Oltre il lavoro - Pt. 8

Scritto da , il 2022-08-31, genere dominazione

Il giorno dopo
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Emma si svegliò di soprassalto, guardò l'orologio sul comodino, erano le 7 del mattino.
Provò a girarsi nel letto ma un dolore che aveva momentaneamente dimenticato non la fece muovere.
Piano piano realizzò perchè stava dormendo prona e perchè aveva dormito così male.
Le sue natiche erano davvero doloranti, non era riuscita nemmeno a mettersi i pantaloni del pigiama per dormire e le lenzuola le davano fastidio.
Probabilmente ora il dolore si stava manifestando completamente.
Non aveva mai sofferto così. Non aveva mai vissuto così tante emozioni contrastanti nello stesso momento. Era confusa, eccitata e amareggiata.
La serata precedente era stata la più emozionante ed eccitante della sua vita, aveva avuto l'orgasmo più potente che potesse pensare e aveva goduto immensamente.
Tutto fino all'ultimo step, quello della punizione, che sembrava aver cancellato il bello della serata.

Si tirò su sui gomiti e prese il telefono, rilesse il messaggio del suo capo, del suo Padrone. La voleva rivedere quella mattina e la cosa creava in lei emozioni diverse e contrapposte.
Era eccitata all'idea di vederlo, lo desiderava ardentemente, allo stesso tempo però era spaventata e terrorizzata da quello che lui avrebbe potuto o voluto farle.
Sapeva che non sarebbe riuscita a reggere neanche uno schiaffo o una palpata, avrebbe fatto troppo male, e si chiese come avrebbe fatto a superare la mattinata.
All'improvviso, si rese conto, non era più molto convinta di tutta la situazione.
Sarebbe stato sempre così? Avrebbe avuto frustate sempre peggiori per non aver superato prove impossibili? Davvero voleva quello? Ne valeva la pena?
Mentre rifletteva, sentì il familiare calore nel basso ventre e concluse che almeno una parte del suo corpo aveva già risposto alle sue domande.
Era già eccitata e ancora non si era alzata dal letto. Era proprio una cagna, una troia che voleva solo essere scopata.

Alle 8:58 era sul pianerottolo dell'appartamento. Aveva scelto un vestito con una gonna un po' svolazzante che non pesasse troppo sulle natiche.
Non aveva indossato intimo, tanto sapeva che non sarebbe servito. Era tesa, ansiosa. La sua figa era già bagnata ma il resto del suo corpo, soprattutto il suo sedere, tremava al pensiero di quello che sarebbe potuto succedere li dentro.
Si sentiva come se stesse andando al patibolo pensò, anche se chi ci doveva andare verametne non desiderava un cazzo che la scopasse. La serata precedente l'aveva confusa, questo era chiaro. Pensò che avrebbe avuto le idee più chiare una volta visto cosa l'avrebbe aspettata.

Mise la mano sulla maniglia, pronta ad aprire la porta e spogliarsi come le altre volte, invece la porta era chiusa e la maniglia non girò.
Pensò di aver sbagliato appartamento, era talmente fuori fase quella mattina che magari aveva sbagliato piano, controllò, era giusto.
Si era sognata tutto? Avrebbe dovuto presentarsi in ufficio?
Mentre rifletteva sul da farsi, la porta si aprì e apparve Claudio in maglietta e pantaloncini, più bello che mai. "Aveva dormito li?" pensò Emma, ma concluse che non erano affari suoi e che tanto non avrebbe mai avuto risposta alla sua domanda.
"Buongiorno Emma, ben arrivata, entra" le disse lui come se fosse una cosa normale rivolgersi così alla persona che aveva fatto frustare e sottomettere dal suo amico la sera prima mentre lui si godeva lo spettacolo.
"Ehm, buongiorno, io.... grazie" disse Emma titubante entrando. Non sapeva cosa dire o cosa aspettarsi.
Questo suo modo di comportarsi così gentilmente non era normale, e non sapeva neanche come rivolgersi a lui dato che l'aveva chiamata per nome.

Rimase ferma nell'atrio aspettando istruzioni, lui con un gesto della mano la invitò a proseguire verso il salotto. "Vieni" disse in tono gentile. "Andiamo in cucina a fare colazione".
Cosa?! Pensò Emma, cos'era tutto questo? Andare in cucina, così come due vecchi amici? Aveva tanto insistito perchè non voleva che lei stesse al suo stesso livello, che fosse sempre pronta all'uso e quindi senza vestiti, e ora la invitava ad andare in cucina con lui senza neanche spogliarsi.
Non disse nulla e lo seguì.
Essendo in piedi e non a carponi ebbe la possibilità di vedere bene la cucina super moderna e bellissima dell'appartamento.
La sera prima non aveva avuto un'ottima visuale e poi era troppo concentrata a non soffrire troppo sulla ghiaia per accorgesi dell'arredamento.
Sul tavolo c'era pane, frutta, marmellata, spremuta d'arancia e caffè. Emma era sempre più confusa.

"Avanti siediti mentre io prendo le posate"
- Oh no - Pensò lei. Ecco la prima difficoltà, sedersi era impensabile per lei in quel momento. Lui colse il suo momento di titubanza.
"Scusa stavo per dimenticare" disse lui andando verso il frigorifero.
- Scusa!? - pensò Emma. Era davvero sveglia? Da quando lui si comportava così? E perchè?
Dal frigo prese un cuscinetto a ciambella e lo fece vedere ad Emma.
"Con questo dovresti stare comoda, prova" disse mettendolo sulla sedia.
Emma lo guardava sconcertata. Aveva pensato a farla stare meglio? Si era addirituttura preoccupato di mettere in frigo il cuscinetto?
Lui colse anche la sua sopresa e le si avvicinò guardandola negli occhi.

