La mia storia (vera). 2 parte. Zio Paolo

Scritto da , il 2010-06-14, genere gay

La mia storia (vera)
2.parte

Lo zio Paolo.

Passarono i mesi, passò l'inverno e ci avvicinavamo all'estate, eravamo alla fine di Maggio, avevo da poco compiuto 14 anni, eravamo in prossimità della chiusura delle scuole.
Nel frattempo i mie incontri con Germano ed il suo cazzone si susseguivano, ormai ero diventato schiavo e affamato del suo cazzone e della sua sborra.

Quindi la chiusura delle scuole si stava avvicinando e le agognate vacanze estive erano alle porte.
Io frequentavo la 3° media e ormai sapevo che quello era l’ultimo anno scolastico per me.
I mie genitori erano stati chiari, dopo la licenza media avrei dovuto cominciare a pensare di lavorare…..
La mia famiglia era composta da mia madre, mio padre, mia sorella e io..
Mia madre era casalinga, mia sorella aveva 10 anni è frequentava le elementari. Mio padre era operaio. Quindi si campava solo con lo stipendio di mio padre, di poco superiore alle 100.000 lire.
A quei tempi, soprattutto nel sud, la licenza media inferiore era già molto, i diplomati erano pochi e i laureati erano rari, perché molti ragazzi, finita la scuola dell’obbligo, venivano mandati dai genitori in qualche bottega di artigiano ad imparare il mestiere…..
Ed io non dovevo fare eccezione….
Nel frattempo gli incontri con Germano avvenivano ormai solo nel suo negozio di frutta e verdura, il pomeriggio inoltrato quando doveva chiudere, e lo facevamo nel retrobottega…e stavano diventando incontri sempre più radi, ed io me ne lamentavo visto che ormai non potevo fare a meno del suo cazzone e della consueta bevuta di sborra….
Era diventato rischioso farlo in altri luoghi, anche perché le giornate si erano allungate, faceva buio molto tardi, e farlo in qualche viuzza o all’interno di qualche portone non era più sicuro…

Dopo qualche settimana avvennero due fatti che cambiarono il mio tran-tran….
La madre di Germano (80 anni), ebbe un grave incidente casalingo, si versò la pentola di acqua bollente addosso, ustionandosi abbastanza seriamente.
Fu ricoverata all’ospedale ma vista la gravità delle ustioni fu portata al centro grandi ustionati di una città vicina.
Questo fece si che Germano, unico figlio, dovette assistere l’anziana madre e di fatto si trasferì nella vicina città per starle vicino.
Rimase lì per tre settimane, poi la madre andava migliorando e ritornarono in città…

Nel frattempo in queste tre settimane accadde il secondo fatto….

Mia madre ricevette la visita di mio zio Paolo, che abitava in un vicino paese collinare a circa 20 km dalla mia città.
Zio Paolo aveva 55 anni, era in pensione, era stato ufficiale di marina e stava sempre in giro per il mondo, a certo punto si stancò di quella vita e si ritirò con una bella liquidazione e pensione…..
Con la liquidazione aprii un negozio di ferramenta nel suo paese.
Zio Paolo, come detto aveva 55 anni, era un tipo normale, brizzolato, muscoli al posto giusto anche se leggermente inflacciditi con l'età che avanzava, il viso era di vita vissuta con poche rughe però, molto abbronzato, ma comunque non era male, faceva ancora la sua porca figura e io lo guardavo come si guarda uno zio.
I miei rapporti con zio Paolo erano buoni tenendo presente che molte volte non lo vedevamo per anni, ma in quelle poche volte che ebbi l’occasione di frequentarlo mi fece una ottima impressione, era molto affezionato a me e mia sorella anche perché eravamo gli unici nipoti.
Era vedovo, la moglie morì qualche anno prima per una brutta malattia, non aveva figli.
Il fatto di aver perso la moglie fu uno dei motivi che lo fecero smettere con la vita di marina….
Ritorniamo alla visita di mio zio Paolo a casa mia.
Era un venerdì quando mio zio venne a casa, dopo i convenevoli saluti, baci e abbracci (non lo vedevamo da qualche mese…), e nel mentre i miei e lo zio si stavano raccontando le proprie cose, io e mia sorella ci stavamo ritirando verso le nostre camere ma fummo fermati dalla voce dello zio…
Zio Paolo:” Luca, aspetta non andare via, devo parlare a tuoi di una cosa che riguarda te….”
Io rimasi pietrificato…..il mio viso era diventato rosso fuoco…..pensavo, credevo che mio zio sapesse di me e Germano e già immaginavo, vedevo il mio corpo pieno di lividi, sangue, ferite causate dalla cinghia dei pantalone di mio padre sul mio povero corpicino…
Mi stava crollando il mondo, la luna, Marte e persino Giove addosso…..
Non so quanto tempo rimasi pietrificato, a me sembrò un’eternità….
Mamma: ”Luca….che c’è…, qualcosa non va…., ti senti male…..”, chiese mia madre, sembravo fossi in uno stato vegetativo.
Biascicai qualcosa, non so cosà e come un automa mi avvicinai a loro.
Sentivo le gambe pesanti ogni passo era come se avessi attaccato ai piedi un macigno.. sembravo un morto che camminava.
Arrivai vicino a miei e mio zio, mia madre mi passo un bicchiere d’acqua, mi ripresi leggermente.
Zio Paolo: ”Che c’è Luca, sembra che tu abbia visto un fantasma…. Stai calmo, quello che dirò ai tuoi riguarda te e me….”
Io, a queste parole, mi rasserenerai un po’…. Ma non troppo…
Mio padre: ”Scusa Paolo, in che senso…. Non ho capito…”
Zio Paolo: ”Che c’è… sembrati tutti nervosi…. Aspettate e capirete.”
Io bevvi un altro po’ di acqua…
Zio Paolo: ”Come sapete io ho un negozio di ferramenta su al paese. Nel negozio ci sono solo io e visto che Luca ha finito le scuole e tu Giorgio, rivolto a mio padre, tempo addietro mi disse che una volta che Luca avesse preso la licenza media doveva pensare a trovare qualcosa da fare per dare una mano economica in casa e ho pensato che potrebbe venire da me in negozio.”
Mio padre: ”Non è una brutta idea Paolo…”
Io intanto cominciavo a riprendere colore e a calmarmi un po’….
Zio Paolo; ”Resta chiaro che verrà pagato, poi ve lo riporto per il fine settimana e vengo a riprendermelo il lunedì mattina…” …neanche fossi un pacco…
Mio padre: ”Se mia moglie non ha niente in contrario per me si può fare”
A me dava fastidio che gli altri decidessero per me, ma il discorso che mio padre aveva fatto allo zio era lo stesso che fece a me e che quindi volente o nolente dovevo dire di sì,
Io:” Va bene…farò come dite…..quando dovrei cominciare..?” chiesi rivolgendomi a zio Paolo…
Zio Paolo: ”Se per voi non ci sono problemi direi fra due giorni visto che è lunedì”
Porca miseria quanta fretta… pensai io..
Di controvoglia acconsentii e mi ritirai nella mia stanzetta a rimuginare sulla situazione.
Arrivò lunedì mattina e arrivò anche zio Paolo.
Salutò i miei, salutò con un buffetto anche me, prese il caffè che i miei gli offrirono, io presi la mia roba, salutai i miei, mi venne quasi un groppo in gola, un altro po’ e scoppiavo a piangere. Ma per fortuna mi trattenni e segui mio zio nella sua macchina, una Lancia Beta comprata da poco.
Dopo circa 30 minuti arrivammo nella sua casa al paese…..
La casa era composta dal salone, la cucina ampia, il bagno con doccia, una stanzetta che mio zio aveva adattato per me mettendoci un letto e la camera da letto di mio zio con un letto matrimoniale che mi sembrava grande per una sola persona, c’era la tv (in bianco e nero, non era ancora arrivata in Italia la TV a colori).

