Appuntamento al buio

di
genere
trio

La casa deve essere questa, non ci sono altre villette che corrispondono alla descrizione nei paraggi. Parcheggio l’auto su un’area sterrata di fronte all’abitazione e mi avvicino al cancello di ingresso. Mentre cerco il citofono, vedo un’ala del cancello aprirsi. Deve avermi sentito arrivare. Percorro l’ampio cortile attraverso una viuzza che costeggia una piscina e raggiungo la porta d’ingresso della casa. Non mi disturbo a cercare il campanello, si ricorderà di venire ad aprire.
Ho accettato questo appuntamento non senza remore. Del resto, non so nulla di lei, abbiamo solo chattato un po’ e ci siamo scambiati delle foto. Spero non si tratti di una gigantesca fregatura: qualora lo fosse, la vedo dura correre ai ripari in questa zona, circondata dal nulla, nel bel mezzo della notte. Sto correndo un rischio, lo so. Ma dalle foto la tipa sembrava piuttosto sexy e sarebbe stato un peccato rinunciare a farmela.
Dopo quasi un minuto di attesa, vedo la porta aprirsi e dietro la soglia appare una delle donne più belle che abbia mai visto. Una folta chioma liscia biondo platino, un viso dai lineamenti leggermente spigolosi, un’impeccabile abbronzatura dorata e un corpo da sballo con curve mozzafiato, sapientemente rivelate dal suo abito, corto e aderente, di colore rosso carminio. È la stessa ragazza che ho visto in foto, non ci sono dubbi.
«Ciao» mi fa. «Prego, entra!»
Varco l’ingresso e ci presentiamo di nuovo. «Diego, piacere».
«Valeria» dice abbozzando un sorriso. «Mettiti comodo. Ti prendo qualcosa da bere».
Mi siedo su un divanetto, di fronte a un tavolino in vetro. Do un’occhiata intorno. La casa è molto ben tenuta e l’arredamento è alquanto elegante per essere una casa di campagna. Mi dà l’idea di una persona benestante.
Torna con un vassoio con un boccale e dei bicchieri con ghiaccio. Poggia il vassoio sul tavolino e mi serve la bevanda. Fa abbastanza caldo per essere settembre e questa limonata fredda ha un effetto rigenerante.
Siede su una poltroncina, di fronte a me, e non perde occasione di mostrarmi le sue gambe toniche e lisce. «Sei un bel ragazzo» mormora mentre sorseggia la bevanda.
«Grazie. Anche io ti trovo stupenda».
Ignora il complimento e continua: «Scusami se ho insistito per delle foto scattate al momento, ma non mi fido molto delle persone conosciute in chat e volevo qualche prova che fossi reale».
«Tranquilla, anch’io tendo a fidarmi poco. Devo dire che ne è valsa la pena però».
«Be’, questo aspetterei a dirlo» dice ridacchiando. «Quanti anni hai detto di avere?»
«Trentadue».
«Io ne ho ventotto. Sei single?»
«Al momento sì. Sono stato con una ragazza per quasi un anno. Ci siamo lasciati da alcuni mesi. Tu sei impegnata?»
«No, ovviamente. Anch’io ho avuto una breve relazione di recente, chiusa poco più di un mese fa. Ti confesso che sto meglio da sola. Difficile trovare una persona con cui dare libero sfogo alle proprie pulsioni. Mi auguro che tu sia un tipo disinibito. Vedrai cosa ti aspetta».
Da come si presenta dà l’idea di essere una ninfomane. «Credo di poterlo affrontare» ribatto fieramente. «Sono pronto se vogliamo cominciare».
«Non ancora. Aspettiamo una persona».
Questo non lo avevo previsto. «Una persona?» domando perplesso.
«Sì, tranquillo però, è una donna… una bella donna. Ci aiuterà a godere».
La cosa si fa sempre più strana. «In che senso ci aiuterà a godere?»
«Sarà più o meno una cosa a tre, ma in realtà la sua partecipazione riguarda soprattutto me, quindi non me ne preoccuperei più di tanto».
A pensarci bene, se come dice è una bella donna, non mi dispiace affatto. «In realtà l’idea mi eccita. Non vedo l’ora».