"Immagino che non sia facile per te oggi stare seduta" disse avvicinando la mano alla sua guancia ed accarezzandola con una dolcezza che fece venire ad Emma un groppo in gola.
"Vedrai che nei prossimi giorni andrà meglio e prima di quanto pensi non avrai più nulla" continuò. "E' stato un po' pesante ieri sera me ne rendo conto" sospirò continuando ad accarezzarla.
Emma lo guardava negli occhi sempre più confusa e commossa. Quel gesto così dolce ed intimo la stava facendo crollare. Dopo il trattamento rude e cattivo della sera prima, non aveva capito quanto le mancasse un po' di dolcezza.
Stava per crollare perchè sentì gli occhi iniziare ad inumidirsi.
"Sei stata fantastica ieri, volevo che lo sapessi" continuò lui avvicinandosi sempre di più a lei. Lei iniziava a sentire il suo profumo di buono e il suo desiderio cresceva. Ma allo stesso tempo cresceva anche il suo scompenso e quando lui le si avvicinò per baciarle il lobo dell'orecchio, Emma iniziò a piangere.

Lui se ne accorse subito e iniziò ad asciugarle le lacrime con le dita.
"Tranquilla Emma, è tutto finito ora" le sussurrava piano.
"Mi dispiace Signore, mi scusi" singhiozzò Emma. "Mi perdoni, non so cosa mi succede, so che non è questo quello che vuole" disse staccandosi da lui e cercando di darsi un contegno. "Mi dia un momento e ci sono" continuò lei.
"Emma, non ti scusare vieni qui" le disse lui avvicinandosi di nuovo a lei e abbracciandola.
Non ce la fece ed Emma ricominciò a piangere singhiozzando e bagnando la maglietta di lui che la stringeva forte.
"SSSHhhhh, tranquilla piccola, tranquilla" le sussurrava lui.
"Mi dispiace" ripeteva lei tra un singhiozzo e l'altro.
"Non scusarti, lasciati andare, sono qui e va tutto bene" rispondeva lui.

Quando il pianto di Emma si calmò, lui la guardò in viso e le asciugò le lacrime.
"Va meglio ora?"
"Ss..si, penso di si, grazie" riuscì a dire Emma con un filo di voce.
"Ti va di farmi vedere?" le disse lui sempre gentilmente.
Emma non voleva, sapeva com'era conciato il suo sedere e non pensava che il suo Padrone si sarebbe eccitato a vedere il suo culo pieno di lividi e segni.
Continuò a guardala intensamente. Ed Emma si girò e tirò su la gonna del vestito.

"Grazie" disse lui girandosi verso il sedere di lei per vedere.
"Caspita, mi dispiace che sia andata così al tuo primo test. Ieri eri talmente eccitata ed eccitante che il tuo esaminatore non è riuscito a trattenersi"

Emma non sapeva cosa pensare, era un compliemento? Beh non le faceva molto piacere.

Si rimise davanti a lei e la guardò negli occhi.
"Capisco che forse come prima prova è stata un po' dura per te. D'altronde me lo avevi detto subito che non avevi esperienza in questo. Dimmi, è stata troppo dura per te?"
"No Signore" si affrettò a rispondere Emma spaventata. Non voleva sembrare inadatta, anche se era così che si sentiva.
"Emma, ti sto facendo la domanda da persona normale, non da tuo Padrone. Voglio sapere cosa pensi, senza conseguenze" disse lui serio.
"E' stata troppo dura per te ieri?" ripetè.
Era serio, voleva una risposta vera ed Emma capì di dover essere sincera.
"Signore, le prove in se no. Non penso di essere mai stata così eccitata come ieri sera, è stato bellissimo. Umiliante ma stupendo. Le prove erano difficili si, ma mi sono divertita. Mi sono resa conto che mi piace essere usata, dar prova di me stessa, conoscere i miei limiti e cercare di superarli."
Disse Emma cercando il coraggio di dire tutto ciò che pensava, chissà se mai avrebbe avuto occasione di parlarne così apertamente ancora in futuro, tanto valeva approfittare ora si disse. Continuò.
"La parte in cucina è stata dolorosa, ma se qualcuno mi avesse toccata per 30 secondi sarei venuta subito tanto mi eccitava la situazione. Ero li a vostra disposizione e a nessuno di voi imporava mentre io avrei voluto solo essere scopata li sul tavolo per tutta la notte." si trovò a dire Emma. Non riusciva a tenere a freno i pensieri e la lingua.
Stava proprio diventando una troia a tutti gli effetti, desiderava solamente essere scopata e dare e ricevere piacere di ogni tipo, in ogni forma.
Lui parve felice della sua risposta, così lei andò avanti.
"La parte dopo poi, quell'aggieggio è stupendo e vorrei riprovarlo. Ero talmente eccitata che non capivo più niente"
"Credimi" la interruppe lui "Si vedeva" disse soddisfatto.
"Sapere che vi piace mettermi in difficoltà mi piace da morire, e quella situazione mi eccita parecchio. Essere costantemente stimolata ma non poter dare sfogo ai miei desideri, allo stesso tempo soffrire per i colpi che so darvi piacere, non fa altro che aumentare il desiderio in una forma ancora più intensa che non si può provare altrimenti". Disse Emma.
"Se potessi godere quanto e come voglio" disse " non arriverei a desiderarlo così tanto. Non arriverei a non capire più niente e a desiderare solo ed unicamente godere e sicuramente l'orgasmo non sarebbe così intenso. Dopo averlo provato, tutti gli orgasmi avuti prima sembrano un semplice solletico in confronto." Fece una pausa, ora arrivava la parte difficile.
Sospirò e disse. "L'unica cosa, Signore, è che.." si fermò. Lo guardò. Aveva paura di dire le cose che pensava e di perdere tutto.
Non voleva rinunciare a tutto, non voleva perdere LUI. Oramai desiderava solo soddisfarlo.
Voleva veramente essere la sua troia, cagna, puttana. Qualsiasi cosa che potesse soddisfarlo.
Aveva bisogno della sua soddisfazione per andare avanti.
Desiderava ardentemetne lui e il suo corpo, ma più di tutto desiderava sapere di poterlo soddisfare anche se avrebbe voluto dire poterglielo leccare e basta per tutta la vita.