Passarono le settimane e la vita si svolgeva con la solita routine, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 17:30 fino alle 19:30 in negozio.
La sere passavano tra una partita a carte, una partita a dama, guardare la tv e uscendo a fare passeggiate in paese o a mangiare una pizza, tutto uguale ogni sera.
Passarono i mesi ed eravamo arrivati a settembre, io ero in crisi di astinenza del cazzone e della sborra di Germano e le notti le passavo a masturbarmi al pensiero e ovviavo alla sborra di Germano leccando la mia che non era paragonabile al succo del cazzone di Germano.

Un pomeriggio ero in bagno che mi lavavo i denti, avevo una canottiera e indossavo dei pantaloncini di basket abbastanza corti e stretti (negli anni ’70 i pantaloncini da basket erano così non come adesso larghi e lunghi…), ero appoggiato al lavandino e tra me e il muro alle mie spalle ci poteva passare a malapena una persona.
Zio Paolo era davanti all’uscio del bagno un po’ agitato.
Zio Paolo: ”Dai Luca, bello di zio, sbrigati a uscire che sto scoppiando, devo pisciare..”
Io, non potendo parlare perché avevo il dentifricio in bocca, gli feci cenno con la mano di aspettare un secondo.
Zio Paolo: ”Dai Luca…. non ce la faccio più”…..
In effetti zio Paolo stava effettuando dei movimenti tipo tiptap, classico di cerca di trattenerla, e non ce la faceva più …
A un tratto mi passò da dietro per andare verso la tazza per pisciare e così facendo si strusciò sul mio culetto.
Quando mi passò da dietro, senti una cosa grossa appoggiarsi per un attimo sul mio culetto e questo bastò a farmi venire dei brividi mai avuti prima….
Rimasi per un attimo con lo spazzolino fermo in bocca realizzando quello che il mio culetto aveva sentito, ed ebbi l’impressione che mio avesse indugiato un po’ sul mio culetto.
Intanto mio zio stava pisciando quasi dandomi le spalle, sentii il forte rumore e la grande quantità di piscio che mio zio stava facendo….e involontariamente (..o forse no ?) diedi uno sguardo verso di lui.
Mio zio era con la testa leggermente inclinata all’indietro, aveva gli occhi chiusi e un’espressione di goduria come quando ci si scarica da una pisciata trattenuta, il mio sguardo cadde giù verso il cazzo, e che cazzo…, vidi una cappella grossa, liscia e scura, un po’ più scura della cappella di Germano, proseguii lo sguardo lungo tutta l’asta che mio zio manteneva con una mano vicino all’attaccatura col pube e indirizzando così la pisciata.
Il cazzo mi sembrava meno lungo di quello di Germano, forse era una quindicina di cm.
Rimasi, invece, impressionato dalla grossezza del cazzo (sembrava più grosso di quello di Germano) e vidi anche la borsa che conteneva le palle, erano grosse.
Rimasi a guardarlo per non so quanto tempo e un sospiro di mio zio mi fece riprendere dalla quella visione.
Per fortuna mio zio non se n’era accorto.
La sera nel letto ripensai a quanto successo nel pomeriggio in bagno, realizzando che mio zio doveva avere un pacco di notevoli proporzioni e mi vennero in mente dei desideri assurdi… anche perché ero in astinenza visto che mi mancava tantissimo il cazzone di Germano….
Mentre pensavo a questo nella mia mente si combattevano due scuole di pensiero: una era quella di togliersi subito dalla testa certi pensieri pensando alle possibili conseguenze, l’altra era quella di cominciare a farci un pensierino dato che in casa c’erano solo lui e lo zio e che tentar non nuoce…
Nel pensare a queste cose mi sparai una sega, nel segarmi, con l’altra mano mi accarezzavo le palle e con un dito sfiorai il buchetto del culo avvertendo delle strane sensazioni, poi avvicinai un dito al buchetto provando ad entrare…..e con mio stupore entrò… senza nemmeno insalivarlo..
Comincia a fare avanti e indietro col dito e provavo piacere, poi insalivai lo stesso il dito e notai che questo scivolava meglio e il cazzo reagì indurendosi ancora di più.
Provai ad infilare due dita, dopo averle insalivate, ed entrarono con poche difficoltà, io mi stupii di questa facilità… forse, pensai, non tutti abbiamo lo stesso buchetto, la stessa elasticità o la stessa apertura…. anche perché il mio amico Alberto mi disse che lui provò ma aveva difficoltà a fare entrare il dito se non dopo aver ben insalivato sia il dito che il buchetto
Facevo su e giù con le dita e mi stavo eccitando ancora di più finché sborrai emettendo un gridolino strozzato per non farmi sentire dallo zio che dormiva nella stanza affianco.
La mattina dopo mi alzai e passai la solita giornata delle altre ma con una piccola variante.
Visto quello che avevo fatto nella notte pensai una cosa assurda…”…dove entrano due dita potrebbe entrare qualcosa di più grosso…” e mi venne in mente il cazzone di Germano e poi pensai allo zio facendo mentalmente delle comparazioni.
Il cazzo di zio Paolo sembrava meno lungo ma più grosso di quello di Germano.
Il cazzo dello zio doveva essere, da moscio, lungo almeno 15 cm.
Una notte cominciai a segarmi e presi una carota, che avevo “rubato” dal frigo, e cominciai a strusciamela sul buchetto, poi la presi in bocca e la bagnai della mia saliva, comincia ad introdurla nel mio buchino, entrò senza nessuno sforzo tant’è che mi entro quasi tutta dentro e con un’ultima spinta entrò tutta…..una sensazione bellissima..
Poi pensai…cazzo mi ha sverginato una carota !!
Feci su e giù con la carota e nello stesso tempo stringevo il buchetto per acchiappare sempre più dentro e sentirla sempre più……sborrai sul mio petto, la sborra diventava sempre più come quella di Germano, colore, densità……la raccolsi dal mio petto e la leccai avidamente….sapore un po’ acidulo ma buono…..
Dopo essere andato in bagno a ripulirmi mi addormentai.

Qualche giorno dopo avvenne il fatto che il mio culetto ricorderà, con piacere, per sempre…

Ma andiamo con ordine.

