Adorabili giochi pericolosi - Parte 9 - Circondata dai guardoni

di
genere
voyeur

Riordinavo distrattamente le pratiche sulla scrivania, in uno di quei lunedì lavorativi lenti e comatosi dai quali vorresti solo scappare.
Per me lo era ancora di più visto che non riuscivo a non pensare ai fatti del weekend.
Le scene mi si riproponevano ossessivamente che quasi avevo paura di me stessa. Il giochino con mio nipote non era stato moralmente ineccepibile per usare un eufemismo, ma non potevo non ammettere che mi era risultato oltremodo eccitante.
Le telefonate e i problemi da risolvere al lavoro mi davano la possibilità di evadere almeno per qualche ora da quel mondo perverso che mi ero creata in testa.

Passai diversi giorni in quel mood fatto di un attesa latente di quell'episodio che riaccendesse la parte più inquietante di me.
Era la sera di venerdi quando Paolo mi annunciava fiero che avevano scelto il suo progetto al lavoro e di conseguenza avrebbe ottenuto il bonus che tanto desiderava. Mi disse di prepararmi che saremmo andati fuori a cena con il suo team per festeggiare. La meta era un ristorante molto elegante e alla moda, ancora una volta sul litorale.
Scelsi un bel vestito adatto all'occasione. Nero dalla generosa scollatura sia sul seno che alla schiena. Mi guardai allo specchio, la pelle un po' abbronzata stava d'incanto sul punto luce. I tacchi alti... a spillo, quelli ovviamente non potevano mancare.
Arrivammo in ritardo come nostro solito. Tutti i colleghi di Paolo (una dozzina) stavano già gustando l'aperitivo di benvenuto nell'attesa. Tutti in tiro, i più sembravano avere mogli o fidanzate al seguito.Ci fu un rapido giro di presentazioni. Tutti davvero di bella presenza, per lo più coetanei. Tra i maschietti serpeggiava l'aria da serata goliardica finalmente fuori dall'ambiente lavorativo
La cena fu deliziosa , come il vino che accompagnò divinamente ogni portata. I commensali erano di buona compagnia e alla mano, le battutine e i doppi sensi tenevano banco spesso e volentieri. Ci spostammo quindi a cena terminata verso il bar sulla splendida terrazza a strapiombo sul mare di cui poteva vantarsi il ristorante. Li c'era anche musica e in genere, a notte fonda, la stessa veniva presa d'assalto dalla movida che la trasformava di fatto in una vera e propria discoteca.
"Paoletto ma non ci avevi mai detto di aver una fidanzata così bella" erano le frasi di un paio di colleghi del mio lui mentre lo prendevano sotto braccio. Ormai le giacche erano un ricordo e le cravatte allentate davano l'idea del fine serata alcolico . "Pensate a voi che siete ancora scapoloni e morti di figa" rispondeva taglientemente il mio lui con ammiccamenti neanche tanto velati a uno dei suoi colleghi un po più Nerd.. poverino. "Datevi da fare e lasciate in pace Ambra". Sorrideva cingendomi le spalle orgoglioso. Gli occhi dei suoi colleghi erano però incollati sulle mie curve. Uno di loro, un certo Stefano, era particolarmente piacente e non evitava occhiate spudoratamente ardite.. Era alto, capelli mossi, occhi scuri e barba curatissima. Non dava l'aria di essere un informatico. :-" E ma non te la mangiamo mica Paolino... anche se c'è da dire, se ce lo concedi, che è la donna più bella della serata" . "Uuuhh" fu il verso/commento dei colleghi vicini. Paolo sorrise e mi strizzò l'occhio con sguardo complice. Simulando all'amico il gesto delle sberle che facevano le nostre madri da piccoli. Ruppi io l'empas :-" Ti ringrazio molto... non credo tu dica tutta la verità vista la situazione" e ammiccai al calice mezzo vuoto che reggeva " ma apprezzo il complimento". In realtà mi sentivo davvero bellissima, una dea in mezzo a quegli uomini e ai loro occhi. Il vestito esaltava le mie generose curve che erano oggetto di occhiate da parte di tutti... donne e uomini.
