La guerra di Clara pt.5
di
Y
genere
prime esperienze
Le prime quattro parti di questo mio racconto le potete trovare nel mio archivio, cliccando su “Y” che poi sarebbe il mio nome.
Clara è una che ricorda tutto, le contingenze, le motivazioni, le date.
Ricorda il giorno del primo bacio, della prima palpata, del primo orale ricevuto, di quello dato, il primo rapporto completo, la prima volta che ha detto “ti amo”.
Da oggi ricorderà quando è stata sodomizzata da un uomo, la soddisfazione del suo desiderio più audace, della sua curiosità.
Ricorderà la dolcezza inaspettata con la quale Davide l’ha preparata, in contrasto con quel “e allora girati e allarga il culo con le mani” che comunque l’ha fatta bagnare ancora di più.
Dapprima la lingua, una sensazione che la porta quasi all’orgasmo nonostante la paura di non essere pulitissima e fresca, che le umetta l’ano con la stessa devozione riservata alla vulva.
Quindi l’inserimento di un dito, un pollice, lento e costante.
“Ti faccio male?”.
“Continua”.
No, non le fa proprio male, è una sensazione di violazione che la manda fuori di testa.
“Dovremmo usare del lubrificante”.
“Va bene così, spingi”.
Nel mentre Davide la scopa ancora, nella stessa posizione di prima.
Si sente così piena, appagata, cerca anche di non venire, di ritardare l’esplosione.
Il cambiamento di registro è delicato e osceno anch’esso.
Davide esce da lei e le punta leggermente il glande sull’ano.
“Cosa vuoi Clara?”.
Clara è disorientata ma le parole escono dalla sua bocca come se non fosse lei a pronunciarle.
Oppure la sua lei più vera e ferina.
“Voglio che mi scopi il culo, Davide”.
Senza nessuna esitazione, con brutale e spietata decisione, la penetra.
E le fa un po’ male. Ma le va bene.
L’afferra per i fianchi e la scopa con un ritmo inesorabile e cadenzato, un metronomo.
E neanche si accorge che è lei a dire “più forte, più in fondo” mentre si tortura la clitoride.
“Dove posso venire?” è la cosa più gentile che Davide riesce a elaborare ora.
“Vienimi dentro, vienimi nel culo”.
E quindi godono, godono entrambi.
Clara ricorderà tutto questo per sempre, la sensazione sublime dello sperma nel retto, intensa quasi quanto quella che prova con il sesso vaginale, ricorderà il bruciore del dopo ma vorrà dimenticare le parole di Davide una volta uscito dal suo corpo.
“Se continua così mi innamoro”.
Clara è una che ricorda tutto, le contingenze, le motivazioni, le date.
Ricorda il giorno del primo bacio, della prima palpata, del primo orale ricevuto, di quello dato, il primo rapporto completo, la prima volta che ha detto “ti amo”.
Da oggi ricorderà quando è stata sodomizzata da un uomo, la soddisfazione del suo desiderio più audace, della sua curiosità.
Ricorderà la dolcezza inaspettata con la quale Davide l’ha preparata, in contrasto con quel “e allora girati e allarga il culo con le mani” che comunque l’ha fatta bagnare ancora di più.
Dapprima la lingua, una sensazione che la porta quasi all’orgasmo nonostante la paura di non essere pulitissima e fresca, che le umetta l’ano con la stessa devozione riservata alla vulva.
Quindi l’inserimento di un dito, un pollice, lento e costante.
“Ti faccio male?”.
“Continua”.
No, non le fa proprio male, è una sensazione di violazione che la manda fuori di testa.
“Dovremmo usare del lubrificante”.
“Va bene così, spingi”.
Nel mentre Davide la scopa ancora, nella stessa posizione di prima.
Si sente così piena, appagata, cerca anche di non venire, di ritardare l’esplosione.
Il cambiamento di registro è delicato e osceno anch’esso.
Davide esce da lei e le punta leggermente il glande sull’ano.
“Cosa vuoi Clara?”.
Clara è disorientata ma le parole escono dalla sua bocca come se non fosse lei a pronunciarle.
Oppure la sua lei più vera e ferina.
“Voglio che mi scopi il culo, Davide”.
Senza nessuna esitazione, con brutale e spietata decisione, la penetra.
E le fa un po’ male. Ma le va bene.
L’afferra per i fianchi e la scopa con un ritmo inesorabile e cadenzato, un metronomo.
E neanche si accorge che è lei a dire “più forte, più in fondo” mentre si tortura la clitoride.
“Dove posso venire?” è la cosa più gentile che Davide riesce a elaborare ora.
“Vienimi dentro, vienimi nel culo”.
E quindi godono, godono entrambi.
Clara ricorderà tutto questo per sempre, la sensazione sublime dello sperma nel retto, intensa quasi quanto quella che prova con il sesso vaginale, ricorderà il bruciore del dopo ma vorrà dimenticare le parole di Davide una volta uscito dal suo corpo.
“Se continua così mi innamoro”.
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