Un pomeriggio dopo aver pranzato e data una ripulita alla casa, io mi misi seduto sul divano a vedere la tele e bevevo una limonata, mio zio era nella sua stanza che armeggiava con dei vestiti, canottiere, mutandine o altro.
A un certo punto mi avvisò che stava andando a farsi la doccia, io gli feci segno di aver sentito.
C’era una prassi tra me e mio zio, che quando qualcuno andava in bagno doveva avvertire perché avevamo preso l’abitudine di non chiudere la porta per evitare che se a uno gli scappava di pisciare poteva trovare il bagno occupato e che quindi doveva trattenerla. Prassi che a me piaceva
Dopo una decina di minuti, dopo aver bevuto la limonata, presi il bicchiere vuoto e lo portai in cucina a lavarlo….
Poi feci per ritornare nel salone e, passando davanti al bagno e visto che la porta era aperta, mi venne in mente di dare un’occhiata.
Entrai nel bagno e vidi mio zio nudo che s’insaponava e abbassai lo sguardo che cadde lì.… sul cazzo di mio zio… e che cazzo……
Mio zio non poteva vedermi come io non potevo vederlo dal petto in su perché c’erano delle magliette stese ad asciugare che scendevano dal soffitto, basso a dire il vero, e coprivano, appunto, parte del busto e tutta la testa.
Il cazzo… anzi cazzone dello zio, era insaponato e l’acqua che scorreva portava via la schiuma.
Quella visione mi aveva eccitato e me lo aveva fatto notare il mio cazzo che si era svegliato di colpo….
Nella mia mente cominciai a fare comparazioni col cazzone di Germano (che era l’unico cazzo adulto visto da me) ed ero sicuro che quello di mio zio fosse più consistente di quello di Germano….
Rimasi estasiato nel vedere quella proboscide, il mio cazzo si induriva sempre più e come un automa mi passai la lingua tra le labbra….
Stavo provando piacere alla vista del cazzo di mio zio.
Non credevo che potesse succedere.
Mi ripresi quando sentii che lo zio aveva chiuso il rubinetto della doccia e che a breve sarebbe uscito.
Io mi allontanai subito andandomi a sedere sul divano facendo finta di guardare la tele.
Ero molto imbarazzato, rosso in faccia e con il cazzo in erezione che si notava dai pantaloncini di cotone abbastanza corti che avevo indossato. Presi un cuscino che era sul divano e me lo misi sul pancino in modo che coprisse la mia erezione.
Nel frattempo mio zio era uscito dal bagno ed era in stanza a vestirsi anche perché dovevamo uscire a mangiare una pizza.
Andammo a mangiare la pizza ma io ero perso nel vuoto pensando a quello che avevo visto aggravato dal fatto che ero in astinenza del cazzone di Germano e che forse avevo trovato chi lo poteva rimpiazzare.
Rientrammo a casa e dopo la tele andammo a dormire.
Io non ci riuscii, mi giravo e rigiravo nel letto mio ero già masturbato due volte.
Avevo deciso. Quel cazzone sarebbe stato mio. Sarebbe stato il mio sverginatore, anche se su quest’ultima affermazione avevo un po’ di timore.
Pensavo che se moscio, era sui 15cm ed è già cosi grosso, non immaginavo come doveva essere quando fosse diventato duro e cominciavo a pensare al dolore che poteva provocare.
Nei giorni seguenti cercavo di capire come approcciare la nuova situazione, far capire a Zio Paolo che volevo il suo bestione.
Ma avevo timore di dirlo in modo diretto, non so come avrebbe reagito.
Lo avrebbe detto i miei ? Mi avrebbe rimandato a casa? Avrebbe accettato di farlo? Pur capendo, avrebbe rinunciato?
Decisi quindi che il miglior modo fosse quello di farlo capire non a parole ma con le situazioni, i movimenti, i doppi sensi e vedere la reazione, alla peggio potevo sempre dire che lui avesse mal capito le mie intenzioni.
Dissi tra me e me che comunque andasse avevo le soluzioni giuste. O almeno credevo….
La mattina eravamo nel negozio, avevo una maglietta abbastanza corta e un pantaloncino anch’esso corto.
Io cercavo di mettermi spesso piegato a 90° facendo finta di raccogliere qualche bullone o vite che erano caduti, sperando che mio zio mi guardasse.
Ad un certo punto mi voltai leggermente e vidi mio zio in piedi che sembrava guardasse nella mia direzione e aveva la testa leggermente inclinata.
Pensai che forse stava guardando quello che facevo oppure guardava me che stavo a 90° e guardava il mio culetto.
Questo successe per 2/3 volte, forse avevo svegliato il suo interesse per me.
La sera feci una doccia e mi vestii (per modo di dire) con una canottiera e le mutandine, la canottiera non arrivava a coprire il mio culetto. Mi guardai allo specchio e poi di spalle allo stesso, mi piegai un po’ e vidi che il mio bel culetto, coperto dalle mutandine, si scopriva quasi tutto.
Soddisfatto uscii dalla mia stanza a andai a sedermi sul divano a mangiare delle briosce e guardando la tele, mio zio intanto, come sempre a quest’ora, era sotto la doccia.
Uscito dalla doccia e dopo essersi messo una maglietta e pantaloncini, si sedette sul divano dal lato opposto al mio e leggeva un quotidiano.
Dopo un po’ mi posizionai con le gambe raccolte sul divano e mi sistemai sul fianco, quasi dando le spalle a mio zio, in questo modo mettevo in risalto il mio culetto coperto dalle mutandine e nello stesso tempo spingevo il culetto un po’ fuori.
Notai che questo movimento non era sfuggito a mio zio e colsi il suo sguardo che era rivolto verso il mio culetto.
Le cose sembravano andassero nel verso giusto.

Mio zio era vedovo da qualche anno, e non so se in questi anni avesse avuto altre storie, e quindi non potevo sapere da quando non faceva sesso, io speravo che fosse da molto, così la sua voglia poteva crescere e non credo avrebbe disdegnato farsi un bel culetto… maschio o femmina che fosse.

Io intanto mi muovevo facendo in modo che il culetto fosse sempre bene in vista, mi stavo eccitando ma riuscivo a contenermi.
Nel frattempo notavo con la coda dell’occhio che mio zio lanciava degli sguardi verso me.
Ad un certo punto lo mi chiese.
Zio Paolo:” Luca, hai messo in ordine la tua stanzetta ?”
Io:” No zio, tra un po’ vado.”
Zio Paolo:” Forse e meglio che riordini ora visto che tra un po’ usciamo a farci una pizza.”
Io:” Va bene zio” risposi con un tono di voce un po’ dolce….
Mi alzai e mi incamminai verso la stanzetta e mi accorsi che un bordo laterale delle mutandine si era quasi del tutto infilato nel solco del mio culetto e una chiappetta era tutta scoperta.
Non feci niente anzi fui contento dalla inaspettata situazione.
Mi girai un attimo e colsi mio zio che guardava nella direzione del mio culetto.
La situazione aveva preso una bella piega.
Poi mio zio si alzò dal divano e vidi che veniva verso me…
Dissi tra me e me “…forse è fatta..”
Ma si diresse verso la sua stanza e si rivolse a me.
Zio Paolo:” Dai forza Luca che usciamo…”
Deluso, molto deluso, gli risposi.
Io:” Va bene zio, dammi il tempo di vestirmi.” Con tono dimesso pensai: “…non scoraggiarti Luca, la giornata non è ancora finita..”
Invece dopo la pizza passeggiammo un po’ per le vie del paese e poi facemmo ritorno a casa, la serata finì.
Io andai a letto, mio zio fece lo stesso.
Il giorno dopo decisi di fare un po’ l’audace e involontariamente mi venne in aiuto la TV.
Dopo mangiato mio zio mi disse, che visto il caldo e un po’ di stanchezza, si sarebbe riposato un po’ sul letto.
Detto fatto, mio zio andò a riposarsi.
Dopo un po’ passai davanti alla sua stanza e vidi che sembrava avesse preso sonno, aveva la faccia rivolta dall’altra parte, era disteso a pancia in su con le gambe stese e allargate. E non potei fare a meno di indirizzare il mio sguardo verso il basso ventre dove, a mo’ di montagnetta, si stagliava il paccone contenuto dalle mutande.
Lo guardai con desiderio e nello stesso tempo mi toccavo il cazzo e con l’altra mano mi accarezzavo il culetto insistendo sul buchetto.
La mia tentazione era quella di avvicinarmi e prendere tra le mani quella bestia ma un movimento di mio zio mi fece desistere e andai in bagno a segarmi.
Dovevo osare di più.
Arrivò la sera ed io mi feci più audace, avevo una maglietta e le mutandine, presi i bordi laterali delle mutandine e le avvicinai di più al solco del mio culetto e me le tirai un po’ su, facendo in modo che assomigliasse a un tanga, in modo di far vedere quanto più culetto quando camminavo o mi piegavo.
Finito di mangiare sparecchiammo e ci mettemmo a lavare i piatti.
Mi capitò di dover riporre una pentola in un mobile sopra al frigo.
Ne approfittai, visto che era un po’ alto per me, ma comunque c’è l’avrei fatta, ma volevo che lui mi “aiutasse”.
Io;” Zio, scusa potresti aiutarmi a riporre questa pentola, non ci arrivo. Mimando l’azione presi la pentola con le mani e allungai le braccia per far vedere allo zio che non ci arrivavo, ma così facendo la maglietta si alzò scoprendo tutto il culetto coperto dalle mutandine a mo’ di tanga.
Mio zio lo notò.
Zio Paolo:” Aspetta, ti do una mano.”
Così facendo venne dietro di me e prese la pentola e la ripose e nel far questo si appoggiò col suo paccone sul mio culetto che io sporsi leggermente all’indietro per sentirlo di più.
Mio zio ebbe un attimo di esitazione, ma mi accorsi che anche lui aveva spinto un po’ avanti. Il mio cazzo stava reagendo.
Rimanemmo per frazioni di secondo in quella posizione che a me parevano minuti lunghissimi.
Zio si rimise a lavare i restanti piatti ed io ad asciugare facendo in modo che ogni tanto mi cadesse a terra qualche posata e io ne approfittavo per piegarmi a raccoglierle mostrando così il mio culetto tangato allo zio che comincia a dare segni di nervosismo.

