La guerra di Clara pt. 2
di
Y
genere
etero
Cinque minuti dopo erano sull’auto di lui.
Davide mise in moto. Le bastò sentire il rumore di accensione per sussultare.
Tra poco avrebbero scopato.
“Hai fatto come ti ho detto?”, le chiese Davide.
“Sì”, rispose lei guardandolo dritto negli occhi e schiudendo leggermente le gambe.
Mentre continuava a guidare, Davide portò una mano sulla gamba di Clara, la accarezzò un po’ e poi scese giù ad accertarsi che le sue istruzioni fossero state seguite.
Era davvero senza mutande ed era bagnata.
Le scappò un gemito non appena sentì il dito di lui cercarla e trovarla.
Arrivarono a casa di lei con il profumo della sua eccitazione che reclamava i loro corpi nudi.
In ascensore Davide portò le sue dita sulla bocca di lei e poi la baciò. Non vedeva l’ora di scoprire il suo sapore.
La casa di Clara era il classico appartamento da universitaria. Spartano ma reso vivo dalle passioni di chi lo abita. Nella sua stanza, appese ai muri c’erano le foto che le piaceva scattare a sconosciuti incontrati per strada e dischi sparsi un po’ a caso.
“Togliti anche l’ultima cosa che ti ho lasciato addosso. Lo so che non hai messo il reggiseno”, le disse lui all’orecchio spostandole i capelli da un lato.
Clara, aiutata da Davide, inarcò la schiena per raggiungere la zip dell’abito che correva lungo la sua schiena.
Una volta libera, si girò e gli mostrò il seno nudo con quella fierezza mista a pudore tipica delle brave ragazze come lei.
Gli tolse la maglietta mentre lui si liberava dai jeans e, finalmente, Davide sentì i capezzoli di lei duri sul suo petto.
Scese giù con la bocca, ne stuzzicò uno con la lingua mentre con un dito disegnava dei piccoli cerchi sull’altro, per poi invertire il trattamento.
Clara spingeva il suo ventre contro di lui. Era eccitata e voleva sentirlo dentro.
Lui, però, prima di prenderla con il suo cazzo voleva prenderla con la lingua.
Mentre la baciava, la fece indietreggiare e sdraiare sul letto. Percorse il suo corpo con la bocca fino a raggiungere la sua fica. Ne sentì l’odore mentre percorreva i contorni delle grandi labbra rese lucide dai suoi umori. Ne raccolse un po’ con la lingua e li gustò.
Iniziò a penetrarla con la lingua senza mai smettere di guardarla negli occhi. Vederla contorcere ad ogni suo colpo e sentirla ansimare era bellissimo. Raggiunse il clitoride, lo leccó per un po’ e poi prese a succhiarlo finché non venne nella sua bocca.
Clara lo tirò a se e lo baciò. Poi gli si avvicinò all’orecchio: “adesso scopami”.
Davide sorrise. Le accarezzò i capelli e affondò con forza dentro di lei senza dovere chiedere permesso, bagnata com’era dalla sua saliva e dal piacere che le aveva appena provocato.
Quando stette per venire, le chiese di prendere le mutandine che poco prima, al bar, aveva conservato nella borsetta.
Clara all’inizio non capì. Poi si ricordò che Davide sapeva benissimo che prendeva la pillola e che avrebbe potuto e voluto venirle dentro.
Le infilò, le scostò e lo accolse di nuovo dentro di lei.
Giusto qualche spinta e si senti invadere dal seme di lui.
“Bene, non lavarti e non toglierle. Voglio che stanno te tu dorma col mio sperma dentro”.
La baciò sulla bocca, si rivestì e andò via.
Davide mise in moto. Le bastò sentire il rumore di accensione per sussultare.
Tra poco avrebbero scopato.
“Hai fatto come ti ho detto?”, le chiese Davide.
“Sì”, rispose lei guardandolo dritto negli occhi e schiudendo leggermente le gambe.
Mentre continuava a guidare, Davide portò una mano sulla gamba di Clara, la accarezzò un po’ e poi scese giù ad accertarsi che le sue istruzioni fossero state seguite.
Era davvero senza mutande ed era bagnata.
Le scappò un gemito non appena sentì il dito di lui cercarla e trovarla.
Arrivarono a casa di lei con il profumo della sua eccitazione che reclamava i loro corpi nudi.
In ascensore Davide portò le sue dita sulla bocca di lei e poi la baciò. Non vedeva l’ora di scoprire il suo sapore.
La casa di Clara era il classico appartamento da universitaria. Spartano ma reso vivo dalle passioni di chi lo abita. Nella sua stanza, appese ai muri c’erano le foto che le piaceva scattare a sconosciuti incontrati per strada e dischi sparsi un po’ a caso.
“Togliti anche l’ultima cosa che ti ho lasciato addosso. Lo so che non hai messo il reggiseno”, le disse lui all’orecchio spostandole i capelli da un lato.
Clara, aiutata da Davide, inarcò la schiena per raggiungere la zip dell’abito che correva lungo la sua schiena.
Una volta libera, si girò e gli mostrò il seno nudo con quella fierezza mista a pudore tipica delle brave ragazze come lei.
Gli tolse la maglietta mentre lui si liberava dai jeans e, finalmente, Davide sentì i capezzoli di lei duri sul suo petto.
Scese giù con la bocca, ne stuzzicò uno con la lingua mentre con un dito disegnava dei piccoli cerchi sull’altro, per poi invertire il trattamento.
Clara spingeva il suo ventre contro di lui. Era eccitata e voleva sentirlo dentro.
Lui, però, prima di prenderla con il suo cazzo voleva prenderla con la lingua.
Mentre la baciava, la fece indietreggiare e sdraiare sul letto. Percorse il suo corpo con la bocca fino a raggiungere la sua fica. Ne sentì l’odore mentre percorreva i contorni delle grandi labbra rese lucide dai suoi umori. Ne raccolse un po’ con la lingua e li gustò.
Iniziò a penetrarla con la lingua senza mai smettere di guardarla negli occhi. Vederla contorcere ad ogni suo colpo e sentirla ansimare era bellissimo. Raggiunse il clitoride, lo leccó per un po’ e poi prese a succhiarlo finché non venne nella sua bocca.
Clara lo tirò a se e lo baciò. Poi gli si avvicinò all’orecchio: “adesso scopami”.
Davide sorrise. Le accarezzò i capelli e affondò con forza dentro di lei senza dovere chiedere permesso, bagnata com’era dalla sua saliva e dal piacere che le aveva appena provocato.
Quando stette per venire, le chiese di prendere le mutandine che poco prima, al bar, aveva conservato nella borsetta.
Clara all’inizio non capì. Poi si ricordò che Davide sapeva benissimo che prendeva la pillola e che avrebbe potuto e voluto venirle dentro.
Le infilò, le scostò e lo accolse di nuovo dentro di lei.
Giusto qualche spinta e si senti invadere dal seme di lui.
“Bene, non lavarti e non toglierle. Voglio che stanno te tu dorma col mio sperma dentro”.
La baciò sulla bocca, si rivestì e andò via.
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