soddisfare ogni suo perverso desiderio.
Si, voleva mettersi in gioco. Si, voleva desiderare di essere toccata da lui più di ogni altra cosa. Si, voleva essere portata al punto di far cadere qualsiasi inibizione ed essere completamente al suo servizio.
La gioia che le provocava questa prospettiva, era impagabile.

Dopo aver scritto il messaggio domenica mattina, si sentiva euforica e piena di aspettativa. Non si tornava più indietro ora. Passò la giornata a dedicarsi al suo corpo, per essere pronta per lui.
Fece anche un po' di shopping, solo gonne e vestitini eleganti da mettere in ufficio, rigorosamente senza mutande e solo con autoreggenti.
Aveva acquistato un paio di stivali che le stavano divinamente e non vedeva l'ora di farli vedere al suo Padrone.

Arrivò presto in ufficio, non resisteva più e voleva tenersi occupata.
Iniziò portandosi avanti con il lavoro e il programma della giornata che era abbastanza inteso.
Il suo capo aveva un appuntamento con un cliente per pranzo e già era in apprensione perchè non sapeva a che ora sarebbe tornato e se fossero riusciti a passare qualche momento insieme nel pomeriggio.
Sperava che lui le dicesse, anzi le ordinasse, di trovarsi all'appartamento la sera stessa, per una nuova sessione. Ci sperava davvero.

Per le 8:45 arrivò il suo capo passando davanti alla sua scrivania per entrare nel suo studio.
La guardò con un guizzo particolare negli occhi.
"Buongiorno Emma, sono contento di vederla già in ufficio questa mattina. Passato un buon week end?" disse salutando con un gesto anche Olga che stava arrivando dietro di lui.
"Buongiorno Sig. Perri, si grazie. Mi stavo portando avanti con il lavoro, è una giornata piena. Stavo per andare a prepararle il caffè". rispose Emma con quanta più professionalità poteva.
"Oh non serve grazie. L'ho bevuto prima di salire ed è meglio non esagerare." Si diresse sorridendo verso il suo studio. "Vada pure avanti con il lavoro, ci aggiorniamo dopo." Disse entrando.
Delusa Emma rispose "Si certo. Quando ha bisogno sono qui". Sperava che durante la pausa caffè lui le avrebbe detto di chiudere la porta, evidentemente doveva ancora aspettare.
Sentì l'ormai familiare calore iniziare a propagarsi nel suo basso vetre.
- E ancora non mi ha detto nulla - pensò Emma cercando di concentrarsi sull'ultima mail.

Lui non chiuse la porta del suo studio e quindi Emma poteva vederlo con la coda dell'occhio mentre lavorava, ed era certa che lui la stesse osservando.
Questa sensazione la faceva eccitare ancora di più.
Con molta calma e apparente nonchalanche, allontanò di poco la sedia dalla scrivania per permettere a lui una visuale migliore e, con molta lentezza scavallò le gambe per riaccavallarle dall'altro lato, tirandosi su leggermente la gonna dal lato che poteva vedere lui.
Voleva mettere in risalto gli stivali neri nuovi, alti fin sopra al ginocchio, messi sopra le autoreggenti coprenti anch'esse nere. Quando era in piedi non si notava nulla, la gonna era più lunga delle autoreggenti e non aveva apparentemente nulla di scoperto.
Solo lui poteva sapere che in realtà sotto era nuda, bagnata e pronta per lui. Sperava che la volesse vedere quanto prima senza gonna perchè sapeva di fare un figurone con quegli stivali e le autoreggenti.
Sperava di avegli dato un assaggio con quella mossa.
Mantenne lo sguardo fisso sul pc, come se quello fosse un gesto naturale e neanche lontanamente pensato per farsi notare dal suo Padrone.
Dopo qualche istante si girò verso di lui per vedere se la stava osservando ma scoprì che invece stava scrivendo qualcosa al pc e non la considerava minimamente.
Tornò al lavoro con Olga e Lucrezia che tra una mail e l'altra parlavano dei fatti loro.

Dopo un'oretta buona suonò il telefono. La lucina indicò che era lui.
"Si, Signor Perri, mi dica" disse Emma in tono gentile, incrociando mentalmente le dita affichè la chiamasse da lui.
"Emma per favore può venire un attimo qui?"
Emma sorrise dentro di se. "Arrivo subito".

Si alzò immediatamente e fu subito davanti alla sua porta. Bussò, anche se era aperta.
"Signor Perri, posso?" disse Emma.
"Venga Emma, chiuda la porta per favore".
- Siiiiii!!! - Pensò Emma girandosi sorridendo per chiudere la porta. Sentì il calore iniziare a pervaderla. Appena chiusa si abbassò e cercò il collare.
"No vieni direttamente qui, non ho tempo". Disse lui senza distogliere lo sguardo dallo schermo del pc.
Emma si inginocchiò e con fare sensuale, si avvicinò a lui a quattro zampe come le era stato insegnato. Si mise di fianco a lui, rimanendo inginocchiata, braccia dietro la schiena e sguardo basso.

Lui continuò a lavorare per qualche minuto che ad Emma sembrò infinito, scrisse qualche mail con lei sempre al suo fianco, immobile.
Emma cercava di respirare il meno possibile anche se sentiva che già era un lago e desiderava solo potersi toccare o essere toccata da lui.

