Per uno strano scherzo del Destino

di
genere
sentimentali

“Per uno strano scherzo del Destino”

Sola
Contemplo il paesaggio vuoto oltre la finestra e non vedo altro che un edificio grigio dalle finestre chiuse.
Sola.
Questo è il terzo anno consecutivo senza più un uomo che gira nel mio letto. Tristemente sola a contemplare la grigia routine di tutti i giorni.
Lavoro. Ufficio. Pranzo. Ufficio. Casa. Ferma, in stato quasi totale di deprex. Che c’è stasera in TV? Nulla. I soliti quiz, i soliti show con ragazze seminude che si agitano come oche in uno stagno. Film d’azione, sparatorie, inseguimenti. Programmi strappalacrime, di gossip. Gente che protesta davanti a fabbriche che chiudono. Politici che si scannano e si insultano a gratis come tifosi in uno stadio.
Nulla.
Annoiata mi prendo un tè. Al limone, o verde, o un earl Grey? Opto per i frutti di bosco. Pentolino sul fuoco, acqua in ebollizione. Un cucchiaio di zucchero, bustina adagiata sul fondo, acqua bollente che sembra metallo fuso. Mi abbasso, mi inebrio con quell’odore. Lo bevo quasi bollente davanti alla finestra che da sull’edificio di fronte.
C’è una novità. Una luce è accesa. Vedo un uomo che si muove al suo interno.
Mi sembra che abbia una trentina di anni. Capelli neri tagliati corti. Un viso interessante. Chissà quali sono il colore degli occhi?
Ho la luce spenta e mi ritrovo a spiarlo da dietro il muro della finestra. Indossa una felpa nera e sta facendo stretching. Ho una specie di pensiero, un prurito alla base del collo che scivola lungo la spina dorsale. E ripenso al letto vuoto e a quelle serate senza di lui. Mi sento avvampare, mi ritraggo. Finisco di bere il tè, le lacrime nascono e vogliono uscire.
Ho bisogno di un uomo. Da tre anni sono rimata in disparte a guardare gli altri vivere la lor vita felice. Amanti, morosi, fidanzati, mariti e mogli.
Mi ritrovo in bagno, davanti allo specchio. Mi spoglio lentamente, rimango nuda. Fisico da cinquantenne, mente da pensionato in una serata magra da briscola. Il fisico sta cedendo. I fianchi sbordano un po’. Il culo e le tette reggono, seppur con qualche smagliatura, chissà ancora per quanto tempo. Qualcuno mi vorrà ancora? Da giovane era tutta un’altra storia. Gli amanti erano giovani e focosi, bramavano il mio amore,ardevano di desideri tra le mie labbra.
Lui era un fuoco primevo che bruciava di passione. La prima volta che abbiamo fatto l’amore,la boccca di lui era fuoco ardente e le dita frenetiche cercavano la mia passera già umida. Ricordo che siamo rimasti vestiti solo qualche secondo, al primo bacio con lingua, tutto era sparito e sparato in un raggio di tre metri. Avevo 30 anni e lui qualche anno in meno. Siamo stati insieme per una decina di anni. Poi, lui è sparito e non si è fatto più sentire per molto tempo. Superata la botta iniziale, avevo deciso di vivere la mia vita sessuale al massimo. Incontri casuali, feste in disco, party. Rimorchiare ragazzi e scoparseli ovunque capitava. Poi, Lui è tornato. Faccia mesta, aria avvilita, lo sguardo di uno che ha subito più di un abuso.
Confessò che aveva conosciuto una donna nel periodo in cui ci frequentavamo e.. beh, la carne è debole, sai com’è. L’ho mandato a quel paese. Andasse al diavolo. Fanculo.
Almeno fino a tre anni fa, quando si è riaffacciato nella mia vita. Quando la mia vita amorosa stava collassando e io mi sentivo alla stregua di un’escort. Eccolo lì, alla mia porta, ancora più sfatto e depresso. Piangente, mi si getta ai piedi e mi prega, supplica. E io, come una scema, ho creduto alle sue parole e l’ho riaccolto nella mia vita. Abbiamo suggellato il patto con una scopata, selvaggia e liberatoria. Lui era un treno in corsa. Io ero un vulcano desiderosa di bruciare.
Esplodevo di godimento e di quella furia selvaggia che aveva in corpo lui. Ho desiderato a lungo la sua voglia, il suo sesso dentro di me. Volevo lui e soltanto lui. L’avrei tenuto stretto questa volta.
Ma non fui abbastanza forte che lui scappò via. Questa volta in maniera drastica e irrecuperabile. Un camion ad uno stop, una mancata precedenza, l’urto violentissimo, le lamiere che si piegavano e urlavano. Guidava lui. Io ero lato passeggero. Mi sono risvegliata in ospedale con una ventina di fratture in corpo. Lui.. Lui non c’era più