Di rimando lui con lo sguardo la incitò a continuare.
"L'unica cosa è che penso che la prova del secondo giro, fosse impossibile da portare a termine. Le biglie, il vassoio sottile. Non dico che debba essere facile, però è davvero complicato anche in condizioni normali. Certo, se l'avessi superata avrei avuto un premio e per questo la prova doveva essere difficile." Prese fiato per dire l'ultima frase "Però penso che la punizione sia stata esagerata".
Abbassò lo sguardo. Lo aveva detto, aveva detto ciò che pensava e ora era terrorizzata dalle conseguente.

Dopo qualche istante lui rispose: "Concordo". Emma non ci credeva.
"E' stata una punizione esagerata per te, per quello che hai fatto e per il fatto che sei alle prime armi. Una punizione di quel tipo è riservata per errori più gravi, o anche per errori meno gravi ma per chi è già abituato".
"Per questo mi dispiace e voglio farti una proposta".
Emma non capiva e continuò a guardarlo incuriosita

"Ti do la possibilità di scegliere. Se vuoi la finiamo ora e non mi devi nulla. Sei libera. Ho delle cose da fare a Roma e posso anticipare il viaggio che sarà di due settimane. Questo ti darà la possibilità di terminare il periodo di prova al lavoro, e poi andartene con lo stipendio pagato e quello che ti spetta di liquidazione. Non mi vedrai ne mi sentirai mai più, ne me ne i miei amici e il tuo esaminatore. Nessuno."
"Non mi dovrai risarcire del tempo che ti ho dedicato. Uscirai di qui, andrai al lavoro e questo sarà tutto."
Emma notò che mentre parlava la guardava con desiderio. Possibile che in realtà non volesse che lei mettesse fine a tutto?
"Se vuoi continuare" proseguì lui rianimandosi, "Stabiliremo che il massimo delle tue punizioni sarà come quella di ieri sera. Questo vuol dire che quel tipo di punizione, fatta in quel modo, quindi sentendo pienamente tutto il dolore con 80 colpi di qualsiasi tipo di mezzo, sarà il massimo che ti potrò fare e solo per eventuali errori gravi." "Con errori gravi intendo godere senza il mio permesso durante una sessione, non portare a termine un compito deliberatamente, rifiutarti di fare qualcosa e cose simili.
In ogni caso prima di un ordine ti dirò sempre se l'eventuale errore sarà considerato grave o meno. Ti dirò che nel caso in cui dovessi fallire sarai punita gravemente, così capirai come comportarti".
Emma si stava già bagnando copiosamente, e lui parve accorgesi che la seconda opzione le piaceva di più.
"Ricorda sempre e comunque che punirti è un atto di generosità nei tuoi confronti e quello che sto facendo è un atto di bontà verso di te. Tu sei la mia cagna e non dovrebbe importarmi quanto e se soffri."
"Si, signore. Lo so Signore, grazie" disse Emma guardandolo negli occhi piena di desiderio.
Avrebbe accettato, lo sapeva e lo sapeva anche la sua vagina che stava smaniando attenzioni.
"Tutto chiaro?" le disse lui
"Si Signore, tutto chiaro" rispose Emma cercando di tenere a bada le emozioni. Ora desiderava solo che lui la prendesse, non le importava quanto le avrebbe fatto male. Voleva solo sentirlo vicino a se e dargli piacere.
"Se deciderai di continuare" andò avanti lui "dato che hai superato il primo test, andremo avanti come stabilito e mi aspetto che tu sia sempre a mia disposizione per me e per chi desidero io. Le condizioni rimangono le stesse.
Non hai nessun diritto, nessuna richiesta, niente. Devi solo obbedire ai miei ordini e basta."
"Hai tempo tutto il week end per pensarci, riflettici e domenica sera mi dirai se eccetti di continuare o vuoi andartene. Se hai qualcosa da dire puoi farlo solo ora." La guardò invitandola a parlare.
"Grazie Signore. Ho una cosa da dire, se posso" disse Emma.
"Prego"
"Vorrei aggiungere una proposta." disse lei maliziosa. Aveva troppa voglia di lui, ma questa situazione in cui si parlavano apertamente le era piaciuta particolarmente, così disse.
"Ogni tanto, ad esempio un paio di volte al mese, potremmo ritrovarci qui come oggi per parlare apertamente? Solo in questa occasione, un'ora al massimo." "Mi permetterebbe di confrontarmi meglio e migliorare più velocemente ne sono sicura"
Disse Emma sapendo che mettendola in quel modo avrebbe fatto bella figura. Alla fine era vero. Parlare così apertamente con lui le dava la possibilità di capire molte più cose che a suon di frustate e sculacciate.

Lui sembrò sorpreso.
"Un paio di volte al mese dici?"
"Si signore, ma per poco tempo, non voglio impegnarla troppo." Disse Emma con fare malizioso.
"Non è normale che una schiava possa fare richieste lo sai". Rispose lui. "Si lo so Signore." disse lei "Lo chiedo perchè penso davvero che possa essere importante per la mia formazione".
"Ci penserò" "Mangiamo adesso" e si sedette a tavola come se nulla fosse.