Quando, con tutta calma, lui finì di scrivere, si appoggiò allo schienale della sedia e si girò verso di lei.
"Allora" disse mettendosi comodo con la sedia girata verso di lei. "Vedo che hai deciso di accettare. Sei convinta?" le chiese lui.
"Assolutamente si, Signore" si affrettò a dire Emma.
"Vedi" disse di rimando lui. "Dato quello che è successo e la possibilità che ti ho dato, voglio essere convinto da te che la scelta che hai preso sia ciò che desideri di più".
"E' quello che più desidero Signore" disse Emma. "Desidero essere la sua schiava, desidero soddisfarvi, desidero essere al vostro servizio, sempre."
"Si questo è quello che dici, ma voglio che tu mi dimostri la tua dedizione. Non sono ancora convinto che ti piaccia così tanto". Disse lui calmo. Emma pensò che la stesse mettendo alla prova e rispose.
"Signore, sono completamente e totalmente devota a lei. Mi piace poterla soddisfare, mi soddisfa e ambisco solo a quello. Le dimostrerò la mia totale dedizione e quanto mi piace soddisfarla."
"Ti piace soddisfarmi quindi?"
"Assolutamente si Signore. Desidero soddisfarla con tutta me stessa."
"E non desideri godere tu stessa?"
Ecco la domanda fatidica pensò Emma.
Certo che desiderava godere lei stessa, era ovvio. Gli orgasmi che lui le regalava erano incredibili. Ma non era solo quello ciò che voleva e lo sapeva, sapeva anche come rispondere.
"Signore, io non desidero nulla. Io desidero solo soddisfarla con tutta me stessa.
Io godo quando lei gode, quando il suo piacere viene raggiunto tramite il mio servizio. La cosa che mi fa godere è sapere di averla soddisfatta pienamente. Non merito nulla, non sono nulla e non ho orgasmi se lei non lo permette.
E so che se mi fa l'onore di permettermelo è perchè questo soddisfa lei. Se non dovesse soddisfarla vedermi godere, non vorrei godere mai". Fece una pausa e poi continuò.
"Il mio piacere è avere la possibilità di servirla. Avere questa possibilità è ciò che mi fa più piacere in assoluto, Signore."
Rimase con lo sguardo basso ma il sospiro di lui le fece intuire di aver risposto bene. Sperava di averlo convinto.
"Quindi ti fa piacere essere qui con me adesso?" disse lui.
"Assolutamente Signore. Aspettavo speranzosa questo momento, Signore". disse Emma bagnandosi di più.
"Dimostramelo". disse lui secco.
Emma senza aspettare un secondo di più si girò, mise la faccia contro il tappeto e alzò bene il sedere verso il suo Padrone inarcando la schiena. Era un lago, sentiva la sua figa pulsare e lui non l'aveva neanche chiamata troia.

"Voglio una tua dimostrazione di quanto sei devota a me, quanto ti piace servirmi e quanto è vero che preferisci far godere me piuttosto che godere tu. Devi convincermi.
Fino a quando non sarò del tutto convinto del tuo impegno e della tua devozione non avrai il permesso di toccarmi e io non ti toccherò.
Non mi faccio toccare da chi non lo desidera davvero e se non mi dimostri di desiderarmi come un disperso nel deserto desidera l'acqua, non ha senso la tua presenza qui."
Se non mi dimostri quanto sei servile, quanto sei disposta ad umiliarti e ad annullare il tuo piacere per me, non avrai mai il privilegio di essere toccata da me. Chiaro?"
Emma era ancora con la faccia schiacciata sul tappeto.
"Si Signore, le dimostrerò tutto Signore."
Emma stava iniziando a colare umori davanti alla faccia del suo Padrone.
"Bene. Passati due dita sulla figa velocemente e mostramele".
Emma eseguì velocemente e si girò per mostrare le dita al suo Padrone.
Lui le guardò da vicino, facendole sentire il suo respiro sulla pelle umida. Emma ebbe un fremito.
"Si vede che sei eccitata. Buon segno. Leccati le dita e vai" le disse lui continuando a guardarla.
Emma si leccò le dita piano e con passione, per far vedere al suo capo quanto desiderio c'era in lei.
"Sto immaginando che questo sia il suo cazzo Signore". disse Emma gemendo e leccandosi le dita con più enfasi.
"Brava. Per ora tutto quello che potrai avere è l'immaginazione. Ricomponiti e torna pure al lavoro." disse freddo lui, ma guardandola contento.
Emma eseguì ed uscì lasciando la porta aperta.

Per le 10:50 andò nella sala break per fare il caffè al suo capo, sperando di avere la possibilità di dimostrargli ancora quanto lo desiderasse. Era felice di dover fare questo tipo di dimostrazione al suo Padrone, non desiderata altro!
Fu delusa però perchè pochi istanti dopo si presentò nella sala anche lui per prendere il caffè.
"Signore glielo stavo per portare" disse Emma porgendoglielo.
"Grazie Emma, voglio fare una pausa dal lavoro e preferisco berlo qui. Buongiorno Alberto come stai?" disse salutando un collega che stava entrando.
Iniziarono a parlare tranquillamente come si fa tra colleghi ed Emma rimase tranquilla partecipando al discorso se occorreva. Era una normale conversazione tra colleghi ma la vicinanza con il suo Padrone stava facendo eccitare ancora Emma.
Arrivarono anche un altro paio di persone e si unirono alla pausa.
Emma capì che era normale per lui passare del tempo li con gli altri suoi dipendenti. Come un bravo capo si prendeva cura della sua azienda e sapeva le cose importanti di tutti. Si ricordava nomi di mogli, mariti e figli e chiedeva loro notizie.
Era sempre più affascinante pensò. Di certo nessuno, nel vederlo da fuori, poteva immaginare che avesse un lato da dominatore e che avesse dei desideri sessuali così perversi.

Sul tablet di Emma, che si portava sempre dietro, arrivò la notifica di una chiamata in arrivo.
Scusandosi con tutti si affrettò ad andare alla sua scrivania per rispondere.
Finita la telefonata arrivò il suo capo.
"Novità Emma?" chiese riferendosi alla telefonata.
"Nulla Signor Perri. Avevo chiamato stamattina la Giorgi spa per confermare l'appuntamento di oggi a pranzo ma ho dovuto lasciare un messaggio. Mi stavano dando la loro conferma."
"Ottimo. A proposito può controllare il loro fascicolo? Controlli che ci siano tutti i documenti, poi venga nel mio ufficio che controlliamo la presentazione per oggi."
"Lo faccio subito Signor Perri e la raggiungo". disse Emma.
Lui fece un cenno e tornò nel suo studio.
Emma si affrettò a controllare i documenti, mise a posto un paio di cose e bussò alla porta del suo capo.
"Eccomi Signor Perri ho controllato e ora mi sembra tutto a posto." disse Emma ad un suo cenno.
"Venga qui che controlliamo la presentazione" disse lui facendole cenno di sedersi sulla sedia di fronte la sua scrivania.
Delusa Emma si sedette senza problemi. Ormai il dolore era praticamente sparito e prese a controllare la presentazione con lui, la porta rimase aperta deludendo le aspettative di Emma.

