Autobus terzo Episodio

Scritto da , il 2022-05-12, genere etero

Faccio una premessa, questi racconti potrebbero comunque essere inseriti anche in altri generi ma preferisco inserirli in etero)
Nei giorni avvenire, mi reco al lavoro prendendo solo mezzi pubblici e quello che mi frullava come pensiero oramai era una realtà su molti autobus di Napoli, accadevano cose molte sconce.
Era un giorno di maggio e dato che non dovevo andare a lavoro, perché dovevo fare una visita specialistica al II Policlinico di Napoli, mi piangevo le occasioni mancate che avrei potuto avere sull’ R2, ma pensai, la salute prima di tutto, in quel periodo però si presentavano le domande per l’ammissione sia ai corsi di laurea magistrale in medicina sia ai corsi di laura triennale per scienze infermieristiche, giunsi a Piazza Garibaldi e chiesi ad alcune persone quale autobus potevo prendere per il II Policlinico e mi indicarono l’OF, aspettai alcuni minuti e notai che l’OF era pronto per partire, erano quasi le 07.30 del mattino, e non vi era già posto per sedersi, allora scelsi di mettermi al centro dell’autobus, dopo circa 10 minuti notai che questo autobus si riempi di ragazze e donne che dovevano tutte andare nella zona ospedaliera, mi voltai verso il finestrino e notai una ragazza universitaria che era seduta sul sediolino e invece di appoggiare la testa sul lato finestrino aveva appoggiata la testa sull’asta che dava sostegno alle persone che stavano in piedi, non ci feci caso, ma casualmente venni spinto e urtai con il mio bacino sulla spalla di questa ragazza, (subito pensai che figura di merda, mi ero dimenticato che non dovevo prendere l’R2 e quindi mi ricordai che avevo i boxer abbassati sotto le palle), lei non si scompose e dopo alcuni secondi venni urtato nuovamente e stavolta il mio bacino urtò violentemente la spalla della ragazza universitaria, la quale anche stavolta non si scompose, Lei, era di una statura media, capelli biondi lunghi, portava degli occhiali da vista, un pantalone elasticizzato color carne e una magliettina di cotone color panna. Oramai si erano fatte le 7.45 e le persone si lamentavano che l’autobus non partiva e che si continuava a riempire. Mi misi in posizione più comoda per me, ma ad un tratto venni nuovamente spinto da una donna e praticamente il mio bacino era schiacciato sulla spalla dell’universitaria, la quale anche in questo frangente non si scompose. Dopo altri 5 minuti di spintoni, finalmente l’autista si degnò di mettere in moto e partire, il tremolio dell’autobus faceva sì che il mio cazzo moscio un po’ alla volta sfregando sulla spalla della ragazza iniziasse a gonfiarsi, e dopo circa 10 minuti, prima di entrare in Tangenziale si voltò e mi guardò, ovviamente non poté notare il rigonfiamento dei miei pantaloni. Ormai il cazzo era duro ed io, maturai dentro di me la decisione di provare a stuzzicare la ragazza che fino a questo punto non mi aveva detto nulla, e quindi iniziai a strofinare il mio cazzo nella parte interna(petto)della sua spalla sinistra, facendo dei piccoli movimenti e l’attrito del mio pantalone sulla maglietta di cotone, provocò una durissima erezione al mio cazzo tanto che riuscii a raggiungere anche la parte alta della sua mammella destra. La ragazza, all’improvviso con un gesto molto naturale si aggiustò i capelli sulle spalle e con questo gesto lei utilizzo la sua mano destra per accarezzare il mio cazzo duro, io ebbi una vampata di calore, e notai che anche lei diventò rossa in e con l’altra mano mentre si toccava i capelli per toccarmi il cazzo duro si porto l’indice sulle labbra e lo inizio a leccare con la punta della lingua e lo fece scivolare sul labbro superiore prima e poi su quello inferiore.