Emma si appoggiò piano al cuscino che oramai non era più freddissimo e scoprì che in realtà le dava sollievo. Si rilassò e si rese conto di avere appettito. Alla fine non mangiava dal pomeriggio precedente.
Mangiò con gusto la colazione che lui aveva preparato e parlarono di lavoro come se fossero colleghi da tempo.
Finito di mangiare Emma propose di sistemare alzandosi.
"Lascia stare" disse lui. "Nel pomeriggio viene la signora delle pulizie e sistema lei" e si alzò anche lui.
"Ho detto in ufficio che avevamo un impegno per colazione" le disse avvicinandosi "Nessuno obietterà se arriveremo un po' più tardi".
Oramai era arrivato di fronte a lei e le stava sussurrando all'orecchio.
"Ieri mi hai eccitato così tanto che praticamente l'ho avuto duro tutta la notte" le disse solleticandole l'orecchio.
Emma si stava sciogliendo, lo desiderava tantissimo e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.
Aveva già accettato tutto anche se lui non aveva ancora risposto alla sua richiesta e non le aveva ancora chiesto quale fosse la sua decisione. Lei sapeva di volerlo e di voler continuare.

Avrebbe voluto saltargli addosso e scoparlo come mai prima, ma sapeva di non poter avere iniziativa, di non poter far nulla senza il suo permesso. - Anche se..- si disse. - In realtà lui l'aveva messa davanti ad una scelta e detto che
avrebbe voluto una risposta domenica. Quindi ora.. - Non ci pensò su due volte e iniziò a baciarlo con passione.
Lui rispose al bacio con altrettanto calore, infilandole la lingua in bocca e cercando la sua.

Mentre lei iniziava a toccarle il pacco già duro come il marmo si staccò dalla sua bocca e disse, per essere sicura. "Signore, ho tempo fino a domenica per decidere" "MMh..Mmh.." annuì lui baciandole il collo e palpandole il seno.
"Vorrei... " disse lei sospirando dato che lui aveva iniziato ad armeggiare sotto la sua gonna. "Vorrei" disse più decisa dopo che lui iniziò a giocare con il suo clitoride. "Vorrei fare la scelta giusta e vedere cosa mi potrei perdere se rinunciassi"
Lui si fermò un momento per guardarla.
La desiderava. Si vedeva. Aveva uno sguardo pieno di desiderio e il fiato corto.
Una mano ancora sotto la sua gonna e l'altra sul suo capezzolo.
"Vuoi vedere a cosa rinunceresti?" disse lui sorridendo
"Si Signore, sa, dopo ieri non ne sono così sicura. Vorrei sapere che tipo di rapporto sessuale mi perderei".
Emma stava sorridendo, stava giocando con lui e lui stava al gioco ed era bellissimo.
"Giusto". Disse tirandosi indietro e appoggiandosi al bancone della cucina.
Mentre si tirò giù i pantaloni disse.
"Come dicevo, ieri mi hai eccitato parecchio. Ora vieni qui e provvedi a ciò che hai fatto". Il suo cazzo era già duro ed eretto come un tronco.
Emma era in estasi e si affrettò ad inginocchiarsi davanti a lui.
Fortunatamente non doveva appoggiare il sedere per forza, quindi non abbe alcuna difficoltà a prenderlo in mano.
"Lecca e basta e non toccarlo con le tue mani luride" disse lui con fermezza, anche se stava sorridendo.
Emma non si face ripetere due volte, mise le mani dietro la schiena e senza distogliere lo sguardo dal suo iniziò a leccarlo piano. Passò la lingua su ogni centimentro di quel cazzone, dedicandosi anche ai testicoli e concludendo con la cappella alla quale dedicò più tempo.
Continuavano a guardarsi e lei vide l'espressione soddisfatta e goduriosa di lui.
Dopo poco tempo, lui iniziò a spigere dentro la sua gola il suo grosso cazzo.
"Ora succhia, troia" ed Emma iniziò a spompinare vigorosamente fino a quando dopo poco, troppo poco pensò Emma, lui le venne dritto in gola, riempendola di sperma.

Senza farsi dire nulla, Emma ingoiò tutto e iniziò a pulire in maniera certosina l'oggetto del suo desiderio, mentre lui le dava carezze sulla testa e riprendeva a respirare normalmente.
"Bene" disse lui. "Avevo bisogno di una bella svuotata". Disse facendola rimettere in piedi.

"Ora posso fare quello che desidero" disse portandola contro il muro della cucina e facendole appoggiare la schiena contro.

Emma non parlava, era solo in estasi, desiderosa che non fosse finito tutto solo con un pompino.

"Mi hai fatto eccitare per bene e ora vorresti vedere a che cosa rinunceresti..." disse lui con voce roca mentre iniziava a palparle il seno pesantemente e giocare con i suoi capezzoli.
"Vuoi vedere che cosa vorrei farti?" le sussurrò lui in un orecchio.
"Mmhh.. si Signore, sono curiosa" disse lei tra i sospiri eccitandosi ancora di più. Ormai era bagnata fradicia, lo sentiva anche senza bisogno di toccarsi.
Ma quanto desiderava essere toccata da lui.