"Vede, questi dati sono da correggere Emma." disse lui confrontando i dati sulla presentazione con i dati che gli stava fornendo Emma.
"Si Signore, nella presentazione non sono aggiornati."
"Esatto, non avevo il quadro completo, per questo ho voluto fare un controllo. Venga qui a correggerli direttamente sul mio portatile così è già pronto per la presentazione".
Emma si alzò e andò di fianco a lui, nel lato più nascosto della sua scrivania dove c'erano l'enorme schermo e la tastiera collegati al portatile, portandosi dietro i fogli del fascicolo per correggere i dati.
Non c'erano sedie, quindi Emma rimase in piedi, piegandosi in avanti per scrivere sulla tastiera.
Cercò di assumere una posizione sexy per il suo capo, bagnandosi per la vicinanza con lui e desiderando toccarlo ovunque.
Inizò a correggere i dati e nel mentre lui le chiese delle analisi in merito a quello che stava correggendo.
"Quindi nel mese di marzo la produzione è aumentata del 18% anzichè del 15%" disse lui.
"Esatto Signore, mentre nel mese di aprile ha avuto un aumento del 5%" proseguì Emma assorta nel lavoro. Stava cercando di pensare solo a quello per non pensare a quanto era bagnata e vogliosa.
Continuando la conversazione il suo capo prese una penna e da dietro la infilò nella vagina di Emma.
"Ahh." disse sorpresa lei che era talmente assorta nel lavoro che non aveva visto il movimento del suo Padrone.
"Shhh.. zitta cagna o ci sentiranno tutti" le sussurrò lui iniziando a muovere la penna dentro di lei. "Stai ferma e continua il tuo lavoro. Continua a fare l'analisi dei dati mentre li correggi. Voglio distrarmi un po'e vedere se ti piace veramente farmi distrarre".
Emma sospirò e sussurrò un "Si, Signore", dopodichè continuò a digitare.
"Quindi diceva Emma, com'è l'andamento della produzione nei mesi successivi?" disse lui con un tono di voce più alto.
"Ehhmm.." disse Emma sospirando. Lui la stava masturbando con una penna e lei godeva come una matta.
"Hanno avuto.. una lieve flessione.... nel.. ahhh" disse Emma con un filo di voce.
Lui si bloccò con il movimento e le mise la penna in posizione più orizzontale facendole un po' male.
"Voglio che continui a lavorare zoccola, non si deve rendere conto nessuno di quello che succede. E' solo una penna e voglio distrarmi, concentrati". disse lui inclinando sempre di più la penna.
"Hanno avuto una lieve flessione dei ricavi nel mese di maggio ma si sono ripresi nel mese successivo Signor Perri". Si sforzò di dire Emma. Se rimaneva concentrata sui numeri riusciva a non pensare ad altro.
Decise di intraprendere quella strada.

"Pronto per l'appuntamento Claudio?" uno degli altri soci dell'azienda si presentò davanti alla porta dell'ufficio del capo di Emma mentre lui la stava masturbando con una penna.
Il socio ovviamente non vedeva nulla perchè da quella visuale era tutto coperto dallo schermo, Emma capì che era stato arredato tutto appositamente per fare cose senza essere visti dall'esterno.
"Si, sto sistemando due cose con la signora Emma e sono pronto". disse Claudio. "Ci vediamo all'ascensore tra 10 minuti ok?" continuò.
"Perfetto a dopo. Buongiorno Emma." la salutò lui andandosene.
Emma nel mentre finì di correggere i dati ma non si mosse dalla sua posizione. La penna ancora dentro di lei con lui che la muoveva.
Lui tolse la penna e l'appoggiò sopra ai documenti che Emma aveva portato.

"Bene devo andare. Ci vediamo dopo pranzo Emma."
"S..Si signore" disse Emma cercando di ricomporsi.
"Ah un ultmia cosa" disse lui prendendo il portatile e il resto delle cose che gli sarebbero servite.
Le si avvicinò porgendole una scatola e girandosi con la sedia in modo che nessuno da fuori potesse vederlo e vedere la scatola. Solo Emma rimase esposta a chi fosse passato.
"Ora voglio che vai in bagno e ti metti questo." disse lui aprendo la scatola. Era un mini vibratore ovale con una canulina ad una estremità per facilitarne la rimozione.
"E' un vibratore molto tecnologico" disse richiudendo la scatola. "E' collegato al mio cellulare e mi arriva una notifica quando viene inserito e quando viene rimosso." disse lui porgendogliela. Emma era eccitata.
Un vibratore così piccolo sicuramente non poteva fare molto, ma era talmente eccitata che non si poteva mai dire.
"Ora lo vai a mettere e lo tieni su fino a che non te lo dirò io. Ovviamente lo posso controllare e attivare o disattivare dal telefono, quindi una volta che lo avrai inserito potrò decidere se farlo vibrare, quanto e se spegnerlo."
"Certo Signore, grazie." disse Emma con il cuore a mille. Sarebbe stato un pomeriggio difficile.
"Inutile che ti dica che non hai il permesso di godere e, dato che non ci sarò, non potrai neanche chiedermelo. Comunque per quanto tu possa essere cagna e troia dubito tu possa godere con questo aggeggio ma non si sa mai con te.
La cosa per cui ti avviso è che per quanto tu possa voler godere, non puoi toglierlo. Mi arriverebbe la notifica e lo saprei. Se lo togli, la considererò una grave mancanza da parte tua, da punire gravemente intesi?"
"Si Signore, assolutamente." disse Emma in preda al desiderio.
Era una prova, era determinata a superarla nel migliore dei modi.
"Ti sto dando la possibilità di dimostrarmi quanto desideri soddisfarmi e quanto per te non sia importante il tuo piacere personale ma il mio.
Se non te lo togli per masturbarti in mia assenza posso dedurre che forse il mio piacere e la mia soddisfazione vengono prima.
Io voglio divertirmi a giocare con questo vibratore e tu me lo farai fare felice."
"Certo Signore, sono ben felice di farla divertire". Disse Emma grondando umori.
"Allora vai". Disse lui dandole la scatola e girandosi verso la scrivania.
Emma lasciò il suo studio, appoggiò i documenti sulla scrivania e si diresse subito in bagno dove si infilò il vibratore. Non successe nulla, si lavò le mani e uscì.

