La storia di Iole - 15

Scritto da , il 2012-03-12, genere incesti

Giunte in cucina metto al corrente mia figlia della vera ragione della visita di Jasmine.
“Alicia, dopo averti visitata Jasmine ha voluto che io le dicessi chi è l’uomo che ha ridotto la tua passera nelle condizioni che sai. Dopo che sei andata via ho avuto un lungo colloquio con Jasmine. Per altre ragioni, che in un altro momento ti dirò, le ho raccontato la mia storia e infine le ho detto di te e di Brian. Ha stentato a credermi. Ha poi espresso il desiderio di conoscere tuo fratello. Vuole che Brian ricoveri il suo cazzo nella sua vagina. Insomma vuole essere chiavata da mio figlio.”
Alicia al sapere che la doc desidera farsi fottere dal suo fratellastro-amante va in tilt.
“Mamma che cazzo dici? Brian dovrebbe chiavarsi la tua ginecologa e noi dovremmo essere contente? Mio fratello si dovrebbe prostituire con una donna che è infoiata fino a tradire suo marito con un ragazzo. Non hai paura di perderlo. Il nostro Brian potrebbe innamorarsi della doc.”
“Da quello che hai visto Jasmine è una bella donna e se il nostro amante si innamora non ci vedo nulla di male. Tuo fratello non abbandonerà mai il mio e tuo letto. Lui sa che noi possiamo dargli tutto quello che desidera. Vieni. Andiamo a vedere cosa fanno.”
“Mamma proprio non ti capisco. Si sono appena conosciuti, cosa vuoi che stiano facendo?”
In silenzio, evitando di fare rumore ritorniamo sulla scena dell’incontro combinato. E quale fu la sorpresa? Brian sta su un lato della sedia dove è seduta la doc che ha le mammelle completamente scoperte e con una mano di mio figlio che gliele pastrugna; un’altra mano e dietro la testa di Jasmine e la spinge contro il suo pube: i miei occhi si dilatano al massimo. Mi accorgo che il mio ragazzo ha il cazzo fuori dai pantaloni e lo ha piantato nella bocca di Jasmine che, avida, glielo sta succhiando. Sentiamo i suoi mugolii di compiacimento. Mi giro e spingo mia figlia fuori dal salone.
“Mamma, doveva essere talmente arrapata che non ha perso tempo. Hai visto quel porco di tuo figlio? ha un’espressione da ebete. Il pompino che gli sta facendo la ginecologa deve piacergli molto.”
“Andiamo via; lasciamoli soli.”
Ci spostiamo in un ala della tenuta lontana dal luogo dove si sta consumando un vertiginoso amplesso che dura un’intera notte. Il mattino dopo evito di andare nella stanza di Brian e vado in cucina dove trovo mia figlia seduta e con occhi che la dicono lunga sul come ha trascorso la notte.
“L’auto di Brian non c’è. Di sicuro non c’è nemmeno Jasmine. Chissà dove sono andati?”
“Io so dove hanno trascorso la notte; li ho visti dalla finestra allontanarsi in direzione delle stalle.”
“Vedo che non hai dormito?”
“Come potevo dormire sapendo che il mio uomo si stava sollazzando con la troia che hai portato a casa.”
“Non essere drammatica. Cosa vuoi che sia una chiavata. Non è una mantide, non lo mangerà.”
Un ora dopo Brian è di ritorno. Alicia lo aggredisce.
“Dove sei stato? Ti sei divertito? La ginecologa è rimasta soddisfatta delle tue prestazioni? A te è piaciuto come ti ha succhiato il cazzo?”
Mio figlio non si aspettava la furia della sorellastra.
“Non dirmi che sei gelosa?”
“Gelosa? E perché? uomini migliori di te mi sbavano dietro come orsi in calore.”
Che ci sono uomini che le sbavano dietro è vero. Mia figlia è una ragazza da far invidia alle più belle fotomodelle. Non è la disputa fra i due che mi interessa.
“Brian, dove hai lasciato Jasmine?”
“A casa sua.”
“Bene. Devo fare una telefonata. Mi raccomando non litigate.”