Dicevo prima che in mio aiuto venne la TV.
Stavamo guardando un vecchio film di horror, “La Mummia”, eravamo entrambi presi dal film, mi venne un’idea.
Verso la fine del film cominciai a fingere di aver paura e cercavo di avvicinarmi quanto più allo zio, lui mi mise un braccio sulla spalla come per rassicurarmi e io guardavo la patta dei pantaloncini accorgendomi che qualcosa all’interno si muoveva. Mio zio stava reagendo.
Ma purtroppo il film finì ma io non demorsi.
Chiesi a mio zio se potevo dormire nel suo lettone insieme a lui perché il film mi aveva impressionato e avevo paura a dormire da solo.
Lui rimase un po’ interdetto, sicuramente non se lo aspettava, ma facendo un sorrisetto disse di sì, che avrebbe protetto il mio sonno.
Io ero a mille e lo abbracciai e con la coscia gli premetti sul paccone, facendo credere ad un movimento involontario ed anche qui qualcosa si mosse nelle sue mutande.
Lui mi accarezzò la testa.
Arrivò l’ora di andare a dormire.
Zio Paolo:” Senti Luca, io dormo solo con le mutande, ci sono problemi per te ?”
Io:” No zio, assolutamente, con questo caldo poi fai bene a dormire così, starai più fresco.” Risposi quasi balbettando per quanto ero felicissimo.
Ero a mille. Quasi sborravo senza toccarmi pur avendo il cazzo moscio.
Ci mettemmo a letto e cominciammo a discutere di varie cose che riguardavano il negozio e di quello che dovevamo fare domani.
Io invece avevo la testa altrove ed anche lo sguardo visto che spesso i mie occhi si fermavano sul paccone dello zio trattenuto dalle mutande.
Pensavo a come gestire la situazione che, speravo, doveva venirsi a creare da li a poco.
Zio Paolo:” Buonanotte Luca”
Io:” Buonanotte zio” e io speravo fortemente che fosse una buonanotte in tutti i sensi.
Mio zio spense l’abatjour. La stanza sprofondò nel buio più assoluto, solo dalla finestra entrava un filino di luce dall’esterno, c’era silenzio, si sentiva solo il ticchettio della sveglia.
Mi zio si girò dandomi le spalle. Era tanta l’eccitazione che volevo saltarli addosso, ma mi frenai. Non volevo rovinare tutto e aspettai che lo zio prendesse sonno.
Passò circa un quarto d’ora e lo zio sembrava che avesse preso sonno. Lo sentii respirare quasi come russasse ma in modo lento quasi silenzioso.
Io ero in quasi in trance, non sapevo cosa fare, come fare, Avevo a pochi centimetri lo zio, il suo bestione, quello che volevo che mi sverginasse.
Poi tranquillizzandomi un poco mi girai dall’altra parte dando le spalle a mio zio e, sperando che queste mosse risultassero decisive, spinsi il culetto un po’ più verso mio zio, nel fare questo avvicinai i bordi laterali delle mutandine verso il solco del culetto, stavolta li feci entrare completamente nel solco a mo’ di perizoma e mi tirai verso su le mutandine ed anche la canottiera scoprendo così totalmente il mio bel culetto voglioso e vergine, facendo attenzione che lo zio non si accorgesse, per il momento.
Dopo pochi minuti mio zio si girò e si mise a pancia in su. Il suo respiro era diventavo più irregolare, sembrava un respiro ansioso.
Dopo un altro po’ mio zio si mise di fianco con il corpo rivolto verso di me.
Cominciai a sudare e non solo per il caldo.
Spinsi, molto lentamente, ancora di più, il culetto verso lo zio.
Cominciai a sentire un po’ di calore sul culetto.
All’improvviso senti come se qualcosa mi sfiorasse la pelle del culetto.
Sudavo sempre di più.
Sentii una pressione leggera sul culetto. Pensavo, speravo, fossero le dita dello zio.
La pressione aumentò e aumentò anche il respiro dello zio.
Per qualche minuto la situazione non cambiò, sentivo sempre quella leggera pressione ma nessun movimento.
Pensai che forse lo zio si aspettava che fossi io a fare la prima mossa, come volesse trovare un alibi nella eventualità che io reagissi male.
E allora la feci la prima mossa, spinsi ancora verso di lui il culetto e la pressione aumentò. Sentii distintamente la mano dello zio sul culetto.
Stavo per morire.
Distesi il braccio sul mio fianco e con la mano mi posai sulla mia anca con il palmo rivolto verso l’esterno, verso lo zio.
Non sentii più la mano di mio zio sul culetto e dopo pochi attimi sentii qualcosa di più sostanzioso appoggiarsi sul culetto.
Capii che era il bestione.
Spostai la mia mano ancor di più verso mio zio e gli sfiorai la coscia e poi la toccai.
Mio zio fece un piccolo movimento e al posto della coscia trovai l’oggetto dei mie desideri coperto ancora dalle mutande.
Cavolo, non ci potevo credere…. era fatta !!!!
Lo accarezzai col dorso della mano poi con il palmo della mano, chiusi il palmo della mano stringendo quella bestia e dalla mia bocca uscì un gridolino di piacere.
Io:” Uhmmm…..” Erano state le prime cose che uscirono dalle nostre bocche da quando ci eravamo coricati, la notte si preannunciava lunga e piacevole.
Poi spinsi il mio culetto ancor di più verso il cazzone, lo dimenavo come una cagna in calore, volevo sentirlo tutto appoggiato sul mio culetto.
Le posizioni non erano cambiate, eravamo entrambi di fianco sul letto con mio zio che adesso premeva sempre più.
Mio zio si abbassò le mutande e liberò la bestia.
Lo toccai, lo accarezzai, lo strinsi nella mano, era grosso anche se ancora moscio, era venoso. Lo scappellai e senti la liscia pelle della cappella e sulla punta lo sentii bagnato, ci passai il dito e poi me lo portai sulla lingua…. era delizioso, dolcissimo.
Mi riportai sul cazzone e lo struscia sul culetto ma avevo ancora le mutandine. Lascia un attimo il bestione e mi tolsi completamente le mutandine.
In tutto questo tempo dalla bocca di mio zio usciva solo il respiro che nel frattempo si era fatto più normale e anche da me, a parte il gridolino, non era uscita una sola parola.
Sapevamo cosa stavamo facendo. Eravamo consapevoli entrambi. Volevamo entrambi la stessa cosa.