Scivolo a terra, piango

II
Mi sorprendo a spiare il vicino di casa. A torso nudo, un bell’uomo. Fantastico su di lui. Come sarà a letto? E il suo sesso come sarà? Normale? Enorme? O mingherlino.
Lui si ferma, mi da le spalle, si volta verso di me, sembra essersi accorto che lo sto guardando. D’istinto mi nascondo ma, so che lui non può vedermi: ogni luce in casa è spenta.
Lui, invece, ha una luce accesa. Aggrotta le sopracciglia, scuote la testa. Si toglie i pantaloni della felpa e si dirige verso la porta del bagno. Credo sia il bagno. Sì, un lavabo, uno specchio che riflette un box doccia.
Vedo la sua sagoma entrare in essa. Sporgo la vista sperando di vederlo nudo. E mi accorgo di quanta eccitazione ho. La vagina vibra con tutto il resto del mio corpo. Aspetto che esca dal bagno. Dieci minuti dopo esce asciugandosi. Nudo. Meraviglia per i miei occhi. Lo sguardo calamitato sul fisico e sui suoi attributi. Sogna, immagina, la mano tra le gambe. Orgasmo mentale.
Lui sta facendo stretching. Dio come vorrei essere là. Ma, siamo realisti. Avrà massimo 35 anni e un fisico da istruttore da spiaggia. Io? Io, sui 50 e le forme che stanno per perdere i propri contorni. Uno giovane così farebbe mai l’amore con me?

Mi viene un’idea malsana. Vado in bagno, accendo la doccia e mi ci tuffo dentro. Esco in accappatoio ma, non lo lego e lascio che tette e vagina si vedano a tratti. Faccio finta di niente, mi strofino i capelli. La luce del comodino è accesa. Lui mi vedrà?
Un rito che compio ogni sera. Mi sento pulita in ogni poro.
Mi avrà vista?