Bevvi ancora, da brilla ero molto vicino all'essere ubriaca. In un attimo non vidi più Paolo. Lo cercai nella saletta adiacente ma niente. E come da copione mi spuntò subito Stefano alle spalle. "Cerchi Paolo?" :-"eh si era qui un attimo fa, forse è alla toilette" Aveva un buon profumo e uno sguardo penetrante, si distingueva di gran lunga dai suoi amici per sicurezza e audacia. :-"Forse sarà al parcheggio, l'ho visto uscire un attimo fa con alcuni colleghi" mi disse. Che mi avesse lasciata li da sola di proposito? pensai. Mi ritrovai allora li con Stefano e per evitare i soliti imbarazzi del caso riprendemmo a chiacchierare del più e del meno. Paolo si palesò di nuovo solo dopo diversi minuti. Era con 3 suoi amici e un paio di colleghe . Si sedettero ai tavolini in terrazza. Si comportava come se non ci fossi. Era una sua strategia? Voleva che rimanessi sola per vedere se qualcuno ci provava con me? ero di nuovo preda dei suoi giochini perversi. Continuai la chiacchiera con Stefano che si stava rivelando un abile oratore. Da gentleman mi riempì anche il calice che ormai era vuoto. Guardavo Paolo a una decina di metri da noi. Mi ignorava.. o faceva benissimo finta. Mi irritai un po'... ma visto che probabilmente era quello che voleva presi a flirtare deliberatamente con Stefano. Ridevo di gusto alle sue battute, gli carezzavo la giacca e scherzavo strapazzandogli il nodo allentato della cravatta. Lui mi spogliava con gli occhi ed era anche bravo a sfiorarmi il seno con il dorso della mano facendo apparire il movimento accidentale. Finalmente Paolo mi scrutava da lontano. Gli mandai un messaggio al cell "TI STAI ECCITANDO EH PORCO?". La risposta fu una faccina sorniona di quelle che utilizzava spesso.. Chiesi a Stefano di scusarmi un secondo per andare al bagno.
Rientrai dopo mezzo minuto e di strada mi fermai da Paolo ancora seduto. Gli sussurrai all'orecchio " un regalino per te.." e intanto gli infilavo nella tasca della giacca le mutandine che mi ero appena tolta. Fatto ciò tornai ancheggiando vistosamente da Stefano.
La stoffa del vestito era sottile e leggermente trasparente. Un occhio arguto avrebbe sicuramente notato l'assenza della sagoma di biancheria intima sul mio di dietro. Mi piaceva l'idea che tutti a quel tavolo, nonostante fossero in compagnia delle rispettive compagne, mi avessero guardato almeno per un momento il culo. Oltre all'immaginare lo stupore della faccia di Paolo nel momento in cui si fosse reso conto che la sua ragazza era in giro senza mutande.
Eravamo ora seduti uno di fronte all'altro. Accavallai le gambe e con sguardo languido parlavo con Stefano mentre di sott'occhio studiavo le reazioni di Paolo. Stefano aveva percepito sicuramente che l'atmosfera si stava surriscaldando e il mio fare da gatta morta lo eccitava e incoraggiava.
Scavallai ancora le gambe. Per chi si fosse trovato ni quella frazione di secondo e nella giusta prospettiva avrebbe avuto la visione del mio sesso nudo e umido. Il non sentire la stoffa dell'intimo ma lo sfregare della pelle nuda mi dava un certo piacere.
La serata proseguiva pericolosamente e anche la musica ora era divenuta più forte. La terrazza si riempiva di gente a ballare. Il nostro gruppo tra i fumi dell'alcool si unì alle danze. Stefano mi prese spudoratamente per mano e mi portò al centro della pista.