La sua mano si insinuò sotto la scollatura del vestito di lei e lui le prese in mano un seno per poi stringere delicatamente un capezzolo tra le dita.
Questo gesto diede un fremito ad Emma che iniziò a strusciarsi contro di lui, ad avvicinarlo a se con le mani.
"Ei ei" disse lui. "Ferma. Ti faccio vedere quello che ho voglia di fare io a te, non ti ho detto di fare quello che vuoi tu".
Le disse facendola girare con la faccia contro il muro.
Con un gesto rapido le tolse il vestito.
Le appoggiò una guancia contro il muro e le prese le mani e le mise i palmi contro il muro di fianco al suo viso.
"Non mi puoi toccare con le tue mani luride da zoccola ok?"
"Si Signore certo" rispose Emma sempre più goduriosa. Quanto le piaceva quella situazione.
"Non muovere le mani, non girare la faccia, non fare nulla se non te lo dico io, chiaro?" Le disse continuando a palparle di buon grado il seno da dietro.
Stava sempre molto attento a non sfiorarle il sedere, ed Emma gliene fu decisamente grata.
"Assolutamente Signore, non mi muoverò" disse Emma iniziando a colare umuori dalla vagina.
"Molto bene" disse lui prendendole entrambi i capezzoli tra le dita delle mani e iniziando a stringere ritmicamente.
Emma iniziò a gemere. Era già un lago e stava colando, tormentarle i capezzoli non faceva altro che eccitarla maggiormente.
"Ora vediamo a che punto siamo" disse lui scendendo sul suo addome con una mano, rimanendo dietro di lei e continuando a pizzicarle il capezzolo con l'altra.
Tastò con due dita la sua vagina.
"Ahh.. piccola troietta, la situazione sembra piacerti.." disse lui con quella voce roca ed eccitata che a Emma faceva impazzire.
Oh quanto si sentiva desiderata e quanto desiderava che lui andasse avanti.
"Mmmh.. si Signore, mi piace parecchio"
Iniziò a premere con l'indice il suo clitoride, con una lentezza e delicatezza disarmanti che fecero impazzire Emma che tentò di muoversi per agevolare ed accelerare il movimento.
Tentò e basta ma non si mosse, non voleva rovinare tutto, quindi sospirò rumorosamente per scaricare un po' di eccitazione.
"Ecco brava" disse lui continuando piano. Una mano sul capezzolo e una mano sul clitoride che pizzicavano insieme. "Non rovinare tutto che poi non godi abbastanza".
Emma non riuscì a trattenersi "Come Signore?" domandò sperando di non aver capito male.
"Si Emma, puoi godere stamattina, quando e come vuoi. Devi solo avvisarmi e ringraziarmi ok?"
"Oddio, si Signore, grazie Signore" disse Emma eccitandosi ancora di più. Poteva godere quando voleva? Era un regalo bellissimo, non vedeva l'ora!

"Ok adesso taci" disse lui iniziando a masturbarla pianissimo con la punta di un dito. "Non voglio sentir parlare o troppi gemiti che mi distraggono, parla solo per avvisarmi e ringraziarmi". Iniziò ad aumentare il ritmo sempre con un dito solo.
Emma cercò di annuire mantenendo la faccia contro il muro, a lui sembrò bastare. Le dita diventarono due. Passava prima sul clitoride e poi entrava dentro di lei. Dentro, fuori, dentro fuori in un percorso lento ed inesorabile che facevano colare gli umori di Emma che si sforzava di non muoversi e non gemere.
Sospirava e basta, questo sembrava esserle concesso. Chiuse gli occhi per godere al massimo del momento. Cavolo lui era bravissimo e lei lo desiderava da morire.
Quando le dita passarono a tre, aumentò il ritmo fino a pomparla vigorosamente. Con l'altra mano non aveva mollato il suo seno che veniva palpato sempre più forte.

I sospiri di lei si fecero sempre più rapidi, era vicino all'orgasmo lo sentiva. Appena aveva iniziato ad aumentare il ritmo aveva iniziato a sentire l'orgasmo che stava montando.
Dopo forse un minuto così Emma sentiva che era il momento.
"Signore sto..."
"Si, Emma?"
Emma non ci credeva, stava riprendendo fiato e non riusciva a parlare. Aveva la bocca secca e ansimava. Lui si era fermato non appena aveva parlato e le aveva bloccato quello che probabilmente sarebbe stato un orgasmo con i fiocchi.
Non ci stava credendo.
La stava prendendo in giro?
"Io.. Signore.." disse ansimando. Era stata così vicina che sentiva la sua figa pulsare disperata e smaniosa di qualcosa dentro di lei.
"Mi devi dire qualcosa di importante? Ti ricordo che ti ho chiesto di star zitta" disse lui rimettendole le tre dita dentro lentamente e tenendole ferme.
Emma fece no con la testa e stette zitta. Non riusciva a credere di essere stata così vicina a godere e che lui l'abbia lasciata così a bocca asciutta.
Rimase in posizione, con lui dietro di lei che con una mano le teneva un seno e con l'altra aveva tre dita immobili dentro di lei.

Lui staccò la mano dal seno e portò il pollice delicatamente sopra l'ano, badando bene e non toccarle altro.
Emma era sconvolta. Avrebbe ricominciato? Veramente? Con anche il culo?
Ebbe la risposta alle sue domande subito dopo.
Con una mano manteneva il pollice premuto sull'ano, con l'altra iniziò a portare tutti i suoi umori dal clitoride fino all'ano. Passeggiando per le sue parti intime facendola impazzire.
Emma tornò a sospirare e basta, sforzandosi di non gemere e non muoversi.
Era troppo bello e smaniava che la prendesse e la scopasse e la facesse godere come aveva detto.

All'improvviso lui tolse le dita sia dall'ano che dalla figa ed Emma perse un respiro.
Subito dopo le infilò due dita nell'ano e di nuovo tre nella figa in un colpo solo e cominciò a pomparla in entrambi i buchi.
La doppia penetrazione piacque parecchio ad Emma che ricominciò ad avvicinarsi pericolosamente all'orgasmo. Era talmente eccitata che questi giochetti duravano poco.
Iniziò a respirare più rumorosamente e i respiri presero il ritmo delle pompate delle dita di lui. Era pazzesco quanto era in grado di farla godere con solo le dita.
Quando iniziò a sentire il calore ci riprovò speranzosa.
"Signore sto per godere!" Urlò tutto d'un fiato lei per non perdersi il momento.