Non mi persi d’animo e cosi rimasi nella posizione, ma mi sfilai il giubbotto di jeans che misi sul braccio destro e cosi potevo aiutarmi e molto astutamente portai la mano al centro del suo petto, la palpai avidamente con le dita feci dei piccoli cerchi sul suo seno, lei si mise una mano sotto la sua maglia e piegandosi in avanti capii che si tiro fuori le tette dal reggiseno tenendole sotto la maglia, cosi ché, quando portai nuovamente la mia mano sul suo seno potei afferrare il suo capezzolo e strizzarlo leggermente, lei con la sua mano si inizio a toccare in mezzo alle gambe portandosi la borsa dell’università sulle ginocchia in modo tale che lei poteva farmi vedere come si toccava. Ero in un vortice frenetico di impulsi sessuali e incurante delle persone che mi stavano attorno, e di quelle che potevano osservarmi dalla strada, pensavo solo al mio piacere sessuale, Il mio cazzo era molto duro e pensai di spostarmi per posizionarlo tra il collo ed il seno, con dei rapidi movimenti ci riuscì, vidi il suo volto contento che mi guardava con la coda dell’occhio, lei se lo strofinava tutto il mio cazzo sul suo petto, e mi fece segno del giubbotto, capi che lo dovevo spostare sul lato sinistro mio e cosi feci. Lei me lo tiro fuori…. E con il jeans da sopra mi inizio a toccarmi, nonostante avessi il cazzo da fuori e lei me lo toccava e baciava, capii che voleva di più, ad un tratto mi disse: io scendo al Secondo Policlinico, Lei? Io risposi, anche io, bene allora la seguo. Cosi lei mi rimise il cazzo dentro, ma io non lasciai la presa e continuai a tastarle le tette, lei ebbe una fiammata di piacere che si poté comprendere, grazie alla velocità della sua mano che si muoveva tra le sue cosce larghe. Mancavano un altro paio di fermate per il Secondo Policlinico e iniziai a toccarla sempre più, non contento portai il mio dito indice nella lampo che era ancora abbassata e le feci notare che il mio dito indice lo passai sul glande nonostante la difficoltà del momento, e poi lo volli appoggiare sulla sua bocca, Lei mi tenne la mano ferma impugnandomi il polso e inizio a leccare e succhiare il mio dito, sentivo la sua lingua avvolgere caldamente il mio dito e bagnarlo, la sua lingua si arrotolava attorno al mio dito, lentamente provai a sfilarlo dalla sua bocca, ma lei con il movimento della lingua e delle labbra me lo chiuse dentro la sua bocca e per alcuni secondi continuò a succhiare e leccare, poi lo sfilai, la gente sull’autobus era sempre molta. Cercai di ricompormi un po’, ma dovetti lasciare le cose così come erano per non destare sospetti, mi girai verso l’uscita, Lei si alzo dal suo sediolino, e spingeva le sue tette sulla mia schiena, spingeva forte, misi una mano nella tasca posteriore del mio pantalone e lei si strofinava il suo bacino sulla mia mano e cercava di farmi sentire il suo calore, arrivammo alla fermata, io iniziai a scendere, facendomi strada, girandomi per vedere se mi seguiva, e lei con aria molto felice mi aiutava tra la folla a raggiungere l’uscita, appena mettemmo piede giù dall’autobus difronte alla metropolitana, Lei mi guardo e mi disse : se vuole mi può seguire e le indico la strada sicura per lei, dissi semplicemente : andiamo. Lei si mise davanti e con borsa alle spalle si portò con una camminatura leggera davanti, io rimasi alcuni passi indietro, la seguivo e guardando le sue forme e pensando a quello accaduto nell’autobus ebbi un’erezione mentre camminavo portandomi la mano sul cazzo e stringendolo forte, arrivammo ad una serie di edifici, lei si intrufolò dentro ad uno di questi e mi teneva la porta antipanico aperta per farmi entrare, senza dire nulla la osservai e mi infilai dentro. Entrammo e raggiungemmo un ascensore, lei mise la chiave nell’ascensore e fece chiudere le porte e scendemmo nel seminterrato, le porte si aprirono e lei camminò facemmo una serie di corridoi senza dire nulla e senza nemmeno guardarci, io avevo il cazzo durissimo, dopo circa 5 minuti di