Amore di mamma

Scritto da , il 2011-05-20, genere incesti

In cima alla scala illuminata alle spalle dalla luce della cucina colle braccia alzate non si accorge della camicia da notte gia' corta di suo che in quella posizione le scopre l'intero triangolo nero del pelo pubico e dalla scollatura scucita si affaccia un seno gonfio e le cosce aperte fanno si che si intravedano le grandi labbra pendule e luccica la capocchietta del clitoride. Torno a casa dopo tre anni e ritrovo la stessa puttana esibizionista che avevo lasciato quando mi sposai con Carmelina. Quella donna discinta in cima alla scala la conosco bene, l'ho vista mille volte sculettare per casa nuda come Venere fuori dal bagno in attesa del solito amante che cambiava ad ogni stagione. Sono cresciuto colla sua nudita' ascoltando i gemiti provocati da carezze e baci di estranei. Quante volte l'ho spiata mentre sosteneva gli affondi di un maschio, quante seghe nell'ammirarla mentre stravaccata a cosce spalancate sulla madia del pane si faceva penetrare dall'amante di turno. O quando inginocchiata davanti al maschio lottava per trattenere in bocca un cazzo grosso e nodoso e non lo abbandonava se non quando aveva svuotato le palle ed aveva schioccato la lingua per gustare meglio la sborra cremosa. Ho amato da morire questa donna alla quale peraltro perdono le lunghe estenuanti chiavate visto che essendo vedova aveva pur bisogno di calmare la voglia di sesso. A lei devo la vita e suo e' il latte che ho succhiato da quei seni che trasbordano gonfi e vogliosi incuranti del mio sguardo fisso ad ammirarli. Ricordo quando glieli massaggiavo mentre curva mi rimboccava le coperte coi capezzoli che mi sfioravano il volto. Mi raccomandava di addormentarmi tranquillo che lei aveva da parlare coll'amico che l'aspettava in cucina. Ma guarda, pensavo, va a parlare coll'amico con indosso la sola camicia da notte corta e scollata. Qualche volta tornava a letto che ero ancora sveglio e la vedevo affannata accaldata e rossa in viso ma felice sorridente e coi capelli arruffati. I capelli. I lunghi capelli neri che le coprivano le spalle e parte dei glutei. Mentre salgo le scale noto i capelli raccolti e tirati che le fanno un viso da sirena. Da sirena bella e sensuale. Gli occhi socchiusi il naso fremente le labbra aperte per baciarmi e le braccia alzate per abbracciarmi. Mi fermo in fondo alla scala e sistemo il cazzo eretto che mi da fastidio. Sono eccitato come un mandrillo. Son partito due settimane fa da casa mia dove ho lasciato una moglie infedele. Una moglie che dopo tre anni di matrimonio mi tradisce col mio migliore amico e si fa ingravidare da lui. No, e' troppo, non posso crescere un bambino che ogni momento mi ricorda il trardimento. Caricate le mie carabattole in auto son partito senza meta. Ho percorso mezza Italia per ritrovarmi alle tre del mattino sotto casa. Ho svegliato mia madre lanciando dei sassolini alla finestra e quando mi ha riconosciuto ha lanciato un grido appena soffocato per non svegliare i vicini e mi ha gettato la chiave del portone. Ho l'inferno dentro di me, ho lasciato mia moglie che amo malgrado il tradimento e che desidero fottere ancora. Ma il fatto della gravidanza mi ha indotto a partire e la voglia di donna mi e' rimasta. Non sono riuscito a scaricarmi malgrado abbia incontrato delle prostitute e persino degli omosessuali. Non sono mai riuscito a rilassarmi e raggiungere l'orgasmo. Il cazzo mi tira da matti e ho un voglia pazzesca di femmina. La donna e' in cima alla scala colle cosce spalancate e la vagina aperta. Sento l'acre odore delle ovaie infuocate, immagino il gusto salato del suo umore, scorgo le grandi labbra gonfie ed il grilletto eretto come se si aspettase una penetrazione. Forse volo troppo colla fantasia ma sta il fatto che appena sono davanti a mia madre le abbraccio la testa le bacio il collo e scendo fino a succhiare un capezzolo. Lei mi schiaccia la testa per spingere in fondo alla bocca il seno ancora sodo. Le palpo i glutei le sollevo la camicia e sento il canale caldo che divide le chiappe. Una voce sottile lieve che ricorda un