A letto mi sdraio a pancia in su ed osservo il soffitto. Braccia spalancate, gambe penzoloni. Penso. Ma chi voglio prendere in giro?
Mi addormento. Faccio sogni strani. C’è ancora lui. Siamo insieme in auto. Poi l’impatto con il camion che ci fa sbattere sull’asfalto come una lattina. Io che mi risveglio in ospedale, nuda e i medici che si avvicendano attorno e sopra di me.
Un sogno così vivido che mi sveglio in orgasmo.
Qualcuno bussa alla porta. Chi diavolo è a quest’ora?
Mi alzo. Pantaloncini, camicetta. Vado ad aprire a piedi scalzi. Apro. Il cuore manca due battiti. Sull’uscio, sorridente e un po’ imbarazzato, c’è il mio dirimpettaio “Ciao” dice lui d estrae da dietro la schiena una bottiglia di vino rosso “Mi giudichi villano se ti chiedessi di entrare con questo dono di pace?”
Non mi sembra vero. Un’illusione? I miei sogni che si realizzano?
Balbetto incapace di formulare una frase coerente. Alfine dico “Sì” e lo invito ad entrare
“Perdona la mia invadenza ma, non ho potuto fare a meno di osservarti in questi ultimi giorni..”
“Anch’io” dico di fretta e mi sento come una scolaretta alla sua prima interrogazione “Beh, sei di fronte al mio appartamento e..”
“Mi hai visto nudo” sorride
“Sì”
“E?”
“E niente”
“Niente commenti?”
“Beh, sei.. hai.. Ecco”
“Hai fatto in modo che ti vedessi nuda anche io” dice lui appoggiando due calice lì, presi dalla credenza. Stappa la bottiglia e versa il vino in essi “Sai, non mi spiace che tu mi abbia spiato”
“Neanche io..”
“E ho pensato. Perché continuare a spiarci dalle nostre finestre quando possiamo farlo a poca distanza?”
“Sei sempre così spudorato?” chiedo
“Lo faccio solo per le ragazze che accendono la mia curiosità”
“Ragazza…” arrossisco, alzo le spalle
“Ragazza” replica deciso porgendomi uno dei calici
“Vuoi farmi ubriacare per poi approfittare di me?”
“Non lo so. E’ necessario?”
Bevo. Un piccolo sorso. Là sotto comincia a fremere. “Mi chiamo Tilde Viola e ho 51 anni”
“Tilde Viola?” quasi si mette a ridere “Nome curioso”
“Il tuo qual’è?”
“Giovanni Tobia” ride
Mi viene da ridere anche a me “Età?”
“35 anni tra un paio di mesi”
“Un giovanotto” bevo un altro sorso “E, dimmi Giovanni Tobia: in che modo vuoi che finisca questa serata?”
“Come vuoi tu”
“Se sei venuto a trovarmi con una bottiglia di rosso, credo sia anche come vuoi tu”
“Ci spero”
“Sono tre anni che non faccio più sesso con qualcuno”
“Più passa il tempo, più voglia si accumula” commenta lui
Decido di fare la prima mossa. Mi alzo e vado verso di lui togliendomi la camicetta. Mi fermo con le tette a due centimetri dalla sua faccia “troppo audace?”
Lui mi cinge i fianchi, mi stringe con una mano il sedere. L’altra la usa per afferrarmi un fianco. La sua bocca si schiude sul capezzolo di sinistra e comincia succhiare. Il brivido di piacere che mi permea, la lingua che scivola sulle punte turgide. Gli tolgo la camicia, lascio che le dita accarezzano il suo fisico asciutto ma muscoloso. Sento il turgore nei suoi pantaloni. Le mani sono frenetiche, ricerca di furia sessuale e selvaggia. Via i pantaloni suoi. Via gli short miei. Io non ho nulla sotto e nemmeno lui. Le dita di lui nella mia vagina. Umido. Lingue che si intrecciano, corpi premuti uno contro l’altra. Via, trascinato verso il letto. La sua voglia che aumenta. Lui entra prepotente, con violenza. Ansimo e accolgo. Divoro e assorbo. Ci abbracciamo e baciamo. Ci tocchiamo e stuzzichiamo. Scopiamo con frenesia animalesca.
Poi l’orgasmo. Mi sento piena. Mi sento rinata. Mi sento lui che respira sulla mia pelle. Chiudo gli occhi e penso: = Non fare svanire anche lui =


III
Tra le lenzuola umide di sudore e sperma. Cerco la sua forma ma non la trovo. Mi alzo con il cuore in gola, le lacrime pronte a nascere.
Poi l’aroma del caffè. E lui che si affaccia sulla soglia della camera con un vassoio e delle tazzine . Ancora nudo, il sesso quasi pendulo tra le gambe “Ho pensato di prepararti la colazione e portartela a letto” dice lui. C’è pane imburrato, marmellata, qualche biscotto al cioccolato
Sorrido, non mi sembra vero. Corro in bagno, doccia veloce. Rientro senza preoccuparmi di rivestirmi. Lui non è svanito ma è sdraiato a letto, la schiena appoggiata contro dei cuscini, intento a spalmare della marmellata su una fetta di pane.
Lo raggiungo raggiante. Cerco la sua bocca. La voglia che si risveglia. Il pene si risveglia. Lo afferro e prendo a massaggiarlo, scopro il glande, lo stuzzico, lo solletico “Voglio il tuo sesso” gli dico abbassandomi di colpo e facendo una cosa che non avevo mai fatto prima
Mi riempio di lui, lascio che la sua dimensione mi occupi mente e gola. Lui, sorpreso, mugugna e ansima. Continuo, come ho visto fare in TV, come facevano le pornostar in quei film scostumati. Mi sento maiala.
Aspetto l’orgasmo ma, non sposto la testa. Sperma in gola. Tutto. Lui ansima. Il vassoio spostato a terra. Lui mi afferra da dietro e mi penetra velocemente. Lo sento fino in gola. Godo come una porca, vorrei non finisse mai.