«Bene!» esclama alzandosi. Si avvicina alla tivù e preme dei tasti sul telecomando. Sullo schermo compaiono, in diversi quadranti, le aree circostanti la casa. Ci sono delle videocamere, per questo sapeva che ero arrivato! «Strano che non sia ancora qui» dice recuperando lo smartphone su un mobile. «Oh, mi ha inviato un messaggio. Dice che arriverà a breve».
Più la osservo e più ne sono attratto. È un concentrato di erotismo. Mi alzo e mi avvicino a lei. Le giungo alle spalle mentre è ancora impegnata a fissare lo smartphone. Le appoggio le mani sui fianchi e avvicino la mia testa alla sua. «Sto fremendo! Che ne dici di un piccolo anticipo?» Gira la testa verso la mia e mi concede la bocca. Le nostre labbra si sfiorano, si studiano, poi si avventurano in un focoso bacio durante il quale le nostre lingue si uniscono. Lentamente ci spingiamo fino alla parete. Lei mette le spalle al muro. Io le avvolgo le natiche con le mani e continuo a spingere la mia lingua contro la sua.
Provo a tirarle su la gonna, ma mi ferma. «Avevi detto un piccolo anticipo» mi riprende. Si stacca da me e torna a sedersi sul divano. Qualche momento dopo sentiamo squillare il citofono. «Eccola!» Si precipita ad aprire il cancello, poi mi indica di seguirla. Mi accompagna in camera da letto. «Tu comincia a metterti a tuo agio, io intanto vado a ricevere l’altra ospite».
Muovo qualche passo all’interno della stanza. Sento una bella frescura e noto l’aria condizionata accesa. Mi siedo sul bordo del letto, tolgo le scarpe e i calzini, dopodiché mi distendo al centro del materasso. Se non fossi così eccitato al pensiero di farmi Valeria credo che impiegherei molto poco ad addormentarmi.
Odo delle voci provenienti dall’altra stanza: l’ospite deve essere entrata. Pochi secondi dopo arriva Valeria. «Eccomi, tesoro!» Monta sul letto e si sdraia accanto a me, anzi, quasi sopra di me, coprendo il mio busto con il suo. Posa la sua bocca sulla mia e comincia a baciare avidamente le mie labbra.
Mentre sono avvinghiato a lei, vedo un’ombra passare accanto al letto, ma lì per lì sono troppo impegnato per badarci. Poi noto quella presenza più distintamente, di fronte al letto. Mi congedo un attimo dalle labbra di Valeria per vedere finalmente chi è quella donna. Sono colto di sorpresa, perché è già completamente nuda. Cazzo, è una panterona! Avrà cinquant’anni, o forse più, lo si intuisce da qualche ruga presente sul volto, ravvisabile malgrado il trucco abbondante. Nel complesso, anche lei è molto sexy: è alta, formosa, fianchi larghi e ha almeno una quarta di seno. I capelli biondi tendenti al rosso, lunghi fino alle spalle, si sposano bene con il colorito pronunciato e luminoso della sua pelle.
«Ciao caro!» mi saluta. «Spero ti divertirai». Mi fa l’occhiolino. Io ricambio il saluto, poi monta anche lei sul letto.
Valeria reclama le mie labbra, così riprendiamo a baciarci. Nel mentre, le metto una mano sul culo, poi percorro il fianco e arrivo fino al seno.
La panterona mi sta slacciando la cintura. La lascio fare e continuo a concentrarmi su Valeria. Sento tirarmi via i pantaloni. Mentre si indurisce, il mio pene lotta contro il tessuto degli slip che sento sempre più stretti. Problema presto risolto: la panterona non perde tempo e mi toglie anche le mutande, mentre Valeria comincia a sbottonarmi la camicia. Tolgo anche quella e resto completamente nudo. Poi lei comincia a slacciare il suo vestitino rosso e, per non farmi annoiare, la panterona inizia a baciarmi sul ventre, salendo via via più su, lungo il petto, fino al collo. Nel muoversi sopra di me, mi struscia le grosse tette sul corpo, fino a portarle davanti alla mia testa, come a volermele mostrare da vicino. Non resisto alla tentazione e allungo le mani per afferrarle.