Complice il vino, stava diventando molto, forse troppo esplicito. Prese a ballare tirandomi a se e facendo aderire i nostri corpi. Lo sfregare del mio seno sul suo petto mi fece indurire in un baleno i capezzoli che ora facevano capolino sotto la stoffa. In piu la compressione delle tette le faceva trasbordare ai lati regalando visioni di un certo tipo. Paolo ballava a pochi metri da me con alcune sue amiche. Gli sguardi dei colleghi si fecero in poco tempo curiosi rispetto la situazione. Stefano come un treno proseguiva deliberatamente nel "corteggiarmi" come se non gliene fregasse nulla di quello che c'era intorno.
Mi fece girare su me stessa proseguendo a ballarmi sensualmente alle spalle. Inutile dire che sentii la sua erezione piantata fiera sul mio di dietro. Mi stavo eccitando seriamente. Avrei voluto che una sua mano si inoltrasse nella scollatura per palparmi il seno e sentire i miei capezzoli in tiro come chiodini..oppure se avesse osato scendere, avrebbe trovato il mio sesso fradicio d'eccitazione.
Sentivo il suo fiato sul collo e non era per dire. La situazione era prossima a sfuggire di mano a tutte le parti in causa.. quando d'un tratto mi sentii tirata per un braccio. Era Paolo che con veemenza mi trascinava via dalla terrazza. In un baleno ci ritrovammo al parcheggio. "Ti è piaciuto fare la troia davanti a tutti eh?" mi diceva con voce roca a denti stretti, trafelato dal passo svelto mentre mi "spintonava" verso la macchina. "smettila mi fai male" gli dicevo. "e poi non è quello che volevi?" Ero sorpresa da questa punta di gelosia, sembrava tutto architettato da lui come da copione. Entrammo in auto e come da film poliziesco scattammo via con tanto di rombo e sgommata.
"tanto lo so che volevi vedermi fare la troia..." gli dicevo mentre non sembrava rivolgermi la parola. "mi hai lasciata sola con lui.. e lo vedevi come si comportava.. perchè non sei intervenuto?" Non mi degnava di uno sguardo. Il suo viso era inquietante tanto non facesse trasparire emozioni valutabili.
L'auto procedeva a grande velocità fra le strade di campagna fuori paese. Rimasi interdetta e in silenzio per qualche minuto cercando di scrutare qualche reazione. Mi accorsi però che aveva la patta del pantalone gonfio e il suo membro premeva duro su un lato. "lo sapevo che eri eccitato.." cercavo di scherzarci mentre allungavo le mani in cerca di contatto. Si faceva palpare senza che emettesse una reazione. Ero sconcertata e inquietata dalla situazione.
Notai che non imboccammo la solita superstrada per rientrare in città ma ci addentravamo sempre di più in strade di campagna. "Paolo dove stiamo andando?" chiesi con un velo di preoccupazione. "in un posto.." mi rispose serio. Non ebbi altre risposte finchè non arrivammo a ridosso del mare. La strada confluiva in un tratto boschivo e successivamente in una pineta. La luce era poca e i lampioni vecchi, fiochi e uno ogni 20 metri.