soffio un alito mi chiede: - Cosa fai, porcello...? E cosa faccio? faccio il maschio colla donna che ho sempre desiderato. La donna che ho visto sempre tra le braccia di estranei subire la loro violenza. Freneticamente slaccio la cintura e lascio cadere per terra i pantaloni ed il cazzo svetta furioso e duro. Lei segue le mie manovre cogli occhi spalancati ma non proferisce parola. L'abbraccio stretta e le frugo tra le cosce col cazzo. Sento i peli pubici sulla capocchia sensibile, sento il turgore del grilletto la morbidezza delle grandi labbra il calore della vagina la sento abbassarsi quanto basta piegare le gambe aprire le cosce ed il cazzo viene risucchiato nel suo ventre. Dio, sto chiavando mia madre. Sogno o son desto? Le cavo la camicia dalla testa ed eccola nuda come l'ho vista spesso da bambino. Non rifiuta di mostrarsi nuda ed allontana il viso per guardarmi negli occhi e godere del mio piacere. - Quanto sei bella....Le sorridono gli occhi e quando avvicino la bocca alla sua trovo le labbra socchiuse e la lingua che si avvolge con passione attorno alla mia. La bacio con trasporto e la chiavo con dolcezza. Il cazzo la penetra fino in fondo malgrado la posizione. Ho paura di svegliarmi e continuo a fotterla in piedi. - Dio se sei bella... - Ma cosa vuoi fare...porcello... Cerco collo sguardo la vecchia madia del pane che per anni e' stata l'alcova su cui consumava le battaglie anorose coi vari amanti ma non la vedo, e' stata rimossa. - Andiamo in camera, le sussurro pauroso di vedere svanire il sogno. - Perche', cosa hai intenzione di fare? Ha chiuso le cosce e mi tiene prigioniero nel caldo ventre. - Fai piano, la voce e' sommessa, spingi con dolcezza, mi prosciuga la lingua della saliva, resta dentro ti prego, la voce e' un soffio, finalmente un uomo, mi alzo sulla punta dei piedi per giungerle piu' in fondo, cosi bravo ma piano spingi piano, agita il bacino schiude le cosce morde la lingua e senza controllo le schizzo tutto il mio desiderio. Si avvinghia mi stringe con forza serra le cosce e mi trattiene mentre e' scossa dai tremiti dell'orgasmo. Che donna! Professionista del sesso. Ora capisco perche' tanti uomini hanno perso la testa per averla. Il bacio e' lungo una vita, la passione si palpa, l'eccitazione riempie il locale. Senza fiato fissiamo gli occhi dell'uno in quelli dell'altra. La felicita' traspare, la voglia continua, il desiderio incombe ed abracciati ci trasciniamo in camera da letto. Lei si lascia cadere sulle coperte e mi trascina sopra il suo corpo accaldato. Mi guida la testa fino al ventre e sospirando mi offre la fica da leccare. Come sono cambiato. Sono partito bambino e dopo tre anni di matrimonio torno uomo maschio e virile con tanto di cazzo grosso e duro ed una lingua curiosa capace di frugarle l'anima per ore. Il suo umore misto alla mia sborra mi inebria e benedico il momento in cui ho lasciato mia moglie per tornare da lei, il mio amore vero, il mio amore di sempre la mia amante passionale, la mia puttana la puttana di tutti la troia mai sazia la mia cara mamma. Mi fa morire mentre mi succhia il cazzo che le riempie la bocca avida, le infilo un paio di dita nel buco del culo e la sento fremere sotto i colpi di lingua. E' un continuo orgasmo il suo, rivive la femmina di sempre, quella capace di raggiungere decine di orgasmi ad ogni incontro. La puttana capace di fare impazzire un uomo. Ora tocca a me impazzire. La chiavo per ore le sborro in bocca la farcisco nel culo la fotto ancora in fica e ci accorgiamo che ci amiamo come amanti e dimentichiamo di essere mamma e figlio. Dopo l'ennesima sborrata mi confida cogli occhi brillanti: - Sai che posso ancora procreare, posso ancora restare incinta? E' da un pezzo che non uso accorgimenti per evitarlo. Una femminuccia sarebbe la piena felicita'. - E come la chiameresti? - Passione. E con passione ci siamo accoppiati fino allo svuotamento completo delle ovaie. La giornata e' lunga, lunga la notte e resto per la vita nel suo letto tra le sue braccia e la tengo impalata sul grosso cazzo da uomo.

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