«Ti piacciono?» mi domanda accennando un ghigno.
«Da morire!» rispondo.
«Allora serviti!»
Mi sollevo per sprofondare la testa nei suoi seni. Li strizzo, li mordicchio, lecco i capezzoli. Valeria mi arriva a fianco e ci dividiamo il tesoro: io una tetta e lei l’altra. Dopo un po’, chiede di nuovo la mia bocca. Mi volto verso di lei, mi soffermo a guardare il suo corpo coperto solo dall’intimo trasparente dello stesso colore del vestito. Riprendiamo a baciarci e a toccarci. La panterona si sporge alle spalle di Valeria per slacciarle il reggiseno e, senza interromperci, riesce a toglierglielo. Un attimo dopo va sulle mutandine e pochi secondi dopo riesce a levarle anche quelle. Lo spettacolo che ho davanti è sublime. Credo che non mi sia mai capitato prima d’ora di finire a letto con due donne così focose e attraenti. Probabilmente non dimenticherò mai più la scopata che sto per farmi.
Valeria si sposta più in basso, all’altezza dei miei genitali. Afferra il mio pene, oramai completamente eretto. «Non mentivi sulle dimensioni!» osserva, iniziando a segarmi con delicatezza. «Saranno venti centimetri. Spero tu li sappia usare».
«Non rimarrete deluse!»
Entrambe accennano una risatina, poi Valeria si inginocchia, tenendo un po’ le gambe larghe, e abbassa la testa tra le mie gambe, inarcando la schiena. Mette in bocca il pene e comincia a farmi un pompino. Fa un po’ fatica per le dimensioni, ma è molto capace e riesce a gestirlo. Intanto la panterona si è messa dietro di lei, con la testa fra le sue chiappe, e le sta leccando la fica. Mentre le loro bocche lavorano, io cerco di allungare le mani sulle tette di Valeria: anche le sue sono favolose; un po’ più piccole di quelle della panterona, ma perfettamente proporzionate al suo corpo.
La panterona aumenta la dose, cominciando a sollecitare la fica di Valeria anche con le mani così, presto, quest’ultima comincia a esibire cenni di eccitazione sul volto e sul corpo. Infatti, qualche istante dopo si solleva, pronta a farsi scopare. Prima, però, scende rapidamente dal letto e recupera una scatola di profilattici dal cassetto del comodino. «Lo facciamo protetto, se non ti dispiace». Ovviamente non ho nulla in contrario, così ne apre uno e me lo fa indossare.
Finalmente ci mettiamo in posizione: io disteso, con due cuscini dietro la testa poggiati vicino alla parete del letto, e Valeria sopra di me, pronta a cavalcare. Il ruolo della panterona non mi è chiarissimo in questo momento.
Valeria comincia a spingere la punta del pene nella sua fica. Di nuovo, è un po’ in difficoltà per le dimensioni, ma sono certo che non appena la sua fica comincerà a dilatarsi, anche il mio grosso cazzo le sembrerà insoddisfacente. La panterona è vicino a lei per aiutarla a metterlo dentro. Valeria comincia a muoversi su e giù, molto lentamente, anche se il pene ancora non è entrato del tutto. Via via lo lascia scivolare più in profondità e acquista velocità nel movimento. A quel punto, la panterona si inclina dietro di lei e affonda la testa tra le sue chiappe. Ecco cosa intendeva quando ha detto che l’avrebbe aiutata a godere: non le basta il cazzo nella fica, vuole ricevere altri stimoli durante la penetrazione.
Mentre Valeria cavalca, io non perdo occasione per palparla. Di tanto in tanto la panterona le molla qualche schiaffo sulle natiche che lei sembra non disdegnare, poiché danno inizio a una lunga serie di lamenti di piacere.
Con mia sorpresa, a un tratto sento solleticarmi i testicoli. La panterona si è spostata un po’ più giù e sta leccando i miei gioielli. Poi scende ancora un po’ più giù e con la lingua mi stimola la zona tra i testicoli e l’ano. È una sensazione estremamente piacevole, tant’è che ho l’impressione che il pene si sia inturgidito ancora di più.