Paolo accostò il nostro Suv lungo la strada. Notai altre macchine più in lontananza. Per un attimo mi tranquillizzai, voleva appartarsi per una sveltina. Ma.. perchè proprio in quel posto quando avevamo casa nostra a qualche minuto di strada? Non mi diede il tempo di rifletterci che cominciò lentamente a tirarsi giù la zip del pantalone. Ne uscì la sua verga durissima dalla cappella rossa e gonfia. "Spogliati" mi disse con autorità, intanto scappucciava il suo cazzo con molta flemma. Obbedii, tirando giù le spalline e scoprendo le mie gemellone dai capezzoli duri. Rimase ad ammirarmi come se mi avesse vista nuda per la prima volta. Mi prese un seno in mano e lo portò alla sua bocca. Mi leccava lentamente i capezzoli stringendomi con la mano tutto il seno . Non riusciii a resistere e gli saltai addosso godendomi l'attrito della sua verga di ferro sul mio sesso eccitato senza slip. Le nostre lingue si fusero in un bacio bollente e voglioso. Eravamo presi nel nostro turbine di passione quando notai con la coda dell'occhio dei movimenti attorno alla macchina. Di scatto mi coprii. "Paolo c'è qualcuno" dissi preoccupata. Misi la sicura di scatto agli sportelli dell'auto. "Tranquilla.. non danno fastidio a nessuno" e prese a baciarmi il collo. Ero ancora più preoccupata da quella risposta e perplessa guardavo fuori. Nella penombra , tra i cespugli e gli alberi scorsi 3 o 4 figure. Si muovevano come un branco, passando da un cespuglio all'altro. Ero inquietata. "ma chi sono Paolo.. che ci fanno qui?!" chiesi. "Tranquilla.. lasciali fare" mi sussurrava all'orecchio. La sua calma non riusciva però a trasmetterla. Ero tesa e preoccupata. "ma lascia fare cosa... dai metti in moto e andiamo via" gli dissi ma ricevetti una sonora lingua in bocca per tutta risposta. Non sembrava minimamente turbato dalla situazione.. anzi! Impotente ad occhi aperti scrutavo dai finestrini e finalmente capii. A pochi metri da noi c'era una manciata di uomini, tutti con le braghe calate e con i loro arnesi mezzi duri fra le mani. "oddio ma sono guardoni e sono nudi!" dissi a me stessa nella piu ovvia e spontanea delle osservazioni. Sembravano muoversi come in un rituale consolidato, spostandosi a volte all'unisono per trovare l'angolazione migliore e godersi lo spettacolo che stavamo dando in macchina. Allora capii.. la zona pullulava di questi guardoni che si aggiravano fra le macchine in sosta nella pineta. I voyeur sembravano stare a regole del gioco non scritte.. si avvicinavano ma nessuno dava l'intenzione di andare oltre. Le Auto e i loro passeggeri erano evidentemente ben consapevoli delle consuetudini del luogo. Paolo lo sapeva e mi ci aveva portato di proposito. Non il caso o la voglia improvvisa, conosceva la zona e voleva che dessi spettacolo per tutti quegli uomini eccitati. Addirittura pensai per un attimo che probabilmente era stato anche uno di loro in passato. Mi tirò giù il vestito scoprendomi completamente il seno "dai..lasciati guardare" mi sussurrò. Volsi lo sguardo dal finestrino e in 4 , anzi 5 si avvicinarono. Dal buio non riuscivo a distinguere bene ma mi sembravano uomini di mezza età, uno forse più giovane e un altro aveva la pelle piu scura...quasi mulatto. Chi in t-shirt, chi con un giubbino, il mulatto era a torso nudo. Tutti avevano però il cazzo di fuori che maneggiavano lentamente. Il mio grosso seno li stimolò parecchio visto che in pochi attimi le loro erezioni divennero vigorose. Non avevo mai visto tanti cazzi duri contemporaneamente... per giunta in tiro per me! Paolo prese a massaggirami il seno rivolgendolo verso il finestrino cosicchè potessero vedere bene.
