La Fornaia

di
genere
incesti

Salve vi voglio raccontare quello che ha sconvolto la mia vita perchè questa è una storia realmente accaduta. Vivo in un piccolo paese della campagna Siciliana poche anime e pochi negozi uno di questi era il forno di Zia Alfonsa rimasta vedova qualche anno fa dalla morte dello zio Mauro dal quale aveva ereditato l'attività. Zia era una donna non tanto alta un bel seno grande e un bel culo rotondo ma a causa del lutto non metteva in mostra perchè sempre vestita di nero anche se io ero innamorato delle sue calza velate. Ero bocciato a scuola frequentavo la quarta liceo e i miei su tutte le furie mi dissero che per farmi perdonare sarei dovuto andare tutte le notti a lavorare al forno di zia per darle una mano. Non potevo fare a meno di ubbidire. Zia Alfonsa mi aveva consigliato un paio di pantaloni corti e una magliettina per via del caldo così la prima sera mi presentai cosi Zia venni ad aprirmi il bandone e me la ritrovai con un camice lungo fino alle ginocchia molto largo ciabatte senza calze e senza reggiseno perchè mentre camminava le sue bocce dondolavano tutte ,era fantastica io sentivo che nelle mutande il cazzo che cresceva la osservavo mentre impastava il suo culo e le sue bocce dondolare con ritmo ero infoiato e dai pantaloncini si vedeva bene ho passato tutta la notte con la verga ritta e dura finchè non sono tornato a casa e mi sono sparato una delle più belle seghe della mia vita. La sera dopo torno al forno e zia mi apre con un sorrisetto beffardo aveva sempre il vestito largo ma come mi sono accorto dopo non portava mutande perchè in un piegamento a pecora per prendere un sacco di farina il vestito e salito sulle chiappe mettendo in mostra tutta la sua fica grossa e pelosa ero in estasi non sapevo come comportarmi il cuore andava a mille e il cazzo si vedeva da i pantaloncini ad un certo punto a notte fonda zia mi chiede una mano per preparare le pagnotte così mi metto di fronte a lei e la guardavo lavorare gli si vedeva tutte le poppe le mettiamo in forno e prepariamo un altro impasto versiamo nella macchina la farina il lievito e l'acqua e la facciamo partire ma nei movimenti avevo strusciato la minchia al culo di zia lei si gira di scatto e io mi scuso spiegando di non averlo fatto a posta zia si mette a ridere e mi dice che con quel bastone che si vede da i pantaloni era impossibile non sentirlo ci rimettiamo a lavoro e in un movimento e lei che si appoggia alla mia verga io resto immobile ma sento che lei inizia a strusciare le sue grosse chiappe al mio arnese si rimette a pecora per prendere un altro sacco risale un altra volta il vestito ma questa volte mi fiondo senza pensare con la mia lingua sulla sua vita bella sudata Zia sta ferma e io inizio a sucare il più possibile le grandi labbra il clitoride bello gonfio e turgido la penetravo con la lingua era un lago iniziò a godere e a gemere così mi sono fatto ancora più audace mi sono calato i pantaloncini l'ho appoggiato alla sua caverna di carne e con un colpo di reni l'ho impalata fino all'utero ero dentro zia la chiavavo come un toro lei era tutta rossa e godeva e mi incitava di sbatterla più forte, sono uscito l'ho girata verso di me ho alzato una delle sue gambe e l'ho rimesso dentro la stavo chiavando in piedi le ciabatte a i piedi e le grosse minne mi facevano impazzire, Alfonsa mi ha preso per la testa e mi ha ficcato la lingua tutta in bocca godevamo come maiali volevo anche profanare il suo splendido culo cosi senza darle il tempo di capire cosa succedesse le ho passato una mano tra la fregna e poi con i suoi umori ho lubrificato lo sfintere bello spanato da Zio o chi per lui e l'ho cacciato dentro scopandola come un treno fino a quando non gli sono venuto in una splendida sborrata nelle budella. Siamo rimasti avvinghiati qualche minuto poi sono uscito da dentro di lei eravamo stravolti ma felici anche se dovevamo a riprendere il lavoro. Ho passato tutta l'estate e molte altri notti al forno di zia scopandola in tutti i modi e in tutte le posizioni tanto che ora sono io il suo fornaio.
scritto il
2022-02-14
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