Mio zio era vedovo da qualche anno e trovarsi in casa una cagnetta, pur se suo nipote, aveva forse acceso in lui la voglia e sicuramente non vedeva l’ora di scaricarsi.
Anch’io ero in astinenza, l’ultimo pompino con Germano risaliva a circa tre mesi fa. Mi mancava il suo cazzone, mi mancava la sensazione della bocca piena del suo cazzone, mi mancava la sua sborra.
Insomma mi mancava il CAZZO !

Mi girai e guardai mio zio, il viso era rivolto verso il soffitto aveva gli occhi chiusi, ma non dormiva.
Poi aprì gli occhi e si voltò verso di me.
Mi guardò e mi accarezzò il volto, poi la testa e uscirono dalla sua bocca le prime parole.
Zio Paolo:” Cucciolo mio, sono tutto tuo, fammi godere…”
Io:” Grazie zio, ti farò godere…. come tu farai godere me.”
Mio zio accese l’abatjour e così potei ammirare l’oggetto dei mie desideri.
Era grosso, scuro, venoso, le palle erano grosse, non c’erano molti peli ma quei pochi erano “ordinati”, capii che mio zio si depilava.
Lo guardai, lo accarezzai, lo presi tra le mani soppesandolo, era scappellato e avvicinai la lingua per leccarlo, uhmmm….era buonissima, bellissima.
Leccai tutta l’asta che sembrava non finire mai, arrivai alle palle che leccai, mordicchiai e poi le presi in bocca uno alla volta, poi le presi tutte due, le succhiai… erano buonissime.
Ero al settimo cielo, io nel letto con mio zio e con in mano un cazzone esagerato.
Lasciai le palle e ritornai sull’asta che leccai al contrario e arrivai alla cappella, leccai il buchetto assaporando la goccia che ne faceva capolino, delizioso.
Poi mi girai verso mio zio, aveva gli occhi chiusi e la sua mano era appoggiato sul mio liscio e sodo culetto.
Mi rigirai verso il cazzone e comincia a farlo entrare in bocca, era grosso, per adesso feci entrare solo la cappella, leccavo, succhiavo, pompavo, il cazzone cominciò a intostarsi.
Mio zio cominciava a lamentarsi di piacere.
Ne presi un po’ di più in bocca, il cazzo continuava a intostarsi sempre più.
La mia bocca risentiva dello scarso allenamento col cazzone di Germano e avevo difficoltà ad accoglierne di più.
Lascia la presa per un attimo e vide il cazzone di mio zio che era in piena erezione….. una bestia di 20 cm. Ma soprattutto grossa !!
Lo ripresi in bocca e allargandola quanto fu possibile mi entro meno della metà del cazzone.
Lo spompinavo, lo succhiavo sentivo le vene del cazzone che stavano quasi per scoppiare.
Afferrai le chiappe di mio zio e le spinsi verso di me per poter infilarmi quanta più carne possibile in bocca.
Sentivo la bocca allagarsi sempre più ma nello stesso tempo cominciava a farmi male la mandibola.
Ne presi poco più della metà in bocca, roteavo la testa, succhiavo, pompavo, sentivo che mio zio aveva aumentato il respiro e il cazzone pulsava sempre più, stava per sborrare, le palle erano piene..
Lascia un po’ di cazzo che era tutta insalivata e tenni solo la cappella di quel fantastico cazzone in bocca aspettando la cascata che arrivò subito come un fiume in piena.
Zio Paolo:” Vengooooo….. siiii.. cucciolotto… bevi questa delizia… mi hai succhiato l’anima. Siii… uhmm… ahhh…bello di zio… nipotino caro….”
Il primo schizzo arrivò direttamente in gola così non potei assaporarla in pieno ma poi arrivano altri schizzi (alla fine furono 4 schizzi abbondanti) era così tanta che mi sentii soffocare, lasciai il cazzone e molta sborra uscii dalla mia bocca riversandosi sul pube di mio zio e parte sul letto.
Quel poco che rimase in bocca la ingoiai.
Poi cominciai a leccare la sborra che era caduta sullo zio.
Ahhhh… quant’era buona.
Io nel frattempo mi segavo e sborrai sulla gamba di mio zio. Leccai anche questa.
Ripresi il cazzone in bocca per sentire ancora quel pezzo di carne nel mio palato e sentirlo via, via ammosciarsi nella mia bocca.
Appoggia la testa sul petto dello zio accarezzando il suo cazzone, sentivo.
Zio Paolo:” Cucciolo era da tempo che non lo facevo..”
Io:” Me ne sono accorto zio, La sborra era così tanta che mi stavi soffocando.” Risposi con sorriso.
Zio Paolo:” Sono circa due anni che non facevo più queste cose, si ogni tanto mi segavo, ma nulla di più…..Cucciolo mio, nipotino caro, mi hai reso felice”
Io:” Sono contento di averlo fatto, anche tu, mi hai fatto felice.
Zio Paolo:” Sei stato veramente bravo, comunque di la verità, non è la prima volta vero ?”
Io:” No zio, non era la prima volta..” e gli raccontai di Germano e di come impazzivo per il suo cazzone e la sua sborra.
E poi lui mi disse che in questi giorni aveva notato che qualcosa era cambiato in me, negli atteggiamenti, che avevo la testa altrove, e poi vedermi girare in casa mostrandogli il culetto, ma quello che fece capire a mio zio che io cercavo il cazzo è stato quel giorno quando stavamo lavando i piatti e io mi feci aiutare a riporre la pentola nel mobile.
Zio Paolo:” Mi ero appoggiato volutamente sul tuo culetto per vedere come reagivi, ed hai reagito come mi aspettavo, hai spinto il culetto verso di me. Poi quando facevi cadere volutamente le posate a terra in modo che ti piegassi per mostrarmi il culetto. Mi stavi facendo eccitare, non ti guardavo più come nipote. Poi nel letto, mi son detto che se Luca vuole il mio cazzo deve essere lui a fare il primo passo, e così è stato”