cammino in questi corridoio arrivammo ad una porta chiusa, vidi lei che infilò la mano nella sua borsa universitaria e sfilo un chiave lunga la infilò nella serratura e aprì, entrammo era una grossa sala con molte scrivanie e pc, vi era una enorme lavagna alla parete e vari scheletri e stampe del corpo umano, lei chiuse la porta infilando la chiave da dietro per non permettere di farla aprire dall’esterno ed esclamo, adesso siamo sicuri, lo sai è anche insonorizzata questa sala, e lì capì che lei voleva urlare, si spogliò io feci lo stesso, mi avvicinai e le dissi sei una PUTTANA inginocchiati, lei rispose si PADRONE e lo fece aprendo la bocca e tirò fuori la lingua, mi sfilai la cintura di pelle e gliela misi attorno al collo ad uso collare del cane, la iniziai a far camminare a quattro zampe tra le varie scrivanie con la lingua da fuori, dissi abbaia troia e lei inizio ad abbaiare, scodinzola puttana e lei inizio a muovere il culo all’insù, i suoi occhi erano pieni di una luce intensa e particolare, la afferrai per i capelli e le piantai il mio cazzo in gola e le ordinai di succhiarlo, lei inizio a baciarlo a leccarlo e succhiarlo se lo spingeva da sola in gola, fino ad avere stizzì di vomito, sbavava come una vacca, la feci alzare e la misi a pecorina su una scrivania lei eccitata mi disse voglio che mi apri tutta e che mi tratti da grandissima troia, non esitai, prima inizia a masturbarla con le dita nella fregna e mentre lei si godeva il mio ditalino violento, inizia a dargli ordini : morditi la lingua, strizzati i capezzoli sputai sulle tue zizze, la offendevo con parolacce cosi sconce che lei dissi o mio dio padrone finalmente i miei desideri si stanno avverando, si padrone sono tua completamente, incurante che la potevo dilatare inizia a mettere tre dita in figa e sscrivanie, cosi apri tutti i cassetti e trovai la classica bacchetta di legno per indicare le lettere alla lavagna, inoltre trovai anche una torcia e non soddisfatto del ritrovamento, iniziai a infilare la torcia bella larga nella sua FREGNA, la spinsi su quasi completamente, rimaneva poco fuori dalla fica, lei gemeva, godeva e si definiva TROIA, si SONO TROIA PADRONE, e cosi mentre le ordinai di strizzarsi nuovamente i capezzoli e mordersi il labbro inizia a bastonarla il culo con la bacchetta di legno urlava, di piacere OOOOHHHHHHHH CAZZOOOOOOOOO SI CHE BELLO, OOHHH MIO DIO ….CHE GODURIA, VOGLIO IL TUO CAZZO ADESSO PADRONE, sentendo questa esclamazione, decisi di farla penare un po’ leccandola e stuzzicandola il clitoride con le mie dita e con la bacchetta di legno, le sue gambe tramavano, era piena, non resisteva, mi implorò di ricevere il mio cazzo, e mi disse CAZZO PADRONE TI SUPPLICO DAMMELO ne ho BISOGNO, sfuggì dalla mia presa si mise a pecorina con le gambe un po’ divaricate e la schiena inarcata, e mi diceva: PER FAVORE FOTTIMI, la feci soffrire ancora una volta dicendole, TROIA adesso subirai una punizione per esserti dimenata e fatto di testa tua, e così la stuzzicai la fregna con la bacchetta di legno e poi sentendo che lei gemeva come una VACCA, decisi di frustarle la fregna, gliela feci rossa di fuoco, subito dopo afferrai le sue natiche gliele apri e passai la mia lingua dal vagina al buco del culo, lei piangeva dal piacere, la sentivo piangere e dissi TROIA stai morendo dalla voglia vero? PADRONE TI IMPLORO FOTTIMI CAZZO, e non potei fare a meno di penetrarla dolcemente lei mi accolse fradicia, sentendo il mio cazzo entrare ed uscire mi inizio a dirmi, oh dolcezza e passione ma i colpi erano durissimi la tenevo bloccata tirandole i capelli e colpendola con schiaffi sul culo, ad un tratto la senti urlare : GODO GODO GODO SONO LA TUA TROIA GODO GODO GODO GODO GODO GODO, mi inondo di liquido e continuai a penetrarla senza fermarmi, poi la voltai la misi stesa sulla scrivania a pancia all’aria la iniziai di nuovo a leccare il clitoride e poi le infilai il mio cazzo dentro di nuovo, la scopavo forte, molto forte, tanto che