(First) Topless on a solitary beach Finale

di
genere
trio

Stanno scopando, è evidente.
Credono di essere abbastanza lontani da non essere sgamati ma si capisce benissimo.
Buon per loro.
Un po’ meno per me.
Perché a vederli mi sono eccitata, e non succedeva da un mese.
Ora sono qui sola in spiaggia, con le tette al vento e il costume arrotolato sui fianchi.
E bagnata.
Che strazio.
Cosa faccio? Sono su di giri.
Di sicuro non posso toccarmi qui dove mi trovo, anche se lontana da occhi sconosciuti.
Ecco, faccio un bel bagno, così magari i bollenti spiriti si placano.
Una scusa perfetta per avvicinarmi e vedere meglio quei due che ci danno dentro.
Il costume arrotolato però mi dà fastidio e non mi va di coprirmi. Ha ragione K, stare in topless è bello.
Spero di non pentirmene, e con un paio di manovre mi libero del resto.
Ora però devo correre in acqua perché sono nuda e un minimo di pudore mi è rimasto.
Voglio apparire disinvolta nello scegliere la traiettoria della mia nuotata, perché voglio avvicinarmi abbastanza da spiarli ma non tanto da farmi notare.
Sembrano presi bene, non credo che si accorgeranno.
“GUARDA CHE LO ABBIAMO CAPITO CHE HAI CAPITO”
Come non detto.
La voce di K rompe il silenzio di questa spiaggia semideserta.
A questo punto mi sento sfidata e mi dirigo verso di loro.
“Ve la spassate, eh?” esordisco.
K è avvinghiata con le gambe a W e sta muovendo il bacino lentamente.
“Ora sì, ma prima ho avuto difficoltà a farlo entrare” mi risponde come se stessimo parlando di un crampo al polpaccio.
“Sarà l’acqua salata” ipotizzo con finta indifferenza.
“Come sta andando la tua prima esperienza in topless (ormai nudista)?” mi chiede W mentre la sua ragazza e mia migliore amica lo sta cavalcando.
“Niente di che. Magari avrò un’abbronzatura più uniforme” dico stizzita.
“A-ah. Sì”
K ha preso il ritmo. Lo riconosco quel gemito.
“Okay, vi lascio finire”
“N-no. Se vu-o-o-i puoi rest-a-a-r-e”
Se voglio posso restare?
Quindi mi stai sfidando?
Va bene.
Vado alle spalle di K, W non mi sembra sorpreso.
Le mordo il collo e con la mano sinistra le strizzo un capezzolo.
Mi sa che se lo aspettava.
Quello che però la deve fare morire è ciò che mi appresto a fare con la destra.
Senza nessun convenevole le infilo il mio dito medio nel culo.
“AHIA”
“Stai tranquilla, è l’acqua salata”.
La sua protesta finisce qui, perché perfettamente in sincronia lei accelera i movimenti del bacino mentre io le faccio un ditalino anale.
“W, vienimi dentro, ora”
E W viene.
E K viene.
E io vorrei venire, ma le mie mani sono occupate.
Ci stacchiamo tutti e tre.
Ho voglia di piangere.
K si avvicina e mi chiede “tu non hai goduto. Posso toccarti?”
“No, no. Sto bene così”.
Voglio solo il mio X ora.
Mi manca l’aria.
di
scritto il
2021-11-11
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