Io sorrisi maliziosamente accarezzando sempre il cazzone dello zio.
Zio Paolo:” Sei proprio una troietta allora, cucciolo ma troietta. Ti piace tanto il cazzo vero ?”
Io:” Si, in questi mesi che ero lontano da Germano impazzivo, ero in crisi di astinenza, mi segavo ogni notte”
Zio Paolo:”S i, ti avevo visto qualche notte che passavo davanti alla tua stanza mentre andavo in cucina a bere un po’ d’acqua. Comunque è terminata la tua crisi di astinenza, ci penserà il tuo zietto”
Io:” Penso proprio di sì… il tuo cazzone riempirà il vuoto che avevo dentro”
Zio Paolo:” Sarò sempre disponibile, faremo tutto quello che vorrai. Il mio giocattolo sarà a tua disposizione”
Gli diedi un bacio sulla guancia e un altro sulla cappella.
Zio Paolo:” Lo hai mai preso dietro”
Io:” No zio, mai. Germano non me lo ha mai chiesto e io non mi sono mai offerto anche perché avevo un po’ di paura, era grosso e il mio buchetto è piccolo. Le uniche cose che sono entrate sono le mie dita e qualche carota.”
Zio Paolo:” E ti è piaciuto ?”
Io:” In verità si. E’ ho notato che entravano senza difficoltà. Non ho sentito dolore ma solo piacere”
Zio Paolo:” Allora vuol dire che hai il buchetto elastico e credo che non avresti difficoltà a far entrare qualcosa di più grosso”
Io:” Ma zio vorresti incularmi ?” chiesi fingendo timore e stupore.
Zio Paolo:” Solo se tu lo desideri, io non ti forzerò. Quando ti sentirai pronto lo faremo”
Io:” Ma il tuo cazzone è enorme, non credo che entrerebbe nel mio culetto vergine, mi squarteresti.” Gli dissi toccandomi il cazzo per l’eccitazione.
Zio Paolo:” Non temere, faremo in modo di farlo entrare senza che tu ne soffra, anzi ne trarrai piacere”
Io:” Va bene zio, non vedo l’ora” risposi già pregustando quel momento
E ripresi il cazzone dello zio in bocca sperando di risvegliarlo, io intanto mi segavo.
Zio Paolo:” Cucciolo, non credo che io abbia la forza di un’altra sessione, mi hai dissanguato”
Io:” Va bene zio ma ho voglia di tenerlo in bocca, mi piace tantissimo il tuo cazzone.”
Zio Paolo:” Si ma prima dammi una mano a cambiare le lenzuola, queste le dovrò lavare…. Chissà perché…” disse sorridendomi e passandomi un dito sulle labbra, sorrisi anch’io.
Togliemmo le lenzuola e il copri materasso che vennero cambiate con delle pulite.
Poi ci rimettemmo ognuno le proprie mutande e ci addormentammo.
La mattina dopo ci svegliammo, eravamo entrambi nel lettone dello zio, stranamente non ricordavo di aver sognato qualcosa, era come se avessi il buio nel cervello ma ogni tanto mi apparivano come delle immagini in sequenza di quello che avevo fatto la notte con mio zio.
Mio zio fece per alzarsi, aveva addosso le mutande e io non potevi fare a meno di avvicinarmi e accarezzare il paccone di mio zio e lo strinsi un po’ nella mano.
Zio Paolo:” Tranquillo, non scappa, ora è di tua proprietà…” disse accarezzandomi il viso e mi diede un bacio sulla guancia. “ ..dai forza, sbrigati che dobbiamo andare in negozio”.
Ci lavammo, facemmo colazione e uscimmo di casa per andare al negozio.
Sul mio viso si leggeva la felicità, la soddisfazione di aver spompinato lo zio e ancora non credevo che fosse successo.
Anche lo zio aveva stampato sulla faccia la felicità. Aveva goduto col suo nipotino, cosa che, a parte le seghe che si faceva, non gli succedeva da anni.
Nei giorni a seguire l’atmosfera in casa era cambiata in meglio, non c’era più la monotonia dei mesi passati e decidemmo di dire ai miei se potevo rimanere anche il sabato e la domenica, i miei non si opposero.
Nei giorni seguenti, quando eravamo in casa, io vestito sempre con magliette corte e mutandone sempre “perizomate”, sculettando davanti a mio zio.
Non perdevo occasione, durante il giorno, di sentire il suo pacco sul mio culetto, sulle mie mani, dovunque sul mio corpo.
Ero schiavo del cazzo, volevo sempre il cazzo, avevo sempre desiderio del cazzo, ero diventato un piccolo “ninfomane”.
Una notte, dopo vari tentativi, riuscì a ingoiare il cazzone di mio zio tutto in gola.
Zio Paolo:” Avanti cucciolotto, prendi in bocca il mio cazzo, leccamelo, succhiamelo, pompamelo come sai fare solo tu…..dai bello di zietto….”
Cominciai a leccare la cappella bella lucida, grossa e scura…
Io: “ Uuhmm… quanto è buono zietto, ahhh.. che bel sapore…”
Comincia a imboccare la bestia cercando di allargare quanto possibile la bocca, ero deciso che quella notte lo volevo tutto fino in gola.
Succhiavo, pompavo, lasciavo la presa per respirare un po’….
Dopo un po’ mio scese dal letto si mise in piedi, io mi sedetti sul bordo del letto e ripresi il cazzone in bocca e facevo avanti e indietro succhiando, pompando quasi volessi mangiarmelo…. e ogni volta riuscivo ad infilarne un pezzo in più.
Poi gli afferrai le chiappe e lo spinsi piano a me, il cazzone entrava sempre più, mio mi afferrò la testa e la spinse verso se. Con queste due azioni combinate finalmente il cazzone mi entrò tutto in bocca.
Zio Paolo:” Aahhhhhh….. sssiiiiiiii…… bravoooo...cucciolo mioooo… ssiiii. Tutto in bocca ssiiiii.”
Nonostante mi facesse male la mandibola io continuai a tenerlo tutto in bocca respirando col naso, roteavo la testa per sentirlo sempre più…. Se avessi potuto avrei ingoiato anche le palle.