“E’ stato bello” dico dopo un po’. Sdraiati fianco a fianco, in vena di coccole.Lui mi accarezza un seno, mi stuzzica un capezzolo. Io gli accarezzo il ventre, scendo fino ai testicoli “Non ti credevo così cruento”
“Cruento… Sono passionale”
“Sai che, con te, è stata la prima volta che ho fatto un pompino?”
“C’è sempre una prima volta” risponde lui “Io non sono mai andato con qualcuna di più vecchio di me”
“Mi hai fatto sentire come se avessi ancora trent’anni”
“Vorrei che tu venissi con me”
“Dove?”
“Beh, qui sono solo di passaggio. Io viaggio molto e.. Beh, è il mio lavoro”
“Viaggi per lavoro?”
“Faccio il camionista. Giro l’Italia e anche l’Europa. Vorrei che venissi con me”
“Un camionista” un brivido mi percorre la schiena e ricordi spiacevoli affiorano “Non.. non so se..”
“Qual è il problema?”
“Ecco. Io, non ho buoni rapporti con i camion.. Per via di un fatto..”
“Incidente?”
“Sì. Tre anni fa. Io e il mio fidanzato siamo stati coinvolti in un incidente stradale. Un camion ha bruciato uno stop e ci è arrivati addosso. Marco è morto sul colpo. Io mi sono fatta un mese di ospedale e sono andata avanti a vivere”
“Mi spiace” dice lui baciandomi “Dove è successo?”
“Dalle parti di Varazze. Guidava Marco..”
Di colpo lo sento distante, quasi freddo. Mi giro verso di lui e lo vedo con lo sguardo perso nel vuoto “Cosa c’è?”
“nulla” ma si vede che qualcosa non va. Si alza e si riveste in fretta “Devo andare”
Rimango interdetta, senza proferir parola.”Giovanni”
“Io… Io… Credo..” e l’istante dopo non c’è più
Sparito. Svanito. Un’illusione.

IV
Lo ritrovo alla fine. In un bar di un autogrill del tratto Milano genova. In una fredda mattina di ottobre. Mi sono fatto dare l’itinerario da un amico che ho rintracciato tramite l’agenzia per cui lavora.
Ho capito perché se n’è andato, lasciandomi sedotta e bidonata.
L’ho capito dopo un po’ e preso lentamente consapevolezza. Il Destino ci gioca brutti scherzi a volte. In maniera beffarda e meschina
Lui sta bevendo del caffè e leggendo un giornale. Mi siedo davanti a lui, gomiti appoggiati al tavolo. Lui alza lo sguardo, stupito, poi imbarazzato “Tu cosa ci fai qui?”
“Ti stavo cercando” replico decisa
“Viola io e te..” scuote la testa
“Sei tu quel camionista” non è una domanda ma, una semplice affermazione
“Mi spiace fortemente di quello che hai dovuto passare…”
“So che non hai bruciato lo stop per tua colpa. Eri in cabina con una ragazza. Una tua ex. Stavate litigando. Lei ti è saltata addosso mentre stavi arrivando allo stop..”
“Vania. Non voleva saperne che la nostra storia fosse finita. E’ salita sul camion con me per spiegare, per parlare ma, non avevo tenuto conto della sua follia. Lei voleva farla finita ma, in maniera drastica” alza lo sguardo verso di me, lacrime copiose solcano le guance. “Mi è saltata addosso e ha premuto sull’acceleratore. Voleva che finissimo giù dalla scogliera ma, davanti siete arrivati voi. Lei è scappata ma, io sono rimasto per prestarvi soccorso. Ho chiamato i soccorsi, ho aspettato che arrivassero”
“Che ne è stato di Vania?”
“Suicidio. L’hanno trovata in fondo ad una scarpata due giorni dopo”
“Mi spiace”
“Spiace più a me. Strano il Destino. Farci incontrare dopo così tanto tempo. In quella maniera”
“Avresti dovuto dirmelo”
“Lo so”
Gli afferro la mano “Penso di essermi innamorata”
Lui rimane interdetto. Mi fissa per bene. “Non posso fare nulla di più”
“Sì che puoi. Perché so che non è stata colpa tua” mi alzo e mi siedo a fianco di lui. Lo bacio a lungo “Ci ho messo tanto tempo a rintracciarti. Non ti lascio scappare via”
Lui ricambia il mio bacio. Sento la lingua entrare tra le labbra..
“Partiamo tra cinque minuti” dice lui
Ma so già che, prima di partire, sfrutteremo la cuccetta nella cabina del camion e ci daremo dentro come furie selvagge…

















di
scritto il
2019-12-24
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