Quelle mani che ritmiche lucidavano quei cazzi mi stavano facendo letteralmente impazzire. La sensazione di disagio e preoccupazione presto lasciò posto all'eccitazione più sporca e perversa: essere l'oggetto del desiderio e la fonte di piacere di quegli sconosciuti. Muovevo freneticamente il mio bacino sull'erezione di Paolo. Stavo per raggiungere l'orgasmo solo in quel modo tanto ero eccitata. Poi Paolo mi girò su me stessa. Grazie all'abitacolo spazioso del Suv mi ritrovai con il mio culetto proprio a pochi cm dal viso del mio lui. Come in un adorazione prese a baciarlo prima delicatamente... poi sentii le scie umide che la sua lingua bagnata lasciava sui glutei. Ci volle poco che arrivò al mio buchino più nascosto nel quale affondò la lingua dura come se fosse un piccolo pene. La sensazione mi portò nuovamente vicina ad un orgasmo... le sue dita presero contemporaneamente a sgrillettarmi il clitoride e a penetrarmi tese la figa che colava di umori. Mi lasciai andare a gemiti osceni. Chiusi gli occhi dalla goduria e sentii i rumori liquidi che i segaioli emettevano scappucciando le loro cappelle umide. Il ritmo delle dita di Paolo divenne frenetico e in pochi istanti venni urlando... in una miriade di tremiti al basso ventre. Ancora trafelata dall'orgasmo vidi Paolo portarmi la mano sul suo cazzo. Presi allora a segarlo guardando fuori dal finestrino il nostro pubblico. L'occhio si era abituato alla penombra e scorgevo molti piu dettagli: uno avrà avuto 50 anni, ce l'aveva piccolo. Altri due erano un po piu giovani e dalle misure più importanti. C'era uno che sembrava un ragazzino..dell'età di mio nipote...era rosso in viso e sembrava il più vicino all'alzare bandiera bianca... Poi il mulatto, petto e addome scolpito.. con un arnese di dimensioni notevoli. Li guardai di sfuggita negli occhi e poi presi a fissare i loro uccelli durissimi. Paolo godeva sotto le mie grinfie.. il liquido preseminale che bagnava la mia mano era abbondante. "girati mi disse" e mi mise prona sull'altro seggiolino. Voleva prendermi a pecora. Sentii il suo glande enorme e umido cercare la strada giusta risalendo dal mio interno coscia e finalmente affondarmi nella figa. Cominciò a pompare come un vero toro..come sapeva fare lui...era di gran lunga la sua posizione preferita. "ah si.." frignavo sentendo il mio sesso riempito della sua carne dura. I guardoni si spostarono allora proprio davanti a me. Mi tenevo sul bordo interno del finestrino mentre ricevevo le randellate del mio maschione. Le tette mi ballonzolavano oscenamente. I loro cazzoni allo stremo davanti ai miei occhi venivano masturbati furiosamente. "Guarda come li fai segare..." mi diceva Paolo mentre mi pompava alla grande. Mi sentivo una dea del piacere, il centro del mondo in quel momento. Li fissai con sguardo da vera troia e toccandomi le tette li incitavo a bassa voce a venire. "avanti... fatemi vedere.." Bastarono queste due parole a far sborrare il ragazzino. Una manciata di zampilli finirono quasi per colpire la portiera. Udii un paio di "sii facci schizzare", rochi di godimento. Poi quasi contemporaneamente altre esplosioni con fiotti di sborra che schizzavano imperiosi dai cazzi all'insu. "Dai fai sborrare anche lui" mi disse trafelato Paolo. Guardai allora l'ultimo rimasto. Il ragazzo di colore. Quasi se lo aspettasse si avvicinò. Aveva una cappella enorme... e la larghezza del suo arnese era davvero fuori dalla norma. "toccaglielo.." mi sentivo dire dal mio lui. Ormai ero in completa trance. Allungai la mano fuori dal finestrino fino a coprirgli con il palmo tutta quell'enorme cappella. Era bollente! La palpai come una quindicenne per qualche istante... ero stupefatta lo ammetto. Mai avuto esperienze con uomini di colore e con quelle doti. Poi strinsi più forte e scappellai completamente il glande. Lo sentii fremere sotto il mio tocco. Paolo ormai a quella scena mi scopava come un assatanato. I suoi rantoli di piacere facevano da colonna sonora al mio lavoro di mano che concedevo al voyeur. Feci un paio di sue giu lenti...poi appena un altro paio piu decisi e mi esplose clamorosamente come se avessi stappato una bottiglia di Champagne. Sborra a fiumi e getti potenti che dovetti direzionare per non imbrattare la macchina. Era uno spettacolo della natura! Sentii a ruota Paolo venire violentemente e inondarmi la figa di caldo sperma. Ebbi in quegli istanti il secondo orgasmo della serata piu intenso e imponente del primo. Urlando oscenamente dalla goduria mi abbandonai sfinita sul seggiolino.


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di
scritto il
2022-01-19
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