Uuhmmm…..CHE BELLO !!!!!

Se potessi scegliere di morire avrei scelto questa morte. Morire col cazzo ficcato fino in gola.
Poi ripresi a spampinarlo, volevo ingoiare tutta la sborra.
Io:” Dammi la sborra zietto, la voglio bere tutta, la voglio tutta nel pancino… riempimi, fammela bere….”
Zio Paolo:” Sto per abbeverarti cucciolo, bello di zio, uhhmmm.. sssiii.. arrivaaaa.... preparati.”
Io lo ripresi tutto in bocca, volevo che la sborra mi arrivasse direttamente nel pancino.
Zio Paolo:” Aahhh…..godooo…sborroo….bevila tuttaaa….”
I primi due schizzi mi arrivarono direttamente in gola e subito dopo nel pancino, ma io non resistetti e la volevo assaggiare sul palato e quindi presi in bocca solo la cappella e mi arrivarono altri due schizzi che questa volta si fermarono in bocca, succhiai ancora per prendere le ultime gocce fino a quasi succhiarli il sangue.
Lasciai, per un attimo, il cazzone e cominciai a roteare la lingua all’interno della bocca come se volessi frullare la sborra che avevo in bocca, poi aprii la bocca e feci vedere a mio zio la sua sborra nella mia bocca e poi la ingoiai…..
Stavolta non avevo perso nemmeno una goccia, avevo bevuto tutta la sborra fino all’ultima goccia.
Poi ripresi il cazzone in bocca e lo ripulii per bene.
Zio Paolo:” Cucciolotto, tu mi farai morire, sembra che tu abbia un aspirapolvere al posto della bocca, mi aspiri anche l’anima….”
Io:” Non posso farci niente, la colpa è di Germano che mi ha fatto conoscere la bellezza del cazzo, del pompino, della sborra….Devo ringraziare lui e gliene sarò sempre grato.
Passarono altri giorni e venne il giorno, o meglio, la notte tanto desiderata, avrei dato il mio culetto allo zio, al suo cazzone.
Eravamo alla fine di settembre e la sera andati a letto (ormai dormivano insieme) ho cominciato a giocare col suo cazzone, lo presi in bocca, mi sentivo molto eccitato, cominciai a spampinarlo, cominciai anche a segarmi ogni tanto lasciavo il mio cazzo e con le dita mi accarezzavo il buchetto del culo, insalivai le dita e comincia ad infilarmele nel buchetto.
Avevo il cazzone dello zio in bocca, con la mano destra mi segavo e avevo due dita della mano sinistra nel mio culetto. Ero al massimo della eccitazione.
Zio Paolo:” Cucciolo ti stai eccitando come non mai” disse mio zio tra un mugolo e un altro.
Io:” Zio, ho paura ma sento che stasera lo voglio nel mio culetto…” risposi lasciando per un attimo il cazzone e poi ripresi a succhiare.
Zio Paolo” Non devi aver paura, c’è qua il tuo zietto, vedrai che ti piacerà e se lo vorrai stasera godrai come non mai…”
Io continua a spompinarlo e mio zio scostò le mia dita dal mio buchetto e comincio ad accarezzarlo con le sua.
Un suo dito era grosso quanto due mie dita.
Cercò di infilare il suo ditone nel buchetto, entrò non proprio facilmente e se ne accorse perché lancia un gridolino di dolore..
Allora insalivò il ditone e passò la saliva anche la mio buchetto. Il ditone entrò dolcemente.
Il suo ditone mimava una scopata e a me stava cominciando a piacere tanto che ogni volta che affondava il dito io spingevo il culetto all’indietro per riceverne di più e nello stesso tempo stringevo per sentirmelo meglio.
Io:” Uhmm, si dai zietto, che bello.. non sento dolore…sei dolce….”
Zio Paolo:” Visto cucciolo che comincia a piacerti, e non è niente ancora…”
Lo zio cominciò a roteare il ditone cercando di allargare il buchetto poi lo tolse, si mise due dita in bocca, le insalivò e le avvicinò al buchetto, con il pollice e l’indice dell’altra mano cercava di allargare il mio buchetto e piano e molto dolcemente cominciò a entrare dentro, non trovò difficoltà, le dita scivolarono facilmente dentro.
Data la grossezza delle dita di mio zio era come se avessi il mio cazzo nel culetto.
Io:” Ahhhhh… siii…scopami con le dita zietto…siii che bello….è bello…sii continua….” Gemetti masturbandomi….
Zio Paolo mi bloccò la mano e disse di fermarmi perché se avessi goduto adesso avrei perso tutto il bello che sarebbe venuto da li a poco.
Io ubbidii.
Zio Paolo:” Succhia il mio cazzo, fallo diventare duro, preparalo per il tuo culetto… dai forza cucciolo…”
Non me lo feci ripetere due volte, accelerai il pompino, mi feci arrivare il cazzone in gola, ormai ero allenato e non avevo difficoltà a riceverlo tutto in gola, era bellissimo sentire il mio naso sbattere contro il pube e sentire il solletico dei peli radi di mio zio, sentire la borsa delle palle sbattermi sotto il mento, mi sentivo come quelle donne che guardano i propri figli da neonati e dicono quella frase:” ….per quanto è bello che mi verrebbe voglia di mangiarlo…”, io mi sentivo così…per quanto era bello, per quanto lo adoravo, per quanto impazzivo per il cazzone me lo sarei mangiato….
Il cazzone era diventato duro ed era grosso da far paura. Adesso lo guardavo con timore sapendo cosa stava per succedere tra poco.
Il momento stava arrivando, mio zio mi aveva allargato per bene, con le sue dita, il buchetto tanto che entravano e uscivano come un coltello caldo nel burro.
Zio Polo:” Cucciolo sei pronto ?”
Io:” Non lo so zietto, ho un po’ di paura.” risposi quasi piangendo ma nello stesso tempo fremendo per l’attesa, togliendomi per un attimo il cazzone duro dalla bocca.
Zio Paolo:” Ti ho detto di non aver paura”. disse rasserenandomi “..farò piano e con dolcezza e basta che tu lo dica mi fermerò”
Io:” Va bene zietto sii dolce…non farmi male.” risposi tra il timore e la gioia del momento.
Lo zio mi prese e mi mise a pecora, si avvicino col viso al culetto, allargò le chiappette e comincio a leccare il buchetto alternando la lingua e le dita.
Io:” Oohhh.. che belloooo… si zietto continua uhmm..”
Lo zio continua a leccare e a infilare le dita poi si fermò, mi fece metter a pancia in su, avvicinò il cazzone alla mia bocca..
Zio Paolo:” Cucciolo prendilo in bocca e insalivamelo bene, bene….”
Lo presi in bocca e produssi quanta saliva mi fu possibile.
Tolse il cazzone dalla mia bocca, prese le mie gambe e le mise sulle sue spalle, avvicinò la sua mano alla mia bocca..
Zio Paolo:” Sputa quanta saliva puoi nella mia mano.”
Io ne sputai non molta, visto che ne avevo prodotto molto per insalivare il cazzone.
Il momento stava arrivando.
Io:” Zietto questa attesa mi fa morire……”
Zio Paolo:” Sto arrivando cucciolo, eccomi”
Mi zio con la mano insalivata da me cominciò a distribuirla sul buchetto, lubrificò il buchetto poi prese il cazzone e appoggiò la cappella sul buchetto, cominciò a strusciarlo e poi la appoggiò nuovamente.
Io ero quasi paralizzato per la spasmodica attesa, con le mani stringevo le lenzuola, avevo serrato la bocca e i denti
Zio Paolo:” Cucciolo stringi tra i denti questo fazzoletto e se tu vuoi mi fermo….sei pronto”
Io:” Si zietto, sono pronto.. ma fa piano.” risposi prendendo il fazzoletto e mettendomelo tra i denti.
Zio cominciò a spingere, in maniera dolce, andava avanti a piccoli passi mentre il mio buchetto accoglieva la cappella allargandosi molto dolcemente facilitato dalla molta saliva che ne favoriva l’introduzione…..
Spingeva e si fermava, spingeva e si fermava facendo in modo che il mio buchetto si adattasse mano, mano.
Era grosso. Era molto grosso
Ne sentivo dentro sempre più, e stranamente, ma fortunatamente, di dolore ne sentivo poco…
Io:” Ahhh…uhmmm…piano zietto:” dissi togliendomi per un attimo il fazzoletto dalla bocca e che non rimisi più.
Avevo deciso che se dovevo soffrire lo dovevo fare gridando.