Chiamo Jasmine e fisso l’appuntamento nella sua clinica. È meglio farlo subito che aspettare. La doc mi dice che l’inizio della settimana è il momento favorevole. I giorni sono veloci. Vado in clinica e dopo essermi sottoposta a prelievi per esami diagnostici vado in sala parto e Jasmine mi fa abortire. Dopodiché mi tiene sotto osservazione per due giorni. A mia figlia ed a mio figlio ho detto che mi sarei assentata per un po’ di giorni per affari. Non hanno fatto domande. I mesi trascorrono. Io mi sono ripresa dal trauma dell’aborto. Per non correre pericolo mi sono convinta a prendere la pillola. Brian non si risparmia. È instancabile. Con regolarità continua a scaricare, attraverso il suo cazzo, nella mia pancia il suo sperma. Dovendo accontentare anche la sorella ha programmato le sue visite nei nostri letti a giorni alterni. Solo due giorni per settimana non deposita il suo cazzo dentro il mio ventre ed in quello della sorellastra. Dice che deve riposare. Ed io stupida a crederci. Dopo circa cinque mesi ricevo una telefonata da Jasmine che mi preannuncia una sua visita. Ancora 15 giorni ed eccola arrivare. È sera. C’è il suo primogenito con lei. L’aiuta a scendere dall’auto. Non credo ai miei occhi. Quella che vedo è una donna con un enorme pancione. Jasmine è incinta. La faccio accomodare su una poltrona. Il figlio la tiene per mano e non gliela lascia. Un folle pensiero mi attraversa la mente.
“Dio, Jasmine, sei pregna. Come mai hai deciso di avere un altro figlio. Tuo marito sarà contento di diventare nuovamente padre.”
“Non è stato mio marito ad ingravidarmi.”
Il mio sguardo si sposta sul ragazzo che le tiene la mano.
“Se stai pensando a mio figlio ti dico subito, anche se ci vado a letto da poco più di due mesi, che non è lui il padre del bambino. Se fosse stato il mio Jerry ad ingravidarmi sarei ricorso all’aborto. Quello che mi ha impregnata è un adorabile mascalzone di cui sono pazzamente innamorata. È stato tuo figlio.”
Mi lascio andare sul divano. Il ragazzo credendo che stessi per svenire mi soccorre sorreggendomi con le mani sotto le ascelle. Nel farlo non può evitare di strofinare le sue mani sui lati delle mie mammelle. Un brivido mi attanaglia il corpo. Lui avverte il mio tremore ed arrossisce.
“Il mio Brian ti ha fecondata? E quando l’ha fatto?”
“Cosa credi che facesse quando stava lontano da te e da tua figlia? Alla sera veniva al mio studio e aspettava che l’ultima visita uscisse, dopodiché mi faceva salire sulla sedia ginecologica, mi prendeva le gambe, le allargava e le poggiava sui braccioli; si toglieva i pantaloni e gli slip e si posizionava fra le mie cosce con il cazzo in tiro e con il grosso glande pronto a sfondarmi la figa. Senza perdere tempo mi penetrava e mi chiavava. E vuoi che chiavandomi continuamente non mi impregnasse. Il risultato l’hai davanti ai tuoi occhi. Quando ho capito di essere gravida ho cercato in tutti i modi di accreditare la paternità del bambino a mio marito. Purtroppo le voci sul mio tradimento gli erano già giunte. Siamo arrivati alla conclusione di divorziare. Sono in attesa della sentenza. Fino ad ieri sera ho dormito nello studio. Ma non posso più starci. La gravidanza mi sta diventando pesante. Ho bisogno di un ambiente tranquillo. Ho pensato a te. Puoi ospitarmi?”
Prima di risponderle ritorno a guardare suo figlio. E’ un bel ragazzo ed è anche ben fatto. La mia micina ha un sussulto.
“Puoi stare con noi per tutto il tempo che vuoi. L’unico problema è dire a mia figlia che Brian ti ha ingravidata. Non riesco ad immaginare quale reazione avrà. Prima hai detto che vai a letto con tuo figlio. Intendi dire che ti accoppi con Jerry, sì, cioè, voglio dire ti fai chiavare da tuo figlio? da quando sei diventata anche una incestuosa?”