"Ah scusa Emma non avevo capito" disse lui che nel frattempo si era fermato ed era uscito.

"Aaaaahhhrrr" non riuscì a trattenersi Emma sbuffando. Non poteva continuare a fare così!
"Shhhh.. non rovinare tutto, stai zitta" disse lui avvicinandosi al suo orecchio e mordicchiandole il lobo.
Le prese le mani e la girò verso di se.
La baciò con passione infilandole la lingua in bocca. Emma rispose al bacio anche se era troppo arrabbiata per gli orgasmi mancati, ma era troppo sconvolta e vogliosa per non assecondarlo.
"Vieni" le disse portandola verso il tavolo.

"Sdraiati a pancia in giù" le disse spingendola delicatamente a mettersi a 90 sul tavolo.
Emma eseguì senza fiatare. Aveva paura che lui la volesse prendere da dietro e che le avrebbe fatto troppo male alle natiche.
"Bene ora dovresti riuscire a girarti a pancia in su. Ti aiuto io"
Prendendole le gambe riuscì ad aiutarla a mettersi a pancia in su sul tavolo, mantenendo le chiappe fuori e quindi non facendogliele appoggiare. Emma gliene fu grata.
"Ora dovresti riuscire a tenerti le gambe così" disse lui tirandole su le gambe e facendole prendere i polpacci con le braccia. Era praticamente la posizione con cui era stata frustata sulla figa e aveva goduto come una troia.
Questo bastò ad Emma per bagnarsi ancora di più se possibile.
Era li, sdraiata sul tavolo della cucina, chiappe al vento e figa fradicia in faccia al suo capo, al suo Padrone. Ed era più eccitata che mai.
"Non muoverti" disse lui e si abbassò con la faccia verso la sua figa.
Con una mano continuò a masturbarla, mentre con la lingua iniziò a leccarle il clitoride.
Iniziò ad andare su e giù con la lingua, giocando con il clitoride. Tolse il dito dalla sua figa e ne mise due nell'ano, così potè continuare a masturbarla con la lingua mentre con le dita le masturbava l'ano.
Era bellissimo. Emma non poteva credere di essere più fortunata di così. Lui si stava dedicando completamente a lei ed era così bravo.
Si sforzò di mantenere la posizione senza muoversi. Non era comodissima ma in questo modo dava la possibiltà al suo Padrone di esplorare pieamente la sua figa e di godere dei suoi umori.
Non gemere era più difficile perchè se lui era bravo con le dita, lo era ancora di più con la lingua.

Iniziò ad entrare e uscire dalla sua figa alternando dita e lingua mentre con una mano rimaneva fissa nel sedere.
Era divino. Emma iniziò a respirare a ritmo.
E quando lui passò a giocare con il clitoride con la lingua mentre con tre dita le pompava la figa e con le altre tre l'ano Emma capì che stava arrivando il momento.
Era un ritmo forsennato e sperava potesse durare il più a lungo possibile.
"Signore, sto venendo!" Disse Emma tra i sospiri. Era talmente stremata che non riusciva neache a gridare.
Appena aveva iniziato a parlare il Padrone aveva smesso con la lingua e rallentato il ritmo con le dita.
"Nooooooo" non riuscì a trattenersi Emma. Era la terza volta che lo faceva e non poteva resistere.
"Shhh.." disse lui continuando piano con le dita nella figa, mentre l'altra mano con le dita nell'ano l'aveva tirata via.
"Stai per godere Emma?" le disse lui dolcemente continuando ad entrare e uscire dalla sua figa ora con 4 dita.
"Si Signore... mmmh... stavo per godere prima ma ora si è fermatoooo" disse Emma piagniucolando mentre lui continuava a pompare con le dita la sua povera figa.
"Non è forse meglio se godi con questo?" disse lui sorprendedola e infilandole il cazzo al posto delle dita.
"AHhh..." Sospirò felice Emma. "Ahhh.. si Signore, si.. GRAZIE!" disse felice lei.
"Immaginavo" disse lui sciogliendo la posizione di Emma mentre continuava ad entrare e uscire piano da lei.
Le prese le gambe con le mani tenendole su per le coscie.
"Metti le mani dietro la testa e tieniti all'altro capo del tavolo" Emma eseguì subito. "Non ti azzardare a staccarle. Per il resto ora puoi muoverti, e fare quello che vuoi" disse lui iniziando ad aumentare il ritmo.
Emma fu ben felice di farlo e iniziò ad assecondare le sue spinte desiderosa di essere riempita dal suo cazzo.
"AHhh... AHhh.. Siii.." iniziò a gemere.
Il ritmo aumentava e l'intensità con quello.
Lui lasciò la presa di una gamba di Emma che rimase al suo posto e iniziò a strizzarle il clitoride con due dita mentre continuava a pomparla.
"Signore... Ahhhh.. Signore sto per godereeeeeee!!!" Urlò Emma in preda all'estasi.
"E allora godi Emma" disse lui aumentando ancora il ritmo fino a diventare forsennato.
"Ahhhh.. grazieee.. grazie Signoreeeeeeee... AHhhh" Emma finalmente ebbe l'orgasmo tanto desiderato.
L'essere stata bloccata ogni volta prima non fece altro che aumentare l'intensità del suo orgasmo che sembrò infinito.
Lui non diminuì la presa, continuò a scoparla con la stessa intensità. Dato che si era svuotato prima poteva reggere per molto tempo ed Emma ne fu felice.
"AHhhh... Signore graziiieeeee"
Emma non capiva più nulla. Stava godendo come la troia che era, con il suo Padrone, e non era mai stata più felice.
L'orgasmo sembrò non finire mai. Il suo Padrone continuava a scoparla e i preliminari di prima sembravano aver dato origine ad una serie infinita di orgasmi multipli.
Emma non smise un secondo di ringraziare il suo Padrone e quando lui diminuì l'intensità Emma ricominciò ad aprire gli occhi e a cercare di respirare normalmente.
Notò che il tavolo si era spostato dall'altra parte della stanza a furia di spingere ma lei nel mentre non si era resa conto di nulla.
"Sei proprio una cagna in calore" le disse lui togliendosi da lei ed iniziando a segarsi.
Emma capì e volò subito giù dal tavolo per prendere tutta la sborra del suo Padrone che l'aveva appena resa così felice.