Ne entrava sempre più. E lo sentivo sempre più grosso
Zio Paolo:” Cucciolotto mio sta entrando, vedi non fa male vero ?:
Io:” Siii. zietto, ahhh.. è ve..ro non sen..to mol..to dolo..re…uhmmmm… siii…”
Zio Paolo:” è dentro più di metà……”
Ahhhhh quant’era grosso.
E zietto cominciò molto dolcemente a scoparmi.
Zio Paolo:” Bello di zio…che bel culetto che hai, è fatto per il cazzo…per i cazzoni…
Io:” Siii. zietto….sii che belloooo, fottimi…fottimi…fallo entrare tutto dentro, lo voglio tutto ziooooo……”
Zio Paolo:” Bello di zio, lo vuoi il mio cazzone… dimmelo che lo vuoi tutto dentro il mio cazzone, dillo che vuoi il cazzone di tuo zio….ahhh….uhmmmm.
Io:” Sii.. lo voglio tutto…si voglio tutto il tuo cazzone dentro, voglio il cazzone di mio zio tutto dentro…sverginami ziooo..!!!
Il caro zietto non se lo fece ripetere la seconda volta e con un colpo secco lo spinse tutto dentro il mio bel culetto.
Zio Paolo:” ECCOLO CUCCIOLO….TIENI…PRENDILO TUTTO…TI SPACCO IL CULO NIPOTINO….AHHHH…. .OHHHH… ORA IL TUO CULETTO E’ MIO..!!!”
Io:” AHHHHHHHHHHHH……”gridai misto tra dolore e piacere mentre sentivo il cazzone dello zietto tutto dentro di me, sentivo le sue palle belle grosse che sbattevano sulle mie chiappette, mentre con le mani presi le sue chiappe e le spingevo verso di me per sentirmelo ancora di più dentro.
Mio zio diede un altro colpo un po’ più forte e sembrava di sentirmelo arrivare in gola.
Lo zietto, il caro zietto, il cazzone di zio Paolo mi aveva sverginato, il sogno si era realizzato, ora il mio culetto non era più come era prima.
Io:” fottimi… sii. fottimi..zietto bello… rompimi il culo….mi hai rotto il culo…ora il mio culetto è tuo…ahhh….ohhhh….uhmmmm è stupendo, e meraviglioso”
In tutto questo turbinio di passione e di piacere indescrivibile io avevo goduto senza che mi sia toccato.
Mio zio continuava a fottermi, sembrava non si stancasse, sembrava che il mio culetto, il bel culetto del nipotino, lo avesse riempito di energia come se si fosse rigenerato dopo tanto anni di seghe…. poveretto lo zietto, ora io ero qui a fargli riacquistare tutto ciò che aveva perso in questi anni.
Ero la sua puttana, la sua troietta, la sua ninfomane e io volevo tutto questo.
Ad un certo punto mio zio si fermò e tolse il cazzone dal mio culetto, sentii come se mi avessero prosciugato lo stomaco, sentivo una strano vuoto, mi sentivo slabbrato…
Zio Paolo:” Cucciolo dovresti vedere che bel buco largo che hai…ti si vedono quasi le tonsille”.
Io portai la mano verso il culetto, toccai il buchetto, che buchetto ormai non era, e con sorpresa la mia mano, piccola mano, entrò tutto nel bucone tanto che ci potevo giocare quasi e ci entrò anche il polso.
E mi sentivo vuoto…
Io:” Zio mi hai veramente rotto il culo, ci entra il mio braccio…..ma ora rimettilo dentro.. lo voglio ancora…” quasi lo supplicai.
Mi zio allora mi fece girare e mi mise a pecora e mi inculò nuovamente.
Io;” siiii.., che belloooo, siiii, tutto dentro, lo rivoglio tutto dentro…” dissi soddisfatto di averlo ancora dentro.
Mio zio continua a stantuffarmi
Zio Paolo:” Cucciolo sto per sborrare…ohhh. ahhh.”
Io:” Zietto sborrami nel culetto ahh..ahhh..ahhh..uhmmm..si la voglio tutta nel culetto cazzone mio…..”
Zio Paolo:” la vuoi tutta nel culo cucciolo…ohhh…ahhh..uhmmm”
Io:” Si zietto, allagami il pancino, sborrami dentro, ohhh….uhmmm… che bellooooo..
Zio Paolo:” Cucciolo godoooo…. Sto sborrando..nel tuo culetto…siiii”
Mio zio diede un paio di colpi tali da farmi perdere la posizione a pecora e finii disteso sul letto con mio zio, il mio caro zietto, sopra di me.
Zio Paolo:” Tieni cucciolo..saziati con al mia sborra….ahhh…..”
Mio zio, il mio caro zietto, sborrò dentro di me tanta, tanta sborra che mi sentii come se la sborra fosse entrata in circolo.
Mio zio rimase per qualche attimo sopra di me, mentre sentivo il cazzone ammosciarsi dentro di me.
Il peso di mio zio, il mio caro zietto, su di me mi faceva mancare il respiro ma tanta era la mia soddisfazione, il mio godimento di aver perso la verginità, di aver preso quel cazzone, di avermi fatto inculare da mio zio, il mio caro zietto, che se fossi morto in quella posizione sarei stato contento, sarei morto col cazzone di mio zio, il mio caro zietto, dentro il mio culetto.
Dopo qualche attimo mio zio, il mio caro zietto, si tolse sopra di me e si accasciò sul letto, io rimasi ancora per un po’ in quella posizione a pancia in giù, stavo realizzando, nella mia mente, quello che era successo, quello che avevo fatto, quello che avevo desiderato di fare e godevo questo momento. Non sentivo dolore, ma sentivo che un vuoto nel mio culetto.
Poi con la mano mi toccai il culetto e notai che il buco si stava un po’ restringendo, infilai due dita e raccolsi un po’ di sborra che cominciava a fuoriuscire dal buco del mio culetto.
Mi portai le dita vicino alla bocca e depositai il raccolto sulla lingua, assaporandone il diverso sapore, il sapore dello zio, il mio caro zietto, e il sapore del mio interno.
Lo tenni un po’ in bocca e poi lo ingoiai…
Mio zio, il mio caro zietto, aveva assistito alla scena…
Zio Paolo:” Non c’è dubbio, sei una troietta..la mia troietta”
Io lo guardai, sorrisi, avvicinai la bocca sul suo cazzone ammosciato, lo leccai lo misi in bocca e succhiai le ultime gocce di sborra, poi lo ripulii.
Mi distesi sul letto.
Io:” Zietto. È stato bellissimo, non credevo fosse così…. Avessi saputo lo avrei fatto anche con Germano ma sicuramente è meglio che lo abbia fatto con te, così rimane tutto in famiglia.” dissi ridendo.
Anche mio zio, il mio caro zietto, si mise a ridere.
Zio paolo:” Allora cucciolo, ha sentito dolore ?”
Io:” No zietto, solo un po’ all’inizio, ma poi è stato un continuo piacere. Ora che so cosa si prova ad essere inculato stanne certo che non mi fermerò qui, dovrai soddisfarmi ogni volta che voglio, che io lo desideri”
Zio Paolo:” Cucciolo stanne certo che non ti farò mancare la razione di cazzo per la tua bocca e per il tuo culetto.”
Ci alzammo e andammo in bagno a ripulirci, io ero davanti e mio zio, il mio caro zietto, dietro e lo sentivo ridere…
Io:” Zio perché ridi ?” gli chiesi
Zio Paolo:” E che sto vedendo come cammini…..l’ho rotto proprio bene il tuo culetto” continuando a ridere.
Risi anch’io, ma in effetti non camminavo proprio strano e che lo zio, il mio caro zietto, voleva prendermi in giro…
Mentre camminavo mi sentivo scorrere la sborra nell’interno coscia, sborra che io raccolsi con le mani e misi in bocca ingoiandola..
Mio zio, il mio caro zietto, disse che ero una troia, anzi una supertroia.
Io mi girai e gli feci la linguaccia.

Questa è la storia di quando mi feci sverginare il culetto da mio zio, il mio caro zietto.
Con lui feci sesso per molti anni, il suo cazzone, la sua sborra non mi mancava mai, non mi bastava mai.
Puoi nel corso degli anni mio zio, il mio caro zietto, ebbe dei problemi finanziari, tanto che chiuse il negozio ed io ritornai dai miei in città.
E comunque io andavo spesso a trovarlo a casa sua soddisfando la mia voglia di cazzo e soddisfando la sua voglia di incularmi.

Nel 1982 mio zio, il mio caro zietto, alla età di 65 anni, ebbe un infarto mentre era in un bar del suo paese, e morì.
La cosa la presi male, molto male, mi mancava, mi sarebbe mancato, mi manca ancora adesso che ho 53 anni.
Grazie zio, il mio culetto ti sarà sempre riconoscente.

Per commenti: renember@tiscali.it

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