Tornata alla scrivania il suo capo si stava incontrando con il collega all'ascensore.
Mentre parlava con il suo collega prese in mano il telefono ed Emma sentì una lieve vibrazione dentro di lei.
Arrivato l'ascensore, lui si voltò e la salutò con il cenno della mano. Emma sentendo un calore dentro di lei ricambiò il saluto.

Decise di andare a pranzo con i colleghi, almeno si sarebbe distratta e sarebbe stato più facile non pensare al vibratore dentro di lei.
La vibrazione lieve dell'inizio era aumentata dopo pochi minuti fino a quello che lei pensava fosse il massimo. Era rimasta fissa al massimo mentre Emma sbrigava le ultime faccende prima di pranzo non senza difficoltà.
Dopo poco si interruppe ed era un po' di tempo che non sentiva nulla.
Mentre prendeva il caffè con Olga iniziò di nuovo la vibrazione al massimo ed Emma quasi urlò per la sopresa.
"Tutto bene Emma?" le chiese Olga
"Oh si scusa. Pensavo di aver visto un insetto enorme" rispose lei bevendo il caffè.
Non si aspettava questa vibrazione improvvisa ma si abituò subito.
Aveva ragione il suo Padrone, non poteva godere con quella vibrazione anche se era al massimo. La portava giusto giusto al limite, al desiderio estremo di avere qualcosa dentro di lei che la montasse adeguatamente.
Ogni tanto Emma doveva controllarsi per non impazzire e scoprì che cercando di controllare la respirazione poteva gestire la situazione anche se il suo desiderio aumentava ogni secondo di più e voleva toccarsi e godere.

Ci fu un'altra pausa, dopodichè la vibrazione riprese al minimo. Era piacevole, la rilassava e la manteneva costantemente eccitata ma non da volersi scopare tutto l'ufficio di cattiveria.
Iniziò un momento in cui la vibrazione aumentava e diminuiva a intervalli irregolari e li Emma ebbe serie difficoltà. Quando la vibrazione era al massimo desiderava che non si fermasse mai e che qualcuno la scopasse li sulla sua scrivania.
Quando era al minimo non vedeva l'ora che aumentasse.
Stava iniziando ad avere difficoltà a mantenere la concentrazione.
Dopo gli intervalli irregolari la vibrazione rimase fissa al massimo.
Passarono i minuti ed Emma non riusciva a stare ferma.
Decise di alzarsi e andare a fare una pausa nella sala break ma proprio prima di alzarsi arrivò il suo capo e rimase immobile, la vibrazione sempre che scalpitava dentro la sua figa fradicia.

"B..Bentornato Signor Perri" le disse Emma. "Posso fare qualcosa per lei?"
"Si grazie Emma, venga nel mio studio tra un attimo per favore".
"Certo, arrivo" la vibrazione non diminuiva.
Emma aspettò paziente che lui si sistemasse. Vide che prendeva in mano il telefono e sperò che lo avesse fatto per spegnere il vibratore ma non ebbe fortuna.
Andò alla porta.
"Prego Emma, chiuda la porta" disse lui continuando a guardare il telefono.

Emma felice come non mai chiuse la porta e si mise a quattro zampe. Cercò il collare, se lo mise rapida e si affrettò a mettersi in posizione con il guinzaglio in bocca. La vibrazione non diminuiva e i suoi respiri erano sempre più brevi e ravvicinati.

"Com'è andato il pranzo?" le chiese lui sempre armeggiando con il suo telefono. "Togli il guinzaglio".
"Bene Signore, grazie per l'interesse. Sono uscita con i colleghi e tornata subito al lavoro". Le disse Emma.
"Nulla da segnalare?" disse lui indicando il telefono.
Emma capì che doveva fare la sua parte.

"Oh si Signore, ho urlato quando la vibrazione è ripartita al massimo dal nulla perchè non me lo aspettavo. E' stato bellissimo."
"E c'era qualcuno con te?"
"Si, Olga.. ho finto di essermi spaventata per un insetto."
"E ti è piaciuto pranzare in questo modo?" la vibrazione era fissa al massimo ed Emma faticava a stare ferma in posizione.
"Assolutamente si Signore. Mi sta piacendo molto". disse Emma cercando di controllare il respiro.
"Quando ti è piaciuto di più?" disse lui guardandola.
"Quando aumentava e diminuiva l'intensità signore. Gli intervalli irregolari mi facevano impazzire e mi hanno messa in difficoltà" rispose Emma.
"Così?" disse lui aumentando e diminuendo l'intensità senza sosta.
"Ahhh... Signore si.. esattamente così" disse Emma ansimando.
"Vorresti godere ora?"
"Ahh.. Signore, voglio far godere lei.. se le piace continuare voglio continuare così" disse Emma.
"Mettiti in posizione" disse lui continuando ad aumentare e diminuire l'intensità della vibrazione.
Emma eseguì contenta di potersi muovere anche se non come desiderava lei.
Lui si alzò e si avvicinò a lei per controllarle la figa bagnata.
"Sembri abbastanza bagnata, lo sei?" disse lui avvicinandosi con il viso e facendole sentire il suo fiato contro le labbra umide.
"Ahh.. si signore lo sono molto" rispose Emma dal pavimento.
"Se volessi scoparti entrerei senza difficoltà secondo te?"
"Ahh.. signore entrerebbe liscio come l'olio Signore" rispose Emma ansimando. Stava raggiungendo il culmine con quel cambio di intensità e pensare di essere scopata la eccitava ancora di più.
"Mmh.. peccato che non sia ancora convinto" disse lui lasciando la vibrazione al massimo e allontanandosi.

"Signore.." disse Emma mantenendo la posizione e iniziando a grondare. "Come posso convincerla?"
"Continua così puttana e vediamo.." disse lui sedendosi alla scrivania.
"Stasera alle 19:00 vediamoci all'appartamento. Finisci qui e vai diretta all'appartamento, non passare da casa. Quel coso non te lo togli chiaro?"
"Chiaro Signore, grazie per voler continuare a divertirsi con me fino a stasera" disse Emma con la faccia sempre schiacciata contro il tappeto.
"E all'appartamento non spogliarti tutta. Tieni stivali e calze." disse lui.
"Certo Signore, grazie. Speravo le piacessero".
Lui fece un altro paio di alternanze con la vibrazione e poi la portò di nuovo al massimo.