Durante la sua cavalcata, Valeria si china su di me e riprendiamo a baciarci, con la panterona costantemente impegnata, con la bocca e con le mani, sulle nostre parti intime per stimolarle ulteriormente. Dopo un po’, Valeria mostra qualche segno si stanchezza, decide pertanto di fermarsi e stendersi per riprendere fiato. Non glielo concedo, così vado sopra di lei, le sollevo le gambe facendogliele piegare a fisarmonica, mi intrufolo tra di esse e me le avvolge intorno alla schiena. Riprendo a penetrarla. Lo faccio con forza, perché voglio che mi senta. E mi sente, perché i gemiti che emette diventano presto vere e proprie urla, così stridule che divengono una tortura per i timpani. Ma non le do tregua: continuo ad andare su e giù a ritmo incessante, fin quando sento spingermi le mani sul petto che mi incitano a staccarmi.
Mi fermo e mi sdraio accanto a Valeria. Lei si volta leggermente sul fianco nella direzione opposta, visibilmente in affanno. La panterona le giunge accanto e si china su di lei per baciarla sulla bocca. Valeria si volta poi verso di me. «Sei un tipo rude» commenta.
«Scusami se ti ho fatta male».
«Non mi hai fatta male» replica. «Però mi sfondate se fai così anche dopo» aggiunge sogghignando. «Su, leccamela un po’ mentre riprendo fiato».
Mi precipito tra le sue cosce. Mi fiondo con la lingua sulla sua fica glabra e comincio a stimolarle la clitoride. La panterona, invece, in questa fase rimane a osservare, quasi ferma. Si limita solo ad accarezzarle i seni e a strusciarle un po’ le labbra sul corpo, baciucchiandola qua e là.
«Ora lo voglio a novanta» afferma Valeria. Sollevo la testa e lascio che si metta in posizione. Gli occhi mi cadono sulla panterona. Vorrei tanto farmi anche lei: chissà se è nei loro piani. Comincio a scopare Valeria da dietro. Il rumore dei nostri corpi che si uniscono e il lamento dei suoi gemini si uniscono in un’unica sinfonia. Dopo un minuto o poco più però mi blocca. «Ora nel culo!»
Sono un po’ perplesso. Il sesso anale non è il mio forte, perché le donne con cui sono stato a letto spesso hanno temuto le dimensioni del mio membro. Ma davanti a un’esplicita richiesta non mi tiro indietro.
Comincio a spingere il glande contro il suo ano. Un attimo dopo arriva la panterona con del gel lubrificante. Me lo cosparge sulla zona coperta dal profilattico, dopodiché indirizza il pene nel culo di Valeria. Temo che le faccia un po’ male, perché mi accorgo che cerca trattenere qualche gemito; ciononostante, mi incoraggia a proseguire. Poco alla volta il pene conquista terreno, iniziando a scivolare agevolmente. La panterona mi sprona a spingere più forte sculacciandomi e palpandomi il sedere. Ricambio dandole una palpatina sul culo. Intanto, Valeria comincia a gemere intensamente, ma ora sono gemiti di piacere. Continuo a scoparla a buon ritmo, accompagnando le spinte con sonori schiaffi sulle sue natiche.
Nel frattempo la panterona si allontana alle mie spalle. La sento rovistare in un mobile, ma è troppo fuori dal mio orizzonte visivo per poterla osservare. Ritorna poco dopo e mi interrompe. Le soprese non finiscono oggi: ha indossato una cintura con un dildo. «E con quello cosa volete fare?» domando sospettoso.
La risposta me la fornisce Valeria, mentre si mette a sedere sul materasso: «Dobbiamo fare la doppia».
«La doppia?» ribatto.
«Sì, la doppia penetrazione! Fica e culo».
«So cos’è» rispondo seccato. «È che con uno cazzo già mi sembravi in difficoltà, figuriamoci con due».
«Che stronzata. Posso gestirne anche di più».
«E come mai hai non lo hai chiesto a un altro uomo?»
«Avresti accettato di fare sesso se avessi saputo che ci sarebbe stato un altro uomo anziché una donna stasera?»
In effetti, la domanda rispondeva perfettamente al mio dubbio.