stavo per godere e le dissi troia sborro, lei disse ohh si cazzo sborrami dentro fammi sentire la tua sborra calda dentro di me(mi disse non preoccuparti puoi prendo la pillola) e così sborrai come un fiume in piena nella sua figa, lei urlo : lo sento il tuo sperma lo sento si cazzo è magnifico, e si leccava le dita, poi mi disse: Posso ? Io dissi si fai pure, si sposto e mi fece sedere ad una sedia, lei si inginocchio e si mise il cazzo in bocca e lo ripulì e lo succhio, adesso lo voglio sempre in bocca, tu rilassati PADRONE, chiusi gli occhi e mi rilassai, lei faceva giranel suo intento di farmelo diventare nuovamente duro e disse adesso sei pronto per quell’altro buco, la guardai e dissi e tu sei pronta? Lei disse adesso me lo farai tu il clistere, cosi ci alzammo e ci recammo in un armadio grande lei lo aprì con un'altra chiave e notai che vi era tutto ben organizzato prendemmo le sacche per il clistere già belle piene di liquido di una soluzione già pronta, lei disse queste le ho rubate dai vari reparti di nefrologia e geriatria, andammo nel bagno e scopri che aveva una doccia ed una vasca, lei si mise nella vasca, la posizionai nella vasca in modo tale che subito dopo si poteva sistemare sul WC, e lei apprezzo molto, dicendomi sei gentile sai? Ringrazia e iniziai la mia pratica, infilandole il primo tubicino di liquido, la sacca poteva contenere circa 3lt e cosi feci in modo che la prima soluzione scendesse lentamente e dopo circa un paio di minuti e fatto entrare nel suo corpo circa un 0.2lt, la feci sedere sul Wc, fece una prima evacuazione, poi la rimisi nella posizione per un’altra dose di clistere, lei mi guardò e disse, se vuoi posso subirla tutta in un solo colpo, e cosi dissi bene, mi guardai attorno e notai una mensola molto grande, la sfilai e la misi sulla vasca cosi che lei mettendo le sue ginocchia sui bordi della vasca poteva appoggiare il torace sulla mensola che faceva da supporto, presi due clisteri e uno glielo appuntai in culo e l’altro in figa e le feci due clisteri di circa 6lt, era sfinita, la portai nella doccia e la feci lavare, e poi ancora bagnata la portai di nuovo su una scrivania, mi missi sotto e lei sopra, lei capì e s spaccami padrone voglio essere rotta il culo oggi, e inizio a mettersi la cappella da sola nel buco del culo, vidi che era un po’ sofferente capi che forse non era sfondata al secondo canale e decisi di colpirla da sotto in modo molto violento e cosi feci, emano un urlo di dolore sovra umano e subito dopo disse PORCO SEI UN PORCO TI VOGLIO SPINGI di PIU’ e cosi feci spingevo forte sentivo urlare una vacca in calore, non si arrestava, saltava sul mio cazzo e urlava di piacere dolore e felicità e mentre saltava lei si sfregava il clitoride e non potendosi trattenere mi squirtò sulla pancia, io non potetti preso dall’eccitazione trattenermi e godetti nel suo culo stretto.
Ci guardammo e lei mi disse: non avrei mai immaginato che un estraneo potesse farmi godere così tanto.
Ci ricomponemmo, io mi andai a fare la doccia, e quando usci trovai un foglio vicino ai mie fuori alla stanza, feci un paio di curve e percorsi un corridoio e trovai una dottoressa che mi guardò e disse, mi scusi cosa ci fa lei qui? E come ci è arrivato? Io risposi mi sono perso e non so nemmeno dove mi trovo, Lei gentilmente mi disse: prosegua lungo questo corridoio e svolti due volte a sinistra troverà una porta antipanico, piano se ricordo bene, ho preso l’ascensore e mi sono trovato qui, poi dopo mi sono perso, lei disse beh lasciamo perdere, ma qui si accede solo con una chiave, io risposi quale chiave? E lei: beh non importa faccia come le ho indicato.
Proseguì secondo le sue indicazioni e mi trovai a piano strada fuori da un edificio che di fronte stava la fermata dell’OF.

Ludovico Ariosto
Per farmi sapere se vi è piaciuto non esitate a scrivere a: ilpadroneludovico@virgilio.it

Questo racconto di è stato letto 4 6 4 9 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.