"Infilati la maniglia del guinzaglio nel culo e masturbati con quello. Rimani in quella posizione e simula le spinte di una scopata."
Emma senza tirare su la testa prese con una mano il guinzaglio e trovò subito la maniglia. Se la infilò nel culo e la tirò dentro e fuori muovendosi in contemporanea.
Iniziò ad ansiamare. La doppia penetrazione anche se in quel caso era minima, le piaceva parecchio.
"..Mmmhh...ahhhh.." iniziò a mugulare Emma.
"Più forte cagna... così si masturbano il culo le ragazzine" l'ammonì lui.
Emma ci mise più impegno e finse di essere scopata di buon grado.
Iniziarono a colare gli umori dalla figa tanto era bagnata.
"Ahh.. Signore, quanto mi piace Signore". disse Emma ansimando.
"Vorresti godere ora?" disse lui.
"Ahhh.. Signore penso che le.. piaccia vedermi così.. sono soddisfatta a saperla felice." Emma sapeva che lui voleva quella risposta.
Si chiese se non fosse quello il suo obiettivo. Farla arrivare a non desiderare neanche l'orgasmo pur di soddisfare lui.
Sarebbe stato difficile non desiderarlo neanche.
"Vorresti che ti scopassi?"
"Signore... " disse Emma continuando a muoversi e a masturbarsi. "Sarebbe stupendo poterla accogliere Signore."
"Quanto lo desideri?"
"Tanto Signore, tanto. Immagino che sia lei a scoparmi il culo, sfondandomelo e sto grondando di piacere" ansimò Emma.
"Bene. Ora ricomponiti e torna al lavoro." disse lui facendo finalmente diminuire al minimo la vibrazione e dando un po' di respiro ad Emma.
"Pulisci la maniglia del guinzaglio prima".
Emma obbedì e quando finì lui aumentò di poco la vibrazione e la invitò ad andarsene con un gesto della mano.
Emma si ricompose e riaprì la porta uscendo.

Dopo poco la vibrazione cessò.
Emma tornò a respirare e lavorare. Cercò di calmarsi e di ritrovare un po' di pace.
Quando passò un'ora senza alcun segnale del vibratore si preoccupo'.
Guardò dentro lo studio del suo capo e vide che era al telefono mentre scriveva al pc.
Decise di aspettare la fine della telefonata ed entrare con una scusa di lavoro.
Così fece e lui non la degnò di uno sguardo.
Prima di andarsene Emma si sporse verso di lui dall'altro capo della scrivania e disse "Signore se vuole rilassarsi dopo la telefonata avrei la soluzione".
"E quale sarebbe Emma?" le rispose lui sorridendo dietro lo schermo ma senza guardarla.
"Ci sono dei giochi sul suo telefono che sicuramente la faranno rilassare" gli disse piano.
"Mmh..Mmh" annuì lui.
Emma si girò per andarsene e accertatasi che fuori non ci fosse nessuno, alzò il dietro della gonna per far vedere il suo culo al suo capo mentre si allontanava.
Non sapeva se lui la stesse guardando o meno, ma decise di farlo ugualmente.
Poi come se nulla fosse tornò alla scrivania.
Lui la stava guardando eccome.
Riaccavallò le gambe lentamente e si tirò su la gonna per fargli vedere il suo culo nudo.
La vibrazione riprese.

Continuò ad intervalli fino alla fine della giornata lavorativa. L'aveva lasciata una quarantina di minuti senza vibrazione, ma per le 18:30 aveva ripreso al minimo.
Pochi minuti dopo lui la chiamò nel suo studio.
"Venga Emma, si sieda" disse lui indicandole la sedia. Niente porta chiusa, - peccato, ci rifaremo tra poco - pensò Emma.
Si mise comodo sulla sua sedia dietro la scrivania e guardò Emma che in risposta al suo sguardo scavallò le gambe e tirando su la gonna diede al suo Padrone una visuale diretta della sua figa fradicia.
"Allora Emma" disse lui abbassando il tono di voce per non farsi sentire dalle poche persone ancora rimaste a lavorare.
"Alle 19:00 devi essere nell'appartamento in posizione. Troverai due cose che voglio che indossi, lo capirai quando sarai li."
"Si Signore" disse Emma muovendosi leggermente sulla sedia mantenendo le gambe ben aperte. Aveva la vibrazione al minimo e la prospettiva della serata la stava eccitando.
Era tutto il pomeriggio che veniva stimolata e ora iniziava a smaniare un po' di passione.
"Stasera ti do la possibilità di dimostrarmi quanto ti piace servirmi e quanto sia più importante per te il mio piacere piuttosto del tuo.
Voglio vedere se veramente per te godere è un modo per soddisfarmi e basta. Sta a me decidere se voglio essere soddisfatto vendendoti godere come la troia che sei o frustandoti, chiaro?"
"Certo Signore, assolutamente". Stavano affrontando quella conversazione con la porta aperta, i toni erano bassi ma comunque chiunque avvicinandosi adeguatamente poteva sentire qualcosa. La situazione eccitava ancora di più Emma.
"Le dimostrerò che voglio solo servirla e soddisfarla, le dimostrerò quanto mi piace. Il mio corpo è completamente a sua disposizione per soddisfare i suoi desideri, che siano quelli di farmi godere o farmi soffrire, basta che lei sia soddisfatto."
"Lo vedremo, ti darò modo di dimostrarmelo. Ora vai che se ti azzardi ad arrivare in ritardo mi incazzo".
"Certo Signor Perri" disse Emma con tono di voce normale alzandosi. "Arrivederci".
E si congedò.

