Davanti allo specchio

Scritto da , il 2018-10-01, genere etero

...Mi metterai in ginocchio davanti ad uno specchio, non mi legherai, ti basterà imporre di appoggiarmi con i palmi delle mani a terra. Hai impiegato molto tempo per insegnarmi finalmente a obbedire senza esitazioni e ora stai ammirando la tua creatura.
Sono ancora vestita e mi ordini l’ennesima cosa: non dovrò mai smettere di guardarmi. Sei in ginocchio dietro di me e, chinandoti, mi aprirai la camicetta che cadrà leggera sul pavimento, slaccerai il reggiseno e con mani esperte mi accarezzerai. Ti soffermerai a lungo sui miei seni, in modo da farmi impazzire sentendo il tuo cazzo duro tra le chiappe, attraverso la stoffa sottile della gonna. Io continuerò a guardarmi, sei stato molto chiaro. Sai perfettamente che il guardare i tuoi occhi mi eccita all’inverosimile, per questo me l’hai tassativamente vietato. Vorrei cercare il tuo sguardo in quello specchio ma voglio obbedirti e così mi concentro sulle tue splendide mani. Mi eccitano, non solo sentirle, ma proprio vederle strizzare i miei capezzoli tra il pollice e l’indice. Strizzati, tirati, modellati diventando durissimi.
Mi chiedi di chiudere gli occhi, senza esitazione obbedisco, ma con un pensiero in mente: non dovevo guardarmi...? Poi capisco. Mi volti velocemente mettendomi schiena al pavimento. Metterai in bocca un seno alla volta, li porterai alla bocca senza più grazia, li morderai e succhierai. A quel punto io starò godendo, lo sai, e sarò già fradicia. Mi riporti nella posizione principale, un po’ più abbassata: anziché sui palmi, dovrò appoggiarmi sui gomiti.
Sfilate neppure del tutto le mutandine, abbassate solo fino alle ginocchia, impedirai alle mie cosce di potersi aprire molto. La gonna sollevata scoprirà il mio culo, generosamente offerto.
Continuo a guardarmi allo specchio e ogni tanto chiudo gli occhi per la tanta eccitazione. Mi afferri nuovamente il seno, e stringendolo mi rimproveri dolcemente, ma con voce ferma, per aver distolto più volte lo sguardo. Sorridi ma posso solo intuirlo dal tuo tono di voce, avendomi imposto di non guardarti. Sorrido anche io. Non mi è permesso, dici. Un intenso bruciore irradia il mio culo e lo schiocco della tua mano rimbomba nella stanza. La mia fica si sta sciogliendo, lo sai... ne hai la prova dandomi il secondo schiaffo. Proprio in mezzo. Proprio sulla fica che ti lascia un po’ di miei umori sulle dita, talmente è pronta.
Il tuo cazzo vuole farsi strada da se, la tua cappella gonfia si punta prima sulla mia fica, poi sul mio culo, poi esita. Cerchi attraverso lo specchio lo sguardo liquefatto della tua dolcissima puttana.
Fai uno sforzo immane per trattenere il piacere che ha cominciato a salirti nel cazzo.
Il mio sguardo supplicante vale molto per te. Continuo a guardarmi allo specchio e vedo i miei occhi famelici, ti desiderano, ti vogliono. Ti scosti. Hai deciso. Vuoi guardarmi venire prima di godermi. Sai che ci metto poco... Ma non sai che con il tuo secondo schiaffo un orgasmo potente mi ha attraversata. Sono stata brava a rimanere in silenzio. O fingi di non sapere. In fondo... sai leggermi come un libro aperto.
Ti accovacci dietro di me e con due dita cominci a fottermi delicatamente, ritmicamente. Godi dell’impaccio delle mie cosce strette dalle mutandine.
“Godi così mia puttana, senza aprirti troppo” e come se mi fosse stato impartito un ordine esplodo in un orgasmo accompagnato da lamenti, e da sommessi “scopami”.
Non mi lascerai calmare, accontentandomi subito, cominciando a fottermi proprio sull’onda calante. La mia fica goduta, gonfia e bagnata ti si stringe sul cazzo come una ventosa per la gioia di essere degnamente penetrata.
“Guardati” mi ruggisci nell’orecchio, mordendomelo. Vedo i miei seni ondeggiare sotto i colpi che mi assesti, il tuo cazzo ha acciuffato per la coda il mio ultimo orgasmo, riportandolo in vita. Uno dietro l’altro, o uno dentro l’altro. E chi lo sa. Perdo la testa. Finché quando penso che di più non si può, arriva il mio premio. Un caldo fiotto di sperma a inondarmi fin nell’anima.

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