«Allora, giovanotto» mi fa la panterona, accostandosi e strizzandomi una natica. «Sei pronto a ricominciare?»
Le avvolgo un braccio dietro alla schiena e la fisso negli occhi. «Per scopare io sono sempre pronto». Avvicino le labbra alle sue, lentamente, per capire se un bacio con lei è contemplato. A quanto pare lo è, perché si prepara a riceverlo. Le nostre bocche si uniscono e le nostre lingue si incontrano bramose l’una dell’altra. «Voglio sfondare anche la tua fica!»
«L’idea è allettante, ma oggi siamo qui per soddisfare Valeria».
«Appunto» esclama quest’ultima. «Smettetela di amoreggiare e venite a scoparmi».
Montiamo tutti sul letto. Io vado sotto, Valeria sale sopra di me e si siede sul mio membro, mentre la panterona va dietro di lei, per metterglielo nel culo, cosicché a me tocca la fica.
Con entrambi i buchi già lavorati, non facciamo fatica a scoparla da entrambe le parti. Procediamo a ritmo moderato. Valeria è satura e travolta da spasmi di piacere. È evidente che stia avendo un orgasmo intenso. A un certo punto si accascia su di me e la panterona le estrae il dildo dal culo. Sento il suo respiro affannoso soffiarmi sul collo. La stringo tra le braccia e la bacio sul viso e tra i capelli. Una piccola parentesi di romanticismo in un’avventura di sesso sfrenato.
«Non sei così rude, in fondo» mormora. «Forza, riprendiamo».
È insaziabile. Si siede sul mio membro rivolta verso la panterona, pertanto tocca a me il culo stavolta. Ricominciamo a scoparla nella fica e nel culo e presto è di nuovo in preda al piacere. I muscoli della sue gambe tremano, lei urla forte e io e la panterona continuiamo a sbatterla a ritmo incessante.
Dopo un po’, anch’io comincio ad avvertire intense contrazioni di piacere che partono dalla zona pubica e si estendono per tutto il corpo. Eiaculo mentre sono ancora nel suo culo. Non appena sente il mio pene afflosciarsi, Valeria si sposta e si sdraia accanto a me. A sua volta, la panterona le si pone a fianco e iniziano a scambiarsi effusioni, non curanti di me. Tolgo il preservativo e lo lascio cadere giù dal letto. Poi Valeria si volta verso di me e mi dice: «Puoi andare in bagno a pulirti se vuoi. Appena sei pronto di nuovo ricominciamo».
E così, poco dopo, ricominciamo. Le scopo la fica, il culo e le rifacciamo la doppia. «Un po’ prima di venire avvisami» mi dice. Faccio come mi chiede, incuriosito da quale altra fantasia voglia soddisfare. Così, quando mi manca ancora un po’ per eiaculare, mi fermo e le dico che ci siamo quasi. «Bene!» esclama scendendo dal letto. Mi incita a raggiungerla, poi afferra il preservativo sul mio membro e me lo toglie. Voglio che tu mi venga in bocca. Fai finta che sia una fica. Si inginocchia ai miei piedi e comincia a succhiarmelo. La panterona le giunge accanto e si inginocchia anche lei. «Voglio che ti muova tu!» dice Valeria. Così le afferro la testa tra le mani e comincio a spingere il cazzo nella sua bocca. Quando le manca un po’ il respiro, mi spinge con le mani per chiedermi di uscire. «Ora fallo a lei!» dice tossendo.
La panterona mi sorride e si prepara a prendermelo in bocca. Esito un po’, ma l’idea mi eccita, così le dirigo il cazzo in bocca e glielo spingo dentro. La afferro per i capelli per bloccarle la testa e comincio a muovere il bacino avanti e indietro. Rispetto a Valeria riesce a riceverne di più, anche se di tanto in tanto mi fermo per darle il tempo di riprendere fiato.
«Non stavi per venire?» mi chiede Valeria.
«Be’ in realtà mi manca ancora un po’» le rispondo.
«Allora cambiamo gioco. Scopati anche lei».
La panterona mi guarda sogghignando. «Visto? Alla fine sei stato accontentato».