Alle 18:50 Emma varcò la soglia della porta dell'appartamento che questa volta era aperta. Il suo vibratore stava facendo le montagne russe tra momenti di vibrazione massima e vibrazione minima, per poi spegnersi e riattivarsi all'improvviso.
Emma stava impazzendo.
Respirò profondamente e iniziò a togliersi gonna, camicetta e reggiseno, lasciò come da indicazioni stivali e autoreggenti. Vide per terra degli oggetti. Il collare era diverso. Era alto e di pelle molto morbida.
Aveva delle fibbie per allacciarlo e due ganci, uno di lato che era attaccato alla catena del guinzaglio e l'altro che rimaneva dietro il collo che però era vuoto.
Emma non si fece troppe domande e lo indossò, immaginando di dover stringere le fibbie nei buchi più stretti. Così fece, la stringeva leggermente ma nulla di eccessivo. Era talmente alto che faceva difficoltà ad abbassare la testa.
Iniziò a bagnarsi.
Gli altri due oggetti, capì Emma, l'avrebbero messa seriamente in difficoltà.
Erano delle cuffie wifi dalla quale si sentiva già della musica al massimo volume proveniente da chissà quale dispositivo e una benda per gli occhi.
Emma capì che doveva aspettare il suo Padrone senza sapere quando sarebbe arrivato. La cosa la stava eccitando periocolosamente.

Mantenendosi carponi si posizionò al centro della grande sala, davanti al divano e indossò benda e cuffie, alienandosi completamente dal mondo.
Non vedeva ne sentiva nulla tranne la musica rock assordante che le pompava nelle orecchie.
Il vibratore prese a vibrare alla massima potenza, ed Emma cercò di controllarsi con dei lunghi e profondi respiri.

Iniziò a sentire l'intensità che aumentava e diminuiva incessantemente senza fermarsi ad un livello preciso neanche per un istante. Cercò di mantenersi concentrata e continuare a respirare.
Stava iniziando a colare gli umori, li sentiva scorrere nel suo interno coscia. E lui non era ancora arrivato.
Voleva con tutta se stessa almeno muoversi o toccarsi, ma sapeva di non potere e quindi rimase li, immobile, con le braccia dietro la schiena a non poter godere di quella dolce tortura.

La vibrazione si stabilizzò al minimo, ed Emma tornò a respirare piano e a rilassarsi.

-Sbaam- "Ahhhh!!!!" Urlò all'improvviso quando sentì un forte colpo sul seno.
Era arrivato, e l'aveva colta all'improvviso con una frustata sul seno. Emma per poco non ebbe un orgasmo.
Non sapendo se poteva parlare o meno, con la musica assordante nelle orecchie alzò il sedere e si mise le mani dietro la nuca come le era stato insegnato.
Immaginò che lui avesse qualcosa per colpirla e quindi doveva mettersi in posizione.

Un altro colpo sull'altro seno che fece saltare Emma che prontamente ritornò in posizione.
"Grazie Signore, la prego me ne dia ancora". Si affrettò ad urlare Emma con la musica nelle orecchie.
Lui le tolse le cuffie e le spense.
Finalmente Emma poteva dar riposo alle sue orecchie.

"Buonasera cagna" sentì dire mentre le arrivò un altro colpo sull'addome.
"Buonasera Signore. Grazie me ne dia ancora la prego" rispose Emma mentre la vibrazione aumentava di poco.
Un altro colpo sulla natica.
"Grazie Signore, ancora."
"Non sono convinto ti piaccia essere frustata". Le disse lui passandole la punta del frustino sui seni.
"Ahhh.. Signore mi piace davvero.. e mi piace anche non poter vedere se e quando arriva un altro colpo".
Le arrivò un colpo diretto sulla natica.
"Ahh.. Si la prego Signore, ancora". Disse Emma in tono di supplica.
Le piaceva davvero essere frustata, ogni colpo le dava un immenso piacere che associato alla vibrazione era una splendida tortura.
Non sentì nulla e non sapeva se lui ci fosse ancora o se ne fosse andato.
"Alzati"
Emma eseguì mantenendo però sempre le mani dietro la nuca.
"Voglio vederti bene vestita così. Hai pensato di farlo per me? Per il tuo Padrone?"
"Si Signore, ho pensato che potesse piacerle l'abbinamento. Speravo potesse pensare di trovarmi sexy e sempre pronta all'uso per lei."
Lui continuò a passarle il frustino per tutto il corpo, accarezzandola con quello, regalandole mille brividi.
"L'hai fatto perchè speravi che ti scopassi?" Le chiese lui girandole intorno ed accarezzandola con il frustino.
"L'ho fatto perchè speravo di farle piacere Signore, se per lei è un piacere scoparmi sono ben lieta di essere scopata. Se le piace di più frustarmi vestita così, sono felice di accogliere ogni colpo vogliate donarmi".
Rispose seducente Emma. Quelle carezze con il frustino erano stupende.
"Inizi a rispondere come una vera schiava, troia" disse lui facendosi strada con il frustino tra le grandi labbra grondanti di lei.
"E' quello che penso Signore. Sono una troia, la sua troia, e spero di diventare la sua schiava" disse docile Emma. Il frustino stava premendo sul suo clitoride e ad Emma inizavano a tremare le ginocchia.
Lui non disse nulla ed Emma non seppe che cosa stava facendo.
Ritornò dietro di lei e le fece sentire dietro la schiena qualcosa di morbido legato a qualcosa di freddo che sembrava una catena.
"Questo fa parte del tuo collare da cagna" le disse lui armeggiando e agganciando la catena al gancio vuoto del collare nuovo di Emma.
"Qui di sono due fascette per i polsi legate alla catena agganciata al tuo collare. Ti permette di tenere i polsi dietro la schiena come voglio."
"Grazie Signore" rispose Emma.
"Ora stringi i pugni che ti allaccio le fascette senza toccarti"
Emma eseguì e lui le allacciò le fascette e strinse il più possibile.
Così Emma era immobilizzata, e ovviamente obbligata a tenere i polsi più in alto rispetto a quanto li teneva in autonomia. - Almeno non devo sorreggere nulla - pensò contenta ed eccitata.
"Cosa ne pensi?"
"Sono eccitata Signore, essere obbligata a mantenere questa posizione mi rende ancora più sottomessa a lei. Potrò nuovamente muovere le braccia solo quando lo deciderà lei".
"Esatto troietta, è proprio quello lo scopo". Disse lui. "Ovviamente non puoi mettertele da sola, perciò se ti piace così tanto come dici, quando saremo qui, potrai chiedermi di legarti le braccia quando vuoi."
"La supplicherò Signore di legarmi le braccia. Voglio fare tutto il possibile per essere completamente sottomessa a lei Padrone."
"Ora le togliamo" disse lui toccando le fascette senza toccarle le mani.
"No Signore la prego, mi tenga legata la supplico." Stette al gioco Emma. "Non mi merito di muovere le braccia senza che lo decida lei, la prego".
"Che non te lo meriti lo so già" disse lui apparentemente seccato.
"Signore la prego, desidero rimanere legata. Lei ha provveduto a trovare questo collare per me e io desidero usarlo, la supplico Signore non lo tolga". Disse Emma.
"Hai centrato il punto, inizi a capire cosa voglio". Rispose lui allontanandosi.