"Voglio sborrarti ovunque lurida cagna" disse lui continuando a segarsi. "Strigiti le tette". Emma eseguì ed un istante dopo sentì il calore del suo liquido su tutto il petto e poi in faccia.
Iniziò a leccarsi il liquido che colava dalla faccia mentre lui continuava a sborrarle addosso.
Quando lui smise, fece per avvicinarsi a lui per pulirlo.
"Aspetta, voglio guardarti così piena della mia sborra". "Fammi vedere quanto ti piace"
Emma iniziò a spargersi la sborra che stava colando per tutto il corpo. Si sparse tutto sul seno, massaggiandoselo per bene. Poi passò al viso spargendosi quello che restava.
Quello che le rimase sulle dita iniziò a leccarlo come se fosse la cosa più buona del mondo, senza staccare gli occhi da lui.
"Ora prendi un po' di sborra con le dita e infilatele nella figa"
Emma eseguì senza farselo ripetere. Aveva goduto come una troia ma sembrava non bastarle mai.

Iniziò a masturbarsi con due dita, mentre era sporca della sua sborra. Con una mano iniziò a massaggiarsi il seno pieno di sperma, mentre con l'altra iniziò a masturbarsi di buon grado.
Non smise un secondo di guardarlo e lui non si perse nessuna sua mossa.
Emma iniziò ad ansimare e gemere chiudendo gli occhi. Inserì un terzo dito nella figa e aumentò il ritmo.
"Signore" disse apredo gli occhi e guardandolo. "Sto per venire di nuovo" disse lei con un mezzo sorriso iniziando a premersi il capezzolo con la mano libera.
"Sei proprio una troietta insaziabile. Aspetta e dimmi a cosa stai pensando"
"MMh.." disse lei ansimando. "Al vostro cazzo padrone. A quanto è stato bello averlo dentro di me e aver goduto con voi che mi scopavate così forte" Disse Emma aumentando il ritmo ed ansimando.
"Signore, sto venendo"
"Apri gli occhi e guardami mentre godi con la mia sborra dentro"
Emma aprì gli occhi e si lasciò andare ad un altro orgasmo, molto meno intenso dei precedenti ma soddisfacente.
"Ahhh.. grazie Signore... ahhh.. Grazie"
Disse Emma prima di diminuire il ritmo e tirare via la mano.
Iniziò a leccarsi le dita, pregne dei suoi umori misti alla sborra di lui.
Lui rimase colpito, la guardò con desiderio fino a che non abbe finito.
"Ora puoi pulirmi" disse lui. Ed Emma eseguì felice come la cagna che era.

"Ora alzati" disse lui.
Emma eseguì.
"Li dietro c'è un bagno di servizio. Pulisciti e rivestiti" le disse prendendole il vestito da terra.
"Quando finisci esci dall'appartamento e vai diretta in ufficio. Ci vediamo li tra poco".
"Si Signore" disse Emma.

Lui si girò lasciandola li piena di sperma e soddisfatta.

Arrivata in ufficio Emma si sentiva stranissima. Aveva appena avuto un'esperienza sessuale incredibile qualche piano più sotto con il suo capo e non poteva dire niente.
Avendo avuto la mattina impegnata Emma aveva un po' di lavoro da recuperare e ci si dedicò subito, almeno non doveva pensare troppo.
Sedersi alla scrivania era una tortura e cercò di non doversi mai alzare.
Dopo una decina di minuti dal suo arrivo arrivò anche il suo Padrone. Salutò tutti e si ritirò nella sua stanza a lavorare.

Arrivò subito l'ora di pranzo, ma Emma decise di non seguire i colleghi per recuperare il lavoro. Probabilmente era dello stesso avviso anche il suo capo perchè non accennò ad uscire dal suo studio.
Mangiò qualcosa nella sala break e tornò al lavoro.
Alle 17:50 suonò il suo telefono. Era lui.

"Emma prima di andare a casa può venire un attimo?"
"Subito Signor Perri"

"Oggi non si è fatto vedere. Tutto ok stamattina all'appuntamento?" le chiese Olga che aveva sentito la telefonata.
"Si assolutamente" rispose Emma ripensando alla mattinata. "E' andato tutto molto bene. Ci sono un paio di questioni in sospeso che verranno definite lunedì. Il Signor Perri poi aveva del lavoro da recuperare".
"Bene, sembri esserti ambientata bene per la prima settiamna, i miei complimenti. Sono felice per te" rispose Olga salutandola.
"Grazie!" disse Emma dirigendosi nell'ufficio del suo capo.