Indosso al volo un altro profilattico, mentre la panterona si posiziona a bordo del letto, con le gambe di fuori. Mi avvicino e comincio a premere il punta del pene contro la sua fica. Anche la sua è depilata, ma con una striscetta di peli sul pube. Con le mani mi aggrappo ai suoi seni e le do forti spinte. Voglio che mi senta, ma la sua risposta è più contenuta rispetto a quella di Valeria che intanto assiste alla penetrazione accanto a noi, giocherellando con la sua clitoride.
Successivamente, la panterona si stacca per cambiare posizione. Si mette a pecora sul bordo del letto e comincio a scoparla da dietro. Il movimento martellante del mio bacino produce impulsi che producono vibrazioni sulle sue natiche abbronzate. Probabilmente ama prendere il sole tutta nuda, dal momento che non si notano sulla pelle i classici segni lasciati dagli slip e dal reggiseno.
Poco dopo, io vado sotto e la panterona comincia a cavalcare sopra di me. Allungo le mani per sculacciarla e lo faccio con grande soddisfazione perché le sue chiappe sono più carnose in confronto a quelle di Valeria e colpirle mi dà un certo appagamento.
Quando sto per venire la incito a scostarsi, per dare a Valeria quello che desiderava. Estraggo il preservativo e la faccio distendere sul letto. Le porto il pene in bocca e la scopo come una fica, come mi aveva chiesto, lasciandole a malapena lo spazio per respirare. Eiaculo sul suo volto. Sembra soddisfatta.
Io rimango sdraiato sul letto, mentre le due donne escono dalla stanza.
Valeria torna poco dopo, ancora tutta nuda, e si sdraia di nuovo sul letto. Una mezz’oretta dopo torna anche la panterona, vestita e in procinto di andare via. «A presto, cara» dice rivolgendosi a Valeria, la quale ricambia affettuosamente il saluto. Poi la panterona saluta anche me: «Ciao tesoro! La prossima volta ti divertirai un po’ di più anche con me».
«Volentieri» rispondo.
Lei replica con un sorriso, poi ci manda un bacio con la mano e va via.
Mi guardo intorno, indeciso se andare via subito o aspettare che Valeria mi inciti a farlo. Manco mi avesse letto nel pensiero, mi dice: «Puoi passare la notte qui, se vuoi. Io vado via domani mattina».
Accetto l’invito. In fondo, non è tutto questo dispiacere dormire accanto a una delle donne più belle e sensuali che abbia mai incontrato.
Riesco a godere di un buon sonno, nonostante il materasso diverso dal solito. Sono i deboli raggi del sole che filtrano attraverso le tende a svegliarmi. Valeria dorme ancora, perciò mi alzo facendo muovere il letto il meno possibile per non svegliarla. Vado in bagno a orinare, poi torno in camera. Recupero lo smartphone dal comodino e accendo lo schermo per vedere l’ora. Sono solo le sette. È ancora presto, perciò mi rimetto di nuovo a letto. Sbircio sotto le lenzuola per guardare il corpo nudo di Valeria. Non ci metto molto a subirne gli effetti, così mi ritrovo con il pene di nuovo eretto. Non è voglia di scopare vera e propria, ma il corpo di questa donna mi attira troppo e voglio farlo di nuovo mio. La scatola di profilattici è ancora sul comodino. Ne prendo uno e lo indosso, dopodiché mi avvicino a Valeria e mi struscio addosso a lei. Mentre ancora dorme, le sollevo un po’ la gamba per introdurre il pene nella vagina. Ci riesco abbastanza agevolmente.
Un attimo dopo si sveglia e prende coscienza di quello che sta accadendo. Scoppia a ridere e dice: «Da quanto non scopavi? Ancora non sei soddisfatto?»
«Sei tu che mi fai arrapare troppo. Sei stupenda».
Il mio complimento deve averla stuzzicata, perché subito dopo si accende e mostra di volerlo anche lei. Continuo a scoparla, in varie posizioni, nella fica e nel culo. Dopo restiamo ancora a letto a chiacchierare. «Quando vuoi vado via» le dico.
«A dire il vero, vorrei che non andassi via mai più» mi dice sorridendo.
scritto il
2025-12-14
1 6 8
visite
2
voti
valutazione
6.5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

L'accordo

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.