"Cosa vorresti fare adesso troietta?" si sentì dire Emma.
"Mmh.. vorrei essere frustata Signore" disse Emma sapendo dove voleva andare a parare.
"Mmh.. e con cosa piccola troia?"
"Signore, se mi facesse la cortesia di frustarmi prima con il frustino a nove code per scaldare la zona e dopo con quello da fantino sarebbe stupendo".
"Lo desideri davvero?"
"Si, Signore, davvero. Lo desidero da tutto il giorno". Lui aveva ricominciato ad accarezzarla con il frustino.
"Non sono convinto".
"Signore, mi tocchi con il frustino, così può vedere quanto mi eccita l'idea di essere frustata da lei. Vedrà che il lembo del frustino sarà bagnato, e questo perchè non vedo l'ora di prendere i suoi colpi.
Desidero essere frustata senza vedere da dove arriverà il colpo, a sopresa è ancora più eccitante". "La prego, faccia la prova".
"Sei bagnata perchè hai un vibratore nella figa puttana!" disse lui premendole forte il frustino sul clitoride.
"Ahh.. padrone si ma non solo."
"Desideri la frusta puttana?"
"Si Signore, la desidero ardentemente."
"Scopala". disse lui facendola inginocchiare. "Col culo". Aggiunse.
La spinse con il frustino puntato nella schiena ad andare avanti fino a che Emma non si trovò di fronte al divano.
"Appoggiati al divano"
Emma si buttò prima di lato sul divano per poi mettersi comoda trovandosi a 90 con il petto sul divano e le ginocchia piegate.
L'altezza del divano era perfetta e le permetteva di tenere il culo ben alzato nonostante fosse per terra con le ginocchia piegate. Si appoggiò con una guancia alla seduta e aprì di più le gambe.
La vibrazione rimase a media intensità.

Lui senza troppi accorgimenti le infilò il retro del frustino dritto nel culo facendole un po' male perchè non era lubrificato.
"Ahh.." disse lei. "Ggrazzie Signore" si affrettò a dire.
"Io lo tengo fermo. Scopatelo e fammi vedere quanto lo desideri".
"Mmmhh.. Si Signore, lo desidero tantissimo Signore." iniziò a mugulare Emma. Scoparsi un frustino nel culo messa a 90 con le braccia bloccate dietro la schiena non era facile, ma aveva talmente tanto desiderio che si muoveva infilandoselo nel culo senza problemi.
"Ahh... si quanto mi piace Signore. MMhh.. lo desidero.. Ahhh... Signore grazie..." continuò a dire Emma mentre continuava a pomparsi il frustino.
Era talmente sovraeccitata che non perse neanche un secondo a pensare quanto fosse folle quella situazione in cui si stava infilando un frustino nel culo per pregare qualcuno a colpira.
Lui la stava sottomettendo e lei ci stava godendo tantissimo.

Lui mantenne il frustino fermo immobile mentre lei metteva tutta se stessa per scoparselo.
"Ti piace scoparti il frustino puttana?" le disse diminuendo la vibrazione
"Oh.. si Signoree... mi piace" rispose ansimando Emma. Stava facendo finta che le piacesse da morire come se fosse lui a scoparla.
"Volevi due tipi di frustino non è vero?"
"Oh si Signore ne volevo due per sentire meglio e sentirmi più troia Signore".
"Allora apri la bocca"
E le mise in bocca il retro del secondo frustino e lei iniziò a leccare prontamente. Non riusciva a muovere bene la testa ma provò a simulare un pompino mugugnando di piacere.

"Bene, mi hai convinto" disse lui dopo un tempo che ad Emma sembrò infinito. Tirò via i frustini dai suoi buchi e si alzò dietro di lei lasciandola ansimante sul divano.
"Ah Signore, la prego mi colpisca non resisto più" disse Emma. Era vero, avava bisogno di qualcosa per distrarsi dal piacere che stava provando tra la stimolazione del culo e il vibratore.
"Hai idee particolari sul dove?"
"Sul culo signore la prego, mi colpisca li e me lo faccia diventare viola come piace a lei" disse Emma agitando le chiappe ormai guarite.

Sbam
"Ahh.. si Signore, grazie la prego ancora"
Sbam
"Ahhh.. grazie Signore non si fermi la supplico"
Sbam
I colpi erano secchi e precisi ma non troppo forti, il giusto per farla eccitare.
"Ancora Signore la prego, graziee"


La vibrazione era al massimo e ogni colpo per Emma era come un piccolo orgasmo.
Continuò così fino a che tutto il culo fosse stato colpito più volte.
Senza dire niente ad Emma poi il Padrone passò al secondo frustino.
Dopo il primo colpo le disse: "Adesso non fiati e non ti muovi. Ti prendi le tue frustate e stai zitta a godere chiaro?"
"Si Signore grazie".
Partì il secondo colpo ed Emma fremette.
Non erano cattivi, da come la colpiva Emma capiva che lui lo faceva eccitandosi e la cosa eccitava anche lei.
Arrivati a 20 si fermò.
"Quanti sono?"
"20 Signore"
"Brava, fatteli bastare per oggi". disse allontanadosi da lei.

Emma rimase ferma immobile con il culo in fiamme e la vibrazione al minimo.
Lui la rimise in ginocchi e la fece tornare al centro della stanza, dopodichè le levò la benda.