Jerry si avvicina alla madre.
“Mamma, perché Iole ha detto –anche-“
“Tuo figlio non sa delle tue tendenze?”
“No. Jerry, bambino mio, devi sapere che la mia professione mi porta a praticare il sesso anche con donne. In un primo momento lo facevo per soddisfare le voglie delle mie clienti poi ho scoperto che mi piaceva ed ho continuato.”
“Hai fatto sesso anche con Iole?”
“No. con lei non l’ho ancora fatto. Iole il mio rapporto incestuoso con mio figlio è cominciato un mese dopo la mia prima visita a casa tua. Ero già gravida e non lo sapevo. Ancora non riuscivo a credere che tu ti facevi chiavare da tuo figlio. La mia mente mi diceva che se l’avevi fatto tu perché non potevo farlo anch’io? Ero sessualmente attratta da mio figlio. Mi eccitai al solo pensarlo. Una sera mi prese la fregola. Mio marito era fuori città per lavoro e sarebbe rientrato dopo una settimana. Il mio secondogenito lo aveva accompagnato nel viaggio. In casa eravamo solo noi due. Quale occasione migliore di quella. Ne approfittai. Indossai l’abbigliamento che già hai visto, coprii il tutto con una vestaglia trasparentissima ed andai nella sua camera. Senza bussare entrai. Lui era nudo e stava seduto davanti al PC e stava guardando foto di donne nude. Mi avvicinai silenziosa. Quando gli fui vicino mi accorsi che si stava masturbando. E quale fu la mia sorpresa quando vidi proiettata sul monitor una mia foto che mi riprendeva nuda, con le gambe allargate e con la vagina in bella mostra. Non riuscii a soffocare un grido di stupore. Lui scattò in piedi e si girò. I miei occhi furono attratti dalla protuberanza che si ergeva fra le sue cosce e che puntava minacciosa verso il mio ventre. Era tutto scappellato. Non gli diedi modo di riprendersi dalla sorpresa. Mi piegai sulle ginocchia, artigliai il suo cazzo e portai il glande al contatto con le mie labbra; gli spiaccicai un sonoro bacio sul roseo glande; aprii la bocca, tirai fuori la lingua e cominciai a leccare quel caldo gelato. Lo sentii mugolare e poi più niente. Alzai gli occhi e lo guardai. Era tutto rosso. Non respirava; stava in apnea. Mi preoccupai e smisi di leccargli il cazzo. Lui si riprese. Mi fece alzare. Mi sollevò e mi portò sul letto, mi fece allargare le cosce e porto il suo corpo fra di esse. Avvertii la spinta del suo palo contro le mie grandi labbra. Lentamente lo sentii scivolare verso l’interno. Quando i peli del suo pube si schiacciarono contro il mio ventre arrestò la spinta. Per tutto il tempo della penetrazione ci guardammo negli occhi. Mi parlò. La sua voce era calda e piena di desiderio. –Mamma, sei bella, mai avrei pensato che il mio desiderio di amarti si realizzasse, ti ho amato in silenzio, finalmente sei mia. Ti sei data senza pensare che sono tuo figlio. Sono entrato nel tuo ventre, ti sto chiavando. Cosa posso ancora desiderare dalla vita.- Gli risposi solamente: - non parlare chiavami.- Ti giuro, Iole, mi chiavò come mai lo sono stata. Fu esilarante. Godetti più e più volte. Mi chiavò per tutta la notte e per tutti i giorni che mancarono al ritorno del padre e del fratello. Diventò il mio amante. C’incontravamo al mio studio e ci amavamo come due fidanzatini. Fu un giorno abbastanza tempestoso quando scoprì che anche tuo figlio frequentava il nido della mia passera. Ci sorprese in fragranza. Il tuo Brian mi stava chiavando standomi dietro. Non lo sentimmo entrare. Ci vide e scappò via. Quando tornai a casa lo raggiunsi in camera sua e ci volle tutta la mia capacità di donna per calmarlo. Gli dissi chi era Brian e gli raccontai la tua storia. Gli dissi che grazie a te mi ero convinta a saltare il fosso e di farmi chiavare da mio figlio. Di non essere geloso. Di accettare che Brian frequentasse il mio letto. Che il mio non è un tradimento. Alla fine si calmò. Mi venne vicino e mi baciò. Poi allungo le mani e mi artiglio le tette. – Mamma quando ti ho visto piegata a novanta gradi e Brian che ti pompava il suo cazzo nel ventre ho perso la ragione e prima di dare in escandescenze sono scappato via. Scusami. Ti piace, voglio dire lo ami?