"Prego Emma, chiuda la porta per favore".
Il cuore di Emma fece un balzo felice.
Emma si voltò e chiuse la porta. Fece per abbassarsi e lui la fermò.
"Non c'è bisogno ora. Vieni e siediti qui" disse lui indicando la poltrona di fianco al divano al quale era seduto lui.
Emma si avvicinò e guardò la poltrona con sofferenza. Tutto il giorno in ufficio era stata dura e sedersi di nuovo non era facile.
"Preferisci stare in piedi?" le disse lui.
"Se non è un problema Signore, dato che me lo ha chiesto, si per favore." disse Emma con tono di scuse. "Potrei inginocchiarmi magari?" disse Emma cercando una soluzione.
Lui si alzò mantendo il tavolino di fronte al divano tra di loro.
"No va bene così. Siamo in una sorta di pausa e per ora possiamo stare in piedi. Apprezzo la tua idea però" disse lui guardandola.
"Ti ho chiamata qui per dirti alcune cose prima che vada via."
"Si Signore."
"Quello che è successo stamattina non è quello che succederà sempre se decidi di accettare le condizioni." disse lui serio.
"Probabilmente ricapiterà qualcosa di simile, ma di certo non avrai sempre il permesso di godere quando vuoi. Godere per te è un privilegio che solo io posso concederti quando e come lo decido io."
Voglio che impari a trattenerti e a controllare i tuoi orgasmi al meglio. Oggi mi avvisavi che stavi per venire quasi subito e questo non va bene. Se voglio usarti il gioco deve durare altrimenti non raggiungo il mio scopo. Se voglio scoparti per svutarmi le palle non devo avere il problema di te che godi se non voglio. Se voglio passare la mattinata a mastrurbarti
perchè mi diverte, non devo dovermi fermare ogni tre secondi. Chiaro?"
"S..si Signore"
"Ci arriveremo non preoccuparti. Volevo avvisarti che oggi è stata un'eccezione e che difficilmente ti ricapiterà l'onore di poter godere senza chiedere il permesso prima."
"Certo Signore lo so, grazie" disse Emma. Si stava eccitando. Più lui parlava di negarle il godimento, più lei si eccitava.
"Accetto la tua richiesta. Due volte al mese di incontreremo all'appartamento, per un'ora. In quell'ora parleremo apertamente e ci confronteremo.
Per ripagarmi di questa cortesia che ti faccio, dopo l'incontro faremo una sessione di mezz'ora, dove non ti sarà mai permesso di chiedere di poter godere, e dove dovrai dimostrarmi quanto sei riconoscente di quello che sto facendo per te. Se dovessi godere li, sarà considerato un errore grave, da punire al massimo. Tutto chiaro?"
"Si Signore."
"Se deciderai di accettare, lunedì mi troverai in ufficio come sempre e giovedì avrai il secondo test, con due padroni che dovrai soddisfare. Nel caso prima parleremo del test per prepararti."
"Se deciderai di accettare, sappi che potrai chiedermi di godere una volta sola fino alla fine del test, test escluso ovviamente. Li non puoi chiedere nulla. Sappi già quindi che nel caso, ti aspetterà una settimana lunga.
E ricordati che anche se chiedi il permesso, non è detto che te lo dia, quindi dovrai giocarti bene questa carta."
"Certo Signore, grazie dell'avvertimento" rispose Emma sempre più bagnata.
"Se non vorrai accettare, lunedì mattina non sarò in ufficio e non mi vedrai più." Deglutì - Gli dispiaceva l'idea? Pensò Emma - "Chiaro?"
"Si Signore, è chiaro."
"Bene" disse lui superando il tavolino che li separava e mettendosi di fronte a lei.
Senza dire nulla le mise una mano sotto la gonna per tastare le sue parte intime già bagnate che fremettero al suo tocco.
"Sei proprio una troia lo sai vero?" disse lui massaggiando piano solo con i polpastrelli.
"Si Signore lo so.." disse Emma sospirando.
"Tienilo a mente mentre pensi a cosa fare." disse lui continuando. "Tieni presente quanto ti eccita soddisfarmi e quanto ti bagni quando mi devi servire. Quanto ti piace essere la mia cagna, essere a mia disposizione.
Quanto desideri che io ti tocchi e ti scopi."
"Ahhh.. si lo.. ahh.. lo tengo a mente Signore"
"Ricordati quanto sei troia, quanto desideri che io sia soddisfatto e quanto vorresti essere la mia schiava definitivamente." Aveva iniziato ad entrarle nella figa con un polpastrello soltanto.
Emma già era in estasi.
"Ricordati quanto godi quando ti insegno le cose e quando ti mostro ai miei amici. Quando desideri soddisfarli tutti perchè sei una troia vogliosa e insaziabile. Ti abituerai alle punizioni, ti ci farò abituare io."
"Renditi conto di quanto sei troia e zoccola, quanto vuoi il cazzo." Spinse il dito fino in fondo. "Quanto vuoi il mio cazzo" disse spingendo fortissimo.
"Ahh.. si signore". Emma fremeva.

Lui di colpo si tolse e si leccò le dita.
"Bene, aspetto un tuo messaggio domenica Emma." disse lui tornando alla scrivania.
"Buon week end" e la liquidò.

"Si Signor Perri, buon week end anche a lei" rispose Emma avvicinandosi alla porta ed uscì.

Domenica arrivò veloce, Emma era impaziente. Non aveva fatto altro nel week end se non pensare al suo futuro e alla sua decisione.
Il dolore al sedere stava diminuendo e il peggio era passato.
Ora voleva scrivere la sua risposta e andare avanti.
La mattina di domenica quando si sveglò, per prima cosa prese il telefono e scrisse il messaggio.
"Accetto".



E' passato un po' dalle vicende di Emma me ne rendo conto. Spero che il racconto vi sia piaciuto ugualmente e che vi abbiano fatto eccitare. Accetto critiche e suggerimenti!



















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