"Forse sono convinto che sei felice nel servirmi. Sai che mi piace frustarti e hai fatto in modo che pensassi che piacesse anche te."
"Mi piace davvero Signore. Mi piace tutto quello che lei desidera farmi Signore." disse Emma mantenendo lo sguardo basso.
"Sai che mi piace metterti in difficoltà e hai accettato con piacere il vibratore per tutto il giorno. Non eri obbligata a chiedermi di attivartelo, ho apprezzato il modo in cui l'hai fatto."
"Anche io ho apprezzato Signore, tanto"
"Voglio fare un'ultima prova. Se la superi, sarò convinto del tuo piacere nel servirmi."
"Tutto quello che desidera Signore".
Lui si alzò, spense il vibratore dal cellulare e andò all'armadietto.
Emma tornò a respirare con sollievo.
Tirò fuori il macchinario del primo test e lo mise davanti ad Emma.
"Ti do l'opportunità di dimostrarmi qualcosa e di iniziare ad impararne un'altra" disse lui tirando la cordicella del vibratore e liberando finalemnte la figa di Emma.
"Mettiti qui sopra" Emma eseguì.
"Ti ho detto che devi imparare a gestirti i tuoi orgasmi. Stasera inizierai ad esercitarti e nei prossimi giorni andremo avanti. Oggi sei stata stimolata per tutto il pomeriggio e ti concedo di chiedermi di godere se vuoi.
Ricordati che hai una sola possibilità di chiederlo fino a giovedì.""Ora hai la possibilità di dimostrarmi quanto ti piace essere messa in difficoltà per me."
"Azioneò il programma e in questi 10 minuti io inizierò a masturbarmi davanti a te" disse tirandosi giù i pantaloni e prendendoselo in mano.
"Ricordi che non voglio che mi tocchi, quindi non azzardarti a muoverti per leccarlo" disse lui avvicinandosi a lei.
"Voglio che tu guardi il mio cazzo che si indurisce e viene segato davanti ai tuoi occhi senza fare nulla se non guardarlo. Voglio che lo fai mentre vieni stimolata e mentre sai che puoi chiedermi di godere.
Puoi scegliere se godere o continuare a guardare ed osservare il mio cazzo che si eccita vedendoti in difficoltà. Non voglio che muovi un dito, non voglio sentirti ansimare o respirare profondamente.
Voglio che stai immobile come una statua ad ammirare il mio cazzo e basta. Se vuoi puoi parlare solo per chiedermi di godere. Non puoi distogliere lo sguardo, non puoi fare nulla. Chiaro?"
"Si Signore, le dimostrerò quanto sono felice di farlo signore, non le chiederò di godere Signore, voglio che goda lei." Disse Emma.
"Beh se allora dici così". Disse lui azionando il programma.
Era quello più potente, Emma lo riconobbe subito, ebbe un sospiro di sorpesa che si affrettò a nascondere.
"Brava puttana, stai zitta e guarda" disse iniziando a segarsi a due millimentri dalla faccia di lei.
Emma mantenne fisso lo sguardo. Guardava quel meraviglioso cazzo, oggetto del suo desiderio, ingrandirsi ed indurirsi davanti a lei. Più lo guardava più lo desiderava e più sentiva il ritmo della vibrazione martellante nelle viscere.
Era difficile. Era già venuta con quel programma e dopo quella giornata non era facile resistere.
Non poteva gemere o respirare, non poteva scaricare l'eccitazione in nessun modo tranne che guardare la mano di lui che si segava con delicatezza.
"Sei una cazzo di puttana lurida" le disse lui aumentando il ritmo della sega.
"Una cagna in calore vogliosa"
Lei avrebbe voluto rispondere che si, era una cagna in calore e che voleva essere scopata da lui, ma non poteva e stette zitta a concentrarsi a gestire la sua voglia di godere.
I minuti passavano e il ritmo della vibrazione la faceva cedere. Respirava a stento cercando di trattenere ogni desiderio del suo corpo.
Dopo un po' lui la sorprese venendo e inondandola di sperma ovuque. Sul seno, sulla faccia, sull'addome. Lei ebbe l'istinto di aprire la bocca per raccogliere tutto ma si fermò in tempo. Restò immobile a guardare il cazzo del suo Padrone che si rilassava.
Lui mantenne tutto davanti a lei senza spostarsi. Sentiva l'odore di sborra e lo assaporava.
Finalmente dopo poco la vibrazione terminò ed Emma trasse un sospiro di sollievo.
Era riuscita a superare la prova voleva sorridere e ballare dalla gioia ma ancora una volta non si mosse.
"E brava puttanella.." le disse lui spostandosi e allontanandosi da lei per pulirsi. Emma rimase delusa, avrebbe voluto almeno pulirlo lei.

Si mise dietro di lei e le liberò i polsi.
"Grazie Signore" disse lei rilassando finalmente le braccia lungo i fianchi.
"Sei riuscita a dimostrami che ti piace soddisfarmi. Hai messo il tuo piacere dopo il mio non chiedendomi di poter godere. Abbiamo molta strada da fare ma sei su quella giusta."
"Dovrai ancora dimostrarmi quanto mi desideri e dovrai imparare a gestire il tuo piacere per non deludermi".
"Si Signore, imparerò bene Signore." Disse Emma senza muoversi.
"Ora ti rimetti questo." le disse porgendole il vibratore. Lei lo prese e lo infilò dentro la figa fradicia.
"A proposito di metterti in difficoltà, voglio essere sicuro che non ti masturberai quando sei da sola. Se vuoi dimostrarmi quanto ti piace servirmi, lo terrai fino a quando non te lo dirò io. Questo ti impedirà di masturbarti".
"Immagino tu voglia godere dopo oggi, ma io non sono d'accordo e preferisco che tu non goda". "Lo faccio perchè mi piace saperti in difficoltà. Avrai modo di dimostrarmi che mi desideri un'altra volta."
"Ora fammi vedere se ti piace la mia sborra"
Emma guardandolo iniziò a spalmarsi ovunque la sua sborra mugugnando di piacere. Iniziò a leccarsi le dita una per una.
"Signore, mi piace tanto la sua sborra e mi piace tanto quando me ne regalate così tanta". Disse Emma continuando a leccarsi e massaggiarsi.
Andò avanti ancora così desiderando di potersi infilare le dita come l'ultima volta.
"Ora rivestiti e vai a casa"
"Si Signore".

Ed Emma andò a casa, sporca di sborra, con il vibratore nella figa e eccitata come non lo era mai stata nella sua vita.

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