- - Si lo amo. Ma ciò non mi impedisce di amare anche te. Vi voglio entrambi.– La stretta delle sue mani sulle mie zizze si fa più forte. Avverto anche una pressione alla pancia. – Sei eccitato? Vuoi chiavarmi?- - Si mamma voglio fotterti.- -Usciamo. Andiamo al mio studio. Saremo più tranquilli.- -No, voglio chiavarti qui, in questa stanza.- Lo guardo atterrita. – Cosa ti sei messo in testa? Di là ci sono tuo padre e tuo fratello; vuoi che scoppi uno scandalo.- Mi lascia le tette e va a chiudere la porta a chiave. Ritorna. – Mamma da questo momento faremo l’amore anche in casa nostra. Spogliati e mettiti a novanta gradi. Lo scandalo scoppierà se non lo farai.- -È un ricatto quello che mi fai.- -Se ti fa piacere crederlo sì è un ricatto. Voglio chiavarti sapendo che di la c’è tuo marito che non sa che suo figlio si chiava la moglie.- - Sei un porco. Farò come vuoi.- Mi spogliai e mi piegai in avanti poggiando le mani sulla scrivania. Lui si abbassò i pantaloni e gli slip, si avvicinò e fece scorrere il suo cazzo fra le mie chiappe. Un secondo dopo lo sentii entrare nella mia pancia. Mi stantuffò il cazzo nel ventre con veemenza. Voleva strapparmi qualche urlo in modo da far accorrere suo padre. Capii che voleva che suo padre venisse a conoscenza del nostro rapporto. Riuscii a controllarmi. La sua irruenza si calmò. Diventò l’amante che conoscevo. Cominciò a chiavarmi con amore; mi fece raggiungere l’acme del piacere e scaricò il suo seme nel mio ventre. Si accasciò esausto sulla sedia. Mi rivestii, lo baciai sulla bocca e mi avviai alla porta. Prima di uscire gli dissi che mi era piaciuto e che l’avremmo fatto ancora in casa nostra. Andammo avanti fino a quando venni a conoscenza di essere incinta. Il terrore si impadronì della mia mente. Sapevo chi era il padre del bambino. Lo comunicai a mio figlio che non si meravigliò molto della notizia che gli davo. L’accettò. Gli chiesi di aiutarmi a dirlo a suo padre. Si rifiutò. Sai con quale argomento? Disse che se il padre avesse saputo che sua moglie era incinta l’avrebbe sicuramente abbandonata; avrebbe sicuramente divorziato. Disse che era la soluzione ai nostri problemi; che finalmente potevamo amarci liberamente e senza la paura di essere sorpresi dal padre. Gli chiesi cosa lo spingeva a dire che suo padre mi avrebbe cacciata di casa se avesse saputo che ero gravida. Disse che mio marito sapeva che lo tradivo con Brian ma non aveva prove. La gravidanza sarebbe stata la prova concreta del mio tradimento. Non lo ascoltai. Stupidamente dissi a mio marito di essere incinta. Dimenticai che erano mesi che non avevamo rapporti. La sua risposta ti sta davanti. In fondo sono contenta. Non ho più la tensione di essere scoperta. Posso finalmente godermi i piaceri della vita in piena libertà. Ho due giovani amanti che mi amano e che fanno di me una donna che avevo dimenticato di essere. Fra non molto sarò nuovamente madre. Ho anche trovato un’amica che non è gelosa del fatto che mi faccio chiavare dal suo amante-figlio. Cosa posso desiderare di più?”

Continua

P.S. Racconto fantasia. Ogni riferimento a persone viventi o decedute è puramente casuale.

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